Wineduck ha scritto:Se escludiamo i super punteggiati da Parker/Galloni, nelle cantine di moltissimi troviamo anche le annate vecchie, perlomeno fino al 2001 (se non ricordo male Schiavenza è uno di questi ma potrei scambiarlo per qualcun'altro). Molto più difficile che questo accada nelle aziende degli innovatori (Voerzio, Altare, ecc.)
Ritengo questo approccio corretto. L'apprezzamento del largo pubblico è certamente influenzato da premi molto importanti dati con continuità sul lungo periodo. Non si può cioé considerare il successo commerciale come un'indice diretto dell'apprezzamento del pubblico per le sole caratteristiche del vino nel bicchiere.
Però come togli correttamente dall'elenco i produttori tradizionali "super punteggiati da Parke/Galloni", bisognerebbe togliere allora anche i produttori moderni, come ad esempio proprio Voerzio ed Altare. Io anzi, se questa è la logica, toglierei anche quelli molto premiati da Gambero Rosso/Slow Food e dal resto della stampa nazionale che conta (poca), specie considerando che questa impattava in maniera pesante sulle vendite proprio quando questi produttori non avevano nella maggior parte dei casi che ben poca notorietà commerciale, ed il successo commerciale si è fondato in maniera decisiva su quello di critica.
Facendo un'analisi seria, non so quale delle due categorie sia maggiormente in debito verso la stampa specializzata, per le proprie fortune commerciali.
Per quanto riguarda invece la disponibilità di piccole quantità di vecchie annate nelle cantine dei produttori tradizionali, questo dipende forse più da una diversa cultura sia degustativa sia commerciale del vino invecchiato, che da lotti semplicemente invenduti.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”