pumpkin ha scritto:zampaflex ha scritto:Riporto una breve descrizione dei quattro referendum sul lavoro (il quinto sulla cittadinanza è facilmente comprensibile):
- Cosa è il quesito sui licenziamenti?
Il primo referendum chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti nel contratto a tutele crescenti introdotto nel 2015 dal governo Renzi con il Jobs act. Le norme prevedono che nelle imprese con più di 15 dipendenti i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non abbiano più diritto al reintegro nel proprio posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo, anche nel caso in cui il giudice lo dichiari tale, ma solo a un indennizzo economico.
- Cosa prevede il secondo referendum?
Si chiede l’abrogazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti. Oggi, in caso di licenziamento illegittimo, l’indennità non può superare 6 mensilità. Se vince il sì, il giudice potrebbe disporre indennizzi maggiori.
- Cosa prevede il quesito numero 4 su appalti e subappalti?
I promotori chiedono che venga abrogata la norma che in caso di infortunio sul lavoro limita la responsabilità all’azienda appaltatrice o subappaltatrice, escludendo l’azienda appaltante. Con il sì, la responsabilità viene estesa anche all’imprenditore committente.
E queste non sono norme che sarebbe corretto abrogare?
Si parla di licenziamenti "illegittimi", che nella realtà riguardano in molti casi persone che fanno attività sindacale o che vengono lasciate a casa per motivi "futili" o "indicibili" (violenze, mobbing, se non peggio). Nel primo caso il padrone o l'azienda se decide di pagare può fare qualsiasi cosa (l'ho visto di persona con dei dirigenti - dove è lecito farlo -, quando in azienda si vuole cacciare qualcuno non ci sono soldi che tengano).
Idem il secondo caso, che permette alle aziende di licenziare illegittimamente senza grandi aggravi economici (non dimentichiamo che l'alternativa è che sia un giudice a stabilire un indennizzo adeguato).
Il quesito numero 4 poi riguarda una norma davvero vergognosa. Bisogna proprio avere un gran pelo sullo stomaco per fregarsene (come purtroppo è toccato leggere anche qui, anche se non mi sorprende).
Non è così.
Nel contratto a tutele crescenti i diritti del lavoratore sono garantiti contro licenziamenti discriminatori o illegittimi o nulli: diventa più semplice, ma non meno costoso, licenziare a fronte di scarso rendimento o di difficoltà aziendali.
https://www.wikilabour.it/dizionario/tipologie-contrattuali/contratto-a-tempo-indeterminato-a-tutele-crescenti-ctc/Questa è stata una moderata agevolazione per le aziende che prima erano ingabbiate e, se temevano problemi, avevano tre scelte:
- restare sotto i 15 dipendenti;
- assumere con contratti farlocchi e molto meno protettivi come CoCoCo, CoCoPro, o peggio partita IVA, o farlo a tempo determinato;
- o peggio ancora non assumere, o ricorrere a somministrazione o subappalti o esternalizzazioni.
La dimostrazione che le teorie di Landini (sue, perché già la CISL mugugna) sono emerite caxxate è che il numero di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato è in costante crescita, e stanno progressivamente calando le figure atipiche.
La maggiore libertà di licenziare un lavoratore inadatto induce anche maggiore libertà di assumere, perché sai che potrai avere il tempo di valutare correttamente una persona.
Inoltre i licenziamenti sono soggetti a limitazioni percentuali sul totale della forza lavoro, ma qui si entra molto nello specifico che non conosco.
Sul tema subappalti invece sono perfettamente d'accordo con l'iniziativa.