Messaggioda gbaenergiaeco10 » 25 mag 2020 11:49
Trebbiano Valentini 13
Annata che a poco a poco Inizia ad aprirsi a ventaglio, bevuto l'ultima volta a febbraio..oltre alla grande tensione già percepibile a ridosso dell'uscita, inizia a mostrare il corpo e la materia che si addicono alle grandi annate del maestro..sempre una gran bevuta.
Casa Coste Piane - Anno Domini
metodo ancestrale meraviglioso..non solo glera ma anche perera e verdiso..intenso nei profumi di frutta bianca, spuma sofficiosa e bocca cerealitica con una bella mandorlina finale..a me è piaciuto davvero tanto...non la solita solfa insomma....prosecco rosé vade retro..
Les Rhizomes de Sorcières 2017 - Cave des nomades
siamo nel Languedoc Roussillon, Grenache Gris 100%, lunghe macerazioni sulle bucce e qualche mese di affinamento in acciaio.
Si presenta con questo colore meraviglioso dorato/ramato scarico ma luminoso, con riflessi che ricordano la buccia di cipolla.
Stappo, verso, chiudo gli occhi e ci butto il naso: inizialmente sembra quasi un vino rosso giovane di grande freschezza..piccoli frutti rossi e spezia dolce impattano..in poco tempo muta, emerge un bel mandarino, della cera calda e del miele di castagno. Chiude il cerchio un tratto minerale, ma è un cerchio che per la verità non si chiude mai..i sentori vanno e vengono di continuo.
L'assaggio è vibrante, per nulla tannico, rimane piuttosto snello, secco, di scarsa densità e di ottima freschezza..non c'è un grande allungo, ma rimane sempre pulito e composto fino alla chiusura..non vedo l'ora di testare il resto della linea....
Abate nero riserva 2008
Naso fine, sussurrato, di Mela caramellata, amaretto e anice...perlage finissimo ben definito e persistente, buono l'ingresso, nessun residuo fastidioso ad affaticare la punta della lingua, sapidità e freschezza giocano sui lati opposti, la bolla accarezza il palato, la chiusura è agrumata, non esageratamente secca..pare ci sia un'arancia candita che viene fuori pian piano..decisamente godurioso..
Abbinamento cucito: pizza fritta homemade con bufala e bologna..
Terre du Lais 2016- Domaine de la Borde (arbois pupillin, chardonnay)
Non mi sono segnato nulla di questa meraviglia, ma è stato un incontro da ricordare..burro e roccia, rotondità e sale, materia e slancio..lo Jura e le sue perle..
Chianti Classico riserva Bucciarelli 1998
Naso che impatta con un tratto ematico austero, seguito da una gamma di profumi molto ampia, dal frutto maturo/sottospirito (ancora tanto presente, quasi dominante), al cuoio e alle terziarizzazioni più classiche..bocca di peso, dal tannino ancora presente che si manifesta in una versione vellutata e perfettamente integrata..acidità sopra le righe, forse "potenziata" da una temperatura di servizio che a un certo punto sforava i 20 gradi..ma cazzatine a parte un grande chianti classico, che può riposare ancora per qualche anno senza troppi patemi..
Passulata Alba 2017 Tanca Nica
Poche centinaia le bottiglie prodotte..un vino arcaico, le cui uve vengono lasciate appassire ai piedi della vigna..la terra e il sole avvolgono i grappoli intrisi di zuccheri in un caldo abbraccio..diverse le fermentazioni spontanee, niente chiarifiche né filtrazioni né solfiti aggiunti..un rarità che profuma di fichi essiccati, albicocche, nocciole tostate, prugne secche..l'assaggio avvolge e coccola, suadente nella sua grassezza di burro di arachidi, elegante nel finale di frutta gialla candita..tra i migliori passito che abbia mai bevuto
Chianti Classico riserva Bucciarelli 1996
Austero, giustamente terziarizzato, la giocosità di frutto della 98 è lontana, lontanissima..qui c'è serietà, c'è peso, tratto minerale netto, una bella liquirizia, polvere da sparo, fiori rossi appassiti..ha bisogno di tempo per aprirsi, e per poi distendersi..arriva una meravigliosa oliva schiacciata..di quelle sicule, carnose e succulente..all'assaggio è secco, ancora perfettamente teso, ben integrata la parte tannica, dalla tessitura un po' grossolana rispetto alla 98, un po' più rude, ma la componente alcolica fa da contrappeso..13,7 recita l'etichetta..chiude amarognolo, sufficientemente lungo.
Un gradino sotto la 98 a mio gusto, ma a suo modo estremamente affascinante.
Abbinamento: pasta maritata con ragù di anatra e ricotta salata
Chianti classico riserva bucciarelli 1995
Più fiori della 98, più macchia mediterranea della 96, simile alla prima nel tratto ematico, ma la distanzia per finezza ed eleganza..bocca di una precisione millimetrica, l'ingresso è ficcante, di un frutto fin troppo vivace, tannino ben presente, polveroso e carezzevole, probabilmente alimentato da una parte acida che arriva netta, quasi imponente, a fare esplodere la salivazione e ad aggiungere chilometraggio in un finale che di certo non aveva bisogno di spintarelle.
Ci sarebbero pagine da scrivere e infinite sensazioni da raccontare, mi limito pertanto ad una sola conclusione:
Il miglior Chianti mai bevuto in vita mia.
Barbaresco Montestefano di Teobaldo Rivella, annata 2010.
La prima cosa che viene da dire di questo vino è che è indietro.
Bella scoperta direte voi.
Si sa, i vini di Teobaldo vanno aspettati e aspettati e aspettati ancora...ma credo che certe durezze, certi spigoli, alcuni vini se li porteranno sempre dietro..
Questa 2010 affonda l'accelleratore sull'acidità e sul tannino, la parte alcolica addolcisce la pillola e riporta un bel frutto scuro..il naso a tratti timido fa emergere belle note, dapprima balsamiche, poi di terra rossa, con un accenno di tabacco secco.
Non un vino facile dunque, la bocca è di quelle urlate, secco fino al midollo (ovviamente), tanto che in chiusura sembra virare sull'amarognolo..
Un vino così descritto sarà senz'altro di difficile beva.
E invece ogni sorso ti riporta col naso al bicchiere, ogni sorso racconta nuove sfumature da decifrare..
I calici non si contano e la bottiglia finisce senza sforzo.
"La 2010 è pronta", mi disse Teobaldo Rivella oltre un anno fa..forse davanti a un vino del genere, così mistico e spiazzante, stavolta quello non pronto sono io.
Destabilizza e riconcilia.
Un grandissimo Barbaresco.
Lorenzo