ZEL WINE ha scritto:Le chiacchiere stanno a zero, rispetto a questo concetto:
Se una cantina ha optato per una distribuzione dei propri podotti con la vendita diretta fa un po' come crede, chi ha scelto per una distribuzione "tradizionale" di filiera rispettera' economicamente la stessa.
Lapalissiano
ZEL WINE ha scritto:Il commercio non e' un entità astratta, una zona paludosa e priva di regole,tutt'altro.
Loso, anche troppe, anzi decisamente troppe. Io sarei per vietare poche cose e lasciare la libera iniziativa su tutto il resto invece di stabilire cosa si deve fare e come.
ZEL WINE ha scritto:Sacrosanto il diritto del consumatore,poi, di scegliere dove rivolgersi per acquistare i propri prodotti.
Esatto. Però siamo ancora troppo poco consapevoli dei nostri diritti e poco orgogliosi del fatto che tutti gli altri esistono grazie a noi, non il contrario.
ZEL WINE ha scritto:Il tuo approccio al vino lo trovo un po' sterile, se lo basi, da quello che scrivi sulla discriminante della scelta distributiva del produttore che fino a prova contraria ne ha il diritto in quanto possessore dello stesso.
Il fatto che la tua visione di giustezza ti porti addirittura a farne una crociata personale mi crea qualche disagio sinceramente.
Crociata personale?

Hai frainteso. Il passaparola è la miglior pubblicità positiva/negativa che ci possa essere. Se un conoscente mi chiede: come sono i vini di tizio? Magari tizio fa ottimi vini ma in cantina li fa pagare come in enoteca, gli rispondo: ottimi ma non comprare in cantina, paghi di più, se puoi scegliere non andare proprio in cantina da lui, evidentemente non gradisce le visite e la vendita diretta (altrimenti avrebbe un'altra politica commerciale).
Il cliuente quando giudica, per definizione, non sbaglia: il suo giudizio è sovrano ed incriticabile, sono i suoi soldi ne fa quello ceh vuole ed ha diritto di criticare (nei limiti della legge e se possibile della buona educazione ma qui già si pretende troppo

). Il cliente quando giudica "fa il mercato" ed il mercato di per sè non è né giusto, né sbagliato: semplicemente "è".
ZEL WINE ha scritto:Basterebbe avere l'onesta intellettuale di accettare chi fa scelte diversa dalla propria visione delle cose, perche' fino a quando ci si muove con onesta' ,serietà,cortesia i propri prodotti credo sia ancora possibile venderli dove,come e a quanto si voglia.
Ci mancherebbe altro: sottoscrivo in pieno. Con una piccola postilla: tutti questi diritti del produttore/commerciante, sono carta igienica nei cessi pubblici se prima non scriviamo a caratteri cubitali che il cliente ne ha sempre più di lui. Viene sempre prima, che piaccia o no.