Messaggioda landmax » 12 nov 2015 16:48
In colpevole ritardo, scrivo anch'io due impressioni sulla bella degustazione organizzata da Claudio, che ringrazio sinceramente per la splendida ospitalità e a cui faccio i miei complimenti per una cucina davvero di alto livello (oltre che per una cantina stupenda!). Grazie, Claudio!
Passando ai vini, devo dire che molti di quelli bevuti sabato sono oggettivamente degli ottimi vini, ma anche a me, come a Marcolanc, non è ancora scattato il feeling (mi è mancata l'emozione, insomma). Ma ci riproverò!
Egly-Ouriet Brut Tradition (degorgement agosto 2009): si conferma un gran bel bere, anche a distanza di anni dalla sboccatura: ne guadagna certamente in complessità olfattiva, perde qualcosa in freschezza. 90/100
Jermann Vintage Tunina 2000: una sorpresa personale, complesso e cangiante al naso, col tempo vira su note minerali molto borgognone, in bocca gli manca un po’ d’allungo, ma è equilibrato e dal finale pulito di pesca bianca. Calcolando l’annata calda e i 15 anni trascorsi, penso davvero non si possa pretendere di più. 88/100
Bertelli St. Mersan 2001: naso singolare e intrigante, giocato sul miele raggrumato, propoli, pappa reale; tuttavia la bocca è scomposta, sgraziata, alcolica e pesante, il finale amaro. 80/100
Amerighi Syrah 2012: colore violaceo più da teroldego che da syrah, al naso parte vinoso e con un leggero spunto acetico, poi si ripulisce bene su un’elegante speziatura; la bocca è piena ma equilibrata, speziata e quasi piccante, non particolarmente complesso, ma dinamico. 87/100
Paris Cornas La Geynale 2009: rubino con riflessi ancora violacei, è un vino più pretenzioso, penalizzato al naso da una fastidiosa nota lattica, poi vaniglia, caffè, legno un po’ secco; bocca speziata, tannino maschio e finale leggermente amaricante. 85/100
Clape Cornas 2009: il vincitore della batteria, almeno per me. Migliora molto e lentamente nel bicchiere, buon segno. E’ un vino pieno e caldo, il tannino è abbondante e frena un pò la beva, ma mi pare abbia buone possibilità di migliorare. 89/100
Faurie Hermitage 2005: anche ripensandoci a distanza di giorni, per me, il vino della giornata. D’accordo, non avrà la pienezza di materia di alcuni dei vini serviti dopo, ma l’eleganza e complessità dei profumi, articolati e cangianti, la freschezza speziata in bocca e, soprattutto, la finezza tannico/sapida di questo vino sono davvero di classe superiore. Grande equilibrio (certo che l’annata conta). 92/100
Tardieu-Laurent Hermitage 2005: decisamente il più borgognone della giornata, soprattutto al naso (note talcate e di lampone macerato in evidenza), in bocca si difende comunque bene con una buona articolazione e un lungo finale. Mano un po’ pensante col legno, un po’ ruffiano e poco territoriale, ma preso a sé stante è un gran bel vino. 90/100
Liandra Clarendon Hills Syrah 2001: almeno nel mio bicchiere, un vino decisamente problematico, che peggiora con l’areazione, tanto da farmi sospettare la presenza del brettanomyces: straccio bagnato, pelliccia, smalti. In bocca, a mio parere, è over the hill, in ogni caso l’impressione è di un vino morbido, seduto, molto old style. 80/100
Allemand Cornas Reynard 2004 - Sans Soufre 2004 - Chaillot 2006: dei tre, la mia preferenza va di poco al primo, in virtù di una beva più slanciata e di profumi più precisi. Si tratta comunque di vini ricchi di materia e decisi, dal tannino forse un po’ rustico, ma non privi di dinamica. Il secondo vino paga un po’ un naso non pulitissimo, ma la bocca è di grande energia, lo Chaillot, ancora giovane e più potente degli altri due, non mi ha fatto impazzire per via di profumi un po’ ridotti, tra il sottobosco e lo zolfo. Reynard 90/100 - Sans Soufre 88/100 - Chaillot 89/100
Chapoutier Ermitage L'Ermite 2005: peccato davvero, perché, mentre la bocca è pressoché perfetta, di un’energia trascinante (per intenderci: a me è piaciuta più di quella di Chave), il naso è inficiato da una nota jogurtosa/lattica un po’ coprente. Calcolando annata e prestigio della bottiglia, forse ci si poteva attendere di più. 91/100
Chave Hermitage 2004: qui, invece, penserei sia proprio l’annata ad aver influito negativamente sulla qualità complessiva del vino. Rispetto ad altre annate bevute (solo due in verità), mi è parso un vino un po’ seduto, specialmente al naso dove l’evoluzione è già molto sui terziari, mentre in bocca manca un po’ quell’energia trascinante che lo rendono di solito così grande. Non che sia meno che molto buono, l’eleganza non manca, ma da Chave è lecito attendersi qualcosa di più. 91/100