brunello 2009

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brunello 2009

Messaggioda docfa0332 » 05 feb 2014 11:07

qualcuno ha già avuto modo di assaggiare qualcosa ?
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pippuz
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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 05 feb 2014 11:13

Si parla di annus horribilis
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Re: brunello 2009

Messaggioda docfa0332 » 05 feb 2014 11:17

vedo che il consorzio la considera a 4 stelle
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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 05 feb 2014 11:26

docfa0332 ha scritto:vedo che il consorzio la considera a 4 stelle

:lol: :lol: :lol:
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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 05 feb 2014 11:28

Il consorzio del Brunello (e pure molti altri consorzi italiani) dovrebbero smetterla con le valutazioni binarie, altrimenti molti le leggeranno così:

**** annata di merda
***** annata normale

Senza riuscire a comunicare quale sia l'annata veramente buona
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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 05 feb 2014 11:30

Ah, nota bene che ho scritto si parla, io non ho assaggiato niente.

Aspettiamo il week end del 15-16
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Re: brunello 2009

Messaggioda Andyele » 05 feb 2014 11:49

pippuz ha scritto:Ah, nota bene che ho scritto si parla, io non ho assaggiato niente.

Aspettiamo il week end del 15-16


Da dove ti sono giunte queste voci?
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Re: brunello 2009

Messaggioda gabriele succi » 05 feb 2014 12:37

Andyele ha scritto:
pippuz ha scritto:Ah, nota bene che ho scritto si parla, io non ho assaggiato niente.

Aspettiamo il week end del 15-16


Da dove ti sono giunte queste voci?

http://sanlorenzomontalcino.it/wp-conte ... binson.pdf
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Re: brunello 2009

Messaggioda Nelle Nuvole » 05 feb 2014 12:58

Io ho assaggiato. Sono stata a New York per le ante-anteprime. Il nostro non c'era, ma solo per motivi commerciali, l'importatore sta ancora vendendo il 2008. Il nostro 2009 l'ho riassaggiato proprio oggi, insieme al cantiniere.
In attesa di conferme per il Benvenuto Brunello qui a Montalcino a fine mese e poi al Vinitaly, quello che posso affermare "a caldo" è:

IL BRUNELLO 2009 E' UN VINO DA SCORTICO

nel senso che, se lavorato bene, è un vino da bere senza problemi, strascichi, dissertazioni, rimpianti. Un vino da consumare in one night stand.

E qui vorrei reiterare che se un produttore serio ci mette la sua faccia, se tira fuori delle bottiglie con scritto in etichetta "Brunello di Montalcino", vuol dire che quel vino si merita di essere definito così. Ci sono annate forti, impegnative che impongono l'attesa. Ci sono annate più pronte, non destinate ad un lungo invecchiamento. Ci sono annate che rappresentano una via di mezzo, in grado di fornire un'immediata piacevolezza, ma anche di continuare un percorso di integrazione verso l'eleganza e la complessità.
Per quel poco che ho assaggiato il 2009 rientra nel secondo esempio che ho fatto, ma non è assolutamente horribilis.

Fra i vari assaggi (pochi, ero raffreddata)
Canalicchio di sopra +++
Le Macioche++
Le Ragnaie++
Talenti++
Capanna+
Corte dei venti+
Sasso al sole+
Capanne Ricci+
Caparzo+
Poggione++

Sono punteggi influenzati dalla bevibilità immediata, e anche dalla capacità di colpirmi al di là del naso tappato. Quelli più bassi al momento sono forse penalizzati dalla presenza del legno ancora importante. Fra 3 o 6 mesi sarà diverso.
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Re: brunello 2009

Messaggioda Nelle Nuvole » 05 feb 2014 13:00

Nelle Nuvole ha scritto:Io ho assaggiato. Sono stata a New York per le ante-anteprime. Il nostro non c'era, ma solo per motivi commerciali, l'importatore sta ancora vendendo il 2008. Il nostro 2009 l'ho riassaggiato proprio oggi, insieme al cantiniere.
In attesa di conferme per il Benvenuto Brunello qui a Montalcino a fine mese e poi al Vinitaly, quello che posso affermare "a caldo" è:

IL BRUNELLO 2009 E' UN VINO DA SCORTICO

nel senso che, se lavorato bene, è un vino da bere senza problemi, strascichi, dissertazioni, rimpianti. Un vino da consumare in one night stand.

E qui vorrei reiterare che se un produttore serio ci mette la sua faccia, se tira fuori delle bottiglie con scritto in etichetta "Brunello di Montalcino", vuol dire che quel vino si merita di essere definito così. Ci sono annate forti, impegnative che impongono l'attesa. Ci sono annate più pronte, non destinate ad un lungo invecchiamento. Ci sono annate che rappresentano una via di mezzo, in grado di fornire un'immediata piacevolezza, ma anche di continuare un percorso di integrazione verso l'eleganza e la complessità.
Per quel poco che ho assaggiato il 2009 rientra nel secondo esempio che ho fatto, ma non è assolutamente horribilis.

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Sono punteggi influenzati dalla bevibilità immediata, e anche dalla capacità di colpirmi al di là del naso tappato. Quelli più bassi al momento sono forse penalizzati dalla presenza del legno ancora importante. Fra 3 o 6 mesi sarà diverso.


Del mio non parlo, per evitare conflitti d'interesse :wink: . Mi basta dire che nel 2009 non abbiamo prodotto né la Riserva, né la Vigna del Fiore, solo il tipo "annata" con circa un 20% in meno di produzione. Assaggiato questa mattina, ripeto, mi sono dimolto contentata :D
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Re: brunello 2009

Messaggioda attoadivenire.com » 05 feb 2014 13:38

....e dei rossi 2012 che si dice??
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Re: brunello 2009

Messaggioda gp » 05 feb 2014 14:58

Nelle Nuvole ha scritto:Mi basta dire che nel 2009 non abbiamo prodotto né la Riserva, né la Vigna del Fiore, solo il tipo "annata" con circa un 20% in meno di produzione.

Annus horribilis no, ma annus bruttinus sì, a giudicare da questo indizio. Grosso modo, un'annata a *** "vere". Specificando il senso generale delle valutazioni di annata: si tratta di un minimo comune denominatore, ma per chi seleziona la materia e riduce la produzione il risultato può essere migliore.
pippuz ha scritto:Il consorzio del Brunello (e pure molti altri consorzi italiani) dovrebbero smetterla con le valutazioni binarie, altrimenti molti le leggeranno così:
**** annata di merda
***** annata normale
Senza riuscire a comunicare quale sia l'annata veramente buona

Condivido, preciserei meglio:
*** annata di merda
**** annata sotto la media
***** annata pari o superiore alla media
(implicitamente: ****** annata superiore alla media)
In realtà, sul sito del consorzio la valutazione delle ultime 10 annate (2003-2012, estremi inclusi) prevede solo la valutazione binaria **** (che include 2003 e 2005 :shock: ) - *****...
http://www.consorziobrunellodimontalcin ... p=25&lg=it
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Re: brunello 2009

Messaggioda docfa0332 » 05 feb 2014 18:15

quindi tra due annate cosi cosi 2008 - 2009 cosa meglio e di chi eventualmente .
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Re: brunello 2009

Messaggioda de magistris » 06 feb 2014 10:57

Nelle Nuvole ha scritto:Io ho assaggiato. Sono stata a New York per le ante-anteprime. Il nostro non c'era, ma solo per motivi commerciali, l'importatore sta ancora vendendo il 2008. Il nostro 2009 l'ho riassaggiato proprio oggi, insieme al cantiniere.
In attesa di conferme per il Benvenuto Brunello qui a Montalcino a fine mese e poi al Vinitaly, quello che posso affermare "a caldo" è:

IL BRUNELLO 2009 E' UN VINO DA SCORTICO

nel senso che, se lavorato bene, è un vino da bere senza problemi, strascichi, dissertazioni, rimpianti. Un vino da consumare in one night stand.

E qui vorrei reiterare che se un produttore serio ci mette la sua faccia, se tira fuori delle bottiglie con scritto in etichetta "Brunello di Montalcino", vuol dire che quel vino si merita di essere definito così. Ci sono annate forti, impegnative che impongono l'attesa. Ci sono annate più pronte, non destinate ad un lungo invecchiamento. Ci sono annate che rappresentano una via di mezzo, in grado di fornire un'immediata piacevolezza, ma anche di continuare un percorso di integrazione verso l'eleganza e la complessità.
Per quel poco che ho assaggiato il 2009 rientra nel secondo esempio che ho fatto, ma non è assolutamente horribilis.

Fra i vari assaggi (pochi, ero raffreddata)
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Capanne Ricci+
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Sono punteggi influenzati dalla bevibilità immediata, e anche dalla capacità di colpirmi al di là del naso tappato. Quelli più bassi al momento sono forse penalizzati dalla presenza del legno ancora importante. Fra 3 o 6 mesi sarà diverso.


Grazie per il contributo, Raffa.
Lo sai come la penso su certi meccanismi dell'informazione enoica, specie nell'ultimo periodo, dove ogni cosa sembra dover essere o tutto bianco o tutto nero. Dove si oscilla con rapidità imbarazzante tra la miopia autoreferenziale di chi pensa, tipo certi consorzi, di avere a che fare con una massa di incompetenti, per cui basta dire che è sempre tutto grande per avere effetti virtuosi. E dall'altra nello scetticismo a prescindere di chi ha metabolizzato l'idea che per dimostrarsi capiscitori bisogna sempre criticare, trovare la magagna, segnalare insoddisfazione, e cose così.

Mi vergogno per la banalità della riflessione, ma penso che in ogni sguardo d'insieme su una zona e un'annata ci siano tanti grigi, per cui anche nell'annata difficile c'è sempre chi merita attenzione proprio per la coerenza nella lettura, così come nella presunta grande annata c'è sempre da sfrondare su interpretazioni "di comodo", che aggiungono poco in termini di carattere e riconoscibilità.

Detto questo, ho avuto modo di assaggiare abbastanza in questi mesi e, senza pretese di "sentenze" definitive, mi sembra di poter dire che la 2009 difficilmente potrà emergere come un'annata "importante" per il Brunello. Anzi, già la penso come una sorta di "occasione mancata" per dimostrare che la denominazione è matura e davvero di respiro mondiale.
Per motivi totalmente diversi, come qualità media secondo me siamo dalle parti dei 2005 (forse anche sotto): tanti vini sono già molto evoluti, fragili nella trama, con ricorrenti diluizioni alcoliche e sprovvisti di quella fittezza strutturale e sapida che è lecito e doveroso aspettarsi da un Brunello degno di questo nome.

Va benissimo la chiave di lettura che proponi, e cioè vini da poter godere subito senza tanti pensieri, la condivido. Dopo di che in molti casi c'è proprio poco da godere, non in senso assoluto ma sempre rispetto alle "dotazioni minime" che si cercano in un Brunello. E non posso fare a meno di ri-ragionare sui limiti di un disciplinare che di fatto "obbliga" a sfruttare diciamo in pieno le possibilità di ringiovanimento: i Rosso 2009 erano in generale molto buoni e centrati, in molti casi migliori dei corrispondenti Brunello, e il millesimo probabilmente richiedeva questo tipo di percorso enologico, con vini da proporre prima in commercio, da godere sul frutto come avrebbe detto il furbacchione vigneron francese.

Se invece si ritiene che il disciplinare vada bene così, forse bisognava avere il coraggio di ridurre drasticamente (sempre salvo eccezioni) le partite destinate a fare il percorso di cantina completo da Brunello, portando avanti solo quei sangiovese veramente "con le palle", capaci di andare oltre i limiti dell'annata. Invertire per una volta il rapporto quantitativo tra Rosso e Brunello avrebbe secondo me giovato al primo e rafforzato ulteriormente valore e prestigio del secondo, ma io sono solo uno scribacchino e di come si manda avanti un'azienda e un comprensorio ammetto di saperne poco o niente.
Paolo De Cristofaro

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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 06 feb 2014 11:19

Paolo reintroduci un tema discusso da un po', almeno "inter nos". Io ero tra quelli che hanno sempre pensato che il disciplinare andasse bene così è basta, più per i pericoli di contaminazione di vitigni peggiorativi che per altro. Ultimamente mi sto un po' ricredendo e comincio a pensare che abbiano ragione quelli che dicono che l'affinamento obbligatorio del brunello sia davvero troppo lungo.
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Re: brunello 2009

Messaggioda Nelle Nuvole » 06 feb 2014 11:32

de magistris ha scritto:
Nelle Nuvole ha scritto:Io ho assaggiato. Sono stata a New York per le ante-anteprime. Il nostro non c'era, ma solo per motivi commerciali, l'importatore sta ancora vendendo il 2008. Il nostro 2009 l'ho riassaggiato proprio oggi, insieme al cantiniere.
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E qui vorrei reiterare che se un produttore serio ci mette la sua faccia, se tira fuori delle bottiglie con scritto in etichetta "Brunello di Montalcino", vuol dire che quel vino si merita di essere definito così. Ci sono annate forti, impegnative che impongono l'attesa. Ci sono annate più pronte, non destinate ad un lungo invecchiamento. Ci sono annate che rappresentano una via di mezzo, in grado di fornire un'immediata piacevolezza, ma anche di continuare un percorso di integrazione verso l'eleganza e la complessità.
Per quel poco che ho assaggiato il 2009 rientra nel secondo esempio che ho fatto, ma non è assolutamente horribilis.

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Grazie per il contributo, Raffa.
Lo sai come la penso su certi meccanismi dell'informazione enoica, specie nell'ultimo periodo, dove ogni cosa sembra dover essere o tutto bianco o tutto nero. Dove si oscilla con rapidità imbarazzante tra la miopia autoreferenziale di chi pensa, tipo certi consorzi, di avere a che fare con una massa di incompetenti, per cui basta dire che è sempre tutto grande per avere effetti virtuosi. E dall'altra nello scetticismo a prescindere di chi ha metabolizzato l'idea che per dimostrarsi capiscitori bisogna sempre criticare, trovare la magagna, segnalare insoddisfazione, e cose così.

Mi vergogno per la banalità della riflessione, ma penso che in ogni sguardo d'insieme su una zona e un'annata ci siano tanti grigi, per cui anche nell'annata difficile c'è sempre chi merita attenzione proprio per la coerenza nella lettura, così come nella presunta grande annata c'è sempre da sfrondare su interpretazioni "di comodo", che aggiungono poco in termini di carattere e riconoscibilità.

Detto questo, ho avuto modo di assaggiare abbastanza in questi mesi e, senza pretese di "sentenze" definitive, mi sembra di poter dire che la 2009 difficilmente potrà emergere come un'annata "importante" per il Brunello. Anzi, già la penso come una sorta di "occasione mancata" per dimostrare che la denominazione è matura e davvero di respiro mondiale.
Per motivi totalmente diversi, come qualità media secondo me siamo dalle parti dei 2005 (forse anche sotto): tanti vini sono già molto evoluti, fragili nella trama, con ricorrenti diluizioni alcoliche e sprovvisti di quella fittezza strutturale e sapida che è lecito e doveroso aspettarsi da un Brunello degno di questo nome.

Va benissimo la chiave di lettura che proponi, e cioè vini da poter godere subito senza tanti pensieri, la condivido. Dopo di che in molti casi c'è proprio poco da godere, non in senso assoluto ma sempre rispetto alle "dotazioni minime" che si cercano in un Brunello. E non posso fare a meno di ri-ragionare sui limiti di un disciplinare che di fatto "obbliga" a sfruttare diciamo in pieno le possibilità di ringiovanimento: i Rosso 2009 erano in generale molto buoni e centrati, in molti casi migliori dei corrispondenti Brunello, e il millesimo probabilmente richiedeva questo tipo di percorso enologico, con vini da proporre prima in commercio, da godere sul frutto come avrebbe detto il furbacchione vigneron francese.

Se invece si ritiene che il disciplinare vada bene così, forse bisognava avere il coraggio di ridurre drasticamente (sempre salvo eccezioni) le partite destinate a fare il percorso di cantina completo da Brunello, portando avanti solo quei sangiovese veramente "con le palle", capaci di andare oltre i limiti dell'annata. Invertire per una volta il rapporto quantitativo tra Rosso e Brunello avrebbe secondo me giovato al primo e rafforzato ulteriormente valore e prestigio del secondo, ma io sono solo uno scribacchino e di come si manda avanti un'azienda e un comprensorio ammetto di saperne poco o niente.


Caro Paolo, hai ragione. Il 2009 è, di nuovo, un'annata in cui si vedrà il manico del Brunello. Cioé il valore e la serietà di un produttore. Al di là di necessità commerciali.
Secondo me, i 2 anni obbligatori di affinamento nel legno vanno bene. Vanno bene quando l'uva è quella giusta, non mezza marcia oppure già cotta. Certo, se hai vigneti piantati in zona vocata, viti di una certa età, è più facile.
Aspetto di riassaggiare per il BB fra qualche settimana e poi al Vinitaly.
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Re: brunello 2009

Messaggioda gp » 06 feb 2014 11:37

Io al contrario di Pippuz sono per "la seconda che ha detto" il de magistris: nelle annate scarse come la 2009, meno Brunello e più Rosso.
Le stime del Consorzio per il 2012 sono queste (non so se c'è già qualche stima sul 2013): 9,2 milioni di bottiglie di Brunello e 4,5 di Rosso di Montalcino. Invertire la proporzione nelle annate scarse sarebbe utile per dare risalto a quelle buone, tipo la 2010. I ringiovanimenti (max 15% di vino di annata diversa) personalmente li lascerei perdere.
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Re: brunello 2009

Messaggioda de magistris » 06 feb 2014 11:45

gp ha scritto:Io al contrario di Pippuz sono per "la seconda che ha detto" il de magistris: nelle annate scarse come la 2009, meno Brunello e più Rosso.
Le stime del Consorzio per il 2012 sono queste (non so se c'è già qualche stima sul 2013): 9,2 milioni di bottiglie di Brunello e 4,5 di Rosso di Montalcino. Invertire la proporzione nelle annate scarse sarebbe utile per dare risalto a quelle buone, tipo la 2010. I ringiovanimenti (max 15% di vino di annata diversa) personalmente li lascerei perdere.


rispetto alle stime iniziali, qualche volta i dati reali vedono un maggiore avvicinamento tra le due categorie, ma anche questo è un elemento su cui riflettere: tanti Rosso sono a tutti gli effetti Brunello declassati, quindi vinificati, maturati, pensati fin dall'inizio come Brunello e non come il "Village" che tanti indicano come possibile omologo.
Se, soprattutto in certe annate come la 2009, determinati vini fossero pensati fin dall'inizio direttamente come Rosso, a mio avviso ci sarebbe un effetto virtuoso come dicevo sia su quei Rosso, sia sui Brunello. E in annate come 2010 o 2004 o 1999 si capirebbe meglio perché può esserci anche il doppio (magari un po' meno) di Brunello rispetto ai rispettivi Rosso. Così, solo per continuare la discussione.
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Re: brunello 2009

Messaggioda andrea » 06 feb 2014 11:59

de magistris ha scritto:Così, solo per continuare la discussione.

Ma anche no... :twisted: :twisted:
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Re: brunello 2009

Messaggioda pippuz » 06 feb 2014 12:09

C'è chi pensa che la lunga sosta obbligatoria in legno "impoverisca" il frutto rendendo il vino troppo scarno, nella maggior parte dei casi.
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Re: brunello 2009

Messaggioda gp » 06 feb 2014 12:16

In realtà quello che serpeggia tra alcuni addetti ai lavori (e un tot di ripetitori) è la riduzione del tempo complessivo di affinamento, non della quota di questo periodo che va passata in legno, che a suo tempo era stata già sostanzialmente ridotta (se non sbaglio partiva da 3 anni e mezzo, da lì è scesa a 2).
Vedi per esempio questo post di Rizzari -- una sorta di fulmine a ciel sereno -- e la discussione che ne è seguita:
http://vino.blogautore.espresso.repubbl ... ontalcino/
Ultima modifica di gp il 06 feb 2014 12:43, modificato 2 volte in totale.
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Re: brunello 2009

Messaggioda de magistris » 06 feb 2014 12:27

pippuz ha scritto:C'è chi pensa che la lunga sosta obbligatoria in legno "impoverisca" il frutto rendendo il vino troppo scarno, nella maggior parte dei casi.


come diceva giustamente Nelle Nuvole, dipende da quali uve e quali vini "obblighi" a fare i quattro anni, di cui due in botte.
Avendo allargato così tanto l'area di produzione, forse non tutte le uve-vini sono adatti a questo percorso.
Aggiungiamoci il profilo climatico abbastanza diverso dell'ultimo decennio e capiamo perché non sono in pochi oggi a mettere l'accento su quelli che magari un tempo erano punti di forza del disciplinare e che oggi rischiano di diventare limiti.
Discussione che probabilmente si azzererebbe o verrebbe fortemente marginalizzata se il Brunello venisse sempre fatto con le vigne migliori e le uve giuste. Ma le cose non stanno semère così, penso siamo tutti d'accordo, e allora la questione resta aperta. Se si assaggiano solo i 20-30 "top" ogni anno, forse il "problema" non emerge, ma quando ne senti 150 insieme purtroppo pesano molto di più una fetta non piccola di Brunello che già all'uscita si rivelano stanchi, sfibrati, scissi.
Ultimo aspetto: si parla finalmente sempre di più della possibilità di zonare, anche solo empiricamente (vedi i recenti articoli di Kerin 'O Keefe e di altri), ma in vini anche molto buoni già in fase secondaria-terziaria all'uscita spesso si disperde (o resta molto più difficile da cogliere) il tratto territoriale.
Insomma, puoi fare tutte le zonazioni che vuoi ma se poi nel bicchiere la maggior parte di chi compra e assaggia non è in grado di distinguere un Brunello di Montosoli da uno di Sant'Angelo (a mio avviso anche per effetto del lungo affinamento), forse vale la pena di pensarci per bene.
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Re: brunello 2009

Messaggioda gp » 06 feb 2014 12:40

de magistris ha scritto:
pippuz ha scritto:C'è chi pensa che la lunga sosta obbligatoria in legno "impoverisca" il frutto rendendo il vino troppo scarno, nella maggior parte dei casi.

come diceva giustamente Nelle Nuvole, dipende da quali uve e quali vini "obblighi" a fare i quattro anni, di cui due in botte.
Avendo allargato così tanto l'area di produzione, forse non tutte le uve-vini sono adatti a questo percorso.
Aggiungiamoci il profilo climatico abbastanza diverso dell'ultimo decennio e capiamo perché non sono in pochi oggi a mettere l'accento su quelli che magari un tempo erano punti di forza del disciplinare e che oggi rischiano di diventare limiti.
Discussione che probabilmente si azzererebbe o verrebbe fortemente marginalizzata se il Brunello venisse sempre fatto con le vigne migliori e le uve giuste. Ma le cose non stanno semère così, penso siamo tutti d'accordo, e allora la questione resta aperta. Se si assaggiano solo i 20-30 "top" ogni anno, forse il "problema" non emerge, ma quando ne senti 150 insieme purtroppo pesano molto di più una fetta non piccola di Brunello che già all'uscita si rivelano stanchi, sfibrati, scissi.

Anche per questo sopra si diceva "più Rosso di Montalcino per tutti", in particolare nelle annate deboli... :D

de magistris ha scritto:Ultimo aspetto: si parla finalmente sempre di più della possibilità di zonare, anche solo empiricamente (vedi i recenti articoli di Kerin 'O Keefe e di altri), ma in vini anche molto buoni già in fase secondaria-terziaria all'uscita spesso si disperde (o resta molto più difficile da cogliere) il tratto territoriale.
Insomma, puoi fare tutte le zonazioni che vuoi ma se poi nel bicchiere la maggior parte di chi compra e assaggia non è in grado di distinguere un Brunello di Montosoli da uno di Sant'Angelo (a mio avviso anche per effetto del lungo affinamento), forse vale la pena di pensarci per bene.

Non legherei così strettamente l'ipotesi della zonazione allo stato attuale della denominazione: a me basterebbe che i migliori Montosoli e i migliori Sant'Angelo fossero chiaramente distinguibili, non che tutti lo fossero.
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Re: brunello 2009

Messaggioda de magistris » 06 feb 2014 13:29

andrea ha scritto:
de magistris ha scritto:Così, solo per continuare la discussione.

Ma anche no... :twisted: :twisted:


fanculo! :mrgreen: :mrgreen: :lol:
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Re: brunello 2009

Messaggioda gp » 06 feb 2014 15:37

In pratica però la ricetta “più Rosso per tutti” si scontra con un ostacolo: se è vero che quasi tutte le aziende fanno solo un Rosso, parecchie invece fanno più di un Brunello, o quantomeno un Brunello e una Riserva. Quindi come ha raccontato qui Nelle Nuvole riguardo all’annata 2009 per la sua azienda, l’annata scarsa in pratica si riflette più sulla riduzione della gamma di Brunelli aziendali che sullo spostamento sostanzioso da Brunello a Rosso (se poi lei ci volesse dare qualche informazione anche su questo aspetto, rispetto all’annata 2009, ci farebbe un bel piacere!).

Questo però nelle annate più sfavorevoli dà origine a vini che non reggono bene ai 4 anni di invecchiamento previsti dal disciplinare, che sono molto più lontani dall’anno scarso previsto dal disciplinare del Rosso di quanto non lo siano dai 5 anni della Riserva che viene saltata. C’è quindi un problema di mentalità: se il Brunello va saltato (o almeno drasticamente selezionato a favore del Rosso) solo in un’annata come la 2002, per dire, mi sembra che non se ne esce. Poi naturalmente c’è sempre chi riesce a fare un buon vino anche nell’annata scarsa, per una serie di ragioni (terroir e età delle vigne come si è detto, magari anche selezione a monte delle uve migliori): ma questa minoranza si può permettere scelte che non devono essere copiate dalla maggioranza che non può, mettendo a rischio la reputazione di tutta la denominazione (e tenendo sotto costante pressione il disciplinare).

Lo stesso concetto di Brunello da bere presto o addirittura subito, come alcuni hanno già detto a proposito del 2009, quando non è un eufemismo per dire "Brunello/Rossello che si sarebbe dovuto bere quando era in affinamento", è un po' un ossimoro (tipo "sole freddo", per intenderci): come categoria, il Brunello è un vino da invecchiamento. Oltretutto, se anche questo dovesse succedere -- ci sono annate promettenti all'inizio dell'invecchiamento che alla fine deludono -- non basterebbe segnalarlo qua e là a voce, ci vorrebbe un segnale tangibile di mercato come un prezzo più basso rispetto all'annata "regolare", alla francese.
gp

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