Messaggioda tisana » 15 mag 2014 09:12
6) Central Otago, la zona che tutti paragonano allaBorgogna parlando di alternativa alla suddetta ma per la quale gli stessi produttori rivendicano un carattere completamente diverso. Avendo fatto una degustazione in cui venivano comparate le due zone, posso dire che e’ vero, le zone sono diverse e compararle forse e’ sbagliato; tuttavia ho scoperto che al momento il mio gusto propende per i pn di central otago, a patto che siano di Bannockburn. Riesling altrettanto interessante. Zone piu’ fresche per certi versi ma soleggiate, meno piovose.
Comunque, straight to the point:
Partiamo da nord: a Wanaka, Rippon e’ immancabile per me, uno dei pionieri edlla zona e bio-something, tendente dinamico; puliti e intellegibili, bianchi meglio dei rossi. Scendendo da li’ zona Cromwell Basin/Bendigo da segnalare forse Pisa Range, Prophet’s Rock e poi la ominipresente Two Degrees, ma non mi spingero’ oltre a dire che si tratta di vini corretti come nella grande maggioranza dei vini della zona.
A Cromwell le cose si fanno piu’ interessanti: Aurum, conduzione famigliare con appendice borgognona, é un altro marchio che spiega molto bene la realtá neozelandese quando si tratta di ispirarsi a modelli diversi e farli propri, in una sorta di assemblage ricorrenti. Aurum, che produce anche un methode traditionelle delizioso, si trova in un’altra sottozona ben riconoscibile, Cromwell, appoggiata sulla biforcazione del Lake Dunstan; i vini che se ne ricavano sembrano piú immediati rispetto a Bannockburn, ma non difettano di profonditá. In zona é immancabile una visita a Burn Cottage, produttore riservatissimo di vini leggermente piú concentrati degli altri. Rockburn pn piu’ longevi, leggermente piu’ longilinei; Quartz Reef del mitico Rudi Bauer from Austria sono pn piu’ sottili; pinot gris buonissimo, rimembranze alsaziane (in genere qui tendono al dolciastro e pear-based). Northburn Station e’ un posto dove andare a mangiare, prima di attraversare il ponte per entrate in Cromwell, i vini anche in questo caso nella norma, leggermente meglio la mano sui bianchi (solito range riesling-chardonnay-sb).Wooing Tree piu’ famosa per i pn, ma tutta la linea base mi lascia perplessa (bianchi poco interessanti per me); ho assaggiato un 2008 selezione ed era decente ma come dire? Un po’ incompiuto alla fine.
Continuando tipo per andare verso Dunedin ad Alexandra come nomi da visitare Aravin, Dry Gully, Three miners (piu’ commerciali) e Two Paddocks (di proprieta’ di Sam Neill, in genere preso d’assalto dai fans del Jurassic).
Invece se vai verso Bannockburn e poi Gibbston valley alle porte di Queenstown inizia il divertimento per me:
Bannockburn e’ casa di Felton Road, Bald Hills, Mount Difficulty, Wild Earth.
Gibbston valley e’ casa di Mount Rosa, Chard Farm, Amisfield, Waitiri Creek, e delle grosse Gibbston Valley e Peregrine (la prima ha una cheese room favolosa, sui vini sorvolo, siamo nella solita media).
Un altro produttore che ha deciso per la svolta biologica e applica alcuni principi biodinamici é Felton Road, su cui il giudizio é unanime, probabilmente il piú rinomato all’estero e indiscutibilmente il piú riconosciuto nelle degustazioni fra appassionati. La panoramica di pinot noir a cui ho partecipato recentemente porta come marchio di fabbrica Bannockburn, la sottozona in cui si trovano appunto Felton Road e Mount Difficulty, che spiccavano per la matrice inconfondibile con, rispettivamente, Block 3 e Target Gully (entrambe 2009, una vendemmia quasi perfetta a detta di molti). Parlare di impronta borgognona nella fattura di questi gioielli rischia di sviare l’attenzione su vini la cui provenienza é in realtá altamente riconoscibile, ma puó rivelarsi utile per spiegare i principi a cui questi produttori si rifanno, in termini di rigore esecutivo, pulizia e incedere del sorso. Questo peró sposta l’attenzione sulle tecniche utilizzate piú che sulla centralitá del territorio, essendo coscienti che per molti l’accezione di terroir include anche l’opera dell’uomo e la cifra stilistica con cui si esprime. Di Felton Road si sa qualcosa in piu’ nel mondo perche’ strappa ottimi punteggi, ad oggi e’ per me la cantina piu’ affidabile, mano bellissima sui pn, fruttati, eleganti, sempre bilanciati; sia il Calvert che i Block 5 e 8 mi entusiasmano ogni volta che posso berli. Mount Difficulty a parte la linea Roaring meg commercialissima manda fuori i Gully che, come detto, sono piccoli gioiellini.
Wild Earth é un bellissimo esempio del carattere di Central Otago e della enorme diversitá delle aziende vinicole presenti: quasi arroccata su un terreno difficile, fa della rusticitá e del suo essere piccola il suo vessillo, fermarsi anche a pranzo, cucinano nelle botti dismesse; altrettanto impervio arrivare a Chard Farm, un’azienda che peró produce molto, molto di piú della precedente. Chard Farm, situata nella Gibbston Valley, alle porte di Queenstown, si distingue ovviamente per il pinot noir -il River Run 2010 da godere per il suo carattere giovane e fresco mentre tra le selezioni leggera preferenza al Viper per la struttura- e merita una menzione anche per il riesling, 2011 in particolare, leggermente agrumato e solido. Sempre nella Gibbston Valley, che tende ad essere piú fresca e presenta vini generalmente piú complessi (come succede al lato opposto della regione, cioé verso Wanaka) c’é Amisfield che invece fa del bistro e della moderna struttura il suo punto di attrazione, ha un intero catalogo di vini disponibili anche alla cellar door. Imponente il pinot noir RKV, attualmente disponibile la 2008, che peró perde leggermente al sorso nonostante il naso molto strutturato. Mount Rosa mi sta simpatico, sono dei pazzi che fanno un SB buonissimo e uno sweet a base riesling che migliora di anno in anno (forse imparereanno a farlo bene a breve...), sembra un garage visto da fuori. Waitiri Creek e’ un po’ il contadino snob della situazione ma i pn sono abbastanza impressionanti.
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tisana il 15 mag 2014 23:49, modificato 1 volta in totale.