Bollettino AVR - " Never Ending Tour "

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Dedalus
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Dedalus » 17 mag 2011 16:29

cesmic ha scritto:
Dedalus ha scritto:La grassezza di tessitura tipica delle vecchie vigne assorbe meglio i tannini aggiuntivi del legno piccolo/nuovo, sia da un punto di vista aromatico sia strutturale.....

Potresti cortesemente approfondire il concetto?
Grazie


Boh, quello che ho detto, la vigna vecchia per la mia esperienza dà una maggiore fittezza di trama a parità di estrazioni, di tannino. Una maggiore fittezza che sembra fatta di grassezze, di glicerine o giù di lì, in cui rimane fissata la sapidità in misura altrimenti inimmaginabile, ed in cui trova spazio/ammortizzazione/asilo organolettico anche buona parte dell'estrazione tannica, dell'uva come del legno.
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 17 mag 2011 18:15

Dedalus ha scritto:
cesmic ha scritto:
Dedalus ha scritto:La grassezza di tessitura tipica delle vecchie vigne assorbe meglio i tannini aggiuntivi del legno piccolo/nuovo, sia da un punto di vista aromatico sia strutturale.....

Potresti cortesemente approfondire il concetto?
Grazie


Boh, quello che ho detto, la vigna vecchia per la mia esperienza dà una maggiore fittezza di trama a parità di estrazioni, di tannino. Una maggiore fittezza che sembra fatta di grassezze, di glicerine o giù di lì, in cui rimane fissata la sapidità in misura altrimenti inimmaginabile, ed in cui trova spazio/ammortizzazione/asilo organolettico anche buona parte dell'estrazione tannica, dell'uva come del legno.



Questo fa ben sperare per i vini di chi si ostina nel turbomodernismo.
Considerando che le vigne impiantate negli anni Ottanta ormai vanno verso la trentina, ancora un po' di pazienza e forse finalmente avremo anche da loro dei vini più equilibrati, buoni e godibili.... :roll: :wink: :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Dedalus » 17 mag 2011 18:57

M. de Hades ha scritto:
Dedalus ha scritto:
cesmic ha scritto:
Dedalus ha scritto:La grassezza di tessitura tipica delle vecchie vigne assorbe meglio i tannini aggiuntivi del legno piccolo/nuovo, sia da un punto di vista aromatico sia strutturale.....

Potresti cortesemente approfondire il concetto?
Grazie


Boh, quello che ho detto, la vigna vecchia per la mia esperienza dà una maggiore fittezza di trama a parità di estrazioni, di tannino. Una maggiore fittezza che sembra fatta di grassezze, di glicerine o giù di lì, in cui rimane fissata la sapidità in misura altrimenti inimmaginabile, ed in cui trova spazio/ammortizzazione/asilo organolettico anche buona parte dell'estrazione tannica, dell'uva come del legno.



Questo fa ben sperare per i vini di chi si ostina nel turbomodernismo.
Considerando che le vigne impiantate negli anni Ottanta ormai vanno verso la trentina, ancora un po' di pazienza e forse finalmente avremo anche da loro dei vini più equilibrati, buoni e godibili.... :roll: :wink: :mrgreen: :mrgreen:


Ma tanto uno degli imperativi di quei produttori è la vita media al massimo ventennale delle vigne, peraltro impostate in impianto e gestite in coltivazione per questa lunghezza di ciclo vitale.

In realtà di ostinati nel turbomodernismo ne conto ben pochi, in Langa. Si potrebbe fare il gioco scemo di contarli davvero, non fosse che sarebbe un gioco scemo.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 17 mag 2011 19:15

Dedalus ha scritto:
M. de Hades ha scritto:
Dedalus ha scritto:
cesmic ha scritto:
Dedalus ha scritto:La grassezza di tessitura tipica delle vecchie vigne assorbe meglio i tannini aggiuntivi del legno piccolo/nuovo, sia da un punto di vista aromatico sia strutturale.....

Potresti cortesemente approfondire il concetto?
Grazie


Boh, quello che ho detto, la vigna vecchia per la mia esperienza dà una maggiore fittezza di trama a parità di estrazioni, di tannino. Una maggiore fittezza che sembra fatta di grassezze, di glicerine o giù di lì, in cui rimane fissata la sapidità in misura altrimenti inimmaginabile, ed in cui trova spazio/ammortizzazione/asilo organolettico anche buona parte dell'estrazione tannica, dell'uva come del legno.



Questo fa ben sperare per i vini di chi si ostina nel turbomodernismo.
Considerando che le vigne impiantate negli anni Ottanta ormai vanno verso la trentina, ancora un po' di pazienza e forse finalmente avremo anche da loro dei vini più equilibrati, buoni e godibili.... :roll: :wink: :mrgreen: :mrgreen:


Ma tanto uno degli imperativi di quei produttori è la vita media al massimo ventennale delle vigne, peraltro impostate in impianto e gestite in coltivazione per questa lunghezza di ciclo vitale.

In realtà di ostinati nel turbomodernismo ne conto ben pochi, in Langa. Si potrebbe fare il gioco scemo di contarli davvero, non fosse che sarebbe un gioco scemo.



In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi.
Ma non riaccendiamo per l'ennesima volta il discorso trito e ritrito "modernisti vs. tradizionalisti", che già con quello "oggettività vs. soggettività" ultimamente si sono sfrancicate non poco le sfere....
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Baroloonline » 17 mag 2011 19:35

M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi


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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Dedalus » 17 mag 2011 20:10

Baroloonline ha scritto:
M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi


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Rifiutandomi di fare processi dietrologici alle intenzioni, mi limito a valutare i vini, fra i quali mi pare che di turbomodernisti me ne siano capitati più d'uno negli ultimi dieci anni.

Non è questione di nemici dialettici da tenere in vita per necessità polemica anche indiretta, ma di semplice buona memoria.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda meursault » 17 mag 2011 21:04

Palma ha scritto:......(anche se il Citrico male non era davvero).


Qualche nota più approfondita, e relativo punteggio oggettivo, sul Brunate 2007 del Citrico?
grazie
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 17 mag 2011 23:29

Dedalus ha scritto:
Baroloonline ha scritto:
M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi


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Rifiutandomi di fare processi dietrologici alle intenzioni, mi limito a valutare i vini, fra i quali mi pare che di turbomodernisti me ne siano capitati più d'uno negli ultimi dieci anni.

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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Pigigres » 17 mag 2011 23:31

M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. .


Scusa?

M. de Hades ha scritto:E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi.


Tipo?

Senza offesa, potresti spiegarmi meglio il tuo punto di vista? :D :wink:
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Aramis » 17 mag 2011 23:44

Mi rendo conto della posizione minoritaria, ma con la sola notevolissima eccezione della Borgogna e del Pinot Nero, per cause inerenti la lignificazione del raspo e soprattutto dei vinaccioli (parte fondante del patrimonio tannico del Pinot Nero),
io non ho mai verificato la superiorità delle vigne vecchie sulle vigne giovani, o meglio dei vini da esse prodotti sui vini prodotti dalle seconde; anzi, ho spesso registrato un notevole problema nelle vigne vecchie di tendenza alla sovramaturazione e in generale, come Rossano, un tannino spesso poco digeribile. Questo dalla Vel d'Aosta al Trentino, all'Irpinia, all'Etna, dalla Sardegna all'Abruzzo. Ci sono infiniti casi di vini sensazionali prodotti da vigne giovani o giovanissime, e una infinità di altri casi in cui il miglior vino mai prodotto da un'azienda è stato realizzato con una delle prime cinque vendemmie ivi effettuate.
Non vuole essere una sparata, è solo la mia esperienza, che peraltro è oramai costante e almeno quindicennale; non ho mai letto di una posizione simile da colleghi giornalisti, ma resto - come per il giudizio sui vini classici italiani extra-Langa del millesimo 2003 - in fiduciosa attesa che qualcuno prima o poi mi affianchi; ma qualosa non accadesse, me ne farò una ragione.

Preferisco la fucilazione al petto, grazie.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Dedalus » 18 mag 2011 00:00

Non credo di essere l'unico ad avere nell'orecchio il vecchio detto contadino che vuole le migliori annate in assoluto di una vigna alla prima e all'ultima vendemmia.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda gianluca1975 » 18 mag 2011 00:38

Aramis ha scritto:Mi rendo conto della posizione minoritaria, ma con la sola notevolissima eccezione della Borgogna e del Pinot Nero, per cause inerenti la lignificazione del raspo e soprattutto dei vinaccioli (parte fondante del patrimonio tannico del Pinot Nero),
io non ho mai verificato la superiorità delle vigne vecchie sulle vigne giovani, o meglio dei vini da esse prodotti sui vini prodotti dalle seconde; anzi, ho spesso registrato un notevole problema nelle vigne vecchie di tendenza alla sovramaturazione e in generale, come Rossano, un tannino spesso poco digeribile. Questo dalla Vel d'Aosta al Trentino, all'Irpinia, all'Etna, dalla Sardegna all'Abruzzo. Ci sono infiniti casi di vini sensazionali prodotti da vigne giovani o giovanissime, e una infinità di altri casi in cui il miglior vino mai prodotto da un'azienda è stato realizzato con una delle prime cinque vendemmie ivi effettuate.
Non vuole essere una sparata, è solo la mia esperienza, che peraltro è oramai costante e almeno quindicennale; non ho mai letto di una posizione simile da colleghi giornalisti, ma resto - come per il giudizio sui vini classici italiani extra-Langa del millesimo 2003 - in fiduciosa attesa che qualcuno prima o poi mi affianchi; ma qualosa non accadesse, me ne farò una ragione.

Preferisco la fucilazione al petto, grazie.

Magari farei qualche precisazione e qualche distinguo, altrimenti fucilazione in fronte, altro che petto... 8)
... Se l'insegnamento dell'enologia deve cominciare dalla degustazione, l'insegnamento della degustazione deve contemplare necessariamente delle lezioni sulla costituzione del vino e sulla sua elaborazione. ...
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda vittoxx » 18 mag 2011 03:35

M. de Hades ha scritto:Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.

Facile giudicare quello altrui... :D :wink:
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Dedalus » 18 mag 2011 05:34

M. de Hades ha scritto:
Dedalus ha scritto:
Baroloonline ha scritto:
M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi


quoto, abbondantemente quoto


Non quoto, abbondantemente non quoto.

Rifiutandomi di fare processi dietrologici alle intenzioni, mi limito a valutare i vini, fra i quali mi pare che di turbomodernisti me ne siano capitati più d'uno negli ultimi dieci anni.

Non è questione di nemici dialettici da tenere in vita per necessità polemica anche indiretta, ma di semplice buona memoria.



Ciascuno legge le normali dinamiche del progresso qualitativo e dello sviluppo della tradizione come meglio crede e meglio può...


Negare che vi siano stati vini ideologici è semplicemente non avere vissuto il vino di Langa di quegli anni.

Trasformare i vini fatti in un certo modo nelle buone intenzioni dei produttori, che nessuno ovviamente nega e che ovviamente coincide con l'ideologia -s'è mai visto un autentico approccio ideologico senza la sincera fede nell'ideologia?- è puro revisionismo moralistico. Revisionismo di cui veramente non riesco a comprendere l'utilità, visto che sono gli stessi produttori di più spinta impronta moderna ad avere emesso implicito verdetto su quel passaggio tecnico, avendone abbandonato l'impianto estetico quasi ovunque.

Che poi era il punto di partenza del breve excursus dialettico.

Vado a nanna.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 18 mag 2011 10:47

vittoxx ha scritto:
M. de Hades ha scritto:Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.

Facile giudicare quello altrui... :D :wink:



Ma io giudico anche il mio. Infatti sono consapevole di non averne per niente, anzi mi incazzo pure piuttosto facilmente... 8)
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 18 mag 2011 11:02

Dedalus ha scritto:Negare che vi siano stati vini ideologici è semplicemente non avere vissuto il vino di Langa di quegli anni.

Trasformare i vini fatti in un certo modo nelle buone intenzioni dei produttori, che nessuno ovviamente nega e che ovviamente coincide con l'ideologia -s'è mai visto un autentico approccio ideologico senza la sincera fede nell'ideologia?- è puro revisionismo moralistico. Revisionismo di cui veramente non riesco a comprendere l'utilità, visto che sono gli stessi produttori di più spinta impronta moderna ad avere emesso implicito verdetto su quel passaggio tecnico, avendone abbandonato l'impianto estetico quasi ovunque.

Che poi era il punto di partenza del breve excursus dialettico.

Vado a nanna.



E chi lo nega?
Lo sanno anche i bambini che dietro ad ogni sperimentazione c'è un'idea (più che un'ideologia) più o meno radicale, che poi i più capaci sanno adattare al meglio sulla scorta dell'esperienza fatta.
Quel che non va è l'approccio di certi critici-degustatori, che creano schematismi semplicistici - quelli sì ideologici - e continuano a propugnarli fino all'ossessione, senza applicare la nota triade dialettica tesi - antitesi - sintesi, che è poi quella che opera ed ha operato nello sviluppo di qualsiasi tradizione (concetto eminentemente dinamico, non mi stancherò mai di ripeterlo).
Ed è anche chiaro che, per produrre i risultati migliori, la prima fase di rottura spesso deve essera piuttosto violenta.
D'altra parte mi rendo conto che c'è ancora qualcuno che non considera la nascita del moderno Tignanello come un punto di svolta epocale nella viticoltura toscana ed italiana.
Che cazzo c'entra poi riempirsi la bocca con il moralismo parlando di vino e di sviluppi tecnici agronomici ed enologici ancora lo devo capire, a meno che non si voglia far passare il concetto che alcuni vini di Langa non erano buoni perché il produttore, usando i rotofermentatori e le barriques, si dimostrava moralmente riprovevole e quindi i suoi vini non potevano che risultare men che mediocri.
Ma certe elucubrazioni un po' onanistiche le lascio volentieri ad altri. Con buona pace del sense of humour...
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 18 mag 2011 11:06

Pigigres ha scritto:
M. de Hades ha scritto:In realtà non ce ne sono molti, anzi direi davvero pochissimi se non quasi nessuno. Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.
Del resto, almeno tra i produttori seri, anche negli anni passati non ho mai visto veri e propri turbomodernisti nell'accezione "bardamu-semplicistica", ma solo qualche sperimentatore che, appunto in quanto sperimentatore, osava su nuove strade per poi tararsi in base alle nuove esperienze, come sempre avviene quando si vuole progredire nella qualità. .


Scusa?


Prego, prego....


Pigigres ha scritto:
M. de Hades ha scritto:E mi sembra che di buoni risultati questo metodo ne abbia dati parecchi.


Tipo?

Senza offesa, potresti spiegarmi meglio il tuo punto di vista? :D :wink:


No, perché non capirlo significa semplicemente non avere vissuto il vino di Langa in quegli anni.
Forse Dedalus, che quegli anni li ha vissuti con maggior consapevolezza, potrà spiegartelo meglio di me.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Pigigres » 18 mag 2011 11:13

M. de Hades ha scritto:No, perché non capirlo significa semplicemente non avere vissuto il vino di Langa in quegli anni.
Forse Dedalus, che quegli anni li ha vissuti con maggior consapevolezza, potrà spiegartelo meglio di me.


Io non ho vissuto fisicamente il vino di Langa di quegli anni, ma qualche bottiglia in tempi più o meno recenti l'ho bevuta ed in merito ad alcuni produttori non ho intravisto una semplice sperimentazione, piuttosto una decisa e netta rottura rispetto allo stile usuale e che, in certuni casi, pochi a dire il vero, continua fino ad oggi.

Quali possano essere i meriti di quel periodo sinceramente mi sfugge...
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Baroloonline » 18 mag 2011 11:37

Pigigres ha scritto:
M. de Hades ha scritto:No, perché non capirlo significa semplicemente non avere vissuto il vino di Langa in quegli anni.
Forse Dedalus, che quegli anni li ha vissuti con maggior consapevolezza, potrà spiegartelo meglio di me.


Io non ho vissuto fisicamente il vino di Langa di quegli anni, ma qualche bottiglia in tempi più o meno recenti l'ho bevuta ed in merito ad alcuni produttori non ho intravisto una semplice sperimentazione, piuttosto una decisa e netta rottura rispetto allo stile usuale e che, in certuni casi, pochi a dire il vero, continua fino ad oggi.

Quali possano essere i meriti di quel periodo sinceramente mi sfugge...


Visibilità internazionale, ritrovarsi al centro dell'attenzione vitivinicola del mondo, possibilità di aumento fisiologico del prezzo di mercato con contestuale possibilità di aumento della qualità in cantina.
Insomma in Langa tutti (e dico tutti, sia chi ama i vini che voi chiamate moderni, sia quelli come me che preferiscono i vini che voi chiamate tradizionalisti) siamo consapevoli del fatto che senza i vari Altare, Clerico, Sandrone, Scavino, Rocca, Rivetti, Correggia, senza le barrique e senza le esagerazioni del periodo saremmo ancora a correre dietro agli errori di vinificazione, alle volatili fuori controllo, ai vini evoluti alla messa in commercio, insomma agli errori tecnici che, per pigrizia o per "tradizione" non si sono mai voluti correggere. Che poi certe sperimentazioni abbiano sforato siamo tutti d'accordo, ma ti ricordo che ad Alba in questo momento si vendono meglio Clerico e Conterno Fantino piuttosto che Giuseppe Mascarello o Bartolo Mascarello....
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda vittoxx » 18 mag 2011 11:39

M. de Hades ha scritto:
vittoxx ha scritto:
M. de Hades ha scritto:Più o meno tanti quanti gli utenti muniti di sense of humour su questo forum.

Facile giudicare quello altrui... :D :wink:



Ma io giudico anche il mio. Infatti sono consapevole di non averne per niente, anzi mi incazzo pure piuttosto facilmente... 8)

:mrgreen: 8)
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda M. de Hades » 18 mag 2011 11:49

Baroloonline ha scritto:
Pigigres ha scritto:
M. de Hades ha scritto:No, perché non capirlo significa semplicemente non avere vissuto il vino di Langa in quegli anni.
Forse Dedalus, che quegli anni li ha vissuti con maggior consapevolezza, potrà spiegartelo meglio di me.


Io non ho vissuto fisicamente il vino di Langa di quegli anni, ma qualche bottiglia in tempi più o meno recenti l'ho bevuta ed in merito ad alcuni produttori non ho intravisto una semplice sperimentazione, piuttosto una decisa e netta rottura rispetto allo stile usuale e che, in certuni casi, pochi a dire il vero, continua fino ad oggi.

Quali possano essere i meriti di quel periodo sinceramente mi sfugge...


Visibilità internazionale, ritrovarsi al centro dell'attenzione vitivinicola del mondo, possibilità di aumento fisiologico del prezzo di mercato con contestuale possibilità di aumento della qualità in cantina.
Insomma in Langa tutti (e dico tutti, sia chi ama i vini che voi chiamate moderni, sia quelli come me che preferiscono i vini che voi chiamate tradizionalisti) siamo consapevoli del fatto che senza i vari Altare, Clerico, Sandrone, Scavino, Rocca, Rivetti, Correggia, senza le barrique e senza le esagerazioni del periodo saremmo ancora a correre dietro agli errori di vinificazione, alle volatili fuori controllo, ai vini evoluti alla messa in commercio, insomma agli errori tecnici che, per pigrizia o per "tradizione" non si sono mai voluti correggere. Che poi certe sperimentazioni abbiano sforato siamo tutti d'accordo, ma ti ricordo che ad Alba in questo momento si vendono meglio Clerico e Conterno Fantino piuttosto che Giuseppe Mascarello o Bartolo Mascarello....



Ecco, più o meno quello che ho appena risposto a Pigi in privato.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Baroloonline » 18 mag 2011 11:58

Aramis ha scritto:Mi rendo conto della posizione minoritaria, ma con la sola notevolissima eccezione della Borgogna e del Pinot Nero, per cause inerenti la lignificazione del raspo e soprattutto dei vinaccioli (parte fondante del patrimonio tannico del Pinot Nero),
io non ho mai verificato la superiorità delle vigne vecchie sulle vigne giovani, o meglio dei vini da esse prodotti sui vini prodotti dalle seconde; anzi, ho spesso registrato un notevole problema nelle vigne vecchie di tendenza alla sovramaturazione e in generale, come Rossano, un tannino spesso poco digeribile. Questo dalla Vel d'Aosta al Trentino, all'Irpinia, all'Etna, dalla Sardegna all'Abruzzo. Ci sono infiniti casi di vini sensazionali prodotti da vigne giovani o giovanissime, e una infinità di altri casi in cui il miglior vino mai prodotto da un'azienda è stato realizzato con una delle prime cinque vendemmie ivi effettuate.
Non vuole essere una sparata, è solo la mia esperienza, che peraltro è oramai costante e almeno quindicennale; non ho mai letto di una posizione simile da colleghi giornalisti, ma resto - come per il giudizio sui vini classici italiani extra-Langa del millesimo 2003 - in fiduciosa attesa che qualcuno prima o poi mi affianchi; ma qualosa non accadesse, me ne farò una ragione.

Preferisco la fucilazione al petto, grazie.


Molto interessante Armando.
Per aggiungere qualche tassello al ragionamento delle volte mi viene da pensare che la dizione "Veilles Vignes" o "vecchie vigne" sia piu' un'eredità di pensiero qualitativo del passato simile all'equazione grado alcolico elevato = qualità. Forse in passato avere una vigna vecchia significava essere obbligati ad una bassa resa fisiologica con contestuale diminuzione della diliuzione dei vini. Fenomeno che tutt'oggi si verifica piu' raramente, visto che la resa del vino di qualità è vincolata da scelte agronomiche precise e spesso risulta essere inferiore a quella naturale della vigna vecchia.
Poi bisogna mettere in conto la storia del vigneto, di quanto è stato concimato e di quanto le radici si siano dirette verso il basso verso i substrati terziari piuttosto che siano rimaste a gingillarsi in superficie nutrendosi dei fosfati. Bisogna anche valutare quanto sia in profondità lo strato geologico che garantisce qualità e quanto tempo ci impiegano le radici per raggiungerlo; mi ricordo Laurent POnsot che diceva che le radici impiegavano 3/4 anni per raggiungere la roccia sotto la sua vigna dove è scavata la sua cantina, ergo da quelle viti si poteva etichettare il grand cru pressoche' da subito. In Langa la "marna" è superficiale nei pendii esposti a sud est, quindi questo conferma il pensiero di Ponsot.
Altro discorso è cio' che si ha nel bicchiere: quando vai da De Vogue ti fanno assaggiare il Musigny Jeunes Vignes, cioè fatto con le viti di età compresa tra 15 e 25 anni (etichettato come Chambolle 1er) e poi il Musigny Veilles Vignes vinificato allo stesso modo e la differenza qualitativa è chiarissima.
Eppure il miglior vino rosso da me bevuto rimane il Monfortino 1978 fatto con una vigna di 4 anni.....insomma c'è confusione nella mia testa.....
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marcolandia
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda marcolandia » 18 mag 2011 12:20

Baroloonline ha scritto:Molto interessante Armando.
Per aggiungere qualche tassello al ragionamento delle volte mi viene da pensare che la dizione "Veilles Vignes" o "vecchie vigne" sia piu' un'eredità di pensiero qualitativo del passato simile all'equazione grado alcolico elevato = qualità. Forse in passato avere una vigna vecchia significava essere obbligati ad una bassa resa fisiologica con contestuale diminuzione della diliuzione dei vini. Fenomeno che tutt'oggi si verifica piu' raramente, visto che la resa del vino di qualità è vincolata da scelte agronomiche precise e spesso risulta essere inferiore a quella naturale della vigna vecchia.
Poi bisogna mettere in conto la storia del vigneto, di quanto è stato concimato e di quanto le radici si siano dirette verso il basso verso i substrati terziari piuttosto che siano rimaste a gingillarsi in superficie nutrendosi dei fosfati. Bisogna anche valutare quanto sia in profondità lo strato geologico che garantisce qualità e quanto tempo ci impiegano le radici per raggiungerlo; mi ricordo Laurent POnsot che diceva che le radici impiegavano 3/4 anni per raggiungere la roccia sotto la sua vigna dove è scavata la sua cantina, ergo da quelle viti si poteva etichettare il grand cru pressoche' da subito. In Langa la "marna" è superficiale nei pendii esposti a sud est, quindi questo conferma il pensiero di Ponsot.
Altro discorso è cio' che si ha nel bicchiere: quando vai da De Vogue ti fanno assaggiare il Musigny Jeunes Vignes, cioè fatto con le viti di età compresa tra 15 e 25 anni (etichettato come Chambolle 1er) e poi il Musigny Veilles Vignes vinificato allo stesso modo e la differenza qualitativa è chiarissima.
Eppure il miglior vino rosso da me bevuto rimane il Monfortino 1978 fatto con una vigna di 4 anni.....insomma c'è confusione nella mia testa.....


Aggiungo oltre tutto che la dizione Vecchie Vigne (Vielle vignes, alte reben ecc) è molto più diffusa all'estero che in da noi. Come se in effetti -storicamente- in quelle zone (forse più fredde) l'avere vecchie vigne fosse un vantaggio non da poco.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Pigigres » 18 mag 2011 12:57

Aramis ha scritto:Non vuole essere una sparata, è solo la mia esperienza, che peraltro è oramai costante e almeno quindicennale; non ho mai letto di una posizione simile da colleghi giornalisti, ma resto - come per il giudizio sui vini classici italiani extra-Langa del millesimo 2003 - in fiduciosa attesa che qualcuno prima o poi mi affianchi; ma qualosa non accadesse, me ne farò una ragione.

Preferisco la fucilazione al petto, grazie.


Il tribunale dello status quo istituzional-gerarchico vinicolo

ha pronunciato la seguente

SENTENZA

dichiara l'imputato Aramis colpevole dei reati a lui ascritti e, riconosciute le attenuanti generiche dovute alla mancanza dei centomila assaggi che conferiscono autorità, lo condanna:

- per il reato di aver detto che l'acidità di un vino non è elemento necessario per l'invecchiamento dello stesso, alla pena di bere il Bardolino "Vigna Comunale" 1928 vinificato dal mio bisnonno da vocate vigne storiche impiantate nel secolo scorso nel comune di Cinisello Balsamo.

- per il reato di aver detto che il tannino di Serralunga è una menzogna, alla pena di bere il Sagrantino "Torcilingua" 2009 macerato 100 giorni su raspi e vinaccioli aggiunti, a cui sono stati addizionati tannini enologici e affinato per due anni in sigarillos tostate novissime.

- per il reato di aver detto che le vecchie vigne non sono in assoluto migliori delle vigne giovani, alla pena di bere l'Amarone "T-Rex" 2006 vinificato da rarissime vigne preistoriche che producono due acini all'anno, cosicchè in un secolo si riesce a creare almeno una bottiglia di questo vino dall'estratto secco di circa 10kg al litro.

Milano 18 Maggio 2011.
Ultima modifica di Pigigres il 18 mag 2011 13:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Bollettino AVR - " Terzo Tempo " da pag.124

Messaggioda Palma » 18 mag 2011 13:27

meursault ha scritto:
Palma ha scritto:......(anche se il Citrico male non era davvero).


Qualche nota più approfondita, e relativo punteggio oggettivo, sul Brunate 2007 del Citrico?
grazie


Purtroppo Conte, la situazione si è evoluta ed ormai chiaro che tutti i vini, nessuno escluso, possano essere classificati in solo 3 categorie: Mervavigliosi, Grandissimi e Straordinari. Tra l'altro non essendoci una gerarchia ben definita tra le tre categorie ne puoi tranquillamente scegliere una a casaccio, da applicare, in questo caso, al Barolo del Citrico.
ex Victor
Extreme fighet du chateau

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