FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

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vinotec
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FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda vinotec » 05 ott 2015 18:45

Si sono accorti che ci siamo anche noi...:

Although regional politics consider Emilia-Romagna to be a single region, this west-to-east strip of land is really two regions in one. Emilia and its odd couple rival Romagna share very little in common. They are however both linked by the Via Emilia, or the ancient Roman trading route that connects Rimini on the Adriatic coast to the inland city of Piacenza. All of the important winemaking zones remain directly adjacent to the Via Emilia. This is an important testament to the power and importance of this ancient corridor of commerce and communication.

The Romagna area occupies the eastern half of the Via Emilia from Bologna to the west including Ravenna, Forlì, Imola and Rimini. This is a lush and green area with softly rolling hills that extend gracefully to the coastline. The main red grape planted here is Sangiovese and the varietal tends to be softer and plumper in terms of its fruit intensity compared to the celebrated Sangiovese-based wine from neighboring Tuscany. Winemakers have done much to underline the distinct territorial identity of the Romagna Sangiovese appellation (previously known as Sangiovese di Romagna). They have made much progress over the years in domestic markets where Romagna Sangiovese is appreciated for its fruit-forward personality and attractive price points. There is still much work to be done to promote the identity of Romagna Sangiovese in foreign markets where the category is almost always overshadowed by the famous brand names of Tuscany. Romagna also focuses on international red grapes such as Cabernet Sauvignon and Merlot.

In terms of white wines, Romagna is the lucky home of the promising Albana grape that is made into a popular sweet wine but that can also be vinified as a dry white. Some producers have successfully harnessed damp conditions for botrytized dessert wines that also see some degree of appassimento (air-drying). Albana is prized for its thick, disease-resistant skins. Other white grapes include Trebbiano that is planted commonly throughout the region. There is a little-known white grape named Pagadebit (because it once "paid the debts" thanks to its vigorous production) that is now making a small but interesting comeback. Pagadebit is synonymous with the Bombino Bianco grape found in Puglia and southern Italy. Podere La Berta makes a very interesting white wine from this grape.

The landscape changes radically in Emilia where long, empty plains are often covered by mist and low-hanging fog in winter months. Emilia is the western half of the region that extends from Modena to Reggio Emilia, Parma and Piacenza. These are proud culinary capitals with some of Italy's most prized foodie contributions such as the real balsamic vinegar, Aceto Balsamico Tradizione di Modena, Parmigiano cheese and Prosciutto di Parma. The foods here tend to be heavier and fatter with cheese and butter often incorporated into local recipes. A favorite dish is shapely tortellini stuffed with up to four kinds of minced meats, nutmeg and topped with grated Parmigiano. Of course foods of this nature need acidic, fresh and effervescent wines to keep the palate clean. The vinous protagonist of Emilia is Lambrusco with the lighter Sorbara expression and the dark purple, impenetrable Grasparossa di Castelvetro. In addition to fizzy effervescence, these wines tend to show high levels of residual sugar. Although Lambrusco is deeply loved in its native territory, it lacks respect abroad.

Growing conditions in 2013 were balanced and relatively stress-free across the Emilia-Romagna territory. Sangiovese grapes in Romagna were harvested ten days earlier on average compared to Tuscany. Cool nighttime temperatures during pre-harvest weeks helped to develop aromas and flavors. The 2014 vintage was a difficult one especially for producers in the Emilia half of the region. They saw violent rainstorms throughout much of the summer. The wines in Romagna are also thinner and slightly less fragrant as a result in 2014.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda quellocheaspetta » 05 ott 2015 21:12

L'Emilia Romagna parte da Rimini e arriva a Piacenza... ma è consuetudine che i Colli Piacentini non se li fila proprio nessuno. A mio parere è terra di due vitigni dal grande potenziale, Barbera e Malvasia di Candia, che certamente non sono sfruttati a dovere salvo alcune piccole produzioni. Una terra di confine che, in quanto tale, non se la piglia nessuno :cry: . Perdonate lo sfogo ma da buon Italiano soffro di una malattia, il Campanilismo.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 09:26

Beh, che dire?
Complimenti!
Ci sarà qualche piccola dimenticanza ma la descrizione è precisa, corretta e completa.
OK, manca una citazione specifica per i colli piacentini ma anche dei vini delle sabbie ferraresi, ma è la prima volta che vedo descritta così bene l'Emilia Romagna.

"Although Lambrusco is deeply loved in its native territory, it lacks respect abroad."

Chissà perchè? :twisted:

L'autrice ha sapientemente celato la propria opinione a proposito del residuo zuccherino spesso caratterizzante il lambrusco.
Io, personalmente, lo detesto.
Mi piacerebeb sapere come la pensano altri.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda vinogodi » 06 ott 2015 11:48

darmagi90 ha scritto:Beh, che dire?
Complimenti!
Ci sarà qualche piccola dimenticanza ma la descrizione è precisa, corretta e completa.
OK, manca una citazione specifica per i colli piacentini ma anche dei vini delle sabbie ferraresi, ma è la prima volta che vedo descritta così bene l'Emilia Romagna.

"Although Lambrusco is deeply loved in its native territory, it lacks respect abroad."

Chissà perchè? :twisted:

L'autrice ha sapientemente celato la propria opinione a proposito del residuo zuccherino spesso caratterizzante il lambrusco.
Io, personalmente, lo detesto.
Mi piacerebeb sapere come la pensano altri.
...quando è elemento equilibratore perfettamente integrato nella tradizione , come nel caso specifico del Lambrusco Maestri con acidità e carica tannica incredibile, io lo apprezzo senza meno. Infatti era, tra l'altro, un blended con Fortanina e Lancellotta proprio per immettere "zucchero naturale" nell'assemblaggio ...Ma ho sentito nella mia giovanissima vita anche sontuosi Salamino e Grasparossa di Castelvetro o Marani (e , buon ultimo, anche il Viadanese) in questa variante. Il Lambrusco nella storia nacque "amabile" o "abboccato" come si diceva una volta, proprio per non affettare la lingua ai malcapitati che lo bevevano tal quale . Fa eccezione Modena dove il Sorbara è vitigno "muriatico" che ha mantenuto inalterato il suo corredo sensoriale dall'alba dei tempi, ma per magrezza e struttura generale, pur con qualche eccezione (ne ho sentiti di amabili più che discreti, quest'anno) è destinato a rimanere tale nel cuore degli appassionati. Sarebbe come contestare alcuni Kabinett perché con residuo zuccherino ...
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 12:03

Marco, non mi sono espresso bene.
Mi riferisco particolarmente a residui che considero eccessivi.
Poi, come dici giustamente tu, la tradizione è proprio quella di mantenere un certo residuo che, fra l'altro, mitiga certe asprezze e ruvidità del lambrusco.
Però penso sia giusto anche tenere presente dell'evoluzione del gusto e soprattutto della tecnologia ogii a disposizione.
Voglio dire, va bene la tradizione, però non possiamo nemmeno fossilizzarci su posizioni arcaiche solo per mero rispetto della tradizione.
Se riusciamo ad avere vini meno ruvidi ch ein passato e che, quindi, necessitino di meno residuo per risultare equilirati, secondo me ci guadagnerebbe la percezione aromatica.
A volte ho l'mpressione che un eccesso di zucchero mi attenui anche la percezione retrolfattiva.
Poi, va bene tutto, soprattutto con un bello zampone nel piatto...
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda vinogodi » 06 ott 2015 13:32

darmagi90 ha scritto:Marco, non mi sono espresso bene.
Mi riferisco particolarmente a residui che considero eccessivi.
Poi, come dici giustamente tu, la tradizione è proprio quella di mantenere un certo residuo che, fra l'altro, mitiga certe asprezze e ruvidità del lambrusco.
Però penso sia giusto anche tenere presente dell'evoluzione del gusto e soprattutto della tecnologia ogii a disposizione.
Voglio dire, va bene la tradizione, però non possiamo nemmeno fossilizzarci su posizioni arcaiche solo per mero rispetto della tradizione.
Se riusciamo ad avere vini meno ruvidi ch ein passato e che, quindi, necessitino di meno residuo per risultare equilirati, secondo me ci guadagnerebbe la percezione aromatica.
A volte ho l'mpressione che un eccesso di zucchero mi attenui anche la percezione retrolfattiva.
Poi, va bene tutto, soprattutto con un bello zampone nel piatto...
..ormai parlare di Lambrusco è come parlare di Chianti, anzi, molto peggio dal punto di vista delle possibili varianti. Per gli amanti del "colfondo" ci sono gli ancestrali, con residuo zuccherino decisamente basso, ma difficilissimi da gestire sia come qualità media , parlo tecnicamente, che come rifermentazione in bottiglia, sempre problematica perché difficilmente replicabile anno per anno. E' affascinante , la adoro , ma abbisogna anche di esperienza sia di produzione che di servizio perché sono in pochissimi a disconoscere questa fondamentale fase nell'accostarsi ad un ancestrale. Poi ci sono i Metodo Classico, anche questi secchissimi, formidabili per corredo aromatico che da un Lambrusco non ti aspetti. Il rischio di snaturare la vera essenza del Lambrusco è però palese, ci vuole davvero maestria e in pochi raggiungono i superbi risultati di cantine che hanno esperienza ultradecennale sulla tipologia ed una massa critica tecnico/culturale (e colturale) all'altezza. Poi ci sono le variabili territoriali che, moltiplicate per quelle varietali, compongono un quadro non "articolato" ma "disarticolato" per risultati ottenuti. Quindi, anche in questo caso, la tecnica (perché il Lambrusco è un grandissimo vino "tecnico") prende il sopravvento e ci sono piccoli capolavori come emerite ciofeche , attenuate dalla fortuna di poterlo bere freddo , con temperature che riescono a mascherare difetti tecnici inenarrabili. Paradossalmente , per un amante del "piccolo è bello" qual son io, le migliori risultanze sensoriali del Lambrusco le ho avute da chi in cantina e vigna ci sa fare tecnicamente , mentre l'artigiano fine a se stesso produce il più delle volte prodotti , usando un eufemismo politically correct, discutibili (perché affermare "che fanno cagare" è perlomeno ingeneroso verso il lavoro della terra che sempre duro è...)... tutto ciò, chiaramente, da chi di Lambrusco ne capisce come me o te che ci viviamo e ci siamo cresciuti, mica come Monica Lerner(...è ovvio) ... :lol:
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 14:11

Non avevo mai guardato al lambrusco sotto questo aspetto ma, in effetti, hai ragione.
Vi è una tale variabilità di uve, strutture, ventagli aromatici, colore, tecniche di vinificazione e rifermentazione...
Che li accomuna ci rimangono solo le bolle?
In fondo, si va da terreni collinari, prevalentemente calcarei ed argillosi, ai terreni fini in prossimità del Po, passando per territori pianeggianti di varia profondità e composizione.
Un numero di uve che, per caratteristiche, si differenziano assai fra di loro.
E' vero, il quadro non può che essere "disarticolato".

Tuttavia, in questo contesto variegato e complicato, scusa se adesso lo dico in maniera esplicita e fuori da ogni metafora, non vorrei che lo zucchero fosse utilizzato, insieme alla temperatura di servizio, più a mascherare difetti che non ad esltare qualità.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda vinogodi » 06 ott 2015 14:22

darmagi90 ha scritto:Non avevo mai guardato al lambrusco sotto questo aspetto ma, in effetti, hai ragione.
Vi è una tale variabilità di uve, strutture, ventagli aromatici, colore, tecniche di vinificazione e rifermentazione...
Che li accomuna ci rimangono solo le bolle?
In fondo, si va da terreni collinari, prevalentemente calcarei ed argillosi, ai terreni fini in prossimità del Po, passando per territori pianeggianti di varia profondità e composizione.
Un numero di uve che, per caratteristiche, si differenziano assai fra di loro.
E' vero, il quadro non può che essere "disarticolato".

Tuttavia, in questo contesto variegato e complicato, scusa se adesso lo dico in maniera esplicita e fuori da ogni metafora, non vorrei che lo zucchero fosse utilizzato, insieme alla temperatura di servizio, più a mascherare difetti che non ad esltare qualità.
... l'ho premesso: contestualizzato all'esigenza tecnico/produttiva/caratteriale del vino, oltreché di tradizione, il residuo zuccherino ha la sua funzione, soprattutto per il Maestri ed il Marani. Mio padre produceva quello che era considerato l'antesignano dei grandi vini odierni a "fermentazione ancestrale in bottiglia" quarant'anni fa (era enologo della più grande cantina di Parma) e il migliore in assoluto della provincia (non per autolode ma affermato dai membri della commissione del Consorzio di tutela di cui , successivamente, diventò presidente . Fior di produttori attuali con padri "storici" , se leggono, possono testimoniarlo pure qui...) , secchissimo, ma ostiava come un pazzo per produrlo e tutte le volte squoteva la testa dicendo che i milanesi lo adoravano proprio perché secco (era venduto totalmente in prenotazione) ma l'anima del vero Lambrusco Maestri era un'altra...
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda chiara67 » 06 ott 2015 15:12

Se posso sintetizzare.
Il lambrusco secco lo puo' fare solo qualcuno con un gran manico.
Altrimenti e' imbevibile.
:mrgreen:
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda vinogodi » 06 ott 2015 15:16

chiara67 ha scritto:Se posso sintetizzare.
Il lambrusco secco lo puo' fare solo qualcuno con un gran manico.
Altrimenti e' imbevibile.
:mrgreen:
...questo non è sintetizzare ma "banalizzare" . Nel "pianeta Lambrusco" si stanno facendo passi da gigante e rappresenterà nel futuro quel che oggi rappresenta il Prosecco per le bolle bianche: un fenomeno di vino quotidiano per piacevolezza e articolazione della proposta, prezzi mediamente ottimi, reperibilità ...beh , quest'ultimo aspetto non saprei, comunque ottima perché il bacino di produzione è davvero vasto ...
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda Alberto » 06 ott 2015 15:26

Mi sorprende venire a conoscenza solo ora, all'alba del (mio) mezzo del cammin di nostra vita, che Bologna è situata in Romagna. :shock: :? :mrgreen:
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Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 15:56

Alberto ha scritto:Mi sorprende venire a conoscenza solo ora, all'alba del (mio) mezzo del cammin di nostra vita, che Bologna è situata in Romagna. :shock: :? :mrgreen:


Caro Alberto, come certamente saprai, la geografia politica ed amministrativa è una cosa, quella culturale un'altra.
Bologna, città e provincia, appartengono a quella che viene definita Emilia.
Tuttavia, già Imola, pur in provincia di Bologna, è già culturalmente appartenente alla Romagna.
Adesso mi pioveranno insulti da ogni dove, ne sono consapevole ma anche solo linguisticamente la cosa è piuttosto evidente, a mio modo di vedere.
Stessa cosa dicasi per la parte della provincia di Pesaro che confina con quella di Rimini.
Il termine Romagna è nato nel tardo impero romano, quando Bologna (e quindi l'Emilia) erano sotto il dominio longobardo, mentre la Romagna era sotto il dominio dell'Impero Romano d'Oriente.
Di qui il nome di Romagna, quindi romana, per distinguerlo dalla parte d'Italia longobarda.
La Romagna è una regione storica, i cui confini sono oggi leggibili dal dialetto proprio di questa regione.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda chiara67 » 06 ott 2015 16:05

vinogodi ha scritto:
chiara67 ha scritto:Se posso sintetizzare.
Il lambrusco secco lo puo' fare solo qualcuno con un gran manico.
Altrimenti e' imbevibile.
:mrgreen:
...questo non è sintetizzare ma "banalizzare" . Nel "pianeta Lambrusco" si stanno facendo passi da gigante e rappresenterà nel futuro quel che oggi rappresenta il Prosecco per le bolle bianche: un fenomeno di vino quotidiano per piacevolezza e articolazione della proposta, prezzi mediamente ottimi, reperibilità ...beh , quest'ultimo aspetto non saprei, comunque ottima perché il bacino di produzione è davvero vasto ...


Marco, ma quello che stai dicendo non e' esattamente che si sta imparando a fare vini migliori perche' il lambrusco richiede piu' esperienza, cantina e cura di, diciamo, un merlot? Non e' banalizzare, e' solamente dire che - essendo il lambrusco un vino che si declina in molti modi - bisogna sapere quello che si sta facendo per estrarne il meglio.

Poi se ti piace dire banalizzare, fai pure. Non mi offendo :D
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda Alberto » 06 ott 2015 16:29

darmagi90 ha scritto:
Alberto ha scritto:Mi sorprende venire a conoscenza solo ora, all'alba del (mio) mezzo del cammin di nostra vita, che Bologna è situata in Romagna. :shock: :? :mrgreen:


Caro Alberto, come certamente saprai, la geografia politica ed amministrativa è una cosa, quella culturale un'altra.
Bologna, città e provincia, appartengono a quella che viene definita Emilia.
Tuttavia, già Imola, pur in provincia di Bologna, è già culturalmente appartenente alla Romagna.
Adesso mi pioveranno insulti da ogni dove, ne sono consapevole ma anche solo linguisticamente la cosa è piuttosto evidente, a mio modo di vedere.
Stessa cosa dicasi per la parte della provincia di Pesaro che confina con quella di Rimini.
Il termine Romagna è nato nel tardo impero romano, quando Bologna (e quindi l'Emilia) erano sotto il dominio longobardo, mentre la Romagna era sotto il dominio dell'Impero Romano d'Oriente.
Di qui il nome di Romagna, quindi romana, per distinguerlo dalla parte d'Italia longobarda.
La Romagna è una regione storica, i cui confini sono oggi leggibili dal dialetto proprio di questa regione.

OK Mauro, ma da che mondo è mondo (come dici tu giustamente) la Romagna "inizia" (anche ampelograficamente) ad Imola, mentre prova a chiamare romagnolo un bolognese di città, e vediamo cosa ti risponde... :mrgreen:
Poi la Storia ha certamente un peso ed è giusto riconoscerlo (Romagna e Bologna territorio pontificio, il resto dell'Emilia invece suddivisa tra i vari ducati) ma fino a un certo punto, altrimenti possiamo dire che siccome Brescia e Bergamo sono stati Terra di San Marco per quattro secoli, allora non sono città lombarde ma venete... :wink: :mrgreen:
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 17:01

Infatti, Alberto.

Ho scritto chiaramente che Bologna, come città e gran parte della provincia, appartiene all'Emilia.
La Romagna comincia fra Castel San Pietro e Imola, comunque in provincia di Bologna.
Se hai dimestichezza col dialetto Romagnolo te ne accorgi subito.
Da questo punto di vista, la Romagna è proprio una regione storica (nel senso che si è formata in epoca antica ed ha mantenuto la propria identità) e, come dici tu, non solo linguisticamente ma anche ampelograficamente parlando.
Evidentemente, dalla spartizione di questa porzione di territorio fra Longobardi e Bizantini, si è mantenuta una certa identità culturale che ancora oggi contraddistingue la Romagna, al di là dei confini amministrativi delle Regioni.
Diciamo che la Lerner ha tagliato un po' col machete, dicendo Bologna quando avrebbe forse fatto meglio a parlare di Imola (per altro piuttosto conosciuta per via del circuito del Santerno).
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda Alberto » 06 ott 2015 17:11

darmagi90 ha scritto:Infatti, Alberto.

Ho scritto chiaramente che Bologna, come città e gran parte della provincia, appartiene all'Emilia.
La Romagna comincia fra Castel San Pietro e Imola, comunque in provincia di Bologna.
Se hai dimestichezza col dialetto Romagnolo te ne accorgi subito.
Da questo punto di vista, la Romagna è proprio una regione storica (nel senso che si è formata in epoca antica ed ha mantenuto la propria identità) e, come dici tu, non solo linguisticamente ma anche ampelograficamente parlando.
Evidentemente, dalla spartizione di questa porzione di territorio fra Longobardi e Bizantini, si è mantenuta una certa identità culturale che ancora oggi contraddistingue la Romagna, al di là dei confini amministrativi delle Regioni.
Diciamo che la Lerner ha tagliato un po' col machete, dicendo Bologna quando avrebbe forse fatto meglio a parlare di Imola (per altro piuttosto conosciuta per via del circuito del Santerno).

Più che altro, la tipa, i vini dei Colli Bolognesi non se li è cacati di striscio...per dirla così, all'etoniana... :mrgreen:
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Messaggioda darmagi90 » 06 ott 2015 17:49

Alberto ha scritto:Più che altro, la tipa, i vini dei Colli Bolognesi non se li è cacati di striscio...per dirla così, all'etoniana... :mrgreen:


Eh, ha usato il machete in tutti i sensi.
Però non dobbiamo seguire ogni volta l'insana tentazione di assecondare il nostro diabolico campanilismo e provincialismo.

Condivido la felicità che mi è sembrato di cogliere nel titolo dato da Ivo.
Finalmente si parla anche di Emilia Romagna, magari in questo caso in maniera un po' incompleta e con qualche inesattezza.
Ma che je frega ad un americano o a un cinese se Bologna è in Emilia o in Romagna?
Per me è buono che se ne parli e che si ponga l'attenzione sul fatto che è una regione che ha una grande varietà di territori, uve e vini molto diversi fra loro.
Chi fosse interessato approfondirà.

Come diceva quel tale? Ah, sì:
Non importa se bene o male, l'importante è che se ne parli.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda giucas » 06 ott 2015 22:13

... :shock:.... ma ha anche bevuto ?....
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda gmi1 » 07 ott 2015 09:29

darmagi90 ha scritto:
Alberto ha scritto:Più che altro, la tipa, i vini dei Colli Bolognesi non se li è cacati di striscio...per dirla così, all'etoniana... :mrgreen:


Eh, ha usato il machete in tutti i sensi.
Però non dobbiamo seguire ogni volta l'insana tentazione di assecondare il nostro diabolico campanilismo e provincialismo.

Condivido la felicità che mi è sembrato di cogliere nel titolo dato da Ivo.
Finalmente si parla anche di Emilia Romagna, magari in questo caso in maniera un po' incompleta e con qualche inesattezza.
Ma che je frega ad un americano o a un cinese se Bologna è in Emilia o in Romagna?
Per me è buono che se ne parli e che si ponga l'attenzione sul fatto che è una regione che ha una grande varietà di territori, uve e vini molto diversi fra loro.
Chi fosse interessato approfondirà.

Come diceva quel tale? Ah, sì:
Non importa se bene o male, l'importante è che se ne parli.


Sei sempre preciso e dettagliato Mauro, per la nostra regione ti voto come punto di aggregazione e riferimento... :D poi, se pensiamo a quante tipologie di vini sono disponibili nella nostra regione... beh, era ora che se ne parlasse e conoscesse di piú al di fuori del nostro orticello... non trovi???
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 07 ott 2015 10:10

giucas ha scritto:... :shock:.... ma ha anche bevuto ?....


Chi?

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zampaflex
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda zampaflex » 07 ott 2015 10:23

Alberto ha scritto:...poi la Storia ha certamente un peso ed è giusto riconoscerlo (Romagna e Bologna territorio pontificio, il resto dell'Emilia invece suddivisa tra i vari ducati) ma fino a un certo punto, altrimenti possiamo dire che siccome Brescia e Bergamo sono stati Terra di San Marco per quattro secoli, allora non sono città lombarde ma venete... :wink: :mrgreen:


Ehi Alberto, ma hai presente che razza di dialetti parlano in quelle due città? :mrgreen:
Si distinguono nettamente dalle altre provincie lombarde. Se poi vai a Costavolpino e dintorni, ti serve il doppio traduttore! :lol:
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 07 ott 2015 10:47

gmi1 ha scritto:Sei sempre preciso e dettagliato Mauro, per la nostra regione ti voto come punto di aggregazione e riferimento... :D poi, se pensiamo a quante tipologie di vini sono disponibili nella nostra regione... beh, era ora che se ne parlasse e conoscesse di piú al di fuori del nostro orticello... non trovi???


Troppo buono, Glauco.

Certo che secondo me è importante che se ne parli, perché questo potrebbe permettere l'innesco di un circolo virtuoso, per altro già evidentemente iniziato, ma il cui corso è ancora lungo.

Dieci anni fa le uniche produzioni emiliano romanole degne di qualche nota erano confinate ai colli piacentini, qualcosa nei colli bolognesi e sulle colline romagnole.
Sicuramente, come giustamente riportato da Vinogodi, ci sono sempre state produzioni di qualità anche per quanto riguarda il Lambrusco ma fino ad allora erano rondini non certo in grado di fare una primavera.

Ultimamente il numero di produttori che hanno puntato sulla qualità è cresciuto, vedi Medici, Cavicchioli, Paltrinieri ed altri.
La cosa ha assunto una dimensione tale per cui, anche nel mare oceano del Lambrusco, questa piccola laguna ha iniziato ad essere significativa.

Il mio augurio è che questo possa fungere da motivazione e stimolo per altri produttori ad orientarsi verso una produzione di maggiore qualità.
Poi per me il Lambrusco sarà sempre un vino poco più che "simpatico", pur essedovi affezionato per ragioni storiche e culturali.

Ma anche qui, ha ragione da vendere Vinogodi.
E' un vino poco impegnativo, frizzante, con prezzi molto acessibili e con una disponibilità in termini di produzione veramente da fare massa.
A tavola funziona bene...
Potrebbe benissimo essere un vino simile al Prosecco ma in rosso.
Per quanto riguarda il mercato, s'intende.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda marcolanc » 07 ott 2015 10:56

Da (fiero) romagnolo di confine (abito a pochi chilometri dall'Emilia), ammetto che l'errore di Monica Lerner è in un certo senso perdonabile, anche se insolito: generalmente si tende a togliere parti alla Romagna, a causa della definizione antistorica delle provincie, anziché aggiungerne.
Dicevo che è a mio avviso perdonabile, perché addirittura molti romagnoli non sanno bene dove finisca la nostra regione (perché tale è) e dove cominci l'Emilia!
Ad ogni modo, prendo anch'io il lato positivo della cosa: cominciamo a parlare di Emilia Romagna nel mondo, poi ci saranno tempo e modo per chiarire meglio i dettagli.
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda gmi1 » 07 ott 2015 11:11

darmagi90 ha scritto:Il mio augurio è che questo possa fungere da motivazione e stimolo per altri produttori ad orientarsi verso una produzione di maggiore qualità.
Poi per me il Lambrusco sarà sempre un vino poco più che "simpatico", pur essedovi affezionato per ragioni storiche e culturali.

Ma anche qui, ha ragione da vendere Vinogodi.
E' un vino poco impegnativo, frizzante, con prezzi molto acessibili e con una disponibilità in termini di produzione veramente da fare massa.
A tavola funziona bene...
Potrebbe benissimo essere un vino simile al Prosecco ma in rosso.
Per quanto riguarda il mercato, s'intende.
Mica puoi bere solo Barolo e Bordeaux!

É proprio nella unicitá del Lambrusco che si deve battere, ha tutte le potenzialitá per sfondare a livello globale... porto le esperienze con I miei colleghi stranieri, gli svedesi sono TUTTI innamorati del Lambrusco, e di diverse tipologie, cosí come I giapponesi e I sud americani.... chi poi vive qua a Modena alcuni anni se lo imbottiglia personalmente, bevendolo quotidianamente... il rischio é l'escalation repentina dei prezzi, con la ricerca di produzioni estremizzate in tutti I sensi, non ultima un packaging eccessivo che incide troppo sul prezzo.... conosco tanti produttori che ci hanno messo anni e anni per entrare nella catena Systembolaget svedese (circa 1000 punti vendita) pur vincendo fior di selezioni di assaggio, perche il prezzo era eccessivo.... cosí per anni e anni erano disponibili solo produzioni scadenti che hanno fatto solo male al Lambrusco.... per fortuna le cose stanno cambiando, I migliori produttori con I migliori prodotti sono ora disponibili, ma il prezzo rimane una cosa che si deve tenere sotto controllo...
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Re: FINALMENTE...MONICA LERNER (PARKER) SUI VINI EMILIA ROMAGNA

Messaggioda darmagi90 » 07 ott 2015 11:22

gmi1 ha scritto:É proprio nella unicitá del Lambrusco che si deve battere, ha tutte le potenzialitá per sfondare a livello globale... porto le esperienze con I miei colleghi stranieri, gli svedesi sono TUTTI innamorati del Lambrusco, e di diverse tipologie, cosí come I giapponesi e I sud americani.... chi poi vive qua a Modena alcuni anni se lo imbottiglia personalmente, bevendolo quotidianamente... il rischio é l'escalation repentina dei prezzi, con la ricerca di produzioni estremizzate in tutti I sensi, non ultima un packaging eccessivo che incide troppo sul prezzo.... conosco tanti produttori che ci hanno messo anni e anni per entrare nella catena Systembolaget svedese (circa 1000 punti vendita) pur vincendo fior di selezioni di assaggio, perche il prezzo era eccessivo.... cosí per anni e anni erano disponibili solo produzioni scadenti che hanno fatto solo male al Lambrusco.... per fortuna le cose stanno cambiando, I migliori produttori con I migliori prodotti sono ora disponibili, ma il prezzo rimane una cosa che si deve tenere sotto controllo...


Sono d'accordo su tutto.
Magari qualcuno col packaging ha un po' esagerato.
Il fatto è che in certi mercati l'appeal, almeno dell'etichetta, è importante.
Però sono d'accordo sul fatto che il prezzo deve rimanere contenuto.
Del resto, questo è stato uno degli elementi vincenti per il Prosecco e ritengo lo debba essere anche per il Lambrusco.
Del resto, la "simpatia" non può costare troppo.
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