Do, re, mi, fa..., ma no, cacchio...
Batteria pignoletto Colli Bolognesi: avendo scritto sulle bottiglie Vallona e Vallania il sommelier stava per portarmi delle piccole flute, alla mia richiesta di bicchieri più ampi per champagne tosti, mo viene chiesto se per caso ho scritto delle bugie e devo confessare.
- Champagne 1985 Collard: grande conferma, addirittura all'ininizio quasi, quasi, se la gioca, molto fungoso, si pulisce col tempo, sembra più giovane di quanto sia, bocca davvero viva e quasi cattiva, bel finale, insomma quasi grande e se fosse solo regalerebbe un'altra emozione. 91/100
- Champagne 1985 Collection Krug: era il mio favorito per esse il vino della giornata e devo ammettere che fin quasi alla fine aveva resistito. Grandissimo, sanza, sanza ma e sanza palanche. All'inizio il naso sembra avere note Dom Perignonesce (biscotto in primis) ed una certa classica ossidazione, col tempo ingrana la cinquanta, il naso si pulisce, la bocca si affila sempre più, diventa uno dei più grandi champagne di sempre da me sentiti. Mi complimento per il lavoro fatto per ingrossare il collo della bottiglia, ma Giulio Ferrari od Anna Maria Clementi, alla cieca, non lo ha detto nessuno. 96/100
- Savigny Les Beaune aux Vergelesses 2006 Bize: davvero un gran bel vino, soprattutto se riportato ad un'annata disgraziata per i bianchi di Borgogna. Naso estremamente pirico e minerale, bocca inizialmente grassa e legnosa, che però migliora decisamente col tempo. 89/100.
- Porcospino 1996: devo dire che si difende più che egregiamente, certo ci sono più calde e più evolute, ma il vino nel complesso ne esce davvero bene. 87/100
Batteria rosso toscano vs rosso piemontese
- Puligny Montrachet Les Enseigneres 1995 Coche Dury: un emergente, che mi vanto di aver scoperto praticamente per primo che confeziona un village che bastona tutti (e dico tutti) i 1er di Puligny, che probabilmente tiene testa a diversi Grand Cru e neppure vede vini di altre zone. Tutto quello che si cerca in un Borgogna bianco e lasciate pure stare qualunque pensiero che ci siano altre zone a questo livello, tolto il prezzo sono proprio su di un altro pianeta.Bravo, bravissimo J. F. (non è Johnny the Fly). 94+/100
- Haut Brion Blanc 1994: speravo di fare le penne alla Borgogna, ma se in rosso c'è speranza in bianco nulla da fare. Intendiamoci il vino è buonissimo, solamente bisognoso di tempo, complesso e profondo, mi soddisfa in pieno, senza l'ingombrante vicino, farebbe quasi sognare. 92/100
Batteria Virginia vs Napoa Valley
- Monfortino 2001: permangono i miei dubbi sulla grandezza assoluta di quest'annata. Naso semplicemente da favola, anguria, agrume, cenere, ma la bocca, pur nella sua bontà, non porta neppure dietro le ciabatte al 1996, troppo morbida e d amarognola per il vino in questione. Grande sì, ma vorrei di più 93/100
- Brunello di Montalcino riserva 2004 Biondi Santi: che sia buono non ci piove, ,ma al momento non riesce ad emozionare, anche a causa di chi arriverà dopo di lui. Il naso è bello, ma ancora compresso, reclama tempo in bottiglia, la bocca risulta di bella ampiezza, ma l'acidità finale è anche troppo tagliente, alla fine fa match pari con Monfortino, rimanendo lontano dall'esimio. 93/100
Aggiunta dell'ultimo minuto
- Barbaresco Montefico 2004 Roagna: se la gioca, senza complessi di inferiorità con Monfortino e Biondi Santi. Pulitissimo, seppur con bei sentori di radici, il naso perde, ma in bocca annichilisce il vino di Serralunga. Match pari, ma con un po' di sudditanza psicologica. 93/100
I vecchietti
- Cotie Rotie La Mouline 1983 Guigal: Chapeau, standing ovation, pugnetta. Uno dei miei vini più grandi di sempre. Parte olivolì, olivolà di benedeto saclà, ma poi si pulisce, al naso esce di tutto ed in bocca è semplicemente voluttuoso, godurioso, favoloso, gareggia in una corsa tutta sua, fa scomparire tutto e tutti. Proprio vero che i Guigal non emozionano (c'era un assertore di questa teoria che sembrava Iva Zanichi nel decretarne il voto). Al 100/100 RP aggiunge pure un bel 100/100 PP.
- Sorì Tildin 1970 Gaja: Chiunque, a questo punto, avrebbe alzato bandiera bianca senza neppure giocarsela, invece il Crono (notare la finezza) del vino italiano nulla può, ma tira fuori una prestazione di assoluto rilievo, l'unica nota preoccupante è il colore, per il resto ci si trova davanti un vino ancora parecchio vivo, dal naso inizialmente bloccato, ma che aspettando risulta fascinoso e dall'impatto palatale davvero notevole, senza alcuna nota ossidata. Più in forma lui di me, anche se io, grazie alla pressione alta, sono più rosso

Il finale
- Passito di pantelleria 1997 Ferrandes: ingeneroso valutarlo qua. Comunque ho idea che questo vino sia migliorato nelle ultime annate.
Colgo l'occasione per ringraziare i partecipanti e soprattutto il Ristorante Marconi, davvero sempre più affidabile anno dopo anno. Tra l'altro abbinando ad una signora cucina una grande competenza e gentilezza. Bravi, continuate così.