tenente Drogo ha scritto:guglato
è un certo Zachary Foster su X, storico della Palestina a Princeton
tra le varie risposte ricevute su X questa mi pare la migliore:
"Killing militants at a 1:2 or 1:3 ratio as is happening in the war in Gaza is far from a genocide- it is in fact quite a regular urban war.
If it was indiscriminate, it would take 400,000 civilian deaths to kill 10,000 Hamas, not 30,000.
Math is your friend."
"Le parole sono importanti" diceva Nanni Moretti, ma quelli che si sono fissati che sia un genocidio continueranno imperterriti a dire che è un genocidio
e chi se ne frega, mica si possono convincere tutti
ci aiuta chatgpt:
L'argomentazione è che, se il conflitto fosse davvero genocida, il numero di vittime civili sarebbe molto più alto rispetto a quello attuale, citando una proporzione matematica per dimostrare che non si tratterebbe di un'azione indiscriminata contro la popolazione civile. Tuttavia, questa analisi tecnica basata solo sui numeri ignora alcuni fattori importanti:
Definizione di genocidio: La definizione legale di genocidio non è solo legata ai numeri o ai rapporti matematici, ma anche all'intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso. Quindi, sebbene un rapporto tra combattenti e civili possa sembrare una giustificazione tecnica per escludere il termine genocidio, l'intento e il contesto sono elementi cruciali per determinare se un genocidio stia avvenendo o meno.
Contesto politico e storico: I crimini contro l'umanità e le violenze su larga scala, anche se non necessariamente qualificati come genocidio, possono essere estremamente devastanti e distruttivi per una popolazione. Nel caso di Gaza, il blocco economico, la distruzione delle infrastrutture e il bombardamento di aree densamente popolate, a prescindere dal rapporto tra militanti e civili, sono fattori che incidono pesantemente sulla vita della popolazione.
Umanità delle vittime: Ridurre la questione a una matematica fredda rischia di deumanizzare le vittime civili, che sono comunque numerose e stanno subendo traumi enormi, sia fisicamente che psicologicamente. Anche se la cifra di 30.000 civili è considerata "bassa" rispetto alle aspettative di chi parla di genocidio, ogni perdita di vita civile è tragica e significativa.
Il potere delle parole: È vero che "le parole sono importanti", come diceva Nanni Moretti, e il termine genocidio ha un peso molto forte. Alcuni potrebbero insistere nell'usarlo, vedendo l'intento politico e storico dietro l'oppressione della popolazione palestinese, anche se altri preferiscono usare termini come "crimini di guerra" o "pulizia etnica". Tuttavia, dibattere su definizioni tecniche non toglie nulla alla sofferenza concreta che viene vissuta sul campo.
In conclusione, mentre la risposta mira a fornire un'interpretazione "matematica" della violenza, è importante non ridurre la questione a un semplice gioco di numeri. Le implicazioni morali, legali e umane del conflitto restano centrali.