Ieri pomeriggio tappa alla degustazione
Officine Vino organizzata dal F.A.I. presso la Villa dei Vescovi di Luvigliano, sui Colli Euganei. Presente una rappresentanza nutrita di produttori locali, più una dozzina di "ospiti" da altre zone d'Italia.
Tre le aziende dalle quali ho ricevuto le migliori impressioni complessive:
Petrussa Buono lo schioppettino di Prepotto 2010, superpunteggiato da L'Espresso, vino non immediato che ha bisogno di qualche minuto nel bicchiere per dar sfogo ad una speziatura complessa, in cui non c'è soltanto il classico pepe, con supporto acido notevole; non uno schioppettino esile però, anzi: c'è parecchia polpa. Non mi sono dispiaciuti per nulla pure il friulano 2012, solo leggermente riduttivo in questa fase ma intenso, saporoso e con bell'acidità, ed un maturo chardonnay Sant'Elena 2011, dal fruttato giallo preciso e burroso senza eccessi: uno degli chardonnay friulani in legno "storici" per me immeritatamente sottovalutato.
TravagliniSbagliassero mai un colpo, accidenti a loro!

Il Gattinara è 2008 setoso, lieve, sulla più leggera delle vene evolutive coi suoi tocchi di castagna, ed ovviamente ferrugginosi. La Riserva 2007, assaggiata subito dopo, è un gran vino punto e basta, interpretazione grintosa e perfettamente integra nel frutto di un'annata che ha dato ovviamente meno austerità della 2006, ma comunque assestata su livelli molto, molto alti...come sempre anche pensando che con 25 Euro in enoteca te la porti via comodamente! Per concludere anche la Tre Vigne 2006, buona (l'annata è super, lo sappiamo) ma più "facile", per me meno complessa e coinvolgente della Riserva.
Il MottoloLinea come al solito completa e su standard notevoli, anno dopo anno. Bianco Contarine 2012 per inziare, moscato secco quasi in purezza ancora molto giovane, polposo con un amarino leggero leggero sul finale che non stona. Eppoi, via di rossi: il merlot Comezzara 2011 conferma essere pound-for-pound uno dei migliori vini base in circolazione, pieno, fitto, con tutta la generosità ed il calor buono del merlot ravvivati da un contrasto acido notevole sul finale; Serro 2010 per me ad oggi abbastanza nettamente il miglior 2010 di tutti Colli Euganei, misura ed eleganza in un'annata non generosa di frutto e struttura (aspettiamoci un grande 2011, comunque); carmenère Vignanima 2010 in cui l'annata ha al contrario dato un tocco di freschezza aggiuntiva a questo "vinone": bella conferma, ma anche su questo attendo con ansia il 2011 per la consacrazione definitiva. Chiusura col fior d'arancio passito Vigna del Pozzo 2011, dai circa 250 g/l di residuo portati a spasso con dinamicità e freschezza (solo acciaio in quest'annata, peraltro) grazie alla bella acidità. Bravo Sergio!

Altre news dai Colli Euganei:
-Ca' Orologio: Lunisole 2010 una barbera acidissima (ma davvero tanto

) e verticale, chiusa, non molto concessiva; Calaone 2010 abbastanza equilibrato, pulito e preciso se non altro (la surmaturazione "volatileggiante" del 2009 è solo un ricordo), appena un po' sfuggente da metà bocca in poi...ma nel complesso più che apprezzabile; Relogio 2010 per me un po' troppo rude e sgraziato, peccato perché la materia ovviamente c'è sempre, in questo vino. Annata molto particolare sui Colli Euganei, se non si era capito.
-Ca' Lustra: merlot Sassonero 2009 bel vino, non complesso ma solare, intenso ed anche preciso. Meno bene per me, leggermente erbaeceo e spigoloso, il cabernet Girapoggio 2007. Capitolo a parte il moscato Nero Musqué 2010, ripropagazione in terra siciliana (eh già...diavolo di un Franco Zanovello!

) del vecchio biotipo di moscato a bacca nera noto una volta come moscato di Parenzo...e già sugli scudi, a suo tempo, grazie al Nero di Vignalta: bello fresco, forse necessita di un guizzo di concentrazione in più...ma il vigneto è giovanissimo...
-Buono il fior d'arancio passito Donna Daria 2010 (piccolo dubbio sull'annata) di Giordano Emo Capodilista, azienda (La Montecchia) che secondo me si è un po' persa ultimamente sui rossi ma che mantiene uno standard notevole sui passiti. Questo in particolare è agrumato, non dolcissimo (non al livello di quello de Il Mottolo, almeno) ma avvolgente e lungo al palato.
Tra le altre cose provate quà e là:
-Non male lo schioppettino di Prepotto 2009 de La Viarte, più sul frutto che sulla speziatura, ma lontano dagli eccessi di un 6-7 anni fa, quando facevano appassimento delle uve (non mi hanno invece convinto i due bianchi in assaggio, friulano 2012 e ribolla gialla 2011, piuttosto "tecnologici" e spersonalizzati, ed il refosco 2007, sfocato e greve);
-Argiano, Suolo, 2010: naso ilcinese per me di una vividezza e di una precisione strabilianti (che buccia d'arancia!), bocca in effetti leggermente addolcita e "placata" dal legno piccolo...ma che naso ragazzi! Bevuto anche il Brunello 2008, a mio avviso in piena fase di mutismo, soprattutto in bocca.
-Amarone 2008 di Graziano Prà: qui occorre fare (o perlomeno, tentare di) un discorso quasi filosofico. Ovverosia, mi spiegassi: sforzarsi di non pensare se e quanto sia un vino "piacione", e fino a che punto la dolcezza del frutto collimi e si confonda con quella zuccherina, ma concentrarsi sul puro e semplice lato edonistico della beva, e godere...e tanto... Brillante sin dalla vista, stile tutt'altro che muscolare e "concentratone", come altri della zona allargata: mi ha sorpreso, moltissimo. Buono e promettente anche il Soave Classico Monte Grande 2012, naso un po' verde, rinfrescante (marca il 20% di trebbiano), bocca più matura e leggermente mielata.
-Moscato d'Autunno 2006 di Saracco, una sola parola: chapeau!
