Abbiamo già analizzato la questione in passato, ma credo che il passaggio del tempo abbia condannato quel thread alla sparizione.
Le assenze illustri dipendono quasi tutte da un fattore: basta essere assenti da una guida per essere automaticamente esclusi dalla parte alta della classifica. Hai notato giustamente la scarsità di piemontesi in vetta: il principale artefice di questo effetto è Maroni, dato che sulla sua guida
funky molti grossi nomi piemontesi sono assenti (e quando sono presenti ricevono spesso voti risibili: un esempio concreto è il Barbaresco Rabajà 2011 di Cortese, che secondo il c.d. Vate si fermerebbe a 82/100

, vedi il link sotto alla 20ma posizione). Non è però l'unico: per esempio per quel che ne so da vari anni G. Conterno sulla guida ""Veronelli"" non c'è. Stessa cosa se una guida per qualche motivo premia un'annata diversa dalle altre, come quest'anno è successo più volte con la nuova guida di Cernilli & Co.
Se guardi (dopo averla ingrandita!) la lista dei top 100 rossi basata sulle sole guide italiane, che fornisce la base per la top 13 "globale"
http://www.classlife.it/classifiche/top-100/puoi notare che dalla posizione 83 in giù ci sono alcuni grossi nomi esclusi da una sola guida, compresi barolisti del calibro di Brovia e Massolino e... langherossisti del calibro di Gaja (evidentemente la presenza nella top 100 è vincolata all'essere top almeno su una guida, altrimenti non si spiegherebbe lo scalone tra la posizione 82 e la 83, e gli esclusi da una guida non comparirebbero per niente).
Due anni fa, avevo rifatto la classifica dei primi venti rossi dopo avere eliminato dalla giuria il guastatore Maroni (oltre ad avere migliorato i criteri di traduzione dei bicchieri ecc. in 100mi), e i tre vini che venivano recuperati erano tutti Baroli, uno di Brezza e ben due di Brovia. L'ordinamento inoltre cambiava e diventava più sensato: per esempio, il Sassicaia 2009 sostituiva l'Es sul gradino più alto del podio. Per recuperare più in generale i vini assenti da altre guide si dovrebbe fare una media dei soli giudici che hanno espresso un voto: così sicuramente il Monfortino rientrerebbe alla grande. Facendo così, si potrebbe recuperare alla "giuria" anche la guida Vini buoni d'Italia, che ora come ora è esclusa perché limita esplicitamente il proprio campo d'indagine ai vini da vitigni autoctoni.
Comunque le Langhe del Barolo e Barbaresco sono strutturalmente sfavorite ai fini delle liste di vini top perché spesso la singola azienda imbottiglia vari cru di livello non dissimile, mentre in altre zone come Bolgheri è più presente la dicotomia bordolese
premier vin-second vin, che tende a indirizzare i premi piuttosto che a disperderli. Un caso limite sono i nove cru imbottigliati come Riserva tre anni su quattro dalla Produttori Barbaresco: per vederne uno in una top 100 ci vorrebbe un sortilegio (tenendo sempre conto che varie guide contingentano i vini premiati per azienda a uno, eccezionalmente due).