Messaggioda Ludi » 12 ott 2015 10:44
L. Barral, Faugeres Valinieres 2007: la Francia minore che amo, ricca ed espressiva, mai banale, composta nella potenza. Goduto.
Perrier Jouet,Belle Epoque 2002: uno champagne per il quale non impazzisco, ma che in annata di grazia non delude certo per intensità, eleganza e coerenza stilistica.
Trebbiano Valentini 2004: una delle migliori versioni assaggiate ultimamente. Più pronto della 2007, più elegante e suadente della 2001 e della 2002. Assomigliava un po' alla 2003 (che a me è molto piaciuta)....comunque, classici caffè verde, camomilla ed erbe aromatiche, grande spinta acida, mobilità incredibile nel bicchiere.
Bouchard Chambertin Clos de Beze 1998: eleganza senza pari, una speziatura da far girar la testa, una terziarizzazione gentile e controllata. Scolato molto più presto di quanto avrei voluto, ma era impossibile resistergli.
Scavino, Bric del Fiasc 2000: si apre subito su una fastidiosa vaniglia, che per fortuna svanisce dopo una quindicina di minuti. Poi subentra frutta rossa molto matura, cacao, una lieve e gradevole nota smaltata, spezie dolci. Le annate recenti, assaggiate presso l'azienda quest'estate, mi sembravano molto migliori dal punto di vista stilistico.
Amerighi, Syrah 2011: dov'è finito lo stile più rodaniano tra i produttori di Cortona, che avevo tanto apprezzato nella 2007? Vino assolutamente anonimo e poco varietale. Delusione.
Marguet, Blanc de Noirs: piaciuto molto a me, da morire a mia moglie, un po' meno all'amico che lo aveva portato. Ossidazione molto controllata, materia intensa ma verticale, vinosità sempre gradevolissima.
Kofererhof, Sylvaner 2009: rieslingheggia, ed è un bel complimento. Decisamente salato nel finale. Eclissato però dal successivo assaggio di....
FX Pichler, Riesling Smaragd Loibner Berg 2008: mamma mia che buono! Una nota immediata di zafferano precede l'idrocarburo, il miele, la genziana, l'artemisia, il sasso bagnato.....giovanissimo, diverrà ancora meglio.
Marchese di Villamarina 2004: servito alla cieca, da me collocato erroneamente in Trentino, tanta era la somiglianza con certi S. Leonardo. Vino incontestabilmente buono, anzi buonissimo, penalizzato solo da un finale non irresistibile. Ad averne, comunque, per quel prezzo....
Pavillon Rouge de Chateau Margaux 2005: mi si conferma per l'ennesima volta l'idea che la 2005 sia in piena fase di chiusura. Il naso era assolutamente poco espressivo, mentre in bocca potenza e lunghezza facevano emergere il cavallo di razza.