Messaggioda davidef » 03 giu 2012 14:58
Signori buongiorno e bentrovati dopo un paio di settimane di forzosa assenza,
posso permettermi un paio di considerazioni senza aver bevuto l’annata di ES in questione ma piuttosto ragionando per concetti ? magari dirò un paio di boiate ma tanto una più o una meno…
parto da una mia certa esperienza di approccio e valutazione di vini strutturati, Amarone e simili, e quando leggo di vini tipo ES 2010 e delle relative polemiche trovo degli spunti di ragionamento pensando a quanto accade in zona VR.
Il primo ragionamento mi porta a pensare con cosa voglio confrontare un vino di tale stampo, ovvero molto estratto (per surmaturazione, per appassimento, per vendemmia tardiva, per vite millenaria, ecc. ecc.), molto carico con un potenziale grado alcolico svolto elevato e con un possibile residuo zuccherino in agguato, molto giovane.
Su vini di questo tipo la componente fruttata fresca spesso non è assolutamente nelle prerogative del prodotto e non lo può essere d’altronde, la bocca stupefacente è spesso controbilanciata da un naso poco ampio ma anzi piuttosto stretto, la potenza e l’incisività in bocca giocano a scapito della complessità; partendo da queste basi il confronto con vini che invece giocano con la fruttuosità fresca (Borgogna per esempio?) o con sfaccettature olfattive/gustative molto espresse (Soldera per stare nel tema della bevuta ?) è già perso in partenza e pure è andata la carta della finezza e della eleganza intese nello stampo bordolese nobile per capirci, questi sono vini che hanno tanta e tanta ciccia, hanno pressione e violenza sul palato, sono fatti per colpire la bocca (e lo fanno) ma non hanno potenzialità per lottare sul fronte della cerebralità, danno tanto ma te lo buttano subito fuori tutto e forse sono per questo semplici, la prerogativa per farli “complessare” per assurdo sarebbe ridurre l’impatto dell’appassimento o del calore o dell’estrazione (per sintetizzare intendiamoci) ovvero snaturare l’idea del vino di cui si sta parlando.
Ragionando su questo ad esempio non me la sentirei di confrontare un Amarone seppur nobile nella fase giovanile con un Borgogna o un Bordeaux, potrei magari ragionare sul confronto con uno Chateauneuf ad esempio, e per lo stesso motivo non me la sento di confrontare un ES con gli stessi perché se ragiono su tutti gli aspetti del vino (naso, bocca, equilibrio) lo stacco sarà sicuramente importante perché la sola bocca non può tenere su tutto, per questo motivo questi prodotti vanno contestualizzati nella valutazione altrimenti nella scala assoluta sono veramente rari i vini che possono andare oltre a spettri gusto/olfattivi e comportamenti complessivi nel bicchiere meno che prevedibili.
Quindi per gli amanti dei vini complessi la debacle è in agguato e per gli amanti dei vini “cerebrali” il risultato sarà simile, per lo stesso motivo i 98 punti da Diamondave sono comprensibilissimi visto la preferenza verso certi profili che emerge spesso dalle sue note (ricordo una descrizione dell’Oracolo 2000 di Inama) ma è chiara e certamente giustificabilissima la versione di Palma….sono potenzialmente vini “di bocca” per chi ama quel tipo di carne, estremi nelle loto tipologie ma appunto collocati “all’estremo” pure dell’idea di vino di qualità complessiva.
Io stesso, sempre ragionando per Amaroni per esempio, difficilmente tolto alcune cose assolute di Quintarelli riuscirei a tirare fuori più di 5 vini su tutta la denominazione che possano superare i 93 punti, per quanto tifoso possa essere, se invece contestualizzo nella tipologia allora tutto cambia.
Il secondo ragionamento invece riguarda la politica di messa in commercio di questi vini, sono prodotti “violenti” nella prima fase di vita, la polpa bilancia spesso quote di legno da assorbire un po’ alla volta, l’equilibrio tra le parti molto spiccanti del vino non è di facile mediazione e non c’è la fase fruttata alla borgognona a muovere il bicchiere, se penso sempre stando in zona da me a dei vini importanti noto che minimo ci sono almeno due anni di differenza con le annate di uscita in commercio di ES per non parlare di prodotti di punta dove si sale, perché questo ? perché si corre il rischio di mettere in commercio dei monoliti ancora più stretti di quello che saranno, impuntati su picchi disequilibranti il vino e dotati di poca complessità…il legno può essere pure invadente (pure se verrà riassorbito probabilmente meglio che in altri vini e più in fretta) e l’alcol deve trovare una sua amalgama con il tutto, il tutto è molto probabilmente scomposto nella prima fase (ricordo un ES 2004 aperto poco dopo la messa in commercio IMBARAZZANTE per quanto era disarticolato)
Ed allora perché un prodotto così esce molto (troppo) presto ? non lo so, per me è un errore ma il produttore avrà sicuramente altri ragionamenti in testa…ma se lo mette in commercio significa che è pronto per lui, io ritengo che 3-4 anni possano solo che fare bene a questa impostazione di vini ma se li bevo ora posso anche capire certe bastonate nelle valutazioni se si hanno in mente dei modelli di vino dove l’eleganza comanda, purtroppo la messa in uscita di un vino può fare la fortuna o il danno di un prodotto e quando si vuole stare in determinate fasce qualitative i modelli di riferimento devono necessariamente guardare non solo nell’ambito della zona di produzione e questo penso sia un limite di molti produttori in genere.
Chiudendo ho comperato anche io dell’ES 2010, 5 bottiglie su commissione per amici incuriositi da questo vino dalla bellissima etichetta ed “estremo” (come piace questa parola…) ed 1 per me, mi sa che questa la stapperò molto ma molto più avanti