Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

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Francvino
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Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 03:20

Qualche impressione rilevata da un assaggio al volo di Tre Bicchieri 2014 alla Città del Gusto, senza nessun appunto preso, tra una risata e una battuta, senza nessuna velleità di esser "credibile" in quanto scritto.

Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2012 Favaro: agrumi, erbe montane, freschezza da tutti i pori. Vien subito di portarlo alla bocca. Sale, succo, acidità. È prensile, s'attacca al palato, non lo molla ma non lo appesantisce. Anzi, sprizza una levità impressionante che rimane nel ricordo per minuti. Super! 92+

Herzu 2011 E.Germano: naso bellissimo con il registro del pompelmo, tocchi lieviemente affumicati (non da legno), registro esotico presente ma non spinto. La bocca è più larga che profonda, appaga, mi convince ma senza le vibrazioni che il 2010, qualche minuto prima a pranzo, mi aveva regalato. 90

Barolo Monvigliero 2009 Fratelli Alessandria: mi piace molto lo stile degli Alessandria, moderni nel nitore aromatico eppur conservatori nel tannino, frutto goloso al palato senza rinunciare a tratti di austerità, vino bello come un fiore appena schiuso eppur il pensiero ti dice che tra qualche anno sarà ancora lì, bello più di oggi. 92++

Barbaresco Rabajà '10 Giuseppe Cortese: uno degli assaggi della giornata. Naso meraviglioso, seducente nel ricordo di rosa, un tocco di camino acceso, speziatura levissima. Bocca impressionante per accellerazione senza perdere un solo tratto della bellezza aromatica. Tannino dalla trama di rara finezza. Lo voglio! 93 ma anche 94 per l'emozione instillata.

Barolo Bussia '09 Fenocchio: tanto femminile e aggraziato il Rabajà tanto mascolino il Bussia. Ma senza eccessi: naso più scuro, un tocco di prugna, la vena radicosa che non si fa mai vegetalità, il mazzetto di fiori secchi. Attacco perfetto, sviluppo e finale segnati da solidissimo impianto tannico dove le percezioni nasali si ampliano e stratificano. Nerbo e precisione. Comprare. 92-

Langhe Nebbiolo Costa Russi '10 Gaja: spezie, tratti affumicati, poi la rosa nebbiolesca. Bocca salda, segnata da un tannino ancora esposto ma capace di rientrare. Un profilo un po' tecnico e freddo se paragonato agli altri due. Uno squaletto che naviga baldanzoso. 90

Barolo Arborina '09 Altare: assaggio un po' distratto. Il legno si sente, il tannino è un po' violento. Non proprio convincente ma neanche deludente. Gli concedo un po' di tempo ma sono scettico sulla sua reale grandezza. 88

Barolo Liste '08 Borgogno: mi è piaciuto, e anche parecchio. Classicheggiante al massimo livello, come un tessuto in tweed in uno dei locali che si affacciano sulla londinese Savile Row. Ha eleganza, portamento, giusto tratto austero senza impuntature tanniche e smagliature alcoliche. Un bicchiere davanti al camino, aspettando un piatto di cacciagione: la felicità. 92+

Barolo Ca' Mia '09 Brovia: condivide con il Monprivato il suo giocare in sottrazione tutto finezza olfattive, verticalità vertiginosa che fa urlare il palato come quando si affronta la più terribile delle discese delle montagne russe. Ma mi convince, ha un finale "salmastro e arso" delicatissimo, che si spegne dopo minuti mettendo in mostra tutta la raffinatezza tannica. 93-

Roero Mompissano Riserva '10 Cascina Ca' Rossa: molto floreale, speziato, un tocco evidente di fragola. Al di là del Tanaro è più difficile giocare di finezza, si punta sul registro goloso. Scorre, non ha intralci tannici. 89

Barolo Massara '08 Castello di Verduno: è una mia debolezza, mi piace da matti questo stile di Barolo rarefatto nel registro aromatico, tutto sfumature floreali e rosa appassita, e compiuto nella setosità dei tannini. Un Barolo da bere piano, per coglierne le carezze; schiaffi non è capace di darne. 91

Camp Gros Martinenga '09 Marchesi di Gresy: uno dei modernisti più convincenti per equilibrio, baldanza palatale senza sfrontatezze, tratti infiltranti senza mai scoprire il lato alcolico. Ai suma (ci siamo). 91-

Barolo Vigna del Gris '09 Conterno Fantino: qui invece non ci siamo. Non so se non ero in vena io, o la bottiglia. O la fase evolutiva. So solo che lo smalto prevaleva sulle note di legna arsa e rosa e il tannino era inutilmente aggressivo, con quell'asciuttezza che ti dice che ne ha assorbito troppo dalla barrique. Mah. 80

Barolo Le Rocche del Falletto '07 Giacosa: fragolina giacosiana di una golosità incredibile si stagliava su di tratti di rosa, erbette aromatiche, un refolo di frutti chiari. Palato risolto, liscio e lunghissimo: un tappeto di velluto rosso dove far danzare le papille gustative. Temo, ma è solo un pensiero lontano, che non abbia il fiato per regger decenni. Nel caso rileggetevi Lorenzo il Magnifico e godetene subito. 94

Barolo Gavarini Chiniera '09 (magnum) Elio Grasso: esuberante, pieno, con un naso "boost" senza pungenze smaltate ma tanti fiori e un tocco fruttato scuro e un tannino da knock out tanto era possente, abbondante, mastodontico. "Qui comando io!" diceva con voce tonitruante. Ma, dietro quella severità, c'è un vino buono per davvero. 92

Barbaresco Rombone '09 Fiorenzo Nada: un tratto scuro, una leggera dolcezza alcolica, le spezie dolci. Non ha la finezza di tanti conterranei ma non è, nel suo modernismo spiccato, malaccio. Lo immagino su una fumante finanziera, in una sera d'inverno con oltre la porta una nebbia che va formando goccioline ovunque. Vi scalderà (anche perché, come detto, non è tenero dal lato alcolico). 90-

Carema Ris.Etichetta Bianca '09 Produttori di Carema: ah, che bontà! Che beva complessa eppur eterea, lunghissima nella suplesse d'un palato che galleggia su d'un tannino appena accennato tra saette al sapor di radici, scorzetta d'arancia, un tocco di genziana ed altre erbe amaricanti! Picotendro, mi amor! 92 (e che rammarico aver saltato quello di Ferrando!).

Barolo Rocche di Castiglione '09 Oddero: assaggio inquinato dalle chiacchiere quindi distratto. Mi è sembrato un Barolo di nerbo, caratteriale, austero. Uno stile classico intramontabile, di quelli che ti fanno amare le Langhe, il Barolo e ogni singolo grappolo di nebbiolo cresciuto tra Castiglione Falletto.

Barolo Villero '06 Vietti: è la seconda volta che mi folgora dopo il 2004 di due anni fa. Mammamia che vino! Rientra proprio appieno nelle mie corde per la nobiltà di ogni sfumatura aromatica (d'impianto prettamente classico con una rosa da manuale) e un palato tridimensionale, avvolgente eppur crocchiante di tannino ordito in una trama fittissima. Passano minuti prima che il sorso si spegne, emanando le ultime scintille. 96

Tenuta di Valgiano '10 Valgiano: grinta, forza misurata, carattere indomabile. Buonerrimo. 92

Sassicaia '10 Tenuta San Guido: il Sassicaia che non ti aspetti, quello che butta nel fango il suo tradizionale fioretto, le movenze da damerino, l'impalpabilità della seta dei suoi abiti per gettarsi tra la mischia con la baionetta tra i denti. Il problema? Deve coprire un frutto che scopre una punta di calore. La soluzione? Una bocca dalla grinta profonda, con qualche esibizione muscolina e un finale di forza. Questa ricchezza mi era parsa di sentirla solo nel '98. Però, allora, il frutto era molto più integro. Un Sassi meno longevo del solito? Macchisenefrega, ora è buono per davvero. 93-

Brunello di Montalcino Riserva '07 Poggio di Sotto: sinché ci saranno vini come il PdS Ris.'07 le ragioni del nebbiolo non avranno mai il via libera definitivo dalla commissione che deve giudicare se quest'ultimo sia davvero il miglior vitigno italico. Vino portentoso per trama, frutto, eleganza e compiutezza. 97

Brunello di Montalcino Riserva '07 Biondi Santi: il lato oscuro della forza: selvatico, scontroso, irrisolto, irrisolvibile? Non so. Non mi stupirei se tra qualche anno dovvessi trovarmi a tesserne le lodi e a battermi il petto per non averne capito la grandezza. Oggi come oggi è solo il fratello dal carattere torvo e ombroso rispetto ai fulgidi di Ris'04 e Ris.'06. 88

Cervaro della Sala '11: legno e agrumi, in naso e al palato. Buona progressione. Vino di una noia ferale. Ma, nel suo stile, è fatto bene. 87

Paleo '10 Le Macchiole: bello e deciso l'attacco, contenuta la vegetalità, ricco e stratificato il finale. Mi è piaciuto ma non mi scalda il cuore. 90.

Grattamacco '10 Poderi Grattamacco: continuo a ritenerlo il Bolgheri migliori insieme al Sassi. E rispetto al Sassi, in un'annata difficile come la '10, riesce a regalare una finezza e uno spirito bordolese davvero encomibile, rigoroso nello sviluppo quanto tenero e risolto nell'adorabile scorrevolezza del sorso. 93 (si, più del Sassi).

Veneroso '10 Tenuta di Ghizzano: ben fatto, buon carattere, ha succo e discreta profondità. Bellino, ino, ino. Nulla più. 90-

Fontalloro '10 Felsina: un ricordo sfuocato, c'è la violetta, c'è il sangiovese, c'è un palato così così, probabilmente sfuocato. SV per non penalizzarlo ma l'impressione è che mi fosse piaciuto da 88/89 punti max.

Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+

Sabbie di Sopra il Bosco '11 Nanni Copé : un vino tutto giocato sul registro della finezza e della sottrazione. Specie sul legno, ora ben registrato. Ma c'è un non so che non me lo fa amare più di tanto. Cosa sarà? Una trama leggermente troppo marcatamente floreal/vegetale? Una speziatura non compiuta? Mumble mumble.... 90-

Val Venosta Riesling '12 Falkenstein: un compitino facile facile che scivola via, senza colpo ferire. 88+

Valle Isarco Riesling Kaiton '12 Kuenhof P.Pliger: questo è buono, per la miseria! Carattere, forza senza brutalità, pompelmo e sale. Avanti! 91

Eichhorn '12 Manincor: quel finesse! Ti viene da inchinarti ossequioso davanti alla postura regale di questo magnifico pinot bianco. Giù il cappello. 93-

A.A. Sirmian Pinot Bianco '12 Nals Magré: bianco dell'anno? È buono, ha eleganza fruttata, un sapore che si dispiega bene al palato, una cremosità di fondo che si sposa con l'armonia gustativa. Bianco dell'anno dicevamo? Per me no. Eichhorn non lo vede neanche col binocolo. E neanche quello che segue. Però Tre bicchieri meritati, convinti. 90+

Terlano Pinot Bianco Vorberg Riserva '10 Terlano: leggermente più esile, specie nell'espressione olfattiva rispetto all'Eichhorn. Ma di una compostezza e una raffinatezza che tocca vertici altissimi. Mi ricorda, per certi versi, la classe dei migliori Villa Bucci. Chi ama il vino rarefatto, suggestivo e sfumato non può assolutamente perderlo. 93+

AA Pinot Bianco '12 Niedrist: saporito, composto, ben pettinato. Ma che grazioso bimbetto! Bello e bravo. 90

Feldmarschall von Fenner zu Fennberg '11 Tiefenbrunner: non amo molto il timbro floreal/vegetale del müller thurgau anche se qui è smussato grazie a una bocca di notevole progressione e grip. Ben fatto, ne convengo. Ne bevo anche un paio di bicchieri ma resto freddo, algido come lui e il clima che respira ai 1000 metri di quota del vigneto. 90

Val Venosta Pinot Bianco '12 Castel Juval: in perfetto stile Aurich: rigoroso nell'espressione varietale ma godibilissimo nell'approccio palatale, regala soddisfazioni e polpa di frutti bianchi. Bel bicchiere. 91-

Nussbaumer '12 Termeno: inebriante che già una snasata basta, figuriamoci un bicchiere. Sono in una fase "M (abbasso) il Gewürz" ma riconosco che per trama cremosa (indotta dal notevole residuo zuccherino) e integrità aromatica il Nussbaumer resta il campione indiscusso della tipologia. 90

Terre Alte '11 Felluga: bellino senz'anima. 87

Monte Alto '11 Ca'Rugate: mi aspettavo qualcosa di più. Bella l'integrità fruttata e lo sviluppo viaggia....si, si, per carità, ne ho assaggiati di peggiori. 89

Soave Classico Campo Vulcano '12 I Campi: mi son sempre chiesto cosa ci si troverà di tanto buono in questo vino slavato, non certo lunghissimo, non certo raffinatissimo. Per me resta un mistero ma sono propenso a pensare che sono io che non lo capisco. Sono disposto a riconoscergli il fatto che ha una beva scorrevole. Poi? Cos'altro? Illuminatemi voi che io non ci arrivo. 82

Soave Classico Le Bine di Costìola '11 Tamellini: questo è Soave porca l'oca! Frutta bianca, erbette, mineralità di fondo. Beva bellissima, palato sedotto, finale che reclama un altro goccio. Buonissimo. 92

Etna Bianco A'Puddara '11 Tenuta di Fessina: continua la mia storia d'amore con questo bianco agrumatissimo, salino, dal sapore che penentra nelle papille e arriva dritto al cuore. 92+

Chambave Muscat Flétri 2011 Le Vrille: pienamente dolce, aromatico, con elettrica tensione acida di sottofondo che ne ricorda la matrice montana. Un gran bel passito, da terminare la bottiglia e addormentarsi sereni. 92-

Moscato Rosa '11 Haas: petali di rosa, una punta di vegetale, speziatura e fragoloni; dolcezza un po' greve un po' grezza. Non ne sento il bisogno. 85

Serenade Moscato Giallo Passito '10 Cantina Caldaro: un fuoco d'artificio che invece che fendere la notte disegna cascate di scintille aromatiche al palato. M.E.R.A.V.I.G.L.I.O.S.O. (se amate i vini dalla dolcezza pronunciata). 93

per adesso basta. Continuo domani con Abruzzo, Campania, Liguria e il mitico ES!
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alì65
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda alì65 » 20 ott 2013 07:44

per fortuna che non ti eri segnato nulla!!!! belle note...

ti piace prendere cazzotti dal tannino nebbiolesco!!! :D
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Francvino
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 08:34

Tresinus '12 Sangiovanni: l'etichetta riporta una vigna affacciata su di un mare blu in una giornata di sole. E proprio al sole e ai frutti estivi fa pensare questo Fiano atipicissimo che attinge a larghezze mediterranee per comporre la sua cifra espressiva, placida, sorniona, piena di sapore. 90-

Fiano '12 Pietracupa: è una vergogna. Solo in una nazione come la nostra si può permettere un tale scempio. Ma con che coraggio i legislatori ancora permettono a Sabino Loffredo di far uscire così presto i suoi vini? Vietarglielo. Bisogna vietarglielo. Ovviamente si, scherza. Tutta questa boutade per dire che il vino è adesso in fase embrionale ma ha tutta la timbrica vibrante del grande fiano tra mineralità, toni fumé, frutti acerbi. Tra qualche anno, quando il giovanotto si sarà fatto uomo, sarà una meraviglia ancor più compiuta. 92-

Il Caberlot '10 Podere Il Carnasciale (magnum): cacchio che buono! Tempra d'acciaio, incisività del sorso, erbette, mora e un finale maturo, retto da un nerbo profondissimo. 92

U Baccan '11 Bruna: non mi piace quella sua tipica nota olfattiva, tra trementina ed elastico. Forse, a ben scavare, potrebbe tramutarsi in rosmarino, in sentori di ostrica e Dio sa cos'altro. Forse. Non per me. Bella la bocca, tesa e soffice al tempo stesso. 80

Cinque Terre '12 "Possa" Samuele Heydi Bonanini: già faccio fatica con i vini macerati (anche se qui la permanenza sulle bucce dev'esser ridotta), se poi sono anche ossidati (pasta di mandorle) proprio non ci arrivo. Capisco che qualcuno possa trovare affascinante questo modo di fare vino in un luogo magico, da veri vignaioli eroici. Onore anche all'azienda che s'impegna e non poco, immagino. Le bottiglie sono rare, ve le lascio tutte a voi che le apprezzate, cari amici. <80.

Pigato '12 Maria Donata Bianchi: un bianco molto gradevole, estivo, composto, dai tratti eleganti nei tocchi di erbe aromatiche e fiori. Scorrevolissimo, un po' esile ma varietale e di buon temperamento. 89

Lambrusco di Sorbara Rimosso '12 Cantina della Volta: violaceo, gran carattere e fruttuosità nitida, boccia gastronomica da spolverare su di un piatto di salumi nello stesso tempo in cui Usain Bolt compie i 100 metri piani. Ci sta. 90

Vigna del Cristo '12 Cavicchioli: mi ha detto poco, sia intermini di frutto che in termini di nerbo acido (che pur non manca). Forse gli manca un po' di sapore e tra i tre Sorbara assaggiato mi pare il più debole da questo punto di vista. 87-

Lambrusco del Fondatore '12 Chiarli: mi piace di più anche se non rinuncia a quella fragolina bon bon che poi, a ben vedere, è un marchio di fabbrica di Anselmo Chiarli. Meglio la bocca, dove il frutto si fa goloso, l'acidità spinge e i lieviti danno "peso" palatale in un contesto di beva compulsiva. Alla fine, come sempre, mi conquista. 90-

Gioia del Colle Primitivo Etichetta Rossa '11 Plantamura: si può giocare in sottrazione con un primitivo? Domanda retorica ma da Plantamura, grazie alle piante giovani e all'uso di solo acciaio danno un vino di alcol contenuto (appena 14°, forse qualcosa in più ma non troppo), pieni rimandi di prugna, tabacco, erbe fini e spezie. Un vino davvero gioioso: da un lato perché descrive con lingua chiara il proprio territorio ossia Gioia del Colle, dall'altro reca una solarità mediterranea che scalda e dirada la nebbia dei giorni sbagliati. 90

Es '11 Fino: migliaia di parole sono state spese per questo vino estremo, da primitivo di Manduria (ben diverso da quello di Gioia): naso totalizzante tra carrube, sciroppo di more e frutti neri, un tratto di "cioccolatoso" che poi vira verso la tipica timbrica speziata, qui addolcita dalla componente alcolica che "incendia" i profumi. Palato cremoso, lunghissimo, dall'architettura solidissima. Un vino mediterraneo per eccellenza, da clima torrido, cicale frinanti, alla ricerca d'un riparo all'ombra d'un muro d'orto. Capisco le istanze di chi lo odia. Capisco ancor più chi lo ama alla follia. A me piace. Ma non lo userei per pasteggiare, ne per rinfrescarmi. Lo stapperei in pieno inverno per riportare nella stanza il calore di quei giorni d'estate. 92
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 08:49

alì65 ha scritto:per fortuna che non ti eri segnato nulla!!!! belle note...

ti piace prendere cazzotti dal tannino nebbiolesco!!! :D



Grazie. Non ho preso un singolo appunto ma, rispetto allo scorso anno mi sono aiutato: ho fotografato ogni singola bottiglia assaggiata.
Infatti trovo quella del Chianti Classico Castello di Monsanto che non mi ha convinto per nulla ma non ho le parole per dire perché.
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda il chiaro » 20 ott 2013 09:05

Francvino ha scritto:Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+


Questo mi Interessa molto.
Conosci il resto della produzione? Ho solo un paio di fugaci assaggi un paio (?) di anni fa e sono sempre sul punto di chiamare per una visita, ma poi ho sempre mille imprevisti.

Niente monprivato?
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda gabriele succi » 20 ott 2013 09:12

Grazie Franc!
Belle note...
Anche un orologio rotto, due volte al giorno segna l'ora precisa (Anonimo)
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda diamonddave » 20 ott 2013 09:16

Belle note davvero.
... per intenderci: la differenza fra me ed un sommelier è la stessa che passa fra un porno attore ed un ginecologo. © diamonddave 8)
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda vignadelmar » 20 ott 2013 09:28

Francvino ha scritto:

Es '11 Fino: migliaia di parole sono state spese per questo vino estremo, da primitivo di Manduria (ben diverso da quello di Gioia): naso totalizzante tra carrube, sciroppo di more e frutti neri, un tratto di "cioccolatoso" che poi vira verso la tipica timbrica speziata, qui addolcita dalla componente alcolica che "incendia" i profumi. Palato cremoso, lunghissimo, dall'architettura solidissima. Un vino mediterraneo per eccellenza, da clima torrido, cicale frinanti, alla ricerca d'un riparo all'ombra d'un muro d'orto. Capisco le istanze di chi lo odia. Capisco ancor più chi lo ama alla follia. A me piace. Ma non lo userei per pasteggiare, ne per rinfrescarmi. Lo stapperei in pieno inverno per riportare nella stanza il calore di quei giorni d'estate. 92


Addirittura scomodare Montale....... :wink: :P

Condivido quasi tutto. Il quasi è riferito alla presunta non abbinabilita con il cibo. Mai avuto questi problemi, se non con piatti particolarmente delicati. Ma poi, mangiando, quante volte ce ne freghiamo dell'abbinamento?

Ciao

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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda zampaflex » 20 ott 2013 09:29

Belle note, e mi fa piacere che tu abbia trovato così buoni alcuni vini snobbati qui dentro, come Eichhorn, Vorberg, Serenade, Pietracupa, Es.
Riprende forza la battaglia antipolarizzazione del gusto :D
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Kalosartipos » 20 ott 2013 09:32

zampaflex ha scritto:Belle note, e mi fa piacere che tu abbia trovato così buoni alcuni vini snobbati qui dentro, come Es.

Stai a scherza'? :lol:
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda vignadelmar » 20 ott 2013 09:37

Inoltre il mai tanto bistrattato Caberlot, che tante palate di forumistica m@@@a si è meritato in passato, sembra uscirne piuttosto bene.
Non è che alcuni criticoni ancora non l'hanno bevuto?
.
Ciao

.
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda zampaflex » 20 ott 2013 10:01

Kalosartipos ha scritto:
zampaflex ha scritto:Belle note, e mi fa piacere che tu abbia trovato così buoni alcuni vini snobbati qui dentro, come Es.

Stai a scherza'? :lol:


3 su 10 lo idolatrano, 7 su 10 lo detestano. Più o meno. O no? :wink:
Per conto mio, Es '11 provato allo scorso vinitaly, molto buono e superiore al vituperato '10 (che in confronto sembra un palazzo terremotato).
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Andyele » 20 ott 2013 10:10

Grazie per le precise e complete note!

Le leggerò con cura appena ho un po' di tempo.

Il Caberlot, che ho sempre assaggiato da giovane, a me non dispiace come vino, quel poco che riesco a percepire sotto il legno intendo. :D
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda vinogodi » 20 ott 2013 10:12

vignadelmar ha scritto:Inoltre il mai tanto bistrattato Caberlot, che tante palate di forumistica m@@@a si è meritato in passato, sembra uscirne piuttosto bene.
Non è che alcuni criticoni ancora non l'hanno bevuto?
.
Ciao

.
..tutti gli anni alla presentazione di Heres, per almeno una mezza dozzina di occasioni. Non mi ha mai convinto pur riconoscendogli grande attrattiva per chi ama il "gusto internazionale". Dato il costo delle magnum, ho quindi pensato bene di gestire meglio le (scarse) risorse economiche disponibili alle buone bevute. Forse è proprio questo l'errore, non approfondire in privato e limitarsi alla degustazione pubblica mai totalmente veritiera... mò guardo... 8)
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Andyele » 20 ott 2013 10:17

vinogodi ha scritto:
vignadelmar ha scritto:Inoltre il mai tanto bistrattato Caberlot, che tante palate di forumistica m@@@a si è meritato in passato, sembra uscirne piuttosto bene.
Non è che alcuni criticoni ancora non l'hanno bevuto?
.
Ciao

.
..tutti gli anni alla presentazione di Heres, per almeno una mezza dozzina di occasioni. Non mi ha mai convinto pur riconoscendogli grande attrattiva per chi ama il "gusto internazionale". Dato il costo delle magnum, ho quindi pensato bene di gestire meglio le (scarse) risorse economiche disponibili alle buone bevute. Forse è proprio questo l'errore, non approfondire in privato e limitarsi alla degustazione pubblica mai totalmente veritiera... mò guardo... 8)


Concordo, sarei curioso infatti di assaggiarlo con un po' di anni sulle spalle, per sentire l'effetto che fa.
alì65
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda alì65 » 20 ott 2013 10:18

vinogodi ha scritto:
vignadelmar ha scritto:Inoltre il mai tanto bistrattato Caberlot, che tante palate di forumistica m@@@a si è meritato in passato, sembra uscirne piuttosto bene.
Non è che alcuni criticoni ancora non l'hanno bevuto?
.
Ciao

.
..tutti gli anni alla presentazione di Heres, per almeno una mezza dozzina di occasioni. Non mi ha mai convinto pur riconoscendogli grande attrattiva per chi ama il "gusto internazionale". Dato il costo delle magnum, ho quindi pensato bene di gestire meglio le (scarse) risorse economiche disponibili alle buone bevute. Forse è proprio questo l'errore, non approfondire in privato e limitarsi alla degustazione pubblica mai totalmente veritiera... mò guardo... 8)


sei troppo buono con Caberlot, è il classico vino "inutile", come ce ne sono tanti e molto meno costosi..
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Smarco » 20 ott 2013 10:26

Il punteggio più basso vigna del gris... in effetti non ha entusiasmato neanche me quando l ho bevuto, il sori ginestra è decisamente meglio.
Sul runcot di elio grasso sono pienamente d'accordo, molto aggressivo forse un po' troppo per i miei gusti preferisco sempre gli altri baroli che fanno ma quando sono andato in cantina hanno detto che non ne avevano più nemmeno per fare gli assaggi
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Mike76 » 20 ott 2013 11:00

Un applauso a Francvino per le note!
Impressionanti.. :shock:
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda vinogodi » 20 ott 2013 11:51

Mike76 ha scritto:Un applauso a Francvino per le note!
Impressionanti.. :shock:
...secondo me era ancora un pò provato dalle decine di assaggi ravvicinati.. :lol:
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 15:05

il chiaro ha scritto:
Francvino ha scritto:Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+


Questo mi Interessa molto.
Conosci il resto della produzione? Ho solo un paio di fugaci assaggi un paio (?) di anni fa e sono sempre sul punto di chiamare per una visita, ma poi ho sempre mille imprevisti.

Niente monprivato?



A me i vini di Duemani piacciono molto. Hanno un limite, specie per i due più ambiziosi (l'altro è un ottimo Cabernet Franc che si chiama come l'azienda), nel prezzo.
Ma la tiratura è limitata, il vino c'è, la confezione e l'immagine molto curata. Questo per dire che sono vini costosi, non cari.
Sotto questo profilo sono più approcciabili i giovincelli di casa, Altrovino e Cifra. Il primo è una taglio paritario di merlot e cabernet franc cha ha importanza strutturale ma approccio più leggero, beva complessa e buon impianto fruttato senza rinunciare alla profondità. Il Cifra è Franc affinato solo in cemento, scorrevole e gustoso, costa il giusto (pur sempre decisamente più di un qualsiasi base) e rende una precisa idea dello stile aziendale.
A me pare una bella azienda, tutta gestita in biodinamica (certificata Demeter), senza un minimo inquinamento dei profili aromatici, lustri come le cromature di una Rolls Royce. :D
La tradizione è la custodia del fuoco, non l'adorazione della cenere. [Gustav Mahler]
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda il chiaro » 20 ott 2013 16:36

Francvino ha scritto:
il chiaro ha scritto:
Francvino ha scritto:Suisassi '10 Duemani: Luca d'Attoma dovrebbe cambiargli nome: schiacciasassi. Vino di forza devastante, con una speziatura abbacinante e un finale che danza come Alì dopo aver atterrato i suoi nemici di ring. 92+


Questo mi Interessa molto.
Conosci il resto della produzione? Ho solo un paio di fugaci assaggi un paio (?) di anni fa e sono sempre sul punto di chiamare per una visita, ma poi ho sempre mille imprevisti.

Niente monprivato?



A me i vini di Duemani piacciono molto. Hanno un limite, specie per i due più ambiziosi (l'altro è un ottimo Cabernet Franc che si chiama come l'azienda), nel prezzo.
Ma la tiratura è limitata, il vino c'è, la confezione e l'immagine molto curata. Questo per dire che sono vini costosi, non cari.
Sotto questo profilo sono più approcciabili i giovincelli di casa, Altrovino e Cifra. Il primo è una taglio paritario di merlot e cabernet franc cha ha importanza strutturale ma approccio più leggero, beva complessa e buon impianto fruttato senza rinunciare alla profondità. Il Cifra è Franc affinato solo in cemento, scorrevole e gustoso, costa il giusto (pur sempre decisamente più di un qualsiasi base) e rende una precisa idea dello stile aziendale.
A me pare una bella azienda, tutta gestita in biodinamica (certificata Demeter), senza un minimo inquinamento dei profili aromatici, lustri come le cromature di una Rolls Royce. :D


Toccherà farci un giro.
Grazie.
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda gp » 20 ott 2013 19:25

gabriele succi ha scritto:Grazie Franc!
Belle note...

Concordo! Complimenti anche per la memoria di ferro.

Tuttavia... trovo alcune lacune inspiegabili.
C'è un tipologia che per la guida è il miglior rosso di Lombardia. Non potevi fare uno... sfursètt e assaggiare uno di quei tre? Magari all'inizio, prima dei bianchi, tanto sono vini sottili ed eleganti che non stancano assolutamente la bocca!
Poi: un minimo di riconoscenza per la regione che per un giorno ti ha ospitato potevi dimostrarla, tantopiù che nel Lazio alberga una delle pochissime aziende pluripremiate della guida (cioè, non proprio nel Lazio, però le uve possono viaggiare. nel bene e nel male). Tra l'altro, se ti appropinquavi al banchetto dei vini Falesco, avresti avuto la gioia di sentirti rivolgere la domanda che tutti gli appassionati sognano: "bianco o rosso"? :lol:
Ultima modifica di gp il 21 ott 2013 10:48, modificato 1 volta in totale.
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 19:39

gp ha scritto:
gabriele succi ha scritto:Grazie Franc!
Belle note...

Concordo! Complimenti anche per la memoria di ferro.


Faccio una cura a base di fosforo qualche giorno prima. Altrimenti non potrei. :oops:
gp ha scritto:Tuttavia... trovo alcune lacune inspiegabili.
C'è un tipologia che per la guida è il miglior rosso di Lombardia. Non potevi fare uno... sfursét e assaggiare uno di quei tre? Magari all'inizio, prima dei bianchi, tanto sono vini sottili ed eleganti che non stancano assolutamente la bocca!
Poi: un minimo di riconoscenza per la regione che per un giorno ti ha ospitato potevi dimostrarlo, tantopiù che nel Lazio alberga una delle pochissime aziende pluripremiate della guida (cioè, non proprio nel Lazio, però le uve possono viaggiare. nel bene e nel male). Tra l'altro, se ti appropinquavi al banchetto dei vini Falesco, avresti avuto la gioia di sentirti rivolgere la domanda che tutti gli appassionati sognano: "bianco o rosso"? :lol:


Oggi sei in splendida forma GP, tonificato dalla lotta all'ultimo insulto con Wineduck.
Caustico ma con garbo. Ovviamente io non me la prendo, non ci vedo ironia nei miei confronti. E anche fosse...
però val la pena spiegare perché ho queste lacune da te evidenziate: gli istintivi assaggiano solo le loro curiosità mentre i razionali si segnano prima cosa assaggiare e seguono pedissequamente la loro lista. Io, in questi casi, appartengo alla prima categoria.
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda nebbiolone » 20 ott 2013 19:47

hai saltato i barbaresco 2010 per scelta o proprio non c'erano?
tanti baroli 09...
Per Quelli quelli fatti in titanio …prima si paga poi si spedisce sempre il lunedì dopo…

NB consiglio di scrivermi con messaggio privato
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Re: Tre Bicchieri 2014. L'assaggio alla Città del Gusto di Roma.

Messaggioda Francvino » 20 ott 2013 20:05

nebbiolone ha scritto:hai saltato i barbaresco 2010 per scelta o proprio non c'erano?
tanti baroli 09...


Beh, non è che ce siano così tanti premiati: solo 6.
Sottimano, Bruno Rocca e Ca' del Baio non mi attizzavano (come ho detto ho agito sotto effetto dell'istinto e non della razionalità).
L'unico di cui mi sono pentito a freddo è Cantina del Glicine ma non sono sicuro ci fosse (anche se penso di si).
Crichët Pajé ovviamente non c'era così come Monfortino, Bartolo Mascarello, Monprivato. E credo pure i Dardi e le Rose altrimenti l'avrei assaggiato.
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