CRONACHE D'OSTERIA

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pippuz
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda pippuz » 30 dic 2010 15:48

Pigigres ha scritto:Se così, molto interessante, devo rifletterci su.

Anche io. Quando ce lo beviamo ? 8)
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Pigigres
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Pigigres » 30 dic 2010 15:55

pippuz ha scritto:
Pigigres ha scritto:Se così, molto interessante, devo rifletterci su.

Anche io. Quando ce lo beviamo ? 8)


Che cosa, il Trebbiano '95? Beh, devo confessare che, per i rari assaggi dei vini di Valentini, l'ultimo proprio poche settimane fa, non mi è ancora scattata la scintilla; evidentemente non gli ho ancora capiti, chissà quindi che con un vino con quindici anni sulle spalle finalmente possa anch'io cominciare ad apprezzarlo come si deve...

L'unico problema è che non lo possiedo, se lo trovi fai un fischio :D
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 30 dic 2010 16:11

Dedalus ha scritto:Il "mistero" è evocativo e può aggiungere fascino, ma oltre un certo limite è nemico della comprensione, e può rappresentare un impedimento non piccolo al pieno godimento del vino, che è complesso e stratificato per definizione, ed è proprio questa la radice del suo fascino. Se i conti non tornano con il vitigno, la zona e le tecniche, allora la curiosità di farmi un'idea almeno generale intorno a questa diversità assume un ruolo centrale. Se questa diversità non me la spiego nemmeno a grandi linee, per me alla fine il Trebbiano di Valentini finisce per essere una monade isolata dal tessuto vitale di relazioni complesse e sfumate che fanno l'intelligenza del vino: il terroir. E' qui la radice della passione, e se il Trebbiano di Valentini rimane del tutto sfuggente a questo tipo di comprensione, finisce per essere non un vero vino di terroir (per me l'unico vino che mi interessi davvero), ma una bevanda moderatamente alcolica che sa di Trebbiano di Valentini. Buona ed intrigante, ma finita lì.

Nota importante: la metto giù netta e dura più per spiegare con maggior chiarezza i miei dubbi, che per dare un ritratto davvero calzante del vino in questione.

Un vino "artigianale" rischia più facilmente di sfuggire alla comprensione pragmatica, ancor più se come in questo caso non vi sono riferimenti storici e consistenti di vitigino e terroir.
Credo che solo un intervento del produttore di questo vino potrebbe dipanare i tuoi dubbi.
Organizziamo una visita da Valentini per la primavera?
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Dedalus » 30 dic 2010 17:08

l'oste ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il "mistero" è evocativo e può aggiungere fascino, ma oltre un certo limite è nemico della comprensione, e può rappresentare un impedimento non piccolo al pieno godimento del vino, che è complesso e stratificato per definizione, ed è proprio questa la radice del suo fascino. Se i conti non tornano con il vitigno, la zona e le tecniche, allora la curiosità di farmi un'idea almeno generale intorno a questa diversità assume un ruolo centrale. Se questa diversità non me la spiego nemmeno a grandi linee, per me alla fine il Trebbiano di Valentini finisce per essere una monade isolata dal tessuto vitale di relazioni complesse e sfumate che fanno l'intelligenza del vino: il terroir. E' qui la radice della passione, e se il Trebbiano di Valentini rimane del tutto sfuggente a questo tipo di comprensione, finisce per essere non un vero vino di terroir (per me l'unico vino che mi interessi davvero), ma una bevanda moderatamente alcolica che sa di Trebbiano di Valentini. Buona ed intrigante, ma finita lì.

Nota importante: la metto giù netta e dura più per spiegare con maggior chiarezza i miei dubbi, che per dare un ritratto davvero calzante del vino in questione.

Un vino "artigianale" rischia più facilmente di sfuggire alla comprensione pragmatica, ancor più se come in questo caso non vi sono riferimenti storici e consistenti di vitigino e terroir.
Credo che solo un intervento del produttore di questo vino potrebbe dipanare i tuoi dubbi.
Organizziamo una visita da Valentini per la primavera?


Direi che questa cosa qui...

...come si dice?

Ecco: sepoffa', sepoffa'...

8)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda meursault » 30 dic 2010 17:23

Credo che la domanda di Rossano sia retorica.
Il perchè di questa diversità, di questa unicità, non può essere altro che la tecnica, il manico.
E questo risulta, per Rossano, molto molto meno interessante rispetto ad una diversità territoriale.
Che sarebbe appunto diversità rispetto a tutti gli altri ma sempre all'interno di un comune quadro espressivo.

Però io non sono mica così convinto che il Trebbiano di Valentini sia così distante da altri vini a base Trebbiano.
Ad esempio a me è capitato di bere dei vini della mia zona, dove i bianchi hanno quasi sempre una buona percentuale di Trebbiano (che sia poi bombino bianco o un parente non vi saprei dire) che non erano così distanti dal profilo del vino di Valentini.
Certo Valentini marca molto il suo vino tramite le teniche utilizzate soprattutto in cantina, per quanto arcaiche siano.........però non sono così sicuro che le peculiarità del vino siano così stravolte da porlo al di fuori di tipologia e zona.
Sarebbe interessante dare il trebbiano di Valentini a qualcuno che non ha mai sentito un vino di tale cantina, e vedere se riesce ad identificare vitigno e zona.......
Ultima modifica di meursault il 30 dic 2010 17:32, modificato 1 volta in totale.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda l'oste » 30 dic 2010 17:27

Dedalus ha scritto:
l'oste ha scritto:Credo che solo un intervento del produttore di questo vino potrebbe dipanare i tuoi dubbi.
Organizziamo una visita da Valentini per la primavera?


Direi che questa cosa qui...

...come si dice?

Ecco: sepoffa', sepoffa'...

8)

Come "coppia" abbiamo già esperienze pregresse positive nell'organizzare pellegrinaggi al mito.
Occhiolino.

Per seguire il ragionamento di meursault e fare un ripasso prima della primavera, sarebbe interessante trovare un'occasione per mettere sulla tavola, oltre a quello di Valentini, i trebbiano più significativi della zona.

PS: ha ragione anche hansen che pure il montepulciano di Valentini (così come probabilmente anche il cerasuolo) non rientra in modo "naturale" nel panorama regionale. Approfondiremo in cantina.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 30 dic 2010 17:35

Pigigres ha scritto:
vinogodi ha scritto:... beh , esempi di "atipicità" potremmo scovarne in ogni angolo del mondo , e sempre con grande godimento alla faccia di qualsiasi considerazione su riconoscibilità o tipicità nel contesto di tradizione locale . Qualche esempio?
- Che "tipicità" ha Pingus?
- Che territorialità Chateau de Valandraud o La Mondotte ?
- E Hommages a Jaques Perrin cosa c'entra con CNDP ?
- Ma Monfortino è davvero tipico di Serralunga?
PS: continuo? ...


Pur essendo d'accordo che esistono tanti esempi analoghi al caso in questione, faccio notare che gli esempi che hai citato non sono pertinenti, o meglio, sicuramente non lo è Monfortino, gli altri non so. Se uno beve alla cieca Monfortino per la prima volta nella sua vita, supponendo che abbia una buona conoscenza della denominazione, dice "Barolo". Quindi non è proprio la stessa cosa.

... ma in questo consesso di cercatori di peli di fica delle pulci , mi sapessero dire che c'entrano i tannini di Monfortino con un Vigna Rionda , che ritengo la zona cuore/archetipale di Serralunga o con qualcosa di limitrofo? E' chiaro , bevendolo spesso ed essendo un mio vino del cuore , lo riconosco alla cieca ( non bottiglia stagnolata , proprio io bendato) solo al versamento nel bicchiere . Ma io dico "Monfortino" , non Barolo di Serralunga...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 30 dic 2010 17:40

meursault ha scritto:Credo che la domanda di Rossano sia retorica.
Il perchè di questa diversità, di questa unicità, non può essere altro che la tecnica, il manico.
E questo risulta, per Rossano, molto molto meno interessante rispetto ad una diversità territoriale.
Che sarebbe appunto diversità rispetto a tutti gli altri ma sempre all'interno di un comune quadro espressivo.

Però io non sono mica così convinto che il Trebbiano di Valentini sia così distante da altri vini a base Trebbiano.
Ad esempio a me è capitato di bere dei vini della mia zona, dove i bianchi hanno quasi sempre una buona percentuale di Trebbiano (che sia poi bombino bianco o un parente non vi saprei dire) che non erano così distanti dal profilo del vino di Valentini.
Certo Valentini marca molto il suo vino tramite le teniche utilizzate soprattutto in cantina, per quanto arcaiche siano.........però non sono così sicuro che le peculiarità del vino siano così stravolte da porlo al di fuori di tipologia e zona.
Sarebbe interessante dare il trebbiano di Valentini a qualcuno che non ha mai sentito un vino di tale cantina, e vedere se riesce ad identificare vitigno e zona.......

... quotissimo Meursault , per visione simile e specifica .
PS: mi sta venendo rivoglia di una verticale di Valentini , bianca o rossa che sia, è un male che mi affligge periodicamente...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 30 dic 2010 17:44

l'oste ha scritto:...Organizziamo una visita da Valentini per la primavera?

... ho parlato con Casolanetti per una verticale all'Oasi degli Angeli di Kurni proprio in primavera ( simile a quella di qualche anno fa con un bel manipolo di forumisti) e per continuare la tradizione ormai consolidata di visite a cantine primaverili . Si potrebbe unire l'utile ( conoscenza diretta) al dilettevole (godimento) facendo una due giorni al cospetto dei due massimi esponenti viventi del Montepulciano . Non siamo tanto distanti , quindi la cosa cade a fagiuolo ...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Dedalus » 30 dic 2010 18:25

Sì e no.

meursault ha scritto:Credo che la domanda di Rossano sia retorica.
Il perchè di questa diversità, di questa unicità, non può essere altro che la tecnica, il manico.

Sì.
Anche se non sottovaluterei affatto il tema del vitigno/clone. A naso è invece meno rilevante l'aspetto microterritoriale. In vigna ritengo invece che torni assai importante il manico. Edoardo Valentini disse che ci mise un decennio solo a capire a quale esatta altezza da terra andasse posta la pergola (si noti: pergola, e non spalliera...) del Montepulciano perché ne risultasse un microclima perfetto per questa specifica varietà nella sua vigna.
Questo è terroir puro, pur essendo espressione non della zona in sé, ma del modo in cui il c.d. vigneron la interpreta.

meursault ha scritto:E questo risulta, per Rossano, molto molto meno interessante rispetto ad una diversità territoriale.
Che sarebbe appunto diversità rispetto a tutti gli altri ma sempre all'interno di un comune quadro espressivo.

No.
Come appena specificato sopra la tecnica (che è tale sia in vigna sia in cantina, non bisogna dimenticarlo) è per me tanto interessante quanto la matrice geologica del terreno, quella genetica dell'uva, quella atmosferica del clima, quella microbiologica delle fermentazioni, del metabolismo radicale della vite, etectera.
La differenza che qui ha rilievo per me non è quella fra tecnica e natura, ma quella fra fattori sconosciuti e fattori conosciuti, quindi condivisi sul territorio da altri produttori in un "comune quadro espressivo" (sì).

meursault ha scritto:Però io non sono mica così convinto che il Trebbiano di Valentini sia così distante da altri vini a base Trebbiano.
Ad esempio a me è capitato di bere dei vini della mia zona, dove i bianchi hanno quasi sempre una buona percentuale di Trebbiano (che sia poi bombino bianco o un parente non vi saprei dire) che non erano così distanti dal profilo del vino di Valentini.
Certo Valentini marca molto il suo vino tramite le teniche utilizzate soprattutto in cantina, per quanto arcaiche siano.........però non sono così sicuro che le peculiarità del vino siano così stravolte da porlo al di fuori di tipologia e zona.

Sì.
Come ho detto nella nota in chiusura, ho molto estremizzato il mio concetto, per cercare di renderlo il più chiaro possibile e non confonderlo con i diversi altri ai quali è intrecciato. Ovviamente il Trebbiano di Valentini non è totalmente irriconoscibile come Trebbiano d'Abruzzo. E' invece vero che è del tutto distinto da qualsiasi altro Trebbiano d'Abruzzo, e non per semplici sfumature, né per la semplice riuscita qualitativa, ma per le sue note principali, quelle più fortemente caratterizzanti. E' riconoscibile come Trebbiano solo marginalmente, o per meglio dire residualmente, ecco.

Il punto per me sta nella possibilità di inquadrarne le peculiarità all'interno di un quadro complessivo formulato in maniera tale da poter accogliere insieme il Trebbiano di Valentini e il resto della migliore produzione della DOC Trebbiano d'Abruzzo. Oppure, in alternativa, identificare le caratteristiche di vitigno e/o vigna e/o tecnica per cui il Trebbiano fa caso a sé ed ha bisogno di essere collocato in una tipologia specifica, distinta da quella del Trebbiano d'Abruzzo normalmente delimitato dal vitigno Trebbiano (pur con tutte le sue varianti interne), dalla zona abruzzese (pur con tutte le sue varianti interne), e dalla normale vinificazione in legno (pur con tutte le sue varianti interne).
“La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri.”
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda vinogodi » 30 dic 2010 18:32

Dedalus ha scritto:Sì e no.

Si
No.
(sì).
No
Sì.

... ecco il Rossano che in pochi conoscono... :lol:
PS: tra l'altro risposta articolata che dimostra che il grande uomo non è fermo e statico sulle proprie posizioni ...
Ultima modifica di vinogodi il 30 dic 2010 18:34, modificato 1 volta in totale.
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda marwine » 30 dic 2010 18:33

vinogodi ha scritto:
Dedalus ha scritto:Sì e no.

Si
No.
(sì).
No
Sì.

... ecco il Rossano che in pochi conoscono... :lol:


Ma è nei nostri sogni :D
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Deruj » 30 dic 2010 18:37

merdacce!
:D
Jadis, si je me souviens bien, ma vie était un festin où s’ouvraient tous les cœurs, où tous les vins coulaient.Un soir, j’ai assis la Beauté sur mes genoux. — Et je l’ai trouvée amère. — Et je l’ai injuriée...
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Re: CRONACHE D'OSTERIA

Messaggioda Dedalus » 30 dic 2010 18:39

marwine ha scritto:
vinogodi ha scritto:
Dedalus ha scritto:Sì e no.

Si
No.
(sì).
No
Sì.