Reboro

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egio
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Reboro

Messaggioda egio » 04 apr 2020 14:57

Apro un nuovo argomento perché da una ricerca ho visto che si tratta di vino totalmente assente dal forum (e qualche domanda già me la pongo, sui motivi...).

Ne avevo letto in abbondanza, quando il progetto fu lanciato. Poi me ne sono completamente scordato e non mi ci sono mai imbattuto (nonostante passi proprio a poca distanza ogni volta che vado o rientro dalle mie zone montane) fino a quando tempo fa sono stato omaggiato di una bella cassettina in legno di Reboro Pisoni contenente le annate 2012/13/14.
Del vitigno Rebo ho avuto in vita mia pochi assaggi, non malvagi ma nemmeno memorabili; la storia del vitigno è comunque interessante per chi se la vuole anadare a cercare sul web. Ma voglio dare fiducia e comunque son sempre curioso di conoscere cose nuove, quindi l'omaggio mi ha fatto piacere.

Altro esempio di scoperta trentina l'ho avuto leggendo qua sul forum una discussione sul Ciso, un altro progetto trentino, con anche qualche nota nostalgica e romantica in più; mettendomi alla ricerca ho scovato a Natale in un negozietto delle mie zone d'origine rendenesi diverse bottiglie di 2011 a un prezzo di liquidazione e con la formula soddisfatti o rimborsati, e devo dire che sono state bevute istruttive e pure interessanti.

Ecco, quindi, qualcuno sa dirmi cosa devo aspettarmi di trovare nelle tre diverse bottiglie di Reboro Pisoni? Una brutta copia di sfursat, o forse meglio di amarone, visto l'uso dei graticci in appassimento? Una bella espressione di terroir della zona della valle dei laghi? Un esercizio enologico fine a se stesso? Un piccolo gioiello o una boiata?
Ero intenzionato in queste settimane di distanziamento forzato dalla mia cantina, dovendo dare fondo a quel poco che per caso è ancora a portata di mano, a tirare il collo alla 2012...
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Re: Reboro

Messaggioda alì65 » 04 apr 2020 16:44

rendenesi vuoi dire val Rendena?
ho una casa a Strembo, il prossimo giro faccio una ricerca; di solito dove vai a curiosare?
a parte Pinzolo e Campiglio poche altre possibilità di scelta vino meritevole

per il Rebo apri a raccontaci tu, ci fidiamo... :wink:
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
egio
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Re: Reboro

Messaggioda egio » 05 apr 2020 12:55

alì65 ha scritto:rendenesi vuoi dire val Rendena?
ho una casa a Strembo, il prossimo giro faccio una ricerca; di solito dove vai a curiosare?
a parte Pinzolo e Campiglio poche altre possibilità di scelta vino meritevole

per il Rebo apri a raccontaci tu, ci fidiamo... :wink:


Ma pensa te, Claudio: Strembo!
Io sono un cadarciun di origine, quindi non solo Val Rendena, ma proprio a poche decine di metri da dove hai la casa...
Curiosare in valle effettivamente è poca roba, come dici giustamente. Il primo posto a cui indirizzarsi rimane sempre il Caola, con tutti i limiti "intrinseci" che, se lo conosci, avrai di certo ben notato... Comunque in stagione ci sono sempre anche incontri con produttori, spesso interessanti come l'ultimo a cui sono stato a gennaio, con De Vescovi Ulzbach. Da lui (dal Caola) qualcosa di "rimasto indietro" da prendere oltretutto a prezzo negoziato, a volte si trova.
Risorsa sempre preziosa di dritte e scoperte è la Franca, la titolare del Mildas a Giustino.
A Campiglio è rimasto il Ballardini, ma con selezione più mainstream e prezzi in linea col posto, anche se ogni tanto ci scappa la bottiglia non aggiornata. Anche loro al Rustico spesso invitavano produttori trentini, per far conoscere la gamma di ciascuno, ma è un po' che non vado quindi non so il livello attuale.
Messa dunque in piedi la 2012 di Reboro, saprò dire.

Anche se almeno dall'indigeno Maxer due parole di esperienza me le sarei aspettate... :D
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Re: Reboro

Messaggioda littlewood » 05 apr 2020 14:00

egio ha scritto:
alì65 ha scritto:rendenesi vuoi dire val Rendena?
ho una casa a Strembo, il prossimo giro faccio una ricerca; di solito dove vai a curiosare?
a parte Pinzolo e Campiglio poche altre possibilità di scelta vino meritevole

per il Rebo apri a raccontaci tu, ci fidiamo... :wink:


Ma pensa te, Claudio: Strembo!
Io sono un cadarciun di origine, quindi non solo Val Rendena, ma proprio a poche decine di metri da dove hai la casa...
Curiosare in valle effettivamente è poca roba, come dici giustamente. Il primo posto a cui indirizzarsi rimane sempre il Caola, con tutti i limiti "intrinseci" che, se lo conosci, avrai di certo ben notato... Comunque in stagione ci sono sempre anche incontri con produttori, spesso interessanti come l'ultimo a cui sono stato a gennaio, con De Vescovi Ulzbach. Da lui (dal Caola) qualcosa di "rimasto indietro" da prendere oltretutto a prezzo negoziato, a volte si trova.
Risorsa sempre preziosa di dritte e scoperte è la Franca, la titolare del Mildas a Giustino.
A Campiglio è rimasto il Ballardini, ma con selezione più mainstream e prezzi in linea col posto, anche se ogni tanto ci scappa la bottiglia non aggiornata. Anche loro al Rustico spesso invitavano produttori trentini, per far conoscere la gamma di ciascuno, ma è un po' che non vado quindi non so il livello attuale.
Messa dunque in piedi la 2012 di Reboro, saprò dire.

Anche se almeno dall'indigeno Maxer due parole di esperienza me le sarei aspettate... :D

Io son stato esperto nazionale x la tendenza. La fiera di Pinzolo con le sue trippe a colazione e' uno dei piu' bei ricordi...come il gruppo del Brenta e' e rimane la mia culla alpinistica
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Re: Reboro

Messaggioda lloyd142 » 05 apr 2020 14:35

egio ha scritto:
Ma pensa te, Claudio: Strembo!
Io sono un cadarciun di origine


E io proprio a Caderzone ci ho fatto una vita a pesca sul Sarca.... Che tempi!!!
Facevamo base a Roncone dove un amico aveva casa e poi salivamo fin li'...Che trote!!! :D :D :D
«E coloro che furono visti danzare, vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica»
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Re: Reboro

Messaggioda alì65 » 05 apr 2020 15:18

posti stupendi, in estate più che mai; vado spesso in Val Genova dove lo zio ha una baita oltre la Sarca, ben oltre la scala di Bò
in inverno scontato per sciare, vorrei tornare in val Badia dove manco da troppo ma la casa è comoda e meno costosa

si ma al Caola si sono dimenticati la simpatia e cortesia alla nascita... :?
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Re: Reboro

Messaggioda ale1984 » 05 apr 2020 15:30

alì65 ha scritto:posti stupendi, in estate più che mai ...


Grande verità...
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Re: Reboro

Messaggioda maxer » 05 apr 2020 19:32

egio ha scritto:
alì65 ha scritto:per il Rebo apri e raccontaci tu, ci fidiamo ... :wink:

Messa dunque in piedi la 2012 di Reboro, saprò dire.

Anche se almeno dall'indigeno Maxer due parole di esperienza me le sarei aspettate ... :D

..... ecco l' indigeno : Rebo, mi chiedi

Mah, ho avuto alcuni anni fa una rapida ma pessima conoscenza di questo vitigno, confinato in Trentino ad una minima produzione

Non ci avevano per nulla convinto (non ricordo le aziende, ma erano della zona) due diverse bottiglie stappate a Coredo (Val di Non) in occasione di una mangiata, con amici, dei mitici tortelli di patate, rischiando di avere la giornata rovinata
Saremo anche stati sfigati nella scelta, fatta per la curiosità di assaggiare un vino a tanti sconosciuto, ma entrambe le bottiglie me le ricordo con tannini estremi, disequilibrio totale, finale amaro, con successiva scelta di una buona birra
Dopo quell' esperienza infelice, forse ho sbagliato nel cancellare il Rebo dalla mia vita enologica : mai una bottiglia di tale vitigno ha varcato il pertugio della mia cantinotta

Probabilmente, o meglio, sicuramente ci saranno dei Rebo migliori, magari quelli tuoi di Pisoni che (per la seconda volta consecutiva d' accordo con alì65 :shock:) ti auguro di stappare con una soddisfazione maggiore che ci dovrai raccontare ..... :wink:

delusione indigena : mi spiace
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Re: Reboro

Messaggioda egio » 06 apr 2020 13:03

Ma che bello tutto questo apprezzamento per i "miei" posti di montagna...!

Claudio, era proprio a questo che mi riferivo, parlando di "limiti intrinseci" di quel negozio...vero anche che io ormai so come prenderli, e riesco pure a farli ammorbidire e ragionare, a volte... :D
Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.

Grazie a tutti, ho dunque seguito gli incoraggiamenti e ho aperto ieri sera la 2012. Abbinamento magari non ideale, ma di soddisfazione: ormai siamo quasi all'autarchia alimentare qua da me, per cui tra patate recuperate tempo fa nella bassa, ortiche raccolte dalle figlie qui intorno, per l'impasto della sfoglia, uova del contadino dietro casa, guanciale di mora di Zivieri conservato per i momenti bui, ne sono usciti dei tortelli di patate notevoli, conditi con burro e timo fresco dell'orto.

Il vino, Pisoni - Reboro 2012: aperto e versato per poco più di metà bottiglia in calici ampi e poi ritappato con Preservino per sentirlo in seguito, servito non ai 18-20 gradi suggeriti in etichetta (temevo l'alcol) ma a più sfiziosi 16,5 gradi, mi ha dato un bel colore granato intenso, pur con una sua luminosità, e senza cedimento alcuno nemmeno all'unghia. Il naso si è via via aperto e fatto interessante, con le varie note di frutta scura matura, soprattutto ribes, mirtillo e melograno, appena prugna leggermente asciugata e una nota di grafite di fondo. Sentori vegetali verdi o erbacei tipici del territorio quasi assenti, ma comunque appena percettibili e non mi dispiacevano. Note dell'affinamento minime e in sottofondo, nel senso di una sensazione di morbidezza all'olfatto, non proprio vaniglia o simili, ma solo una nota confortevole e avvolgente, che non riesco a descrivere meglio, più una sensazione appunto. In bocca è pieno, di buon corpo, coerente con la parte olfattiva. L'appassimento si percepisce ma non in maniera prevaricante; l'impressione sul vitigno è quella di un merlot reso più dinamico dalle caratteristiche di frutto (croccante, direbbe qualcuno), freschezza e maggiore acidità del teroldego. La persistenza è buona, la leggerissima nota amaricante in chiusura non disturba, la trovo comunque in equilibrio con un vino con una sua morbidezza comunque presente in modo diffuso. Bevuto molto volentieri.

Come detto, l'unico rischio è di una percezione in eccesso dell'alcol (15° in tutte e tre le annate a mia disposizione), soprattutto immagino a temperature superiori. Ieri la mia sensazione è stata comunque che rimanessimo entro limiti accettabili, ma proprio al limite. Tannini quasi del tutto svolti (non credo sia comunque un vitigno particolarmente dotato in tal senso, ma non so bene) e comunque gentili. Insomma, diciamo che mi ha dato buona soddisfazione.

Forse può dunque essere una soluzione valida per riattualizzare un vitigno che non è del tutto da buttare, anzi, ma che preso di per sé altrimenti non va molto più in là di quanto testimoniato da Maxer...
Il problema è che la lavorazione di questo tipo comporta dei costi che si riflettono sul prezzo, quindi a livello commerciale non so poi come possa funzionare. A me ha dato comunque più soddisfazione di alcuni amarone, magari delle zone "nuove", in cui mi era capitato di imbattermi nel recente passato, e lo dico pur da fanatico di tale vino, anche per l'imprinting dovuto al mio svezzamento enoico nella giovinezza mantovana, per vicinanza geografica ai "cuginastri" veronesi.
Mentre per quanto riguarda il Trentino, l'unico ulteriore esempio del genere da me affrontato in passato, un Teroldego con leggero appassimento (ma sulla pianta, credo, non su graticci), il Gran Masetto di Endrizzi, seppur ben fatto lo ricordo ad esempio più pesante e monolitico alla beva.

Bene, grazie a tutti (compreso Maxer, massì, anche se stavolta l'ho beccato meno preparato del solito... :D )
E soprattutto l'augurio a tutti, me compreso, di poter tornare di nuovo o andare (chi non c'è mai stato) presto in Val Rendena e a camminare (o arrampicare, gli atletici come littlewood) quelle splendide montagne!

P.S.: lloyd142, non so se ti è mai capitato di andarci, e non so nemmeno se ora sia ancora consentito, con il permesso ovviamente, ma se oltre alla pesca nel fiume ti piace anche quella in lago, le trote del laghetto di Cornisello, da dove poi scende parte della Sarca di Nambrone, sono le più buone mai assaggiate. Da gustarsi rigorosamente in abbinamento felicissimo, seppur alla parvenza audace, con un grande Sorbara...
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Re: Reboro

Messaggioda mennella » 06 apr 2020 15:52

Non sono bravo nel fare descrizioni di assaggio.

Ma per il Rebo e il Vino Santo mi rifornisco da Giovanni Poli a Santa Massenza.
Poco prima della clausura coronica, ho aperto una bottiglia di Reboro 2013,
e' posso affermare che un vino ottimo, niente a che vedere con il Rebo di base da loro
prodotto. Il prezzo in azienda e' di circa 25eu.
Non so se e' gia' stata commercializzata la 2015.

Maxer, se ti riesce di prenderla aspetto tue note.
gm
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Re: Reboro

Messaggioda maxer » 06 apr 2020 16:54

..... cari egio e mennella, se andrà tutto bene, prometto solennemente di colmare questa mia indegna lacuna entro la fine del 2020 ..... :oops:

col permesso di covid, farovvi sapere
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Re: Reboro

Messaggioda zampaflex » 06 apr 2020 17:18

littlewood ha scritto:
egio ha scritto:
alì65 ha scritto:rendenesi vuoi dire val Rendena?
ho una casa a Strembo, il prossimo giro faccio una ricerca; di solito dove vai a curiosare?
a parte Pinzolo e Campiglio poche altre possibilità di scelta vino meritevole

per il Rebo apri a raccontaci tu, ci fidiamo... :wink:


Ma pensa te, Claudio: Strembo!
Io sono un cadarciun di origine, quindi non solo Val Rendena, ma proprio a poche decine di metri da dove hai la casa...
Curiosare in valle effettivamente è poca roba, come dici giustamente. Il primo posto a cui indirizzarsi rimane sempre il Caola, con tutti i limiti "intrinseci" che, se lo conosci, avrai di certo ben notato... Comunque in stagione ci sono sempre anche incontri con produttori, spesso interessanti come l'ultimo a cui sono stato a gennaio, con De Vescovi Ulzbach. Da lui (dal Caola) qualcosa di "rimasto indietro" da prendere oltretutto a prezzo negoziato, a volte si trova.
Risorsa sempre preziosa di dritte e scoperte è la Franca, la titolare del Mildas a Giustino.
A Campiglio è rimasto il Ballardini, ma con selezione più mainstream e prezzi in linea col posto, anche se ogni tanto ci scappa la bottiglia non aggiornata. Anche loro al Rustico spesso invitavano produttori trentini, per far conoscere la gamma di ciascuno, ma è un po' che non vado quindi non so il livello attuale.
Messa dunque in piedi la 2012 di Reboro, saprò dire.

Anche se almeno dall'indigeno Maxer due parole di esperienza me le sarei aspettate... :D

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Mi fate venire la nostalgia, ci ho sciato per otto inverni di fila a Campiglio... :roll:
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Re: Reboro

Messaggioda littlewood » 06 apr 2020 18:10

egio ha scritto:Ma che bello tutto questo apprezzamento per i "miei" posti di montagna...!

Claudio, era proprio a questo che mi riferivo, parlando di "limiti intrinseci" di quel negozio...vero anche che io ormai so come prenderli, e riesco pure a farli ammorbidire e ragionare, a volte... :D
Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.

Grazie a tutti, ho dunque seguito gli incoraggiamenti e ho aperto ieri sera la 2012. Abbinamento magari non ideale, ma di soddisfazione: ormai siamo quasi all'autarchia alimentare qua da me, per cui tra patate recuperate tempo fa nella bassa, ortiche raccolte dalle figlie qui intorno, per l'impasto della sfoglia, uova del contadino dietro casa, guanciale di mora di Zivieri conservato per i momenti bui, ne sono usciti dei tortelli di patate notevoli, conditi con burro e timo fresco dell'orto.

Il vino, Pisoni - Reboro 2012: aperto e versato per poco più di metà bottiglia in calici ampi e poi ritappato con Preservino per sentirlo in seguito, servito non ai 18-20 gradi suggeriti in etichetta (temevo l'alcol) ma a più sfiziosi 16,5 gradi, mi ha dato un bel colore granato intenso, pur con una sua luminosità, e senza cedimento alcuno nemmeno all'unghia. Il naso si è via via aperto e fatto interessante, con le varie note di frutta scura matura, soprattutto ribes, mirtillo e melograno, appena prugna leggermente asciugata e una nota di grafite di fondo. Sentori vegetali verdi o erbacei tipici del territorio quasi assenti, ma comunque appena percettibili e non mi dispiacevano. Note dell'affinamento minime e in sottofondo, nel senso di una sensazione di morbidezza all'olfatto, non proprio vaniglia o simili, ma solo una nota confortevole e avvolgente, che non riesco a descrivere meglio, più una sensazione appunto. In bocca è pieno, di buon corpo, coerente con la parte olfattiva. L'appassimento si percepisce ma non in maniera prevaricante; l'impressione sul vitigno è quella di un merlot reso più dinamico dalle caratteristiche di frutto (croccante, direbbe qualcuno), freschezza e maggiore acidità del teroldego. La persistenza è buona, la leggerissima nota amaricante in chiusura non disturba, la trovo comunque in equilibrio con un vino con una sua morbidezza comunque presente in modo diffuso. Bevuto molto volentieri.

Come detto, l'unico rischio è di una percezione in eccesso dell'alcol (15° in tutte e tre le annate a mia disposizione), soprattutto immagino a temperature superiori. Ieri la mia sensazione è stata comunque che rimanessimo entro limiti accettabili, ma proprio al limite. Tannini quasi del tutto svolti (non credo sia comunque un vitigno particolarmente dotato in tal senso, ma non so bene) e comunque gentili. Insomma, diciamo che mi ha dato buona soddisfazione.

Forse può dunque essere una soluzione valida per riattualizzare un vitigno che non è del tutto da buttare, anzi, ma che preso di per sé altrimenti non va molto più in là di quanto testimoniato da Maxer...
Il problema è che la lavorazione di questo tipo comporta dei costi che si riflettono sul prezzo, quindi a livello commerciale non so poi come possa funzionare. A me ha dato comunque più soddisfazione di alcuni amarone, magari delle zone "nuove", in cui mi era capitato di imbattermi nel recente passato, e lo dico pur da fanatico di tale vino, anche per l'imprinting dovuto al mio svezzamento enoico nella giovinezza mantovana, per vicinanza geografica ai "cuginastri" veronesi.
Mentre per quanto riguarda il Trentino, l'unico ulteriore esempio del genere da me affrontato in passato, un Teroldego con leggero appassimento (ma sulla pianta, credo, non su graticci), il Gran Masetto di Endrizzi, seppur ben fatto lo ricordo ad esempio più pesante e monolitico alla beva.

Bene, grazie a tutti (compreso Maxer, massì, anche se stavolta l'ho beccato meno preparato del solito... :D )
E soprattutto l'augurio a tutti, me compreso, di poter tornare di nuovo o andare (chi non c'è mai stato) presto in Val Rendena e a camminare (o arrampicare, gli atletici come littlewood) quelle splendide montagne!

P.S.: lloyd142, non so se ti è mai capitato di andarci, e non so nemmeno se ora sia ancora consentito, con il permesso ovviamente, ma se oltre alla pesca nel fiume ti piace anche quella in lago, le trote del laghetto di Cornisello, da dove poi scende parte della Sarca di Nambrone, sono le più buone mai assaggiate. Da gustarsi rigorosamente in abbinamento felicissimo, seppur alla parvenza audace, con un grande Sorbara...

Ci torneremo presto tutti spero ! Io ho un conto aperto con un paio di vie sul crozon di Brenta da saldare prima di diventare troppo vecchio....
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Re: Reboro

Messaggioda littlewood » 06 apr 2020 18:10

egio ha scritto:Ma che bello tutto questo apprezzamento per i "miei" posti di montagna...!

Claudio, era proprio a questo che mi riferivo, parlando di "limiti intrinseci" di quel negozio...vero anche che io ormai so come prenderli, e riesco pure a farli ammorbidire e ragionare, a volte... :D
Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.

Grazie a tutti, ho dunque seguito gli incoraggiamenti e ho aperto ieri sera la 2012. Abbinamento magari non ideale, ma di soddisfazione: ormai siamo quasi all'autarchia alimentare qua da me, per cui tra patate recuperate tempo fa nella bassa, ortiche raccolte dalle figlie qui intorno, per l'impasto della sfoglia, uova del contadino dietro casa, guanciale di mora di Zivieri conservato per i momenti bui, ne sono usciti dei tortelli di patate notevoli, conditi con burro e timo fresco dell'orto.

Il vino, Pisoni - Reboro 2012: aperto e versato per poco più di metà bottiglia in calici ampi e poi ritappato con Preservino per sentirlo in seguito, servito non ai 18-20 gradi suggeriti in etichetta (temevo l'alcol) ma a più sfiziosi 16,5 gradi, mi ha dato un bel colore granato intenso, pur con una sua luminosità, e senza cedimento alcuno nemmeno all'unghia. Il naso si è via via aperto e fatto interessante, con le varie note di frutta scura matura, soprattutto ribes, mirtillo e melograno, appena prugna leggermente asciugata e una nota di grafite di fondo. Sentori vegetali verdi o erbacei tipici del territorio quasi assenti, ma comunque appena percettibili e non mi dispiacevano. Note dell'affinamento minime e in sottofondo, nel senso di una sensazione di morbidezza all'olfatto, non proprio vaniglia o simili, ma solo una nota confortevole e avvolgente, che non riesco a descrivere meglio, più una sensazione appunto. In bocca è pieno, di buon corpo, coerente con la parte olfattiva. L'appassimento si percepisce ma non in maniera prevaricante; l'impressione sul vitigno è quella di un merlot reso più dinamico dalle caratteristiche di frutto (croccante, direbbe qualcuno), freschezza e maggiore acidità del teroldego. La persistenza è buona, la leggerissima nota amaricante in chiusura non disturba, la trovo comunque in equilibrio con un vino con una sua morbidezza comunque presente in modo diffuso. Bevuto molto volentieri.

Come detto, l'unico rischio è di una percezione in eccesso dell'alcol (15° in tutte e tre le annate a mia disposizione), soprattutto immagino a temperature superiori. Ieri la mia sensazione è stata comunque che rimanessimo entro limiti accettabili, ma proprio al limite. Tannini quasi del tutto svolti (non credo sia comunque un vitigno particolarmente dotato in tal senso, ma non so bene) e comunque gentili. Insomma, diciamo che mi ha dato buona soddisfazione.

Forse può dunque essere una soluzione valida per riattualizzare un vitigno che non è del tutto da buttare, anzi, ma che preso di per sé altrimenti non va molto più in là di quanto testimoniato da Maxer...
Il problema è che la lavorazione di questo tipo comporta dei costi che si riflettono sul prezzo, quindi a livello commerciale non so poi come possa funzionare. A me ha dato comunque più soddisfazione di alcuni amarone, magari delle zone "nuove", in cui mi era capitato di imbattermi nel recente passato, e lo dico pur da fanatico di tale vino, anche per l'imprinting dovuto al mio svezzamento enoico nella giovinezza mantovana, per vicinanza geografica ai "cuginastri" veronesi.
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E soprattutto l'augurio a tutti, me compreso, di poter tornare di nuovo o andare (chi non c'è mai stato) presto in Val Rendena e a camminare (o arrampicare, gli atletici come littlewood) quelle splendide montagne!

P.S.: lloyd142, non so se ti è mai capitato di andarci, e non so nemmeno se ora sia ancora consentito, con il permesso ovviamente, ma se oltre alla pesca nel fiume ti piace anche quella in lago, le trote del laghetto di Cornisello, da dove poi scende parte della Sarca di Nambrone, sono le più buone mai assaggiate. Da gustarsi rigorosamente in abbinamento felicissimo, seppur alla parvenza audace, con un grande Sorbara...

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Re: Reboro

Messaggioda alì65 » 06 apr 2020 18:53

egio ha scritto:Ma che bello tutto questo apprezzamento per i "miei" posti di montagna...!

Claudio, era proprio a questo che mi riferivo, parlando di "limiti intrinseci" di quel negozio...vero anche che io ormai so come prenderli, e riesco pure a farli ammorbidire e ragionare, a volte... :D
Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.



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Re: Reboro

Messaggioda egio » 06 apr 2020 19:10

Sono assolutamente di parte, lo ammetto, ma il Crozzon di Brenta è semplicemente la più bella montagna del mondo. A guardarla da alcuni punti sembra la prua di una giganteca nave di pietra che se ne sbuca dal nulla nel bel mezzo del gruppo del Brenta. Mai arrampicato, purtroppo, ma ho sentito racconti spettacolari su molte delle vie, da quella delle guide, al pilastro dei francesi, a quella dei bergamaschi, ai tre giganti, aperta dall'Ermanno Salvaterra (che aveva aperto anche la VIa Maria) insieme a una mia cara amica.
Rispetto al Reboro siam finiti OT, ma mi piace ogni tanto qualche divagazione.
Ma te, littlewood, che di rossi da appassimento qualcosa dovresti capirne....come lo vedi un progetto del genere, da vitigno "riscoperto"? Ti incuriosisce o senti che sia più sano tenersene alla larga...?
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Re: Reboro

Messaggioda littlewood » 06 apr 2020 19:45

No mi interessa assaggiarlo..di Pisoni ho vecchi vin santo..il rebo si trova anche in Valpolicella vecchie vigne di rebo sono presenti qua e là...certo l' appassimento e' pratica da prendere con le pinze ma nella valle dei laghi lo sanno fare...
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Re: Reboro

Messaggioda lloyd142 » 06 apr 2020 21:10

egio ha scritto:Sono assolutamente di parte, lo ammetto, ma il Crozzon di Brenta è semplicemente la più bella montagna del mondo. A guardarla da alcuni punti sembra la prua di una giganteca nave di pietra che se ne sbuca dal nulla nel bel mezzo del gruppo del Brenta.


Beh... io in quella zona ho sempre amato questa sullo sfondo della foto: il Carè Alto. Son salito qualche volta al rifugio Care' alto ed e' sempre stata un'emozione.

Immagineinteresting things in fallout 3

Piu' su ho fatto quasi tutti i sentieri del Brenta, dal Sosat alle Bocchette alla Cima Tosa.... ma se dovessi scegliere la piu' bella montagna di quella zona non avrei dubbi. Il Carè . :D :D

la foto l'ho presa dalla Val di Fumo, piu' giu' rispetto all'ingresso della val Borzago, via di accesso naturale per il Care' Alto..
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Re: Reboro

Messaggioda littlewood » 06 apr 2020 21:16

lloyd142 ha scritto:
egio ha scritto:Sono assolutamente di parte, lo ammetto, ma il Crozzon di Brenta è semplicemente la più bella montagna del mondo. A guardarla da alcuni punti sembra la prua di una giganteca nave di pietra che se ne sbuca dal nulla nel bel mezzo del gruppo del Brenta.


Beh... io in quella zona ho sempre amato questa sullo sfondo della foto: il Carè Alto. Son salito qualche volta al rifugio Care' alto ed e' sempre stata un'emozione.

Immagineinteresting things in fallout 3

Piu' su ho fatto quasi tutti i sentieri del Brenta, dal Sosat alle Bocchette alla Cima Tosa.... ma se dovessi scegliere la piu' bella montagna di quellqa zona non avrei dubbi. Il Carè . :D :D

la foto l'ho presa dalla Val di Fumo, piu' giu' rispetto all'ingresso della val Borzago, via di accesso naturale per il Care' Alto..

Ci son stato su nel 2000 salendo dalla val di Genova edal Rif lobbia alta quello dove andò Pertini e Papà Giovanni Paolo II
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Re: Reboro

Messaggioda egio » 06 apr 2020 22:56

Veramente bella la foto. Sul Carè Alto, di cui ho una splendida vista anche dalla mia mansarda, da lì son salito una sola volta da ragazzo (e intendo al rifugio, nemmeno alla cima). E pure dalla Val di Fumo manco da tanto, ho ricordi di bambino delle gite a trovare il gestore del rifugio dell'epoca, amico dei miei...ma quella era una passeggiatina riposante e molto mangereccia. Certo che arrivarci dal Mandrone e dalla Lobbia deve essere una vera figata...
Stranissimo per me non essere su per Pasqua. Assurdo, e oltretutto con previsioni meteo bellissime per la prima volta da diversi anni...!!!
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Re: Reboro

Messaggioda egio » 06 apr 2020 23:02

alì65 ha scritto:
egio ha scritto:Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.



Ragada


Dici nulla...! Ma Ragada è un posto da sogno...! le mie bimbe ogni volta che ci passiamo con la navetta per andare su in Bedole vorrebbero scendere e trasferirsi a vivere lì...
Prossima volta mi metto una bottiglia buona nello zaino e quando arrivo lì proviamo a chiamarti tra le varie casette, che se ti becchiamo magari due fette di pane e salame buono ci saltano fuori... :wink: :D
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Re: Reboro

Messaggioda alì65 » 07 apr 2020 08:06

egio ha scritto:
alì65 ha scritto:
egio ha scritto:Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.



Ragada


Dici nulla...! Ma Ragada è un posto da sogno...! le mie bimbe ogni volta che ci passiamo con la navetta per andare su in Bedole vorrebbero scendere e trasferirsi a vivere lì...
Prossima volta mi metto una bottiglia buona nello zaino e quando arrivo lì proviamo a chiamarti tra le varie casette, che se ti becchiamo magari due fette di pane e salame buono ci saltano fuori... :wink: :D


molto volentieri; dimmelo prima perchè anche se fossimo a Strembo lo zio è peggio dei camosci, non sta mai fermo.... :D
prima aveva una baita di famiglia in Bedole poi varie vicissitudini della vita ha dovuto rinunciare, purtroppo....
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Reboro

Messaggioda alleg » 07 apr 2020 10:46

littlewood ha scritto:
egio ha scritto:Ma che bello tutto questo apprezzamento per i "miei" posti di montagna...!

Claudio, era proprio a questo che mi riferivo, parlando di "limiti intrinseci" di quel negozio...vero anche che io ormai so come prenderli, e riesco pure a farli ammorbidire e ragionare, a volte... :D
Ma la baita dello zio è quindi all'altezza più o meno di Fontanabona, dall'altra parte del fiume? O su verso Ponte Maria? Bellissimi posti, selvatici e popolati di leggende misteriose.

Grazie a tutti, ho dunque seguito gli incoraggiamenti e ho aperto ieri sera la 2012. Abbinamento magari non ideale, ma di soddisfazione: ormai siamo quasi all'autarchia alimentare qua da me, per cui tra patate recuperate tempo fa nella bassa, ortiche raccolte dalle figlie qui intorno, per l'impasto della sfoglia, uova del contadino dietro casa, guanciale di mora di Zivieri conservato per i momenti bui, ne sono usciti dei tortelli di patate notevoli, conditi con burro e timo fresco dell'orto.

Il vino, Pisoni - Reboro 2012: aperto e versato per poco più di metà bottiglia in calici ampi e poi ritappato con Preservino per sentirlo in seguito, servito non ai 18-20 gradi suggeriti in etichetta (temevo l'alcol) ma a più sfiziosi 16,5 gradi, mi ha dato un bel colore granato intenso, pur con una sua luminosità, e senza cedimento alcuno nemmeno all'unghia. Il naso si è via via aperto e fatto interessante, con le varie note di frutta scura matura, soprattutto ribes, mirtillo e melograno, appena prugna leggermente asciugata e una nota di grafite di fondo. Sentori vegetali verdi o erbacei tipici del territorio quasi assenti, ma comunque appena percettibili e non mi dispiacevano. Note dell'affinamento minime e in sottofondo, nel senso di una sensazione di morbidezza all'olfatto, non proprio vaniglia o simili, ma solo una nota confortevole e avvolgente, che non riesco a descrivere meglio, più una sensazione appunto. In bocca è pieno, di buon corpo, coerente con la parte olfattiva. L'appassimento si percepisce ma non in maniera prevaricante; l'impressione sul vitigno è quella di un merlot reso più dinamico dalle caratteristiche di frutto (croccante, direbbe qualcuno), freschezza e maggiore acidità del teroldego. La persistenza è buona, la leggerissima nota amaricante in chiusura non disturba, la trovo comunque in equilibrio con un vino con una sua morbidezza comunque presente in modo diffuso. Bevuto molto volentieri.

Come detto, l'unico rischio è di una percezione in eccesso dell'alcol (15° in tutte e tre le annate a mia disposizione), soprattutto immagino a temperature superiori. Ieri la mia sensazione è stata comunque che rimanessimo entro limiti accettabili, ma proprio al limite. Tannini quasi del tutto svolti (non credo sia comunque un vitigno particolarmente dotato in tal senso, ma non so bene) e comunque gentili. Insomma, diciamo che mi ha dato buona soddisfazione.

Forse può dunque essere una soluzione valida per riattualizzare un vitigno che non è del tutto da buttare, anzi, ma che preso di per sé altrimenti non va molto più in là di quanto testimoniato da Maxer...
Il problema è che la lavorazione di questo tipo comporta dei costi che si riflettono sul prezzo, quindi a livello commerciale non so poi come possa funzionare. A me ha dato comunque più soddisfazione di alcuni amarone, magari delle zone "nuove", in cui mi era capitato di imbattermi nel recente passato, e lo dico pur da fanatico di tale vino, anche per l'imprinting dovuto al mio svezzamento enoico nella giovinezza mantovana, per vicinanza geografica ai "cuginastri" veronesi.
Mentre per quanto riguarda il Trentino, l'unico ulteriore esempio del genere da me affrontato in passato, un Teroldego con leggero appassimento (ma sulla pianta, credo, non su graticci), il Gran Masetto di Endrizzi, seppur ben fatto lo ricordo ad esempio più pesante e monolitico alla beva.

Bene, grazie a tutti (compreso Maxer, massì, anche se stavolta l'ho beccato meno preparato del solito... :D )
E soprattutto l'augurio a tutti, me compreso, di poter tornare di nuovo o andare (chi non c'è mai stato) presto in Val Rendena e a camminare (o arrampicare, gli atletici come littlewood) quelle splendide montagne!

P.S.: lloyd142, non so se ti è mai capitato di andarci, e non so nemmeno se ora sia ancora consentito, con il permesso ovviamente, ma se oltre alla pesca nel fiume ti piace anche quella in lago, le trote del laghetto di Cornisello, da dove poi scende parte della Sarca di Nambrone, sono le più buone mai assaggiate. Da gustarsi rigorosamente in abbinamento felicissimo, seppur alla parvenza audace, con un grande Sorbara...

Ci torneremo presto tutti spero ! Io ho un conto aperto con un paio di vie sul crozon di Brenta da saldare prima di diventare troppo vecchio....


Cosa vuoi andare fare? Vediamo se riusciamo a combinare qualcosa. Io per una cosa o per l altra in brenta non sono ancora riuscito a mettere mano sulla roccia... :evil:

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