bobbisolo ha scritto:ferrari federico ha scritto:Ludi ha scritto:Bordeaux non stia più sulle nostre corde sui rossi,
A partire da questa considerazione, certo personale, mi sono chiesto se e quanto sia condivisa dai forumisti…
Ho notato infatti, nei threads e nei post, moltissima Borgogna, moltissimo le Langhe, molto Rodano, molta Toscana, tanta attenzione anche per i vini del Sud Italia ma poco o nulla Bordeaux.
Perché?
mi sono parsi più vini razionali piuttosto che romantici, più legati alla tecnica di cantina che all'esperienza e passione di un vigneron, più idea di vini costruiti per essere grandi vini... aggiungo lo 'spessore' della materia (e in questo il rodano lo trovo somigliante), son vini grossi (non nel senso di sgraziati)... il timore che necessitino di tanti anni per sgrossarsi ed essere più digeribili... unite a una classificazione impegnativa da codificare... tutte considerazioni figlie dell'ignoranza lo ammetto, però ecco, aggiungerei anche il tipo di territorio che mi pare meno interessante rispetto agli altri, puramente sotto l'aspetto estetico, del fatto che sia pianeggiante e temo per pregiudizio, perché di quello geologico, del clima e dei manici non saprei che dire...
Attendo rispettoso l'intervento di Marco/vinogodi, sommo cultore delle due Rive, con una profondità di bottiglie e di annate bevute infinitamente superiore alla mia (non vado più indietro degli anni '60).
Dico solo un paio di impressioni personali e concordo, ma solo in parte e con molti distinguo, che siano vini dosati, non costruiti, poiché il terroir non può prescindere dalla mano dell'uomo e il taglio (bordolese, sic) si presta perfettamente per "sfruttare" le caratteristiche dei vari vitigni a seconda delle annate e ottenere grandi vini.
Il risultato è, da secoli, quello di far emozionare, godere e sorprendere il bevitore e questo per me è estremamente romantico, ancestrale, storico e seminale.
Forse, rispetto al monovigna/monovitigno, l'abilità dell'enologo può sembrare alchimia, ma se fosse così facile, nei secoli avremmo avuto altri terroir bordolesi, mentre al netto di ottime interpretazioni (a volte mere imitazioni) ancora oggi Bordeaux (anche per le correnti dall'Atlantico) è unica.
In generale in Gironda i suoli e le percentuali dei vitigni, differenziano in modo netto, più del manico, le differenti caratteristiche delle denominazioni, a seconda delle singole pietre e sassi (riva sinistra) o dei granelli di sabbia (riva destra).
Se poi per grossi intendi il tenore alcolico ricordo che il Latour 1961 riportava in etichetta 11° mentre l'uso del legno in modo sfrontato magari li rende meno avvicinabili da giovani, ma dannatamente eterni.
Poi è vero che ad un certo punto è arrivata la parkerizzazione, che non sempre ha portato benefici, perchè per natura sono contrario al dare punteggi e definire standard produttivi per le emozioni enoiche.