Ma siamo sicuri sicuri che certe meraviglie appartengano solo al passato? Io darei il tempo a tante cose belle in circolazione di arrivare all'apice...
Riprendo i nomi fatti.
L'amarone (mica riserva) 2000 di Quintarelli è un vino splendido, e una volta "cresciuto" lo sarà ancora di più. E secondo me pure il 2003 non è proprio da buttare.
Dei Pergole, mi pare che di annate mica male ce ne siano state nell'ultimo decennio - anche qui, dategli tempo...
Osso S. Grato 2006 ha ottime possibilità di diventare degno erede del '99.
In zona Brunello i nomi saranno anche sempre i soliti, ma non certo pochi: BS, Poggio di Sotto, Salvioni, Poggio al Vento, e mettiamoci pure Soldera...
La Langa è piena di realtà che negli ultimi 15 anni han dato vita a vini dal grande al grandissimo: facile citare Conterno, Mascarello, Giacosa o Rinaldi, ma poi ci sono tutti gli altri, di cui magari non si parla con altrettanta foga, ma che fanno anno dopo anno vini a cui non manca niente - Fenocchio, Cortese, Brezza, Rizzi, Principiano (poco seguito qui, ma vi assicuro che ha gran mano), A. Conterno, Cappellano, Elio Grasso, Vietti, Marchesi di Gresy, Gigi Rosso, Burlotto, lo stesso Gaja pur con tutti i se e tutti i ma... e chissà quanti ne dimentico.
Spostandoci altrove, al netto della tristissima variabilità di bottiglia, il Montepulciano 2006 di Valentini non ha nulla, ma proprio nulla da invidiare ad annate passate.
E praticamente quasi ogni regione ha il suo.
Insomma, davvero i bei tempi andati son passati? Secondo me c'è tanto, ma tanto di buono oggi, e grazie al cielo non tutto è omologazione (verso il basso).
Vero è che le perle dei casi citati se le godranno, pienamente, con ogni probabilità i nostri figli, ma... questi sono i tempi del vino.
