Messaggioda Ludi » 28 giu 2020 16:21
Weekend di approfondimento con figlio laureando in enologia e suo amico appassionato. Non potevo deluderli.....
Domaine de Chevalier Blanc 2003: ancora vitale, con la parte vegetale ovviamente del tutto in sottofondo, ed uno scudo terziario/fungino davvero intrigante.
Bodega Vizcarra, Celia 2005: fruttosissimo, esageratissimo, concentratissimo. Iperlodato da Parker, mi ha ovviamente convinto a metà.
Domaine de Ferrand, CdP 2007: non certo esile ed esangue, ma di tutt'altra caratura per eleganza e bevibilità. Buonissimo, anche se non è il mio vino.
Dettori Bianco 2009: evidente CO2 rifermentativa che si dissipa con areazione nel bicchiere, lasciando spazio ad un vino leggiadro e sensuale. La bottiglia, complici salumi umbri, finisce presto.
Dettori, Tuderi 2003: da sempre l'annata più borgognona del Tuderi, non si smentisce, sin dal colore pallido e trasparente. Eleganza incredibile, per un vino fuori dagli schemi e dal tempo.
Domaine Drouhin,Meursalut Perrieres 2008: opulenza composta e didascalica. Cedrata a go go, avvolgenza glicerica, acidità controllata per un gran bel vino.
Joly, Coulée de Serrant 2002: tra i migliori CdS mai degustati. Ostricoso, si, ma anche delicato nelle note fungine, mutevole nel bicchiere, mai banale, mai scontato, mai stanco. Wow!
H. Boillot, Volnay 1er cru Caillerets 2009: non molto tempo fa (anzi, una settimana fa), con un certo sussiego, enfatizzavo la mia scarsa comprensione della Borgogna rossa. Dopo questo vino l'ho capita. Il frutto, la speziatura, l'eleganza così lontana dalla "merde de poule" vissuta da molti come un irrimediabile archetipo.....no, qui c'è ciò che cerco in un vino. E sono contento di aver prenotato, pre-Covid, due settimane di soggiorno agostano in questa landa.
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Ludi il 28 giu 2020 20:55, modificato 1 volta in totale.