Dove va la Borgogna?

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Luca castoldi
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Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 08 gen 2021 23:59

Mi appoggio a recenti contributi letti in riviste specializzate e faccio qualche considerazione in aggiunta, magari utile per chi si avvicina o già conosce in profondità la zona.
Dove va la Borgogna, si chiede Yohan Castaing su Anthocyanes nel mese di Ottobre?
" adottare una postura è facile, mantenerla meno". Geniale. Borgogna, dopo un periodo di crisi degli anni fine ottanta e novanta ( ma eviterei di tediare i forumisti sulle cause), ha ripreso a correre forte nel nuovo millennio. Le nuove generazioni hanno lavorato bene. Spesso i figli fanno vini migliori dei padri, con maggior cura del territorio ( Leggere Trapet cosa dice di suo figlio e condivido). Morey Saint Denis ha vissuto una vera rinascita, uscendo dall'ombra storicamente proiettata dai vicini Di Gevrey.
Nuove realtà di assoluto valore hanno preso piede, investito soldi e ri-creato maison dove è possibile trovare vini buoni a prezzi adeguati.
Ora i vini di Borgogna "tirano", spesso in un crescendo di speculazione economica. I figli di padri illustri inziano a vivere una realtà parallela. I prezzi si impennano, grazie al mercato asiatico e sulla qualità molti sollevano dubbi. Qualcuno sostiene ( Rigaux, Castaing) che siamo di fronte al rischio di una stagnazone della qualità e di un aumento costante dei prezzi.
Comprensibile, io penso, in base alla crescente difficoltà dei millesimi ( caldo, siccità, gelate, grandini e cavallette).
La facilità con cui comunque vendono vini a prezzi stellari, rischia di fare mettere il culo al caldo e a sedersi su facili allori..
Un fenomeno simile, aggiungo io, si sta verificando da anni sul mercato dei vini di Montalcino, sostenuto fino a poco fa dal mercato americano. Prezzi stellari e qualità spesso discutibili, eccezioni come al solito fatte.
Ma torniamo a noi e alla Borgogna, che io poi di Montalcino ne bevo poco, per mia colpa, s'intende.
L'offerta è poca, delle grandi firme, i prezzi di produzione sono certamente in aumento, e la domanda è molta. Il mercato dice che i prezzi come da logica salgano. " La speculazione continua il suo cammino". I prezzi del 18 saranno spesso deliranti.
Allora cosa stanno facendo tante maison di firma, di fronte a produzioni limitate? Si trasformano anche in negociants, facendo pensare al consumatore che si tratti di un vino " de domaine". Impressionati dal nome ( che non faccio), il consumatore compra.
spesso si trova di fronte a vini di discutibile qualità, ma indiscutibile prezzo.
Dal 2015 circa la Borgogna, segnatamente la Cote d'Ore,perde i suoi valori "paesani".
Rimane sempre la mia confort zone e a Vosne ancora troverete sempre vignerons che si sporcano le mani, più che altrove pur arrivando da una terra benedetta.
Dove andrà la Borgogna lo si capirà dopo questo anno tribolato.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda l'oste » 09 gen 2021 02:57

Tra le poche esultanze per avere sorpassato il mezzo secolo, una è legata alla possibilità e fortuna per aver bevuto tantissima Borgogna alta, escluso qualche golem. Non potendoli bere oggi a causa dei prezzi lievitati, non saprei dire della qualità attuale rispetto ai paradisiaci bicchieri che ho bevuto in passato.
Di sicuro secondo me la Borgogna, come molto Mondovino, va dove vanno tutti i settori, fa forse più effetto perchè il vino è un prodotto percepito più "manuale", per la storia di terra/uomo (anche se sappiamo che non è solo così). Forse la critica nel vino, rispetto ad altri settori ha più influencing per far bombare i cartellini dei prezzi, ma magari perché il settore vino da speculazione è comunque un fenomeno relativamente recente.
Ma nelle auto (orologi, design, arte ecc ecc) è uguale, c'è sempre stata la poesia della Fiat 500 semi decappotabile con quattro amici o la famiglia felice dentro versus il mega cumenda in Ferrari tiratura 50 esemplari.
Come nel vino anche nelle auto c'è poi il vorrei ma non posso che aiuta a ingrassare il mercato, tipo come quelli che bevono i GC di Borgogna scrausi di molti negozianti di annate qualunque e quelli che pur di aver lo status sotto alle chiappe comprano la Spider di settima mano e a tiratura molto più alta di quella del cumenda.
Il mondo è bello perchè cambia, basta cercare nuovi divertimenti in bottiglia e camminare.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda lloyd142 » 09 gen 2021 09:12

l'oste ha scritto: ....basta cercare nuovi divertimenti in bottiglia e camminare.


Mi pare di poter condividere in toto queste poche ma significative parole.
Trovo ormai molto piu' rilassante "camminare"...e cioe' girare in zone vinicole non di moda e assaggiare qualcosa di sconosciuto che continuare a incaponirmi sugli stessi nomi. Non mi sono mai piaciute le griffes , e ormai col vino mi sembra la stessa cosa. Tanti prodotti col blasone, non cosi' dissimili da molti altri ma con differenze di prezzo spropositate. Ma, fortunatamente per loro, un sacco di gente che fino a ieri era andata giu' pesante di seghe e oggi vorrebbe scopare Belen...
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Alberto » 09 gen 2021 09:35

Luca castoldi ha scritto:Castaing

Proprio lui, Armand Castaing?
Le Gary Sinise de nous autres?
:D :mrgreen: :lol:
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 10:05

Alberto ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Castaing

Proprio lui, Armand Castaing?
Le Gary Sinise de nous autres?
:D :mrgreen: :lol:

Yohan, Armand sta a Roma e credo in ottima forma :-)
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda gianni femminella » 09 gen 2021 10:42

lloyd142 ha scritto:
l'oste ha scritto: ....basta cercare nuovi divertimenti in bottiglia e camminare.


Mi pare di poter condividere in toto queste poche ma significative parole.
Trovo ormai molto piu' rilassante "camminare"...e cioe' girare in zone vinicole non di moda e assaggiare qualcosa di sconosciuto che continuare a incaponirmi sugli stessi nomi. Non mi sono mai piaciute le griffes , e ormai col vino mi sembra la stessa cosa. Tanti prodotti col blasone, non cosi' dissimili da molti altri ma con differenze di prezzo spropositate. Ma, fortunatamente per loro, un sacco di gente che fino a ieri era andata giu' pesante di seghe e oggi vorrebbe scopare Belen...
Tanti auguri! 8)


Condivido anche io.
Ogni tanto mi piace bere qualche bella bottiglia, ma molto più spesso mi piace curiosare in zone snobbate dove tante volte si trovano cose decisamente sottovalutate.
Questo senza nulla togliere a che Luca sta portando qui la propria esperienza e un bagaglio di conoscenze su quella zona così difficile.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda eno » 09 gen 2021 11:28

Ahime’ non e’una novita’, purtroppo... E’ un trend in atto gia’ da alcuni anni...
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda la_crota1925 » 09 gen 2021 16:55

Luca castoldi ha scritto:Un fenomeno simile, aggiungo io, si sta verificando da anni sul mercato dei vini di Montalcino, sostenuto fino a poco fa dal mercato americano. Prezzi stellari e qualità spesso discutibili, eccezioni come al solito fatte.

Non solo Montalcino, anche il barolo non scherza.
Se hai modo di consultare una guida gambero rosso dei primi anni 90, i brunello segnalati non arrivavano a 15/ 20 etichette.
spedizione al ricevimento del pagamento.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 17:10

Io sono assolutamente d'accordo sul cercare in zone magari meno talentuose delle buone bottiglie. Non è sempre automatico trovarle, ma è ragionevole.
Poi forse non sono stato chiarissimo io. Lasciamo stare i top player assoluti di Borgogna, saranno under 10. fanno un altro campionato, o, per gli amanti dell'Ippica, hanno cavalli che corrono in ippodromi diversi. Possono fare i prezzi che vogliono, ci sta pure.
Il discorso potremmo estenderlo alla regione della Champagne.
Molti domaine, o maison di Champagne, di buona e a volte ottima fama , ma non certo top players, godono in Italia di fama spropositata, a volte sproporzionata ai prodotti immessi sul mercato.
Il problema è che molti di questi produttori godono di buona, spesso ottima e compiacente stampa. E questa stampa è spesso legata, in un modo o nell'altro, vuoi per amicizia, vuoi per convenienza, a chi quei vini distribuisce. e fin qui niente di male in questo" io parlo bene di te e tu di me", ci vogliamo bene e si va tutti d'accordo.
Il problema è che poi i prezzi prendono delle pieghe surreali negli anni e , grazie a questo magico meccanismo, quello che 5 anni fa costava 20, ora costa 40.

Ma il discorso non è certo circoscritto solo alla Francia. Qua da noi si rischia di pagare 40 leuri dei Syrah di zone discutibili solo perchè godono di buona reputazione i produttori. Se si escludono per esempio dei pinot neri di cooperative dai prezzi competitivi ma che ricordano l'acqua sporca ( non tutti), andiamo su vini che iniziano a costare dei prezzi significativi. Solo il godere di buona stampa può giustificare quei prezzi. Ci sono terreni su cui le mele vengono benissimo. Mangiamo le mele.

Far volare nel lavandino bottiglie da 150/200/300 euro ci si mette un attimo. Vini mediamente importanti spesso non reggono più il tempo, pensati per accontentare subito i palati scalpitanti e ovviare le difficoltà oggettive di fare cantina.
Certo, mai generalizzare, ma le brutte sorprese sono ormai all'ordine del giorno, al di là dei 90/99 punti attribuiti.
E quando non vola nel lavandino, il punto interrogativo spesso illumina il bicchiere.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda la_crota1925 » 09 gen 2021 17:10

Luca castoldi ha scritto:
Ora i vini di Borgogna "tirano", spesso in un crescendo di speculazione economica. I prezzi si impennano, grazie al mercato asiatico e sulla qualità molti sollevano dubbi. Qualcuno sostiene ( Rigaux, Castaing) che siamo di fronte al rischio di una stagnazone della qualità e di un aumento costante dei prezzi
.

Sembra ciò che è successo con Bordeaux che nel 2005 ha letteralmente raddoppiato i prezzi andando poi sempre a salire fino agli ultimi anni dove tutto si è assestato (causa fine della bolla speculativa).
spedizione al ricevimento del pagamento.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda vinogodi » 09 gen 2021 19:47

la_crota1925 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
Ora i vini di Borgogna "tirano", spesso in un crescendo di speculazione economica. I prezzi si impennano, grazie al mercato asiatico e sulla qualità molti sollevano dubbi. Qualcuno sostiene ( Rigaux, Castaing) che siamo di fronte al rischio di una stagnazone della qualità e di un aumento costante dei prezzi
.

Sembra ciò che è successo con Bordeaux che nel 2005 ha letteralmente raddoppiato i prezzi andando poi sempre a salire fino agli ultimi anni dove tutto si è assestato (causa fine della bolla speculativa).
...purtroppo non sarà così: Borgogna, la " grande" Borgogna, non ha la massa critica quantitativa di Bordeaux. Numeri davvero risibili, passando dalle poche migliaia, nella migliore delle ipotesi, alle poche centinaia. ...e li son cazzi indipendentemente dalle oscillazioni di mercato . A parte l' urto mediatico di DRC, sempre poco rispetto alla richiesta, tanti Musigny, Montrachet , Chambertin e microparcelle come Cros Parantoux o Christiane Malconsort , tutti i cru di Leroy...se ne fa uno sputo ora e in futuro. E diminuzioni di prezzo non penso ce ne saranno...
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda l'oste » 09 gen 2021 20:00

Luca castoldi ha scritto:Io sono assolutamente d'accordo sul cercare in zone magari meno talentuose delle buone bottiglie. Non è sempre automatico trovarle, ma è ragionevole.
Poi forse non sono stato chiarissimo io. Lasciamo stare i top player assoluti di Borgogna, saranno under 10. fanno un altro campionato, o, per gli amanti dell'Ippica, hanno cavalli che corrono in ippodromi diversi. Possono fare i prezzi che vogliono, ci sta pure.
Il discorso potremmo estenderlo alla regione della Champagne.
Molti domaine, o maison di Champagne, di buona e a volte ottima fama , ma non certo top players, godono in Italia di fama spropositata, a volte sproporzionata ai prodotti immessi sul mercato.
Il problema è che molti di questi produttori godono di buona, spesso ottima e compiacente stampa. E questa stampa è spesso legata, in un modo o nell'altro, vuoi per amicizia, vuoi per convenienza, a chi quei vini distribuisce. e fin qui niente di male in questo" io parlo bene di te e tu di me", ci vogliamo bene e si va tutti d'accordo.
Il problema è che poi i prezzi prendono delle pieghe surreali negli anni e , grazie a questo magico meccanismo, quello che 5 anni fa costava 20, ora costa 40.

Ma il discorso non è certo circoscritto solo alla Francia. Qua da noi si rischia di pagare 40 leuri dei Syrah di zone discutibili solo perchè godono di buona reputazione i produttori. Se si escludono per esempio dei pinot neri di cooperative dai prezzi competitivi ma che ricordano l'acqua sporca ( non tutti), andiamo su vini che iniziano a costare dei prezzi significativi. Solo il godere di buona stampa può giustificare quei prezzi. Ci sono terreni su cui le mele vengono benissimo. Mangiamo le mele.

Far volare nel lavandino bottiglie da 150/200/300 euro ci si mette un attimo. Vini mediamente importanti spesso non reggono più il tempo, pensati per accontentare subito i palati scalpitanti e ovviare le difficoltà oggettive di fare cantina.
Certo, mai generalizzare, ma le brutte sorprese sono ormai all'ordine del giorno, al di là dei 90/99 punti attribuiti.
E quando non vola nel lavandino, il punto interrogativo spesso illumina il bicchiere.

Sono d'accordo sull'allargamento che fai oltre la Francia, si è parlato spesso nel forum di vini italiani che grazie a punteggi, critiche entusiastiche e ottimo marketing hanno aumentato il prezzo ma non sono più buoni di prima, anzi.
Penso a Tignanello come esempio, che secondo me fino agli anni '90/"00 era un ottimo eccellente vino (e invecchiava da Dio) oggi è un'ottima caricatura del tempo che fu. Ma di esempi se ne potrebbero trovare molti, oltre alla Toscana, Langhe, qualche cru dell'Alto Adige, qualche taglio bordolese, lo stesso Sassicaia che ha duplicato la produzione rispetto alle origini ma le versioni più memorabili restano quelle fino al nuovo millennio, periodo chiave per il tema, con l'inizio dei primi boom prezzi, forse anche perchè era in arrivo l'euro.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 20:12

Esatto Marco, però tolti i totem, e sono mica troppi, gli altri se il mercato mostra affanno potrebbero risentire di una politica dei prezzi un po allegra.
Oltralpe come qua girellano molte, troppe bottiglie che quei soldi alla fine della fiera lo dovranno giustificare. Mica è tutto Clos Parantoux con la storia che ha alle spalle.
Leroy non avrà mai problemi per la nicchia che rappresenta e la qualità che ha, ma uno tipo Michel Gros, nome importante ma non certo uno di quella cerchia ristretta, potrà continuare ad aumentare i prezzi? Il suo Aux reas esce a prezzi per me insostenibili, e non fa 100 bottiglie.
Sono bottiglie molte delle quali partono da prezzi elevati ma sostenibili in Francia, qua poi prendono il volo con ricarichi che le mettono fuori mercato.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 20:23

l'oste ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Io sono assolutamente d'accordo sul cercare in zone magari meno talentuose delle buone bottiglie. Non è sempre automatico trovarle, ma è ragionevole.
Poi forse non sono stato chiarissimo io. Lasciamo stare i top player assoluti di Borgogna, saranno under 10. fanno un altro campionato, o, per gli amanti dell'Ippica, hanno cavalli che corrono in ippodromi diversi. Possono fare i prezzi che vogliono, ci sta pure.
Il discorso potremmo estenderlo alla regione della Champagne.
Molti domaine, o maison di Champagne, di buona e a volte ottima fama , ma non certo top players, godono in Italia di fama spropositata, a volte sproporzionata ai prodotti immessi sul mercato.
Il problema è che molti di questi produttori godono di buona, spesso ottima e compiacente stampa. E questa stampa è spesso legata, in un modo o nell'altro, vuoi per amicizia, vuoi per convenienza, a chi quei vini distribuisce. e fin qui niente di male in questo" io parlo bene di te e tu di me", ci vogliamo bene e si va tutti d'accordo.
Il problema è che poi i prezzi prendono delle pieghe surreali negli anni e , grazie a questo magico meccanismo, quello che 5 anni fa costava 20, ora costa 40.

Ma il discorso non è certo circoscritto solo alla Francia. Qua da noi si rischia di pagare 40 leuri dei Syrah di zone discutibili solo perchè godono di buona reputazione i produttori. Se si escludono per esempio dei pinot neri di cooperative dai prezzi competitivi ma che ricordano l'acqua sporca ( non tutti), andiamo su vini che iniziano a costare dei prezzi significativi. Solo il godere di buona stampa può giustificare quei prezzi. Ci sono terreni su cui le mele vengono benissimo. Mangiamo le mele.

Far volare nel lavandino bottiglie da 150/200/300 euro ci si mette un attimo. Vini mediamente importanti spesso non reggono più il tempo, pensati per accontentare subito i palati scalpitanti e ovviare le difficoltà oggettive di fare cantina.
Certo, mai generalizzare, ma le brutte sorprese sono ormai all'ordine del giorno, al di là dei 90/99 punti attribuiti.
E quando non vola nel lavandino, il punto interrogativo spesso illumina il bicchiere.

Sono d'accordo sull'allargamento che fai oltre la Francia, si è parlato spesso nel forum di vini italiani che grazie a punteggi, critiche entusiastiche e ottimo marketing hanno aumentato il prezzo ma non sono più buoni di prima, anzi.
Penso a Tignanello come esempio, che secondo me fino agli anni '90/"00 era un ottimo eccellente vino (e invecchiava da Dio) oggi è un'ottima caricatura del tempo che fu. Ma di esempi se ne potrebbero trovare molti, oltre alla Toscana, Langhe, qualche cru dell'Alto Adige, qualche taglio bordolese, lo stesso Sassicaia che ha duplicato la produzione rispetto alle origini ma le versioni più memorabili restano quelle fino al nuovo millennio, periodo chiave per il tema, con l'inizio dei primi boom prezzi, forse anche perchè era in arrivo l'euro.

Esatto. Poi attenzione, quando ti collochi su fasce over 150, qua bisogna che non sbagli, se no uno può anche innervosirsi.
Ricordo con emozione un Brunello Salvioni 2008, credo comprato qua. Due mesi dopo però un produttore stessa fascia che un amico ha gentilmente offerto al ristorante, sempre brunello top 2011. 180 serviti in bocca a tavola. Una barzelletta che non faceva ridere. Se il mercato americano si gira e decide di bere ratafia i giorni di festa, sta roba a chi la vendono?
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Alberto » 09 gen 2021 20:40

Luca castoldi ha scritto:Il suo Aux reas

Clos des Réas, immagino volessi scrivere.
Ultima modifica di Alberto il 09 gen 2021 20:43, modificato 1 volta in totale.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Messner » 09 gen 2021 20:42

vinogodi ha scritto:
la_crota1925 ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:
Ora i vini di Borgogna "tirano", spesso in un crescendo di speculazione economica. I prezzi si impennano, grazie al mercato asiatico e sulla qualità molti sollevano dubbi. Qualcuno sostiene ( Rigaux, Castaing) che siamo di fronte al rischio di una stagnazone della qualità e di un aumento costante dei prezzi
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Sembra ciò che è successo con Bordeaux che nel 2005 ha letteralmente raddoppiato i prezzi andando poi sempre a salire fino agli ultimi anni dove tutto si è assestato (causa fine della bolla speculativa).
...purtroppo non sarà così: Borgogna, la " grande" Borgogna, non ha la massa critica quantitativa di Bordeaux. Numeri davvero risibili, passando dalle poche migliaia, nella migliore delle ipotesi, alle poche centinaia. ...e li son cazzi indipendentemente dalle oscillazioni di mercato . A parte l' urto mediatico di DRC, sempre poco rispetto alla richiesta, tanti Musigny, Montrachet , Chambertin e microparcelle come Cros Parantoux o Christiane Malconsort , tutti i cru di Leroy...se ne fa uno sputo ora e in futuro. E diminuzioni di prezzo non penso ce ne saranno...


Sono d'accordo sai...
Probabilmente non ci sarà più speculazione quando non ci sarà più interesse per la merce...O per varie vicissitudini subirà una svalutazione immensa. Penso non accadrà mai né l'uno né l'altro :wink:
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda gianni femminella » 09 gen 2021 21:57

Alberto ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Il suo Aux reas

Clos des Réas, immagino volessi scrivere.


Attento Luca, Alberto ti fa "le pulci"* :D

*gergo fiorentino - per i nordici
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 22:16

Alberto ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Il suo Aux reas

Clos des Réas, immagino volessi scrivere.
sì , certo, scusate, è il 1er cru che ha in monopole, aux reas lo ha a.f gros come lieu dit village. Questi hanno lo stesso cognome e due liux dits con lo stesso nome, ma di diversa classificazione.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 09 gen 2021 22:26

gianni femminella ha scritto:
Alberto ha scritto:
Luca castoldi ha scritto:Il suo Aux reas

Clos des Réas, immagino volessi scrivere.


Attento Luca, Alberto ti fa "le pulci"* :D

*gergo fiorentino - per i nordici
Giusto, disattenzione, confinano ma quello di Michel è 1er cru, quello di A.f Gros no
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Ludi » 10 gen 2021 09:20

Per ciò che vale la mia esperienza, e soprattutto per la rappresentatività che può avere un'anno "strano" come il 2020, l'ondata speculativa (e l'atteggiamento dei produttori) per la Borgogna "minore" (i.e., diversa da Coche Dury, Madame, DRC, Leflaive ecc.) sembrano essere cambiati. Quest'estate ho acquistato a prezzi tutto sommato decenti, specie se paragonati a quelli delle nostre zone speculative in Toscana, bottiglie "epuisé" ce ne erano decisamente poche, e l'atmosfera durante le degustazioni era molto rilassata. Certo, bisogna vedere cosa accadrà finita l'emergenza Covid....
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda zampaflex » 11 gen 2021 10:54

A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda alì65 » 11 gen 2021 12:13

zampaflex ha scritto:A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.


ma di che ti lamenti, hai la Valtellina dalla tua..... 8)
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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zampaflex
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda zampaflex » 11 gen 2021 12:23

alì65 ha scritto:
zampaflex ha scritto:A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.


ma di che ti lamenti, hai la Valtellina dalla tua..... 8)


Sai che cominciano anche lì a vendere parcelle separate, aumentare i crus...si fa in fretta ad imparare!
$$$$$...
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda alì65 » 11 gen 2021 12:54

zampaflex ha scritto:
alì65 ha scritto:
zampaflex ha scritto:A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.


ma di che ti lamenti, hai la Valtellina dalla tua..... 8)


Sai che cominciano anche lì a vendere parcelle separate, aumentare i crus...si fa in fretta ad imparare!
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sono velocissimi in questo
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
Luca castoldi
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Re: Dove va la Borgogna?

Messaggioda Luca castoldi » 12 gen 2021 00:16

zampaflex ha scritto:A me la Borgogna ha smesso presto di fare sangue, per mia fortuna. In Rodano e a Montalcino ci sono ancora cose buone a prezzi accettabili, in Langa si comincia a faticare, e dovunque ci si spinge alla cruizzazione che non so se faccia bene allo stomaco, di sicuro non lo fa al portafoglio.
Nell'ultimo numero di RVF c'è proprio una intervista a Bichot che lamenta l'impossibilità economica di trasferire i terreni da padri a figli, per via dell'imposta di successione francese, e che i prezzi odierni facilitino il passaggio a mani finanziarie invece che contadine. 3 milioni all'ettaro...Clos de Tart addirittura 30... Di negativo, vorrebbe cancellare la distinzione tra récoltant e négociant.

Quello di definire dei cru, lieux dits, parcelle o come vogliamo definirle, è quello che avrebbero dovuto fare da anni, se non secoli. Come mi pare di aver detto qua in altro post, ora è tardi. Creerebbe solo una divsione tra ricchi o poveri, ma andrebbe a tutela del consumatore sapere da dove un vino viene. Specie se la doc vengono col tempo allargate anche al giardino del vicino , dove tra nebbie stagnanti e sole che arriva all'ora di cena si fa presto ad imbottigliare una doc su cui magari ci sarebbe da dire, per qualità. Ma tant'è. Ora a me araldi e stemmi possono anche divertire, ma se mi dici le vigne da cui provengono i tuoi vini, io sono più sereno. Ma questo bada bene anche quando parliamo dei regional di Borgogna. Per poi se entriamo nel singolo Village, faccio un esempio a caso, che Les Pruliers a Nuits Saint george sia sempre più caro di un Les terres blanches, beh ci sta eccome, parliamo del sole e della luna come luoghi di vino. E questo non lo ha stabilto questo o quel produttore, per quanto famoso possa essere. E così che certe zone a Montalcino, Montepulciano etc etc, avrebbero assoluta necessità di essere definite per quello che possono rendere in termini qualitativi. Se no è la notte in cui tutte le vacche sono nere ( cit).
Poi ci sono da noi come altrove produttori che se mettono le vigne nel garage di casa loro, costano un boato lo stesso
Ma questa è un'altra storia.
Ti capisco quando dici che la Borgogna non ti fa più sangue, ci sta, ma ciò certo non dipende dalla zonazione maniacale, così bella e piena di richiami, la natura, gli animali, i morti, le pietre, le fanciulle e gli amori, dai richiami che farebbero impallidire persino Proust.
Però ci sono ancora tanti produttori che reggono l'urto dei grandi investitori. Certi devono mollare, perchè se hai un appezzamento grand cru, e per magari due anni ti salta il raccolto, il gioco è fatto.
E le primavere borgognone non sono le nostre, in un secondo puoi vedere vigne meravigliose spogliate di tutta la loro bellezza.
Le gelate del 2016 e la grandine del 2014 che mise in ginocchio la cote d'or, ma che permise tutto sommato di celebrare due millesimi di grande bellezza, solo dalla resa più bassa e quindi dai prezzi in ascesa. Io adoro la 14, così delicata seppur non longeva.
Ma il mio è certamente un giudizio di parte, perchè comunque, ben comprendendo le tue ragioni, resto legato a luoghi di un vino dal talento sterminato e ogni tanto quel talento lo ritrovo nel bicchiere.
Il corriere passa per solito il martedì e venerdì, spedisco appena ricevo i pagamenti e da molti anche prima. Insomma appena posso.

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