


vinogodi ha scritto:. Dio , sto godendo come un classico riccio in amore...![]()
![]()
paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più... :wink:
Perché non ami questo 3ad?
Permettimi, ma secondo me hai fatto un'eccezione per sbagliare il tiro, perché qui, chi è intervenuto ha messo giù la propria impressione su vini bevuti, quindi niente pregiudizi.
paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più... :wink:
Perché non ami questo 3ad? [
paperofranco ha scritto:Permettimi, ma secondo me hai fatto un'eccezione per sbagliare il tiro, perché qui, chi è intervenuto ha messo giù la propria impressione su vini bevuti, quindi niente pregiudizi.
Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più...
Wineduck ha scritto:paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più... :wink:
Perché non ami questo 3ad? [
Forse perchè soffro di demofobia?
paperofranco ha scritto:Permettimi, ma secondo me hai fatto un'eccezione per sbagliare il tiro, perché qui, chi è intervenuto ha messo giù la propria impressione su vini bevuti, quindi niente pregiudizi.
Premesso che non ho "tirato" a nessuno, dopo anni che ti leggo posso sintezzare in questo modo il mio pensiero: sei un eccellente descrittore dei vini che bevi ma sei maleddamente prevenuto verso tutti quei vini che non rientrano nei tuoi canoni. Che sono maleddamenti stretti. Niente da eccepire: ognuno deve essere libero di esprimersi e di esprimere le proprie preferenze ma in quanto ad "apertura" verso stili e tecniche che "svecchiano" il modo di fare il vino, tu manifesti di avere la stessa tolleranza che Mario Borghezio ha nei confronti dei "padani di razza non ariana, con capelli NON biondi e occhi NON chiari"...
paperofranco ha scritto:...
Dico che non si può bere tutto di tutto sempre e costantemente, o almeno io non ci riesco. Pur non tirandomi mai indietro davanti a un bicchiere, per quale motivo, una volta accontentate scienza e conoscenza, dovrei incaponirmi a bere vini che non mi piacciono?
Forse quella volta non mi hai letto, ma proprio su queste pagine in una discussione analoga, il sottoscritto è stato fra quelli che riconosceva ai "ragazzi" del barolo un contributo positivo nell'aver stimolato certi vecchi testoni a "svecchiare" come dici tu, migliorare il loro modo di fare vino, soprattutto in termini di pulizia e definizione aromatica.
...
Wineduck ha scritto:quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Alberto ha scritto:Ieri pizza home-made con alcuni amici forumisti e non, e qualche bottiglia interessante:
Colli Tortonesi Timorasso Derthona, Claudio Mariotto, 2010
Giovane-giovane e non ancora pienamente espresso, soprattutto al naso dove il connubio mineralità + idrocarburi è appena appena abbozzato; in ogni caso, ottima freschezza complessiva. Lo risentirò oggi con più calma.
paperofranco ha scritto:paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più... :wink:
Perché non ami questo 3ad?
Permettimi, ma secondo me hai fatto un'eccezione per sbagliare il tiro, perché qui, chi è intervenuto ha messo giù la propria impressione su vini bevuti, quindi niente pregiudizi.
Vorrei capire perché non dai seguito ad un tuo post quando questo viene controbattuto. Non è la prima volta che capita, l'ultima era sulla "presunta(da parte tua) ricetta gambelliana" del sangiovese.
Wineduck ha scritto:
Se non rispondo ai post in cui vengono citate delle mie affermazioni è solo per mancanza di tempo, credimi, non perchè mi voglia sottrarre al dibattito.
Non ricordo questo post in cui ho citato la mia tesi sulla "ricetta di Gambelli": ne ho parlato varie volte e sono pronto a sostenerlo di nuovo. Gambelli era un grande assaggiatore di uve perchè il suo mestiere era fare l'intermediatore: nel Chianti gli imbottigliatori/recoltant occupano una percentuale minoriatria del totale della superficie vitata. Quasi tutte le aziende comprano uve (anche quelle che uffialmente lasciano intendere di produrre i vini solo con i propri vigneti): me lo confermò anche un importante ex Presidente del Chianti Classico pochi anni or sono. E' quindi fondamentale che qualcuno competente metta in contatto coltivatori ed imbottigliatori/piccoli vinificatori. Gambelli era il più bravo, il più talentuoso: un palato inarrivabile ma anche un grante tessitore di relazioni, com'è normale che fosse in quel mestiere. Aveva inoltre i suoi rapporti esclusivi, i suoi fornitori "segreti" ed i suoi clienti preferiti, quelli che lo seguivano fedelmente e che condividevano la "sua" idea di sangiovese in purezza. Lui sapeva che con le uve giuste si potevano ridurre al minimo gli interventi in cantina, niente intrugli e nessuna strana miscela. Per lui il vino era un prodotto della natura ma in un senso molto più moderno e raffinato di quanto non riescano a fare tutti i "vinoveristi" nati negli ultimi anni. In questo era un grande consulente: pochi lo capivano e lo seguivano in tutto (anche perchè pochi sono gli ettari di vigneto che permettono di fare il "suo" vino) ma chi lo ha fatto ha creato piccoli capolavori enologici.
Chi però non ha la sua materia prima, non potrà mai fare il "suo" vino: questione di "territorio". Ci provano in tanti ma se fosse facile il Chianti (e Montalcino) sarebbero piene di cantine "filo-gambelliane". Invece non è questione di gestione della vigna o di cantina: servono quelle uve fantastiche che solo lui conosceva.
Una prova?
Prendete il vino più famoso che è nato e cresciuto con il suo supporto: mettete a confronto le annate pre e post una certa annata di svolta per quella cantina e capirete.
Nel bicchiere sono racchiuse tutte le verità. Solo nel bicchiere.
Wineduck ha scritto:paperofranco ha scritto:paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Di solito non amo questo thread ma stavolta faccio un'eccezione, visto l'argomento del momento.
Pochi giorni fa un amico a cena porta un Nebbiolo 2008 di Bartolo Mascarello: io ci metto un pari annata di Beppe Rinaldi e un Lazarin (sempre 2008) di Marcarini. Risultato: quello di Beppe aveva perso il frutto croccante che aveva fino a pochi mesi or sono, buono ma decisamente più maturo, con nuances granata; quello di Maria Teresa aveva rifermentato in bottiglia e non ha perso "il frizzantino" nemmeno il giorno dopo; quello di Marcarini ha vinto a mani basse: frutto ancora croccante, bel tannino gentile, tipico di La Morra, ma molto fine e compatto, buon finale, con meno materia rispetto ai vini di Barolo ma molto più fresco e beverino (come deve essere un Nebbiolo d'Alba). Non mi risulta che nessuno dei tre abbia barriques in cantina.
Quando la finiremo con sta "minchiata" dei nebbiolo classici vs. modernisti? Ci sono "classicisti" che lavorano bene (certe annate, certe etichette) e altri che fanno delle cagate (certe annate, certe etichette). Idem per quelli che hanno in cantina rotomaceratori, estrattori a osmosi inversa e barriques. Guardassimo più dentro il bicchiere e spegnessimo per un attimo i nostri pregiudizi, forse godremmo un po' di più... :wink:
Perché non ami questo 3ad?
Permettimi, ma secondo me hai fatto un'eccezione per sbagliare il tiro, perché qui, chi è intervenuto ha messo giù la propria impressione su vini bevuti, quindi niente pregiudizi.
Vorrei capire perché non dai seguito ad un tuo post quando questo viene controbattuto. Non è la prima volta che capita, l'ultima era sulla "presunta(da parte tua) ricetta gambelliana" del sangiovese.
Se non rispondo ai post in cui vengono citate delle mie affermazioni è solo per mancanza di tempo, credimi, non perchè mi voglia sottrarre al dibattito.
Non ricordo questo post in cui ho citato la mia tesi sulla "ricetta di Gambelli": ne ho parlato varie volte e sono pronto a sostenerlo di nuovo. Gambelli era un grande assaggiatore di uve perchè il suo mestiere era fare l'intermediatore: nel Chianti gli imbottigliatori/recoltant occupano una percentuale minoriatria del totale della superficie vitata. Quasi tutte le aziende comprano uve (anche quelle che uffialmente lasciano intendere di produrre i vini solo con i propri vigneti): me lo confermò anche un importante ex Presidente del Chianti Classico pochi anni or sono. E' quindi fondamentale che qualcuno competente metta in contatto coltivatori ed imbottigliatori/piccoli vinificatori. Gambelli era il più bravo, il più talentuoso: un palato inarrivabile ma anche un grante tessitore di relazioni, com'è normale che fosse in quel mestiere. Aveva inoltre i suoi rapporti esclusivi, i suoi fornitori "segreti" ed i suoi clienti preferiti, quelli che lo seguivano fedelmente e che condividevano la "sua" idea di sangiovese in purezza. Lui sapeva che con le uve giuste si potevano ridurre al minimo gli interventi in cantina, niente intrugli e nessuna strana miscela. Per lui il vino era un prodotto della natura ma in un senso molto più moderno e raffinato di quanto non riescano a fare tutti i "vinoveristi" nati negli ultimi anni. In questo era un grande consulente: pochi lo capivano e lo seguivano in tutto (anche perchè pochi sono gli ettari di vigneto che permettono di fare il "suo" vino) ma chi lo ha fatto ha creato piccoli capolavori enologici.
Chi però non ha la sua materia prima, non potrà mai fare il "suo" vino: questione di "territorio". Ci provano in tanti ma se fosse facile il Chianti (e Montalcino) sarebbero piene di cantine "filo-gambelliane". Invece non è questione di gestione della vigna o di cantina: servono quelle uve fantastiche che solo lui conosceva.
Una prova?
Prendete il vino più famoso che è nato e cresciuto con il suo supporto: mettete a confronto le annate pre e post una certa annata di svolta per quella cantina e capirete.
Nel bicchiere sono racchiuse tutte le verità. Solo nel bicchiere.
paperofranco ha scritto:Wineduck ha scritto:Francvino ha scritto:paperofranco ha scritto:Apprezzo sempre l'ironia, la considero una faccia dell'intelligenza, però, permettimi, non mi sembra che questa sezione sia scandita dal ritmo di chissà quali originali bevute di nessuno in particolare, me e te compresi. D'altronde, man mano che si va avanti, sempre meno c'è da scoprire, o no? Quindi, se in questo momento la gente beve i vini di Montevertine a garganella e ha voglia di scriverne, che problema c'è?
ehm, non mi pare che Wineduck sia ironico. Semmai cinico.
Secondo me è stata "la toscana e' racchiusa in questo bicchiere..." a fargli salire la carogna sulle spalle.
Poi magari mi sbaglio.
Ognuno ha la propria verità...![]()
Salvo poi scoprire che a "Radda nel bicchiere" i vini veramente buoni vengono solo da Montevertine e da Monteraponi (vedi gita a Radda del 1° giugno). Eppure c'è gente che continua a sperticarsi sulle differenze tra il Chianti Classico dei Monti e quello delle zone basse...![]()
Invece di inneggiare al "sangiovese che rappresenta la Toscana" basterebbe, più prosaicamente, esaltare chi ha imparato la lezione di Giulio Gambelli e chi non l'ha imparata. Il sangiovese trasparente, minerale e prevalentemente floreale è principalmente una questione di "ricetta": GG è stato il primo a scoprirla e ne rimarrà per sempre il "padre". Altri mediatori di uve lo stanno seguendo su quella strada (non facile, per la verità) ma il territorio, il clima e le altre michiate da enostrippati hanno un impatto di gran lunga minore.
Ma senti.
Li hai mai bevuti i vini dell'Ormanni? Corrispondono secondo te al tuo identikit?
Tu parli di "ricetta", secondo me invece l'mpronta di Giulio Gambelli si trova in una "non ricetta", nel lasciare la parola all'uva, alla terra, all'annata.
Alberto ha scritto:Patrimonio Rosé, Domaine Leccia, 2012
Rosato di niellucciu molto fiorito e "facile", piacevole ma non piacione ed anzi con una bella asciuttezza quasi severa sul finale. Matrimonio d'amore con la pizza cipolla di tropea e salsiccia calabrese.
Mike76 ha scritto:Alberto ha scritto:Patrimonio Rosé, Domaine Leccia, 2012
Rosato di niellucciu molto fiorito e "facile", piacevole ma non piacione ed anzi con una bella asciuttezza quasi severa sul finale. Matrimonio d'amore con la pizza cipolla di tropea e salsiccia calabrese.
Tornato domenica dalla mia consueta "seconda casa", la Corsica, non posso che quotare, almeno per nostalgia.
Campeggio, macchia mediterranea, spiagge da raggiungere con scarponi e zaino, acque cristalline... ma anche i rosé.
Personalmente preferisco i rosé di Ajaccio, con lo sciaccarellu, più che il "cugino" del sangiovese, lo nielucciu, più pesantuccio ma talvolta più saporito. Ed anche i rosé gris di Calvi, ma su questi lidi mi sa che sono rimasti a Montevertine e Cantine Ferri...
Quindi, per rimanere in tema....![]()
Stasera ho deglutito il Duo rosso 2008, da nero di troia e cabernotto: a temperatura ambiente (30°), sbuffava di marsala e vino cotto, assai meglio a temperatura di quasi congelamento (4°) dove tornavano gli aromi di frutta nera e rossa, ma almeno sotto forma di granita!![]()
Poi via di birretta belga defatigante!
Cmq ogni tanto la sbirciatina al forum l'ho data...
Forza Papero, tieni duro sul sangio!
bruber73 ha scritto:Negroamaro del Salento "F": Feudi di San Marzano
Avevo appena inizaito ad avvicinarmi a questo vitigno, apprezzandone la freschezza del frutto e dei profumi, che mi trovo nel bicchiere questo vinone iperconcentrato. Opulento e profondo, il frutto è diventato una confettura di frutti di bosco, ben avvertibili le note speziate. Morbido, il tanto legno è diluito dal notevole corpo, finale lungo. Non il mio vino ma per chi apprezza la tipologia mi sembra ben fatto. Vino da meditazione?
Alberto ha scritto:Colli Tortonesi Timorasso Derthona, Claudio Mariotto, 2010
Giovane-giovane e non ancora pienamente espresso, soprattutto al naso dove il connubio mineralità + idrocarburi è appena appena abbozzato; in ogni caso, ottima freschezza complessiva. Lo risentirò oggi con più calma.
Torna a “Vino&Co.: polemiche e opinioni”
Visitano il forum: Artisanal, L_Andrea, Ludi, tenente Drogo e 376 ospiti