ferrari federico ha scritto:Sulla scheda dal disciplinare dei vini igt Toscana c’è scritto che il taglio correttivo, nella misura massima del 15%, è consentito con “prodotti di altra provenienza”, quindi - per come capisco - uve, mosti concentrati, vini ecc.
Il problema, in questo caso vini con percentuali di prodotto non autoctono ma potrei dire anche uso “allegro” dei concentratori e degli artifici di cantina, deriva - secondo me - dalla impostazione generale del mercato del vino italiano, che vede il vino come un “prodotto” di tipo industriale anche quando si parla di punte di eccellenza: la variabilità delle annate non è “ammessa”, non è ammesso che sia sottolineata da una oscillazione (naturale) del grado alcolico perché questo, forse si teme, potrebbe avere delle ricadute sul prezzo al consumatore. In altri paesi è considerato naturale che non tutte le annate siano uguali, e di conseguenza i prezzi en primeur variano.
Qui no. È - secondo me - una questione di cultura del consumatore che influenza gli agiti delle aziende, anche di quelle più blasonate…
...più semplicemente , ci si ammanta di regole "stringenti" , in realtà si approfitta di falle grandi come voragini dei controlli per fare ciò che si vuole . Prima si lavora di Marketing ( territorialità, univocità , eccellenza qualitativa , expertise artigianale ) poi ci si adatta all'esigenza commerciale di un popolo bue/ignorante/incolto adattando qualità/quantità a richiesta di mercato non aderente ai presupposti . Il vino ne è un caso clamoroso ( mio padre, che era direttre della più grande cantina pugliese degli anni '50 , quella dei Marchesi Granafei poi smantellata con la riforma fondiaria) mandava l'80% del vino a tagliare gli asfittici vinelli di Toscana , Veneto, Piemonte e Bordeaux . Ma ancor più clamoroso è nell'alimentare , dove le frodi sono ormai all'ordine del giorno ( olive Taggiasche e Pistacchi di Bronte su tutti) , ma anche Olio Extra Vergine , Tartufi, Funghi in generale , prodotti ittici ecc , ecc , ecc ,ecc , ecc , ecc ,ecc , ecc , ecc ,ecc , ecc , ecc ... perchè popolo bue? Semplice: il popolo bue non ha discriminante sensoriale e si "beve di tutto" , sia in campo enologico che alimentare : e il Marketing lo sa bene e ne fa un portabandiera di successo . Tornando a noi , che Le Volte e Le Difese siano vini che fanno cag...ahem , non all'altezza del prezzo , basta berli con discrezionalità e senso critico ( per chi ce l'ha) e si capisce palesemente , oltre al fastidio dei lacci commerciali che ti obbligano a sottostare nell'acquisto . Così come tutto ciò che ho citato anche nell'alimentare. Ma il popolo bue beve etichette o denominazioni , tra l'altro volendole pagare prezzi a volte insostenibili relativamente ad una qualità perlomeno dichiarata o fattuale in termini di conto economico ... siamo il popolo dei Wanna Marchi, venditori di pentole e maghi Otelma ...
