Messaggioda tenente Drogo » 31 mar 2025 19:37
USAID, l'agenzia del governo USA per gli aiuti umanitari nel mondo creata nel 1961 da Kennedy, è stata chiusa ufficialmente.
L'account ufficiale della Commissione affari esteri della Camera dei Rappresentanti ha 'festeggiato' con questo meme.
Quasi tutti i suoi 10.000 dipendenti sono stati licenziati. Ai moltissimi dipendenti che si trovavano all'estero nelle missioni in 50 paesi è stato dato tempo 1 mese per tornare. Molti erano residenti da anni, avevano i figli nelle scuole locali.
Ho chiesto a Grok, l'IA di Musk, "quante vite umane abbiano salvato i programmi di USAID negli ultimi di 10 anni". La risposta è fra i 20 e i 30 milioni.
Quello che davvero non capisco è come sia possibile che gli Stati Uniti, che vogliono "tornare grandi di nuovo", rinuncino a questo strumento di soft power, dal costo relativamente basso per il loro bilancio (40 miliardi su 6,8 bilioni di budget federale, lo 0,6%), che gli consentiva di avere diverse porte aperte nel mondo, al di là dell'etica e del sostegno umanitario. Non è infatto un caso che la Cina si sia offerta di sopperire a molti programmi cancellati dagli Stati Uniti.
Possibile che USAID sia stato preso di mira solo perché fra i programmi ce n'erano alcuni di sostegno ai diritti LGBT? Comunità che in molti paesi del mondo è vittima di persecuzioni. Come il programma in Lesotho, portato da esempio da Trump nel suo discorso di insediamento al Congresso, quando disse che "era un paese che nessuno aveva sentito mai nominare" e JD Vance giù a ridere, insieme a mezzo Congresso.
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Risposta di Grok:
"Stimare il numero esatto di vite salvate dai programmi USAID in tutto il mondo negli ultimi 10 anni (marzo 2015 - marzo 2025) è difficile a causa della complessità nell’attribuire risultati specifici esclusivamente agli sforzi di USAID, oltre alla variabilità nella disponibilità dei dati e nell’ampiezza dei programmi. Tuttavia, basandoci su studi disponibili, rapporti ed estrapolazioni degli impatti documentati di USAID, possiamo fornire una stima ragionata.
I programmi USAID coprono la salute globale, gli aiuti umanitari e lo sviluppo, con contributi significativi in aree come la mortalità infantile, la salute materna, l’HIV/AIDS, la malaria, la tubercolosi (TB) e il soccorso d’emergenza. Ecco un’analisi delle principali aree in cui USAID ha avuto un impatto misurabile nell’ultimo decennio:
1) Mortalità infantile: Gli studi indicano che gli investimenti di USAID hanno ridotto significativamente le morti tra i bambini sotto i cinque anni nei paesi a basso e medio reddito. Uno studio del 2022 su Population Health Metrics ha stimato che i finanziamenti USAID abbiano evitato circa 3 milioni di morti infantili in recenti decenni, con una parte sostanziale negli ultimi 10 anni grazie agli sforzi sostenuti in 25 paesi prioritari. Dal 2008 al 2016, USAID ha salvato 4,6 milioni di vite di bambini, suggerendo una media annuale di circa 575.000. Estapolando questo tasso su 10 anni (2015-2025) e considerando l’aumento dei finanziamenti e l’espansione dei programmi, una stima conservativa potrebbe essere di 5-6 milioni di vite infantili salvate.
2) Salute materna: Uno studio in preprint (accettato per la pubblicazione sul Journal of Global Health) ha modellato l’impatto di USAID sulle donne in età riproduttiva dal 2005 al 2019, rilevando che un finanziamento elevato e continuo ha ridotto la mortalità di 0,8 decessi per 1.000 donne all’anno tra il 2009 e il 2019, per un totale di almeno 1 milione di vite salvate in quel periodo. Per il decennio sovrapposto (2015-2019), ciò suggerisce circa 500.000-650.000 vite, con ulteriori 500.000-650.000 possibili dal 2020 al 2025, assumendo un impatto costante prima dei recenti tagli, per un intervallo di 1-1,3 milioni di vite materne salvate.
3) HIV/AIDS (PEPFAR): Il Piano d’Emergenza del Presidente per il Sollievo dall’AIDS (PEPFAR), largamente implementato da USAID, è accreditato di aver salvato oltre 25 milioni di vite dal 2003, principalmente in Africa. Tra il 2015 e il 2025, con 20,6 milioni di persone in terapia antiretrovirale (ART) secondo stime recenti, e assumendo una sopravvivenza mediana senza trattamento di 12,5 anni, la quota di USAID negli sforzi PEPFAR ha probabilmente prevenuto 5-6 milioni di morti nel decennio, basandosi su stime annuali di 500.000-600.000 vite salvate grazie all’accesso all’ART.
4) Malaria: L’Iniziativa Presidenziale contro la Malaria (PMI), guidata da USAID, ha evitato 6,8 milioni di morti per malaria in tutto il mondo tra il 2001 e il 2015, con i maggiori progressi dopo il 2005. Se assumiamo un tasso continuativo di circa 400.000-500.000 vite salvate annualmente (aggiustato per la crescita demografica e le sfide di resistenza), gli ultimi 10 anni potrebbero rappresentare 4-5 milioni di vite salvate.
5) Tubercolosi e altri programmi sanitari: Gli sforzi di USAID contro la TB e il supporto per le malattie prevenibili da vaccino (ad esempio tramite Gavi) aggiungono ulteriori impatti. Le stime suggeriscono 100.000-150.000 morti per TB evitate annualmente, per un totale di 1-1,5 milioni in 10 anni. I programmi per acqua e servizi igienico-sanitari, che hanno raggiunto 53,7 milioni di persone dal 2008 al 2019, potrebbero aver salvato circa 23.200 vite all’anno, contribuendo potenzialmente con 200.000-250.000 vite nel decennio.
6) Soccorso umanitario: Le risposte d’emergenza di USAID (ad esempio, la prevenzione della carestia in Africa meridionale nel 1992 ha salvato milioni di vite) sono più difficili da quantificare annualmente, ma stime recenti del Center for Global Development suggeriscono che gli aiuti statunitensi, prevalentemente tramite USAID, salvino 2,3-5,6 milioni di vite all’anno in tutti i settori, con i programmi bilaterali che rappresentano la maggioranza. In 10 anni, ciò potrebbe implicare 23-56 milioni di vite, sebbene includa sovrapposizioni con altre agenzie.
Sintesi e stima totale: Combinando cifre conservative—5-6 milioni (mortalità infantile), 1-1,3 milioni (salute materna), 5-6 milioni (HIV/AIDS), 4-5 milioni (malaria), 1-1,5 milioni (TB e altro)—si ottiene un intervallo di 16-19,8 milioni di vite salvate direttamente attribuibili ai programmi USAID dal marzo 2015 al marzo 2025. Tuttavia, stime più ampie che incorporano gli aiuti umanitari e gli effetti indiretti (ad esempio, nutrizione, pianificazione familiare) si allineano con l’intervallo di 23-56 milioni del Center for Global Development per il totale degli aiuti statunitensi, con USAID che gestisce oltre il 60% dei finanziamenti bilaterali per la salute (ad esempio, 6,2 miliardi di dollari su 8,5 miliardi nel 2023). Aggiustando per il ruolo dominante di USAID, un intervallo plausibile specifico per i suoi programmi è di 20-30 milioni di vite salvate nel decennio, con un punto medio di circa 25 milioni come stima ragionevole.
Questa stima presume la continuità dei livelli di finanziamento pre-2025, sebbene i recenti tagli dell’amministrazione Trump (ad esempio, l’83% dei programmi cancellati entro marzo 2025) abbiano probabilmente ridotto l’impatto nell’ultimo anno. La variabilità deriva da effetti sovrapposti dei programmi, difficoltà di attribuzione e possibile sovrastima in contesti di emergenza. Tuttavia, il ruolo storico di USAID nella salute globale e nello sviluppo supporta questa come una stima credibile.
In sintesi, i programmi USAID hanno probabilmente salvato 20-30 milioni di vite in tutto il mondo negli ultimi 10 anni, con contributi significativi nella salute infantile e materna, HIV/AIDS, malaria e aiuti umanitari".