zampaflex ha scritto:A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.
Quello di definire dei cru, lieux dits, parcelle o come vogliamo definirle, è quello che avrebbero dovuto fare da anni, se non secoli. Come mi pare di aver detto qua in altro post, ora è tardi. Creerebbe solo una divsione tra ricchi o poveri, ma andrebbe a tutela del consumatore sapere da dove un vino viene. Specie se la doc vengono col tempo allargate anche al giardino del vicino , dove tra nebbie stagnanti e sole che arriva all'ora di cena si fa presto ad imbottigliare una doc su cui magari ci sarebbe da dire, per qualità. Ma tant'è. Ora a me araldi e stemmi possono anche divertire, ma se mi dici le vigne da cui provengono i tuoi vini, io sono più sereno. Ma questo bada bene anche quando parliamo dei regional di Borgogna. Per poi se entriamo nel singolo Village, faccio un esempio a caso, che Les Pruliers a Nuits Saint george sia sempre più caro di un Les terres blanches, beh ci sta eccome, parliamo del sole e della luna come luoghi di vino. E questo non lo ha stabilto questo o quel produttore, per quanto famoso possa essere. E così che certe zone a Montalcino, Montepulciano etc etc, avrebbero assoluta necessità di essere definite per quello che possono rendere in termini qualitativi. Se no è la notte in cui tutte le vacche sono nere ( cit).
Poi ci sono da noi come altrove produttori che se mettono le vigne nel garage di casa loro, costano un boato lo stesso
Ma questa è un'altra storia.
Ti capisco quando dici che la Borgogna non ti fa più sangue, ci sta, ma ciò certo non dipende dalla zonazione maniacale, così bella e piena di richiami, la natura, gli animali, i morti, le pietre, le fanciulle e gli amori, dai richiami che farebbero impallidire persino Proust.
Però ci sono ancora tanti produttori che reggono l'urto dei grandi investitori. Certi devono mollare, perchè se hai un appezzamento grand cru, e per magari due anni ti salta il raccolto, il gioco è fatto.
E le primavere borgognone non sono le nostre, in un secondo puoi vedere vigne meravigliose spogliate di tutta la loro bellezza.
Le gelate del 2016 e la grandine del 2014 che mise in ginocchio la cote d'or, ma che permise tutto sommato di celebrare due millesimi di grande bellezza, solo dalla resa più bassa e quindi dai prezzi in ascesa. Io adoro la 14, così delicata seppur non longeva.
Ma il mio è certamente un giudizio di parte, perchè comunque, ben comprendendo le tue ragioni, resto legato a luoghi di un vino dal talento sterminato e ogni tanto quel talento lo ritrovo nel bicchiere.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.