Per quanto riguarda i vini, ha detto quasi tutto Aldo. Impressionante lo stacco fra i tre campioni e gli altri.
Per me impossibile eleggere un vincitore della serata. Emozionale il Barolo Pio Cesare: il Barolo come vorresti che invecchiasse, con il tannino che diventa velluto, l'acidità che si integra e fa un tutt'uno con i variegati sentori di frutta scura (prugna) e foglie a comporre un elegante e austero quadro balsamico.
Il Clos Rougeard, che dall'inizio alla fine ha sparato un naso stupendo e intensissimo. Che ne so, Aldo? Quasi quasi penso che questo vino abbia tutti i caratteri del Franc, ma con quale eleganza: la nota speziata dolce e suadente, il vegetale che qui è finissimo cocktail di erbe aromatiche e il tutto sorretto da una perfetta struttura tannica.
LoSfursat, potente senza compiacimenti e piaggerie (mi è piaciuto un sacco quel fruttino rosso, ma quello buono, tra il lampone e la fragolina). Grande sui formaggi stagionati.
E poi sorpresa e coup de coeur per Il Rossese di Nino Perrino! Vino paziente, di carattere, che non gioca sulla potenza, ma sulla personalità. Ha ripercorso nel bicchiere l'evoluzione cui ormai varie volte ho assistito, ogni volta sorprendendomi: partenza con macchia mediterranea e spezie varie, con il tempo sembra ringiovanire e sfodera freschi cenni fruttati, dalla pesca al melone bianco, fin quasi all'anguria.
Non mi ha convinto il Barolo 2003 di Paolo Conterno nel quale ho trovato tutte le caratteristiche dell'annata torrida, soprattutto quel senso di frutto cotto e marmellatoso. Sempre meglio comunque del Villero di Fenocchio 2007, scomposto e disarmonico, come già detto da Aldo alle cui note aggiungo una volatile decisamente in eccesso. Bottiglia fallata? Annata che è quel che è? Mah, la bottiglia era mia, l'avevo comprata dal produttore quando sono andato a trovarlo e non si è mai mossa dalla mia cantina. Piccola delusione

Notevoli i due bianchi: il Vorberg è fine, elegante, con questa aromaticità sussurrata. Alla faccia dell'annata! La Malvasia di Skerlj è entusiasmante, il vino più mobile della serata, un caleidoscopio di variazioni, dall'iniziale floreale di camomilla, all'arancia sanguinella, ai legni profumati tipo sandalo, fino addirittura all'incenso.
Devo dire anche piccola delusione per il Torcolato. E' ormai troppo tempo che non bevo questo vino in una versione che mi dia soddisfazione! Questo, come altri bevuti negli ultimi tempi, aveva una decisa fastidiosa preponderanza di cipolla, proprio il senso di un vino poco pulito! Non me l'aspettavo dalla Franca Miotti e da un vino che è e resta uno dei riferimenti nella sua tipologia.