Palma ha scritto:Ludi ha scritto:Andyele ha scritto:Cheval Blanc e Ausone come li giudicate? Secondo me non sono così lontani dai Big Five (purtroppo nemmeno nei prezzi

)
spesso (ad esempio nelle composizioni delle casse "prestige") vengono equiparati ai 5 1GCC del Medoc, e viene inserito anche Petrus come premier cru "de facto" di Pomerol. Ora si dovranno aggiungere anche Pavie e Angelus....
Ufficialmente può anche essere, ma tra questi ultimi due e Cheval c'è un bel cavolaccio di differenza. Cheval vale gli altri 4, ehm 5 (solo che è un St. Emilion) ed anzi in più di un'occasione si è rivelato superiore. Ausone lo conosco meno, ma mi dà l'idea di essere meno costante del cavallo, anche se con alcune uscite straordinarie.
Asuone, Angelus ma anche altri sono grandissimi vini anche se nel lungo degli ultimi cinquant'anni hanno meno medaglie.
Poi, è ovvio e piacevole che molti deuxieme e troisieme salgano di qualità, al di fuori del gioco mediatico delle valutazioni parkeriane e annessi aumenti di listini.
Riguardo ai grandi "certificati", secondo me solo i gusti personali e in alcuni casi la costanza "alta" dei millesimi, fanno la sottile differenza tra Latour, Haut Brion, Lafite, Mouton, Cheval Blanc, Margaux.
Personalmente tra quelli farei fatica a dire il mio preferito, chè conta anche l'abbinamento e persino il trip del momento. Per iniziazione comunque sono stato
lafitiano, oggi -se ovviamente costassero meno- non so quale comprerei in maggior numero. Quelli che ho bevuto pochissime volte in annate pre 1985 e quindi mi incuriosiscono di più sono Haut Brion e Cheval Blanc.
Il Petrus personalmente non lo posso calcolare, bevuto una sola volta in annata "media" (1994).
Pensavo anche che qualcuno di questi Chateau ha avuto anche periodi di "appannamento gestionale" dovuti a passaggi di proprietà o alla morte del proprietario storico, ma nonostante ciò il livello nelle bottiglie è sempre stato alto anche in quei periodi di assestamento.
Credo sia un fatto culturale, da imparare dai cugini, come se il grande chateau appartenga ad una tradizione e all'orgoglio di tutto un popolo e che il padrone o la nuova multiproprietaria di turno non abbia altra guida e obbligo che continuare quella strada e scia.
Lo penso in particolare in questi giorni tristi e ancora imprevedibili dopo la scomparsa del suo custode e testimone Franco Biondi Santi, sperando di cuore per il prosieguo agli stessi livelli della più grande azienda vinicola familiare che esista in Italia.