gp ha scritto:Le mie due schede del Brunello 1999 "base" di Casanova di Neri, frutto di assaggi alla cieca risalenti a 6-7 anni fa, parlano entrambe di evidente legno e parquet incerato al naso e corrispondenti note galliche al gusto, quindi il discorso va riferito ad anni precisi.
Legno a parte, dalla tua scheda mi è sembrato che risultasse abbastanza chiaro il profilo di un vino da sangiovese in purezza: da qui il mio riferimento ai noti fatti giudiziari, che anche se non del tutto definiti in quanto ai contorni (il patteggiamento c'è stato, non è ancora stato possibile chiarire cosa precisamente sia stato patteggiato), per me sono fatti e non rumors.
Per sgombrare subito il campo da malintesi, parto dal fondo e concordo con te che, tra indagine, patteggiamenti e notizie varie non servono sentenze di terzo grado per persuasi che vi sia stato un tentativo fraudolento da parte di alcuni produttori.
Secondo me è acnor più grave a livello etico e comportamentale, che una parte dei media e di addetti abbiano tentato di sminuire un atto scorretto, rinvigorendo proprio in contemporanea di "brunellopoli", la discussione sulla proposta di rinnovare il disciplinare. Viene quasi il sospetto che sia tutto costruito apposta per ottenere un secondo fine.
I miei riferimenti con i vini di Casanova di Neri sono abbastanza risicati, eccetto i base fino a metà anni '90 che ho bevuto spesso, non la '99 però. Delle notorie critiche dei tradizionalisti ai suoi cru, ne ho potuto verificare una parte assaggiando un inchiostroso e sweet cherry Tenuta Nuova 1999, non un cattivo vino, sia chiaro, ma non il brunello che bevo per numero di statistica personale. Di Cerretalto ho avuto pochi assaggi ma impressioni migliori, soprattutto sulla freschezza in generale.
Sul 2005 (presa sottocosto e portata da un amico) come ho scritto, l'intensità dei profumi era poco percettibile, a volume basso, ma non ho sentito peperoni, prugne mature, marmellata di viole di matrice internazionale e la morbidezza/dolcezza del palato mi è sembrata imputabile più al legno e alla maturazione del frutto che ad altro. Percezione ovviamente personale..
Era ovviamente infinitamente più banale di un Soldera, più scuro di un Biondi Santi, più gallico di un Macioche, meno spontaneo di un Poggio di Sotto, meno infernale di un Lisini, meno maschio di un Mastrojanni, meno scintillante di un Franco Pacenti, meno dritto di un Altesino, meno austero di un Sesta di Sopra, meno bevibile di un Gianni Brunelli, meno legato al millesimo di un Ragnaie....
Per contestualizzarlo al positivo però direi che "dava la paga" ai pari annata di Pian delle Vigne e di Banfi che ho bevuto lo scorso inverno.
Sorriso.