Gentili utenti, scrivo in merito ad un fatto avvenuto circa una settimana fa, sperando di riuscire a capire cosa possa essere successo grazie al vostro aiuto.
Io e degli amici decidiamo di deliziarci con una bottiglia d'annata, nello specifico un Sammarco (Castello dei Rampolla) del 1998. Le premesse ci sono tutte ma, ahimè, fin da subito ci rendiamo conto che qualcosa non va: al naso presenta il classico odore di vino ossidato e in bocca permane una componente amara/metallica che copre quasi totalmente il bouquet, un vero peccato considerato il vino in questione. Il colore tende leggermente al marrone e i tannini sono praticamente inesistenti. Decidiamo di lasciarlo riposare ancora un po', all'incirca due orette, e di assaggiarlo nuovamente: nulla, il vino è identico. Sconfortati, travasiamo il tutto nuovamente nella bottiglia (avevamo utilizzato un decanter chiuso, in modo che non si ossigenasse troppo) e lo "abbandoniamo".
Il giorno dopo decido con calma di riassaggiarlo: ancora amaro. Nonostante questo decido di non buttarlo. Il vino rimane all'interno della bottiglia chiusa con un tappo per altri due giorni, fino a quando un amico, mio ospite, decide di assaggiarlo. Lo avverto fin da subito dicendogli che il vino è andato ma è in quel momento che arriva la svolta: lo assaggia e fa un'esclamazione, dicendomi che sta benissimo, fin troppo bene. Mi precipito vicino alla bottiglia e lo riassaggio: un vino completamente diverso. Cliegia, frutti di bosco, pelle e tannini che riempiono la bocca.
Come fa un vino a cambiare in modo così drastico? Cosa può essere successo? Esiste l'ossidazione volatile? Forse non era ossidazione?
Vi ringrazio anticipatamente per le risposte.
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