Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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Dedalus
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Dedalus » 08 set 2010 17:32

meursault ha scritto:Veramente poco convincenti i vini della cantina dei marchesi de Gresy (in degustazione erano presenti i 2004), ancora con un legno presente e decisamente troppo evoluti, mah.

Avendo affrontato recentemente il tema con baroloonline ed altri, mi piacerebbe avere l'opinione anche di altri che hanno assaggiato con te, e magari avere qualche indicazione di fino in più sui vini, a partire dalla loro esatta etichettatura.
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Palma
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 08 set 2010 17:35

Inizio con alcune considerazioni relative a Piacere Barbaresco. tenete conto che ho assaggiato 50 vini sputando praticamente tutto, quindi l'attendibilità è quella che è. E soprattutto non ho preso neppure un appunto e sono di memoria molto corta.

- Ada Nada, Cichin 200 e Valeirano 2007: vini che certo non posso definire cattivi, ma che non riescono neppure a tirar fuori chissà quale prestazione. Corretti, volendo gradevoli, ma nulla più.
- Adriano, Basarin 2007 e Sanadalve 2007: ha già detto il Conte, siamo però più sull'ottimo RQP, che sul grande vino. La 2007 è un'annata che mi lascia molto freddo quindi magari anche questo ha contribuito a non farli entrare nel gruppo dei migliori.
- Cà del Baio, Asili 2007 e Valgrande 2007: asili sconta ancora un retaggio del passato, non è talmente legnoso da non risultare bevibile, ma il confronto col fratello è davvero impietoso. Valgrande 2007 è forse l'unico 2007 ad avermi veramente convinto. Questa cantina l'avevo sempre considerata poco, mi fa piacere averla rivalutata, proprio a questo servono queste manifestazioni, non certo a voler stilare classifiche.
- Cà du Rabajà, Barbaresco 2007, Rabajà 2007: buona prova anche di questa cantina, con vini rigorosi, forse, anche causa l'annata, il cru non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale, ma rimane un bel bere.
- Cantina del Glicine, Marcorino 2007, Currà 2007: boh, mi è piaciuto parecchio il davvero sorprendente e godurioso Currà, quasi per nulla il Marcorino.
- Cantina del Pino, Barbaresco 2006 e 2007: il 2006 mi ha incuriosito e soprattutto mi ha fatto venir voglia di provare il loro Albesani.
- Cascina delle Rose, Rio Sordo 2006 e 2007. confermo che sono buoni vini e che forse in passato li avevo un po' sottovalutati. Il 2006 continua a non sembrarmi a livello di eccellenza assoluta, il 2007, seppur parecchio fruttato e pronto, ha abbastanza freschezza ed acidità per farmelo apprezzare in pieno.
- Cascina Longoria, Bordin 2006 e 2007: non mi è piaciuto il 2007, molto meglio il 2006 anche se mi pareva un po' sgraziato in bocca.
- Cascina Morassino, Ovello 2006 e 2007: Ovello non è il mio cru e difficilemnte trovo vini che mi scatenino reazioni, anche questi non mi sono rimasti impressi.
- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.
- Castello di Verduno, Barbaresco 2006: piaciuto niente. E' una cantina che mi ha regalato più di una soddisfazione (coi Barolo, però), ma questo proprio, non andava. Spero in una bottiglia problematica.
- Ceretto, Bernadot 2006 e 2007: ecco un bell'esempio di vini che sommano assieme i difetti dei modernisti e dei tradizionali, in più costano pure un botto.
- Cortese, Rabajà 2006 e 2007: entrambi i vini sono indietro come i meloni a Iola, partono molto ridotti, ma poi dedicandogli tempo si sente che, soprattutto il 2006 (ovvio), sono vini con i controcazzi.
- Giordano Luigi, Montestefano 2006 e 2007: il pregio maggiore mi è sembrato il prezzo.
- La Cà Nova, Bric Mentin 2006 e 2007: per quanto era buono il 2006, con un bel frutto bianco, ed ottima acidità in bocca, altrettanto era problematico il 2007, davvero poco pulito.

Concludo più tardi o domani.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Geo » 08 set 2010 22:15

Ringrazio tutti voi ragazzi che state postando le vostre impressioni, molto utili a chi purtroppo non c'era.
Impressioni su Sottimano?
Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda alexer3b » 08 set 2010 23:42

C'era Rivella ?

Alex
Oggi, in latino...l'ha pijata ar culo. (Romano ad honorem 08-10-2008)

... a Nossiter (come ai suoi compaesani) bisognerebbe spiegare che quando avrà capito l’importanza di usare il bidet sarà sempre troppo tardi… :lol: (anonimo 07-02-2012)
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Dedalus » 09 set 2010 07:42

Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda manichi » 09 set 2010 08:33

Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...


Ci sarebbe da discutere molto poichè ora assolto l'obbligo di indicazione della menzione geografica Albesani nulla vieta di indicare in etichetta come nome aggiuntivo Santo Stefano anche a chi non ha vigne in Santo Stefano ( e mi pare che già qualcuno l'abbia fatto ) .
Il non aver fatto coincidere le menzioni con i cru poi genererà ulteriore confusione ( Giacosa avrà vigne con cru Rabajà e menzione Asili , l'introduzione della menzione Rabajà Bas etc.. )
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 09:24

Già il fatto di chiamare qualcosa "menzione geografica aggiuntiva" lascia assai perplessi.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 09:24

alexer3b ha scritto:C'era Rivella ?

Alex


No.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 09:25

Geo ha scritto:Ringrazio tutti voi ragazzi che state postando le vostre impressioni, molto utili a chi purtroppo non c'era.
Impressioni su Sottimano?

E' un duro lavoro in effetti.
In pausa pranzo finisco il reportage.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Bart » 09 set 2010 10:05

manichi ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...


Ci sarebbe da discutere molto poichè ora assolto l'obbligo di indicazione della menzione geografica Albesani nulla vieta di indicare in etichetta come nome aggiuntivo Santo Stefano anche a chi non ha vigne in Santo Stefano ( e mi pare che già qualcuno l'abbia fatto ) .
Il non aver fatto coincidere le menzioni con i cru poi genererà ulteriore confusione ( Giacosa avrà vigne con cru Rabajà e menzione Asili , l'introduzione della menzione Rabajà Bas etc.. )

Capito poco, avete voglia di spiegarmi bene com'è la situazione?
Grazie
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 10:16

Bart ha scritto:
manichi ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...


Ci sarebbe da discutere molto poichè ora assolto l'obbligo di indicazione della menzione geografica Albesani nulla vieta di indicare in etichetta come nome aggiuntivo Santo Stefano anche a chi non ha vigne in Santo Stefano ( e mi pare che già qualcuno l'abbia fatto ) .
Il non aver fatto coincidere le menzioni con i cru poi genererà ulteriore confusione ( Giacosa avrà vigne con cru Rabajà e menzione Asili , l'introduzione della menzione Rabajà Bas etc.. )

Capito poco, avete voglia di spiegarmi bene com'è la situazione?
Grazie


Ma più o meno dovrebbe essere così: si è finalmente deciso, a Barbaresco prima che a Barolo, di fare una classificazione completa e chiara. Quindi si deve indicare in etichetta il vino (Barbaresco) del comune di (e.g. Neive) e se il vino proviene da un cru specifico, la menzione geografica aggiunta (Rabajà, Asili, ecc.), ti renderai conto che così è subito chiaro se sei in presenza di un vino di prima fascia (quindi buono), di seconda, o così via. Siccome far coincidere le menzioni con i cru storici sembrava troppo banale, si è provveduto a riclassificare e così, come mi pare giusto, tra le menzioni non compare quello che è indiscutibilmente il miglior vigneto della zona, una parte di Asili è diventata Rabajà ed è nato pure un Rabajà Bas. Infine una volta messo il cru, io posso indicare il nome di fantasia del mio vigneto e naturalmente tra questi nomi rientra Santo Stefano, quindi secondo manichi chiunque faccia vino dal cru Albesani, può mettere in etichetta il nome vigneto Santo Stefano, io non so se sia così, e se magari lo si può metetre anche in altri cru.
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Re: Bollettino AVR - " Wineduck in AVR ! ! ! " da pag.93

Messaggioda pippuz » 09 set 2010 10:24

Palma ha scritto:- Roagna: la più bella visita mai fatta in Langa risaliva a due anni fa da Roagna, questa la supera, seppur di misura. Sugli innumerevoli vini aperti non mi soffermerò ulteriormente, perché c'è il rischio di sembrare eccessivamente tifosi.

Visto che non ti sbilanci tu lo faccio io.
Due assaggi clamorosi:
Barbaresco Pajè riserva 1999 (93-95 punti)
Barolo Le Rocche e la Pira riserva 1996 (92-94 punti)
I due vini usciranno in vendita a breve con un prezzo non proprio popolare.

Altro assaggio che mi è sembrato sullo stesso livello è il Pajè riserva 2009 (da botte).

Altri assaggi che mi sono piaciuti MOLTO sono stati i suoi due 2006 (Pajè e Rocche e Pira) con preferenza per il Barbaresco.
Molto buono anche se inizialmente parecchio ridotto il Vigna Rionda 2005, anche lui sopra i 90 punti.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Bart » 09 set 2010 11:01

Palma ha scritto:
Bart ha scritto:
manichi ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...


Ci sarebbe da discutere molto poichè ora assolto l'obbligo di indicazione della menzione geografica Albesani nulla vieta di indicare in etichetta come nome aggiuntivo Santo Stefano anche a chi non ha vigne in Santo Stefano ( e mi pare che già qualcuno l'abbia fatto ) .
Il non aver fatto coincidere le menzioni con i cru poi genererà ulteriore confusione ( Giacosa avrà vigne con cru Rabajà e menzione Asili , l'introduzione della menzione Rabajà Bas etc.. )

Capito poco, avete voglia di spiegarmi bene com'è la situazione?
Grazie


Ma più o meno dovrebbe essere così: si è finalmente deciso, a Barbaresco prima che a Barolo, di fare una classificazione completa e chiara. Quindi si deve indicare in etichetta il vino (Barbaresco) del comune di (e.g. Neive) e se il vino proviene da un cru specifico, la menzione geografica aggiunta (Rabajà, Asili, ecc.), ti renderai conto che così è subito chiaro se sei in presenza di un vino di prima fascia (quindi buono), di seconda, o così via. Siccome far coincidere le menzioni con i cru storici sembrava troppo banale, si è provveduto a riclassificare e così, come mi pare giusto, tra le menzioni non compare quello che è indiscutibilmente il miglior vigneto della zona, una parte di Asili è diventata Rabajà ed è nato pure un Rabajà Bas. Infine una volta messo il cru, io posso indicare il nome di fantasia del mio vigneto e naturalmente tra questi nomi rientra Santo Stefano, quindi secondo manichi chiunque faccia vino dal cru Albesani, può mettere in etichetta il nome vigneto Santo Stefano, io non so se sia così, e se magari lo si può metetre anche in altri cru.

Grazie mille; quindi quella che prima era la riserva Santo Stefano del Castello di Neive ora si chiama Albesani?
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Re: Bollettino AVR - " Wineduck in AVR ! ! ! " da pag.93

Messaggioda Bart » 09 set 2010 11:03

pippuz ha scritto:
Palma ha scritto:- Roagna: la più bella visita mai fatta in Langa risaliva a due anni fa da Roagna, questa la supera, seppur di misura. Sugli innumerevoli vini aperti non mi soffermerò ulteriormente, perché c'è il rischio di sembrare eccessivamente tifosi.

Visto che non ti sbilanci tu lo faccio io.
Due assaggi clamorosi:
Barbaresco Pajè riserva 1999 (93-95 punti)
Barolo Le Rocche e la Pira riserva 1996 (92-94 punti)
I due vini usciranno in vendita a breve con un prezzo non proprio popolare.

Altro assaggio che mi è sembrato sullo stesso livello è il Pajè riserva 2009 (da botte).

Altri assaggi che mi sono piaciuti MOLTO sono stati i suoi due 2006 (Pajè e Rocche e Pira) con preferenza per il Barbaresco.
Molto buono anche se inizialmente parecchio ridotto il Vigna Rionda 2005, anche lui sopra i 90 punti.

A proposito di prezzi, come mai i suoi Barbaresco costano sensibilmente di più dei suoi Barolo?
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda manichi » 09 set 2010 11:53

Bart ha scritto:
manichi ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Palma ha scritto:- Castello di Neive, Barbaresco 2007 ed Albesani 2007: molto buono, almeno in relazione all'annata, già il base, considerato che Albesani, invece è proprio il mio cru di riferimento, il gioco è fatto. Sul podio dei 2007.


Qui ci sarebbe da discutere sul significato ovvero sull'impiego di queste benedette menzioni geografiche, che non sono affatto cru, come sai benissimo. Quello del Castello di Neive è un Santo Stefano, e direi che fa una certa differenza, anche prima di andare a considerare cosa si può etichettare come Albesani, per esposizione, quota e pendenza...


Ci sarebbe da discutere molto poichè ora assolto l'obbligo di indicazione della menzione geografica Albesani nulla vieta di indicare in etichetta come nome aggiuntivo Santo Stefano anche a chi non ha vigne in Santo Stefano ( e mi pare che già qualcuno l'abbia fatto ) .
Il non aver fatto coincidere le menzioni con i cru poi genererà ulteriore confusione ( Giacosa avrà vigne con cru Rabajà e menzione Asili , l'introduzione della menzione Rabajà Bas etc.. )

Capito poco, avete voglia di spiegarmi bene com'è la situazione?
Grazie

Allora la situazione dovrebbe essere questa : dalla vendemmia 2007 a Barbaresco ( dal 2010 a Barolo ) i Barbaresco che provengono da menzione geografica aggiuntiva che nelle intenzioni rappresentano il top della scala qualitativa indicheranno accanto al nome del cru o vigneto la menzione stessa per cui avremo S.Stefano - Albesani , Bric Mentina - Montefico etc.
Il fatto è che la tutela legislativa riguarda le sole menzioni geografiche non i vigneti o cru per cui non posso utilizzare la menzione aggiuntiva es. Albesani se non ho vigne in Albesani mentre nulla vieta di utilizzare il nome del vigneto o cru ( salvo questioni di tutela di diverso tipo per marchio etc. ) .
Parlo proprio di S.Stefano perchè proprio a piacere barbaresco ho visto un produttore diverso da Castello di Neive indicare in etichetta Albesani-S.Stefano mentre a quanto ne so S.Stefano è un cru-monopole salvo l'affitto a Giacosa .
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Kalosartipos » 09 set 2010 11:56

manichi ha scritto:Allora la situazione dovrebbe essere questa : dalla vendemmia 2007 a Barbaresco ( dal 2010 a Barolo ) i Barbaresco che provengono da menzione geografica aggiuntiva che nelle intenzioni rappresentano il top della scala qualitativa indicheranno accanto al nome del cru o vigneto la menzione stessa per cui avremo S.Stefano - Albesani , Bric Mentina - Montefico etc.
Il fatto è che la tutela legislativa riguarda le sole menzioni geografiche non i vigneti o cru per cui non posso utilizzare la menzione aggiuntiva es. Albesani se non ho vigne in Albesani mentre nulla vieta di utilizzare il nome del vigneto o cru ( salvo questioni di tutela di diverso tipo per marchio etc. ) .
Parlo proprio di S.Stefano perchè proprio a piacere barbaresco ho visto un produttore diverso da Castello di Neive indicare in etichetta Albesani-S.Stefano mentre a quanto ne so S.Stefano è un cru-monopole salvo l'affitto a Giacosa.

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Re: Bollettino AVR - " Wineduck in AVR ! ! ! " da pag.93

Messaggioda diego » 09 set 2010 13:02

Bart ha scritto:
pippuz ha scritto:
Palma ha scritto:- Roagna: la più bella visita mai fatta in Langa risaliva a due anni fa da Roagna, questa la supera, seppur di misura. Sugli innumerevoli vini aperti non mi soffermerò ulteriormente, perché c'è il rischio di sembrare eccessivamente tifosi.

Visto che non ti sbilanci tu lo faccio io.
Due assaggi clamorosi:
Barbaresco Pajè riserva 1999 (93-95 punti)
Barolo Le Rocche e la Pira riserva 1996 (92-94 punti)
I due vini usciranno in vendita a breve con un prezzo non proprio popolare.

Altro assaggio che mi è sembrato sullo stesso livello è il Pajè riserva 2009 (da botte).

Altri assaggi che mi sono piaciuti MOLTO sono stati i suoi due 2006 (Pajè e Rocche e Pira) con preferenza per il Barbaresco.
Molto buono anche se inizialmente parecchio ridotto il Vigna Rionda 2005, anche lui sopra i 90 punti.

A proposito di prezzi, come mai i suoi Barbaresco costano sensibilmente di più dei suoi Barolo?


Il quesito di Bart incuriosisce anche me...
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 13:26

- Pio Cesare, Barbaresco 2006 e Bricco 2006: da dei 2006 è lecito aspettarsi di più, da vini con quel prezzo molto di più.
- Poderi Colla, Roncaglie 2006 e Roncaglie 2007: classico, molto ben fatto, complesso, ma già approcciabile il 2006 è una versione magistrale che finisce per mettere completamente in secondo piano il 2007.
- Bruno Rocca, Rabajà 2007: speriamo non mi venga mozzata la testa, ma non mi è dispiaciuto, certo il legno è ben avvertibile ed a quel prezzo non lo comprerei mai, ma tutto sommato ha una bella struttura e rispetto ad altri di quell'annata mi pare abbia qualche prospettiva in più.
- Ressia, Canova 2006 e 2007: avevo sentito parlarne bene da diverse persone, il 2006 aveva preso 3 bicchieri, a me non sono per nulla piaciuti, sarà il momento, non lo so.
- Rizzi, Pajorè 2006 e 2007: splendida conferma per quella che è ormai una delle migliori realtà del Barbaresco.
- Albino Rocca, Barabresco 2007 e Bric Ronchi 2007: anche questi mi hanno maggiormente convinto rispetto ad assaggi passati. Se dovessi comprarne uno non avrei dubbi nel scegliere il Barbaresco "base".
- Socrè, Barbaresco 2007 e Roncaglie 2007: non piaciuti.
- Sottimano, Cottà 2007: annata e legno ben avvertibile non ne fanno il mio preferito, ma sotto la stoffa c'è, magari qualche altro cru potrebbe piacermi maggiormente.
- Tenute Marchesi De Gresy, Martinenga 2007, Gajun 2004 e Camp Gros 2004: era l'assaggio che più mi interessava e per questo l'ho fatto con cura tra i primi. Il legno onestamente non mi sembra un grossissimo problema, tanto che dei 3 vini quello che mi è piaciuto di meno è stato proprio il Camp Gros, che ho trovato un tantino sfibrato (mi ha ricordato alcune famose riserve di Brunello), meglio il Gajun che è un'ottima interpretazione di stampo moderno, ma senza eccessi, che però costa davvero troppo. Alla fine il vino più interessante è, a mio avviso, proprio il Martinenga. Mi riservo comunque di riassaggiare questi vini in altri contesti per capire meglio.
- Varaldo, Bricco Libero 2004 e 2007: già detto che il 2004 è stato il vino che ho preferito in assoluto, ma anche il 2007 (warning per gli allergici: il legno lo si avverte) non mi è per nulla dispiaciuto. A questa cantina ed ai loro 1996 in particolare, sono legato da diversi ricordi, poi i 2000 e soprattutto i 2001 mi avevano fatto disinnamorare, ora (considerando anche i 2006) l'interesse sta tornando.

Interessa a quali 2007 darei, io, i tre bicchieri?
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Re: Bollettino AVR - " Wineduck in AVR ! ! ! " da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 13:33

diego ha scritto:
Bart ha scritto:
pippuz ha scritto:
Palma ha scritto:- Roagna: la più bella visita mai fatta in Langa risaliva a due anni fa da Roagna, questa la supera, seppur di misura. Sugli innumerevoli vini aperti non mi soffermerò ulteriormente, perché c'è il rischio di sembrare eccessivamente tifosi.

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Barbaresco Pajè riserva 1999 (93-95 punti)
Barolo Le Rocche e la Pira riserva 1996 (92-94 punti)
I due vini usciranno in vendita a breve con un prezzo non proprio popolare.

Altro assaggio che mi è sembrato sullo stesso livello è il Pajè riserva 2009 (da botte).

Altri assaggi che mi sono piaciuti MOLTO sono stati i suoi due 2006 (Pajè e Rocche e Pira) con preferenza per il Barbaresco.
Molto buono anche se inizialmente parecchio ridotto il Vigna Rionda 2005, anche lui sopra i 90 punti.

A proposito di prezzi, come mai i suoi Barbaresco costano sensibilmente di più dei suoi Barolo?


Il quesito di Bart incuriosisce anche me...


E' un produttore storico di barbaresco, non di Barolo ed il Rionda, tra l'altro, lo compra da Canale.
Barbaresco Pajè e Barolo Rocca e Pira e Rionda costano uguale e sono degli eccellenti RQP (N.B. è molto alto Q, non molto basso P).
Asili e Montefico hanno prezzi intermedi e non so perchè costino più degli altri forse perchè hanno maggio potenziale.
Le riserve di Barabresco e Barolo costano anch'esse uguale e sono molto care, però magari poi alla cieca regalano la sorpresona e le confondi con qualcosa di ancora più caro.
Crichet Pajè è ovviamente quello più caro, ne fa poco e vuole essere il fiore all'occhiello dell'azienda.

Attenzione al fatto che il Rionda spesso e volentieri ha grossi problemi di riduzione e quindi deve essere aperto con anticipo da menti preparate, altrimenti meglio ripiegare sul Pira. Le vecchie annate, come già fatto notare dal Conte, possono regalare grandissime emozioni, ma anche vini olfattivamente problematici ed anch'esse è meglio aprirle sempre con anticipo.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Francovic » 09 set 2010 13:54

Palma ha scritto: Infine una volta messo il cru, io posso indicare il nome di fantasia del mio vigneto e naturalmente tra questi nomi rientra Santo Stefano, quindi secondo manichi chiunque faccia vino dal cru Albesani, può mettere in etichetta il nome vigneto Santo Stefano, io non so se sia così, e se magari lo si può metetre anche in altri cru.

manichi ha scritto:Parlo proprio di S.Stefano perchè proprio a piacere barbaresco ho visto un produttore diverso da Castello di Neive indicare in etichetta Albesani-S.Stefano mentre a quanto ne so S.Stefano è un cru-monopole salvo l'affitto a Giacosa .


Purtroppo è esattamente così, il lavoro sulle "menzioni geografiche aggiuntive" ha portato un miglioramento alla "leggibilità" dell'etichetta sui Barolo e Barbaresco però ha penalizzato alcuni vini/etichette come nella fatti specie il Castello di Neive e Giacosa. Santo stefano è il nome della cascina di proprietà del Castello di Neive sita nell' "Albesani" vinificato solo dal Castello e da Giacosa che compra le uve da sempre. La storia del vino (il Castello lo vinifica dal 71') , le grandi uscite di Giacosa, il vigneto accorpato a una cascina storica con esposizione ottimale, sono abbastanza per poter avere una menzione geografica aggiuntiva tipo "Monopole"(Imho), impedendo così a chiunque abbia un vigneto nell'albesani di poter scrivere Albesani-santo stefano.
La possibilità del nome di fantasia era d'obbligo altrimenti "Le Roi" avrebbe dovuto cambiare il nome dei suoi vini e li si che c'era da ridere...
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Dedalus » 09 set 2010 14:57

Avevo appreso in maniera diversa da quanto leggo qui come funzionassero da un punto di vista regolamentare gli incastri fra Menzioni Geografiche e vigne. Mi sorprende molto che le Menzioni Geografiche cancellino dalla lista dei toponimi tutelati tutti i nomi di vigna, degradandoli a puri nomi di fantasia, e derpivandoli di alcuna protezione giuridica salvo non siano registrati privatamente come nomi aziendali. Né mi risultava che fosse previsto il nome del comune ad intermediare fra la DOCG e la Menzione Geografica, il ché avrebbe a mio avviso aiutato non poco, in realtà - sono le cose fatte a metà ad essere confuse.

Vorrei approfondire e capire meglio, se davvero fosse come scrivete sarebbe una pura e semplice follia, prima di tutto per il fatto che le Menzioni Geografiche non erano state proposte né nascevano come sinonimo di vigne di particolare pregio, come attestato inequivocamente dal fatto che le Menzioni coprono il 100% del territorio descritto dalla DOCG, e non esiste una sola vigna di Barbaresco DOCG che non dia diritto a scrivere una qualche Menzione Geografica in etichetta. Il che evidentemente non significa che non esistano vigne a Barbaresco piantate a nord, a fondo valle, in zone storicamente non particolarmente vocate, etcetera.

Mi tocca studiare, porca puzzola...
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda manichi » 09 set 2010 15:14

Per come l'ho capita io ( non è che ne sia certo al 100% ):
La delimitazione "ufficiale" riguarda le menzioni geografiche aggiuntive se aggiungo la dizione vigna mi diminuisce la resa per ettaro ammessa, il vigneto non diviene vero e proprio nome di fantasia , rimane la lista dei vigneti della denominazione , ma non ha delimitazioni rigide fissate per legge .
La intermediazione del nome del Comune riguarda Barolo non Barbaresco .
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda Palma » 09 set 2010 15:17

Ma anche a me rimangono dei dubbi sul fatto che i nomi storici non siano tutelati. I comuni di sicuro vanno indicati a Barolo, non sono certo a Barbaresco, ma questo mi sembrerebbe giusto.
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda manichi » 09 set 2010 15:18

Questo è il decreto di modifica al disciplinare del Barbaresco :
http://www.enotecadelbarbaresco.it/disciplinare.pdf
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Re: Bollettino AVR - " La Cinque Giorni Langarola" da pag.93

Messaggioda gp » 09 set 2010 17:36

Dedalus ha scritto:Avevo appreso in maniera diversa da quanto leggo qui come funzionassero da un punto di vista regolamentare gli incastri fra Menzioni Geografiche e vigne. Mi sorprende molto che le Menzioni Geografiche cancellino dalla lista dei toponimi tutelati tutti i nomi di vigna, degradandoli a puri nomi di fantasia, e derpivandoli di alcuna protezione giuridica salvo non siano registrati privatamente come nomi aziendali.
Vorrei approfondire e capire meglio, se davvero fosse come scrivete sarebbe una pura e semplice follia, prima di tutto per il fatto che le Menzioni Geografiche non erano state proposte né nascevano come sinonimo di vigne di particolare pregio, come attestato inequivocamente dal fatto che le Menzioni coprono il 100% del territorio descritto dalla DOCG, e non esiste una sola vigna di Barbaresco DOCG che non dia diritto a scrivere una qualche Menzione Geografica in etichetta.

Dalla lettura a volo del disciplinare seminuovo del Barbaresco DOCG linkato da Manichi, capisco questo:
• come già detto bene da altri, la MGA per il “vecchio” S. Stefano è Albesani;
• per rivendicare una specifica vigna, oltre alle condizioni più o meno consuete (uve che vengono effettivamente da lì, rese ridotte, vigne di almeno 7 anni, ecc.), questa deve essere iscritta alla «Lista positiva» istituita dall'organismo che detiene l'albo dei vigneti. Non so se questo sia il caso al momento di una eventuale “vigna S. Stefano”;
• invece, mi sfugge la cosa più importante, e cioè se un produttore, anche se “monopolista”, voglia rivendicare come vigna qualcosa che lui considera come un lieu dit-cru, che non è la stessa cosa di una vigna, ma una unità che può logicamente includere diverse vigne. In subordine, se la rivendica come nome di fantasia piuttosto che come “vigna”, non so fino a che punto questo nome sia brevettabile.
Morale della favola, bisognerebbe chiedere chiarimenti al Castello di Neive!
gp

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