Quest'estate ritorno in Corsica, dopo parecchi anni, visto che è stata la primissima vacanza con gli amici a diciott'anni. Scusate, troppi ricordi, non sto piangendo, mi è solo schizzato un tappo di "biera accumudata cu a castagna" nell'occhio...
Pensavo di ritrovarmi con una Corsica "costazzurrizzata", ed invece no, ancora abbastanza selvaggia se vogliamo, quindi ottimo. Per dire, per raggiungere la Plage de L'Ostriconi, la foce del fiume e le maree continuano a modellare le forme della natura, e quando ci sono andato io ho fatto diversi guadi col fango fin sopra la caviglia, per poi attraversare lo stagno finale con l'acqua al petto... Non ho mai approfondito molto i vini di quest'isola, anzi direi proprio solo assaggi sporadici. Quindi tanto per cominciare scelgo due produttori di Patrimonio. Arrivando da San Fiorenzo, sulla costa, le vigne non si vedono, bisogna superare un rilievo parallelo alla costa per trovarsi in una valletta, vista mare, ma appunto decisamente protetta da questa altura.
Prima tappa da Clos Marfisi. Si assaggia sotto il porticato, col vento che arriva dal mare che tenta di spostare i bicchieri. Avevo info un pelo datate, visto che da pochi anni è entrato in azienda il figlio e sta rivoluzionando linea ed aggiungendo etichette...ovviamente ultra natural, anzi naturist, come da foto, e purtroppo in alcuni si sente alquanto eccessivamente...
Saltando le acetiche sbarazzine e qualche merde de poulet, restano da citare Grotta di sole blanc 2024 non male, leggero sporchino che si pulisce ed una bella bocca da rodano sud. Uva blanc 2024 è meno incisivo al sorso, ma recupera col naso tra i fiori e l'agrume.
Patrimonio mon Amour 2024 è un nielluccio fresco e fragrante, da bere fresco in estate, fa solo 4 giorni di macerazione, col tannino che chiama cibo. Uva rouge 2023 è eclettico, tra il balsamico ed il leggero aromatico, con una leggera noce a chiudere.
Ravagnole 2020 è infine un nielluccio più serio e profondo, intensa prugna al naso e tannino cazzuto che chiede tempo.
Mi sposto di poche centinaia di metri, Domaine Giudicelli. Qui tutto nuovo, anzi nuovissimo, pulitissimo, auto elettriche, aria condizionata... e la precisione si ritrova nei vini, tutti senza sbavature. Ci accoglie il figlio, piuttosto giovane. Assaggiamo i due Patrimonio base e le due rispettive selezioni. In linea di massima ho preferito in entrambi i casi i base (rouge 21 e blanc 23, qui il rosè non si produce), molto più espressivi e concessivi, dei fratelli maggiori Luna Nera 23 e terra Rossa 23, che non danno gran distacco nel bicchiere, e costano il doppio... prezzi in cantina poco amichevoli, ma la mano c'è.
Se passate in zona, per rinfrescarsi a fine assaggi consiglio di passare da Brasserie Ribella, appena fuori dal paese, col bancone all'aperto, sotto il pergolato con le colonne in pietra, e vista vigne. Anche qui qualche birra un pelo wild, ma anche di interessanti, e rinfrescanti... e pain artisanal au feu de bois.
Ah, sarà che non si sentono francesi, ma i Corsi sembrano più accoglienti e simpatici, plus mica da ridere.
Nelle foto plage de l'Ostriconi, la considerazione di Miraval in patria, e i Naturist wines, che mi vanno bene purché si siano lavati ben bene le ascelle ed i pertugi vari...
Eccheciazzecca la Granaccia di Quiliano? Ne ignoravo totalmente l'esistenza, finché qualcuno che bazzica nel gruppo milanese del gambero non mi citò Veronelli “La Granaccia di Quiliano è tra i migliori vini d'Italia e quindi del mondo”... (ipotizzo che poco dopo il Gino abbia decantato del famoso Romanèe-Conti di Dolceacqua, chissà), e dovendomi imbarcare dalla vicina Savona per la Corsica non potevo non indagare...
Innocenzo Turco, in piccolo vigneto tra Vado Ligure e Savona in estate fa aperitivi in vigna e shop, non ha decisamente la stessa vista della Fattoria Mancini sui colli Pesaresi, ma siete in zona una puntatina la farei comunque... Poi cena a Quiliano, osteria La Faraccia, con panissa, farinata e focaccia ligure col pesto... sbavo ancor'oggi...
Colline Savonesi Granaccia I Cappuccini 2022 - Innocenzo Turco. Un grenache di bella freschezza e tensione, col naso giocato sul floreale carnoso, più che sulla fragola, che fa solo da contorno. Con un casuale risotto zafferano, cavolo viola brasato e salsa di soia.