paperofranco ha scritto:Mike76 ha scritto:Sul tuo secondo dubbio ti faccio una domanda: pensi che non valga la pena spendere quei soldi per quel vino in base alla qualità che esprime, oppure ti sembra un'eresia perché è un Chianti Classico?
Effettivamente è quel che mi chiedevo anch'io dopo averlo assaggiato, mentre continuavo a rimuginare sul prezzo.
C'è da dire che il Chianti Classico è generalmente molto meno caro di 40 euro, anzi raramente arriva a queste cifre: il Poggio e il Baron'Ugo costano meno, e certamente non vorrei scambiarli con il Vigna Grospoli.
L'eresia non penso stia nemmeno nella denominazione, perché per me ha pari dignità di Montalcino, e spesso la prefersico anche, con le dovute proporzioni (ed eccezioni).
Allora, cosa c'è che non va?
Bevuto adesso, come detto, non sfigura, ma inevitabilmente quando si tirano in ballo quelle cifre, viene da pensare a cosa si stia acquistando e quali siano le valide alternative.
Ovvero: il Poggio è stato il primo "cru", ha una storia alle spalle di almeno mezzo secolo, e sulla sua tenuta nel tempo non c'è alcun dubbio. Inoltre, insieme al baron'ugo ed altri, ha una forte territorialità, che lo lega alla zona di origine, e questo nel bicchiere si "sente".
Il Vigna Grospoli mi sembra più un esperimento, sicuramente promettente, ma che mi ha detto meno del territorio di origine rispetto al raddese e al cru di barberino.
Anche parlando con il proprietario, mi sembrava che mettesse di più l'accento sulle lavorazioni effettuate (la riscoperta di un vigneto ormai in disuso, la prova con le lavorazioni a rittochino, l'utilizzo dei terrazzamenti) che sul "terroir" che aveva a disposizione.
Magari mi sbaglio, e tra 10 anni si scoprirà che il Vigna Grospoli è un cru di eccezionale longevità, ma per il momento per me è un grande punto interrogativo, certamente piacevole ed appagante adesso, quanto indecifrabile per il futuro.