Qualche impressione volante, visto il poco tempo a disposizione.
Capitolo annate.
Davvero niente male questa 2006, diversi vini hanno un buon equilibrio e l'annata sembra piuttosto classica, nell'ambito delle ultime annate che sono state tutte comunque piuttosto calde, in linea con la tendenza generale dell'ultimo decennnio.Non ho ancora capito con precisione la vera portata dell'annata ma sono convinto che sia deciasamente buona.
La 2007 non mi ha convinto molto, tanti vini è vero che hanno molta polpa ed una discreta acidità ma il profilo olfattivo del Nebbiolo ne esce decisamente compromesso ed in secondo piano. Saranno sicuramente vini godibili nel medio periodo ma per quanto mi riguarda il confronto con la 2006 è stato abbastanza impietoso. E' chiaro che in alcuni casi ci sono vini anche molto buoni, per quanto sia molto presto per dare un giudizio e il numero di campioni assaggiati non infinito, però la mia impressione è che sia un'annata un po sui generis per il Nebbiolo, probabilmente molto "friedly" per gli amici stranieri ed edonisti di ogni dove.
Giusto così per curiosità sembra piuttosto promettente la 2008, che dovrebbe ritornare ad essere un'annata classica.
Tra vini sentiti a "Piacere Barbaresco" ricordo con particolare piacere il Barbaresco Roncaglie 2006 dei
Poderi Colla, davvero buono nella sua nebbiolesca austerità, lughissimo nel finale, miglior vino della manifestazione, imho.
Molto promettente anche il Barbaresco Cà du Rabajà (o Ràbaja, come direbbe Jossik) 2007 della neonata azienda
Cà du Rabajà di R.Alutto, abbastanza potente come cru ed annata impongono, ma non greve nè troppo spostato sul registro del frutto scuro.
Belli i vini di
Cantina del Glicine, mi sono sembrato non mostruosi come complessità, ma davvero ben fatti e piacevoli.
Veramente poco convincenti i vini della cantina dei
marchesi de Gresy (in degustazione erano presenti i 2004), ancora con un legno presente e decisamente troppo evoluti, mah.
Conferma per il Bric Mentina 2006 della
Cà Nòva, mentre il 2007 assaggianto è sembrato poco pulito, peccato.
Non mi ha convinto Cortese, ma agli altri è piaciuto, nè Sottimano.
Discreto il Montefico 2007 di
Carlo Giacosa, e sempre una garanzia i vini di
Adriano (ottimo rapporto qualità/prezzo) e vini sempre puliti, beverini e piacevoli, grande costanza nelle annate.
Capitolo visite.
Buoni i vini di
Brovia, in particolare Villero 2006; Rocche 2006 invece è più chiuso adesso e nel bicchiere ha una bella evoluzione, forse adesso sono vini veramente troppo giovani per essere giudicati.
Da
Brezza non ci ho capito gran che, ho avuto qualche dubbio anche su Bricco Sarmassa 2004 che invece l'anno scorso mi era piaciuto tantissimo. I vini hanno sì parecchio frutto, ma non sul registro della frutta scura.....piuttosto virano su toni rossi e un poco speziati che adesso forse non sono proprio i miei preferiti. Tra i cru quasi sempre abbiamo tutti preferito il Bricco sarmassa, anche se non abbiamo assaggiato tutta la linea in tutte le annate.
Da
Roagna solita squisita ospitalità e certamente esagerata genorsità.
Cosa dire sui vini?
I Barbaresco cru 2005, Asili e Montefico, sono molto lineari e puliti, forse un poco mancanti di polpa, fedeli all'annata.
Molto buono il Pajè 2004, mentre veramente straordinaro il Pajè riserva 1999, il La Rocca e la Pira riserva 1996 e anche il 2001.
Clamorosa la botte di Pajè 2009, mi ci sarei piazzato sotto con il rubinetto aperto.
Un piccolo appunto per non scadere nell'agiografia........i vini quando riescono sono decisamente buonissimi, manca forse quel quid di costanza in più per arriavre davvero a livelli assoluti.
Probabilmente i vini seguiti da Luca saranno a quel liello, per ora qualche incertezza su qualche annata (il naso del Pajè lo scorso anno bevuto da Antinè come anche il Barolo la Rocca e la Pira 1998 sempre da Antinè hanno dimostrato).
Bellissima anche la visita da
G.Fenocchio, clamorosa la vista che si ha dalla sua cantina, molto belli e rigorosi i vini, anche piuttosto approcciabili in gioventù. Le annate sono ben rappresentate dai suoi Barolo, senza forzature. Buonissima la botta della riserva 2006 (Bussia), così come anche il Villero, sempre 2006. Ottimi i prezzi, best buy.
Da
Schiavenza, oltre che mangiare decisamente bene, abbiamo assaggiato al tavolo Prapò 2006 (strepitoso, imho) e Cerretta 2006 (più fine ed elegante ma inferiore). In bocca i vini sono sì tannici e dall'impronta nebbiolescamente classica, ma mai sgraziati. Meno convincenti gli altri cru (Broglio e Perno). Con questi 2006 si rafforza la lotta di questo produttore verso l'olimpo langarolo.
Da
Francesco Rinaldi, dopo una breve visita in vigna, abbiamo sentito Brunate e Cannubio, entrambi 2008. Siceramente non ci ho capito un gran che. Il Brunate inizia malissimo con zaffate di alcool e trielina, poi si assesta e soprattutto in bocca molstra un bel passo, senza però mia mostrare qualcosa di risolutamente convincente. Trascurabile il Cannubio. Probabilmente con una maggiore consapevolezza tecnica di cantina questi vini sarebbero molto molto più convincenti. Vedremo comunque cosa verrà fuori da questo Brunate 2006, da stapparsi non prima di 7/8 anni di vetro.
Nota di fondo dedicata a quei grandissimo rapporto qualità prezzo (

) dei vini della Cantina dei Produttori del Barbaresco......Pajè 1989.....ma li avete bevuti sti vini? No perchè, mi sorge qualche dubbio......
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)