Cosa bevemmo a dicembre 2024

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bobbisolo
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda bobbisolo » 22 dic 2024 17:46

ferrari federico ha scritto:
Ludi ha scritto:Bordeaux non stia più sulle nostre corde sui rossi,



A partire da questa considerazione, certo personale, mi sono chiesto se e quanto sia condivisa dai forumisti…
Ho notato infatti, nei threads e nei post, moltissima Borgogna, moltissimo le Langhe, molto Rodano, molta Toscana, tanta attenzione anche per i vini del Sud Italia ma poco o nulla Bordeaux.
Perché?


mi sono parsi più vini razionali piuttosto che romantici, più legati alla tecnica di cantina che all'esperienza e passione di un vigneron, più idea di vini costruiti per essere grandi vini... aggiungo lo 'spessore' della materia (e in questo il rodano lo trovo somigliante), son vini grossi (non nel senso di sgraziati)... il timore che necessitino di tanti anni per sgrossarsi ed essere più digeribili... unite a una classificazione impegnativa da codificare... tutte considerazioni figlie dell'ignoranza lo ammetto, però ecco, aggiungerei anche il tipo di territorio che mi pare meno interessante rispetto agli altri, puramente sotto l'aspetto estetico, del fatto che sia pianeggiante e temo per pregiudizio, perché di quello geologico, del clima e dei manici non saprei che dire...
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l'oste
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda l'oste » 22 dic 2024 18:20

bobbisolo ha scritto:
ferrari federico ha scritto:
Ludi ha scritto:Bordeaux non stia più sulle nostre corde sui rossi,



A partire da questa considerazione, certo personale, mi sono chiesto se e quanto sia condivisa dai forumisti…
Ho notato infatti, nei threads e nei post, moltissima Borgogna, moltissimo le Langhe, molto Rodano, molta Toscana, tanta attenzione anche per i vini del Sud Italia ma poco o nulla Bordeaux.
Perché?


mi sono parsi più vini razionali piuttosto che romantici, più legati alla tecnica di cantina che all'esperienza e passione di un vigneron, più idea di vini costruiti per essere grandi vini... aggiungo lo 'spessore' della materia (e in questo il rodano lo trovo somigliante), son vini grossi (non nel senso di sgraziati)... il timore che necessitino di tanti anni per sgrossarsi ed essere più digeribili... unite a una classificazione impegnativa da codificare... tutte considerazioni figlie dell'ignoranza lo ammetto, però ecco, aggiungerei anche il tipo di territorio che mi pare meno interessante rispetto agli altri, puramente sotto l'aspetto estetico, del fatto che sia pianeggiante e temo per pregiudizio, perché di quello geologico, del clima e dei manici non saprei che dire...

Attendo rispettoso l'intervento di Marco/vinogodi, sommo cultore delle due Rive, con una profondità di bottiglie e di annate bevute infinitamente superiore alla mia (non vado più indietro degli anni '60).
Dico solo un paio di impressioni personali e concordo, ma solo in parte e con molti distinguo, che siano vini dosati, non costruiti, poiché il terroir non può prescindere dalla mano dell'uomo e il taglio (bordolese, sic) si presta perfettamente per "sfruttare" le caratteristiche dei vari vitigni a seconda delle annate e ottenere grandi vini.
Il risultato è, da secoli, quello di far emozionare, godere e sorprendere il bevitore e questo per me è estremamente romantico, ancestrale, storico e seminale.
Forse, rispetto al monovigna/monovitigno, l'abilità dell'enologo può sembrare alchimia, ma se fosse così facile, nei secoli avremmo avuto altri terroir bordolesi, mentre al netto di ottime interpretazioni (a volte mere imitazioni) ancora oggi Bordeaux (anche per le correnti dall'Atlantico) è unica.
In generale in Gironda i suoli e le percentuali dei vitigni, differenziano in modo netto, più del manico, le differenti caratteristiche delle denominazioni, a seconda delle singole pietre e sassi (riva sinistra) o dei granelli di sabbia (riva destra).
Se poi per grossi intendi il tenore alcolico ricordo che il Latour 1961 riportava in etichetta 11° mentre l'uso del legno in modo sfrontato magari li rende meno avvicinabili da giovani, ma dannatamente eterni.
Poi è vero che ad un certo punto è arrivata la parkerizzazione, che non sempre ha portato benefici, perchè per natura sono contrario al dare punteggi e definire standard produttivi per le emozioni enoiche.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda bobbisolo » 22 dic 2024 18:32

l'oste ha scritto:Attendo rispettoso l'intervento di Marco/vinogodi, sommo cultore delle due Rive, con una profondità di bottiglie e di annate bevute infinitamente superiore alla mia (non vado più indietro degli anni '60).
Dico solo un paio di impressioni personali e concordo, ma solo in parte e con molti distinguo, che siano vini dosati, non costruiti, poiché il terroir non può prescindere dalla mano dell'uomo e il taglio (bordolese, sic) si presta perfettamente per "sfruttare" le caratteristiche dei vari vitigni a seconda delle annate e ottenere grandi vini.
Il risultato è, da secoli, quello di far emozionare, godere e sorprendere il bevitore e questo per me è estremamente romantico, ancestrale, storico e seminale.
Forse, rispetto al monovigna/monovitigno, l'abilità dell'enologo può sembrare alchimia, ma se fosse così facile, nei secoli avremmo avuto altri terroir bordolesi, mentre al netto di ottime interpretazioni (a volte mere imitazioni) ancora oggi Bordeaux è unica.
In generale in Gironda i suoli e le percentuali dei vitigni, differenziano in modo netto, più del manico, le differenti caratteristiche delle denominazioni, a seconda delle singole pietre e sassi (riva sinistra) o dei granelli di sabbia (riva destra).
Se poi per grossi intendi il tenore alcolico ricordo che il Latour 1961 riportava in etichetta 11° mentre l'uso del legno in modo sfrontato magari li rende meno avvicinabili da giovani, ma dannatamente eterni.
Poi è vero che ad un certo punto è arrivata la parkerizzazione, che non sempre ha portato benefici, perchè per natura sono contrario al dare punteggi e definire standard produttivi alle emozioni enoiche.


grazie per la bella replica... si, in effetti il terroir non è che non esista anche a bordeaux, la mia è pura ignoranza e semplificazione data anche da una scarsissisima conoscenza della denominazione... e certamente anche quelli sono vini che emozionano!

per grossi non è il tenore alcolico, ma una percezione personale gusto-olfattiva, di sentori e sensazioni tattili che non riesco a definire in altro modo se non come "spessi" o "grassi", direi a questo punto per mio gusto stancanti... anche qui, con tanto pregiudicio, perchè ho bevuto alcuni bordeaux che certamente non si possono denigrare come grassi e stancanti...
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda piergi » 22 dic 2024 20:08

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Annata calda che spesso in Irpinia ha dato vini pronti da subito ma abbastanza poco sfaccettati, direi bidimensionali.
In questo caso, pur essendo più approcciabile rispetto a altre versioni, il vino ha un bel profilo silvestre, appenninico.
Note di mentuccia, anice, mandarino di ciaculli, resina di pino.
La parte finale è caratterizzata da una bella acidità citrina rinfrescante, che non rieslingheggia ma che garantisce un bel sorso verticale e appagante.
Strane luci di pioggia...splende il sole,fa' bel tempo...nell'era democratica.

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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda alì65 » 22 dic 2024 22:08

dico la mia da non amante del Cabernet in generale; le bottiglie di premier di Bordeaux bevute negli anni è sempre stata un'emozione
capisco chi non ama il vino di "spessore" con una ricchezza e stratificazione di bocca unica rispetto a eleganza e profondità da monovitigno di eguale valore
anch'io, come molti, mi ero infatuato della Gironda negli anni 90; poi, non so spiegare il perchè e senza pregiudizio, ho preferito altri lidi ma senza tralasciare il genere di vino "generoso"
e comunque non eviterei di bere un Latour o Lafite, Mouton o Evangile, sarebbe sempre un enorme piacere
quando è buono lo è punto!!!
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda ferrari federico » 23 dic 2024 08:26

Quindi, ricapitolando, se ho inteso bene, questi sono i punti:
1) qualche decennio fa, sull’onda del successo critico di Robert Parker, andavano più “di moda” i vini corposi, con molta materia estratta e con molto legno nuovo, mentre odiernamente la tendenza è più verso finezza, equilibrio e forte legame tra il vitigno e il terroir. Quindi Borgogna e Piemonte piuttosto che Bordeaux.
2) I Bordeaux che valgono costano troppo. (Scusate, perché Grand Cru della Cote d’Or o langaroli costano poco?)
3) oggi si tende a preferire il monovitigno piuttosto che gli uvaggi.

Ho inteso bene? Ci altre variabili?
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda l'oste » 23 dic 2024 08:49

alì65 ha scritto:dico la mia da non amante del Cabernet in generale; le bottiglie di premier di Bordeaux bevute negli anni è sempre stata un'emozione
capisco chi non ama il vino di "spessore" con una ricchezza e stratificazione di bocca unica rispetto a eleganza e profondità da monovitigno di eguale valore
anch'io, come molti, mi ero infatuato della Gironda negli anni 90; poi, non so spiegare il perchè e senza pregiudizio, ho preferito altri lidi ma senza tralasciare il genere di vino "generoso"
e comunque non eviterei di bere un Latour o Lafite, Mouton o Evangile, sarebbe sempre un enorme piacere
quando è buono lo è punto!!!

Ciao Claudio, sono d'accordo con te, il cabernet da solo ha troppa prosopopea e anche in blend è un po' altezzoso, algido e perfettino.
Poi forse è anche un fatto culturale, siamo italiani, cresciuti con il vino e vitigno "di casa" a seconda delle zone, meno Chateau e più contadini e in origine con numeri produttivi più bassi. Per questo motivo forse la Borgogna ci appare più vicina rispetto ai Bordeaux.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 23 dic 2024 08:51

alì65 ha scritto:dico la mia da non amante del Cabernet in generale; le bottiglie di premier di Bordeaux bevute negli anni è sempre stata un'emozione
capisco chi non ama il vino di "spessore" con una ricchezza e stratificazione di bocca unica rispetto a eleganza e profondità da monovitigno di eguale valore
anch'io, come molti, mi ero infatuato della Gironda negli anni 90; poi, non so spiegare il perchè e senza pregiudizio, ho preferito altri lidi ma senza tralasciare il genere di vino "generoso"
e comunque non eviterei di bere un Latour o Lafite, Mouton o Evangile, sarebbe sempre un enorme piacere
quando è buono lo è punto!!!


specifico meglio il senso del mio intervento.
Non intendevo certo dire che i vini di Bordeaux non siano grandi vini, ma solo che non incontrino più il mio gusto come un tempo. Qualche anno fà la loro perfezione stilistica, l'arte dell'assemblaggio, l'uso sapiente del legno (ed un certo amore per il Cabernet Sauvignon) mi stregavano; oggi, molto seplicemente, nei vini cerco più l'estro, il guizzo, magari anche la discontinuità (se non diventa un pretesto per vendere vini improponibili), e al contempo i riconoscimenti tipici del CS mi entusiasmano di meno.
Detto questo, ricordo ancora con emozione le bevute dei premier cru, ma anche di molti supersecond e di (ex) outsider come Pontet Canet.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda vinogodi » 23 dic 2024 10:49

...il mio problema con Bordeaux è ... che ci sono cresciuto , così per la Langa, per cui alla componente sensoriale si aggiunge quella affettiva ( mio nonno era un super bordofilo e me ne fece bere a vagonate , così come un lascito importante su cui cimentarmi) . Chiaro , dopo anni di trombate di livello, uno cerca qualche divagazione sessuale alternativa, per ricreare un pathos ormonale . Per cui si sono susseguiti , in non troppo rapida successione ed ancora attrattivi, Borgogna , Rodano, Espana, Toscana, Champagne , Sud Italia, Loira , Alsazia (prima) poi Germania, Napa, qualcosa di Terzo mondo enologico ...quindi un enoonnivoro dove l'harem vinicolo ha come unica attrattiva il " buono nel bicchiere" , che è la vera discriminante . Ma quando ritorno a trombare fra le quattro mura famigliari ( Bordeaux e Langa) capisci che il sesso ( anche enologico) non è solo trasgressione o novità ma anche un "buen retiro" su cui adagiarti con la dovuta tranquillità dei sensi... 8)
PS: semplicemente : chi parla male di Bordeaux , o perchè ha fisiologicamente avversione alle pirazine ( qualcuno ricorda Majimbu' - Mazzoleni? Super assaggiatore quasi da studio scientifico ma appena sentiva un ppm di pirazine , ne schifava senza pudore...) , poche o tante ce ne siano , oppure non ha mai bevuto qualcosa di serio o , peggio ancora, qualcosa di veramente maturo ( diciamo: Premiers da cinquant'anni in su) . Il resto? Chiacchere da bar... 8)
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ziliovino » 23 dic 2024 12:35

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Moscato di Terracina Secco Oppidum 2023 - Cantina S. Andrea. Piacevole e semplice, aromaticità ben presente ma non eccessiva, sorso preciso, fresco, attacco dolcino e finale secco senza amari.

Brunello di Montalcino 2005 - Le Chiuse. Un sangiovese vecchio stile, scuro ma non cupo, arricchito da note ematiche e ferruginose, con un fruttato-floreale carnoso, qualche carruba, sorso fresco e di buon corpo, tannino fitto ma piacevole. Se Baricci, che sta sul versante di fronte è il sole di Montalcino, questo è la luna, ma bella tonda e splendente...

Toscana Ciliegiolo Vallerana Alta 2020 - Antonio Camillo. Ancora piuttosto giovane e pimpante, tutto sul frutto con ovviamente la ciliegia fresca, tannino giovanile, sorso fresco. Resta piuttosto semplice, senza slanci.

Mosel Graacher Domprobst Riesling Spatlese 2012 - Willie Schafer. Giunto a buon punto direi, vista la bella nota petroleo-officinale, cedro candito, ed il sorso disteso, avvolgente, zuccherino.

Terre Siciliane Rosato Susucaru 2023 - Frank Cornellissen. Piacevole ed equilibrato, tra le fragoline e la caramella ai frutti di bosco, c'è buon corpo ma anche freschezza. Avrei apprezzato un po' di articolazione e mobilità in più...

Rosé de Noirs Brut Nature - Nicola Gatta. L.09/22. Confermo la bontà del prodotto, ben fatto e con nulla fuori posto, ma meno convincente di altra sboccatura bevuta un annetto fa, che aveva maggiore spinta e tensione.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda zampaflex » 23 dic 2024 12:52

Ludi ha scritto:
alì65 ha scritto:dico la mia da non amante del Cabernet in generale; le bottiglie di premier di Bordeaux bevute negli anni è sempre stata un'emozione
capisco chi non ama il vino di "spessore" con una ricchezza e stratificazione di bocca unica rispetto a eleganza e profondità da monovitigno di eguale valore
anch'io, come molti, mi ero infatuato della Gironda negli anni 90; poi, non so spiegare il perchè e senza pregiudizio, ho preferito altri lidi ma senza tralasciare il genere di vino "generoso"
e comunque non eviterei di bere un Latour o Lafite, Mouton o Evangile, sarebbe sempre un enorme piacere
quando è buono lo è punto!!!


specifico meglio il senso del mio intervento.
Non intendevo certo dire che i vini di Bordeaux non siano grandi vini, ma solo che non incontrino più il mio gusto come un tempo. Qualche anno fà la loro perfezione stilistica, l'arte dell'assemblaggio, l'uso sapiente del legno (ed un certo amore per il Cabernet Sauvignon) mi stregavano; oggi, molto seplicemente, nei vini cerco più l'estro, il guizzo, magari anche la discontinuità (se non diventa un pretesto per vendere vini improponibili), e al contempo i riconoscimenti tipici del CS mi entusiasmano di meno.
Detto questo, ricordo ancora con emozione le bevute dei premier cru, ma anche di molti supersecond e di (ex) outsider come Pontet Canet.


@Claudio: si molla Bordeaux perché il Rodano, in confronto, è sesso primordiale e archetipico :mrgreen:
@Giuliano: giustamente, come dice anche Marco, ad un certo punto si allarga la sete di conoscenza e si spazia altrove, fino all'atomizzazione, alla discesa alle radici del vitigno in purezza; quando ci si sarà stufati, o ci si butterà sul diverso (vedi i biopasdaràn della terza età come Rossano, piuttosto che le esplorazioni di Albarino e Saperavi) o ci si rifugerà nei comfort wines che ci cullano come un neonato. Salvo ogni tanto tornare a sfogliare l'album del matrimonio...
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda ferrari federico » 23 dic 2024 21:05

Cardi (in Piemontese “Gobbi”) lessati e passati in padella con olio, aglio e acciughe. Generosa spolverata di Parmigiano.
Che bontà!
Li accompagno, opportunamente, con un bel bianco calabrese: Calabria Bianco Donna Giovanna 2023 di Tenuta Iuzzolini. Greco 100% vendemmia tardiva. Giallo paglierino di bella consistenza il colore. Fiori e frutta bianca (melone bianco e magnolia) il profumo. Convincente in bocca: completamente secco, pulito, franco, dotato di bella materia, di buona persistenza gustativa, dal frutto piacevole e da un positivo equilibrio. 85/100
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Tex Willer » 24 dic 2024 09:55

Buondonno Chianti Classico 2016 Riserva. Una delusione anche questa bottiglia,già al naso e poi nel bicchiere si percepisce solo alcool(15,5° ),seconda bottiglia di una cassetta. Le altre mi devo ricordare di farle aspettare almeno una decina d'anni nella speranza che si riequilibri un pò.
Se qualcosa è gratis, il prodotto sei tu
"E’ più facile imbrogliare la gente che convincere la gente che è stata imbrogliata” Mark Twain
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda ferrari federico » 25 dic 2024 15:54

Bollito misto di Natale. Rosso giovane ma denso e complesso: Barbera d’Alba Vigna Francia 2021 Giacomo Conterno.
Viola intenso, quasi nero il colore. Profumo ancora compresso, che esce lentamente e in modo sommesso, con sentori di composta di frutta matura, note fumé, mentolate, cioccolato fuso, tabacco fresco, sciroppo di ciliegia; alla lunga esce anche il floreale, soprattutto la violetta. A bicchiere vuoto, con quello che rimane, sento un aroma simile a quello dello Shilajit, resina Himalayana diffusa nella medica Ayurvedica come adattogeno, con un che di lattico.
Già soddisfacente la beva, con la acidità naturale della Barbera (qui non stemperata dal legno nuovo che accompagna molte barbere premium “moderniste”) che si è già armonizzata con i polifenoli, qui più sul versante antocianico che su quello tannico. Ma - incredibile dictu - in questa barbera sento anche molti tannini (naturali, non portati da legno). 92/100 il mio giudizio.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Ludi » 25 dic 2024 20:29

Bollinger, Vieilles Vignes Françaises 1992: bere la storia, la storia di uno Champagne iconico...che, anche se non in una delle migliori annate, rimane una bevuta da raccontare ai nipoti: intenso, ammaliante, sensuale, cerebrale, ma anche, molto più semplicemente, buonissimo nelle sue note di marzapane e di miele di castagno. La persistenza si misura in minuti.
E. Sauzet, Batard Montrachet 2006: talmente verticale, all'impatto, da far pensare ad uno Chablis. Presto però viene fuori la vena più opulenta, grassa, ricca di frutta tropicale e di candito. Bocca semplicemente perfetta, rigorosa, scandita in maniera cartesiana. Esemplare: l'aggettivo che lo descrive più a fondo.
N. Joly, Coulée de Serant Moelleux 1995: una delle poche annate in cui Joly ha fatto vini con apprezzabile residuo zuccherino. Che dire? E' eccentrico, spiazzante, ma anche buonissimo e bevibilissimo, lungo da rimanere nella bocca e nei pensieri per ore.
Chateau d'Yquem 2000: non la migliore versione...l'impressione è che la percentuale di uve botritizzate sia inferiore al solito. Però signori, che equilibrio, che freschezza, che eleganza! Curioso che si percepisca una nota di volatile che dà però equilibrio alla beva.
Duval Leroy, Femme de Champagne 2000: intatto e giovanissimo, sicuramente meno intrigante del VVF (e ci sta) ma con un lungo percorso ancora avanti. Si dipana con scioltezza su una trama giocata sull'acidità più che sull'opulenza.
Chapoutier, Ermitage Blanc de l'Orée 1992: mamma mia che vino! Ho provateo varie bottiglie di 1992, ma questa era di gran lunga la migliore. Stordente al naso, con i suoi profumi di frutta tropicale matura, zucchero a velo, mandorle tritate, ma anche cumino e curcuma (ideale l'abbinamento con dei falafel fatti da mio figlio) ha una bocca singolarmente affilata, piena ma non stucchevole, con freschezza ancora in primo piano. Tra i migliori bianchi dell'anno. Forse il migliore.
Guigal, La Mouline 1995: qui scende la lacrimuccia. E' il mio vino: incredibilmente giovanile, sia al naso che in bocca: non mancano pasta d'oliva e pepe, ma la confettura di mora e la violetta sono lì, a dire da loro ed a predire un futuro lungo, lunghissimo. E' un vino convenzionale? Non ha la poesia di uno Chave? Francamente: chissenefrega. E' grandissimo.
Fattoria di Zerbina, A.R. 2010: il Trockenbeerenauslese de noantri non è Egon Muller, d'accordo, ma se la può giocare con Kracher, tanto per non far nomi. Sciropposo e talmente persistente da attaccarsi letteralmente al palato, non lascia certo indifferenti.
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Wineduck
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Wineduck » 25 dic 2024 21:10

Ludi ha scritto:Chapoutier, Ermitage Blanc de l'Orée 1992: mamma mia che vino! Ho provateo varie bottiglie di 1992, ma questa era di gran lunga la migliore. Stordente al naso, con i suoi profumi di frutta tropicale matura, zucchero a velo, mandorle tritate, ma anche cumino e curcuma (ideale l'abbinamento con dei falafel fatti da mio figlio) ha una bocca singolarmente affilata, piena ma non stucchevole, con freschezza ancora in primo piano. Tra i migliori bianchi dell'anno. Forse il migliore.
Guigal, La Mouline 1995: qui scende la lacrimuccia. E' il mio vino: incredibilmente giovanile, sia al naso che in bocca: non mancano pasta d'oliva e pepe, ma la confettura di mora e la violetta sono lì, a dire da loro ed a predire un futuro lungo, lunghissimo. E' un vino convenzionale? Non ha la poesia di uno Chave? Francamente: chissenefrega. E' grandissimo.


Complimenti!
Bevuta dell'anno (fra quelle domestiche senza quote e con un unico conferitore di bottiglie, al pari dei festeggiamenti del matrimonio della figlia del Marchese di Viadana)!
Queste due in particolare te le invidio tantissimo!
"Woke up this morning with a wine glass in my hand - Whose wine? What wine? - Where the hell did I dine? - Must have been a dream - I don't believe where I've been - Come on, let's do it again"
Peter Frampton
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda L_Andrea » 25 dic 2024 21:36

Pranzo natalizio con parenti non appassionati, si è aperta roba semplice per limitare i danni.
Champagne Chouvet Carte blanche, solido mix di Chardonnay e Pinot Noir che fa il suo dovere con gli antipasti (baccalà mantecato, mozzarelle, passatina di fagioli cannellini e gambero rosso a crudo,cotechino su crostini di polenta e mostarda); gourmand, bella bollicina fine e giusta acidità.
Con i tortelli di zucca ricetta mantovana bevuto Riesling Dr H di Hermann 2023; solito mix perfetto tra acidità e residuo zuccherino di cui non ti stancheresti mai. Abbinamento paradisiaco
Cappone Ripieno in abbinamento con il Langhe Nebbiolo 2021 di Luigi Giordano. Questo nebbiolino costa niente ma mi piace veramente tanto. Agrumato, fresco con un colorino granato scarico e una bocca corroborante con tannini e acidità bella pimpante.
Panettone artigianale e Moscato Spaccavento 2023 de l 'Armangia: bello dissetante, praticamente una bevanda tipo Gatorade.
Minima spesa massima resa :mrgreen:
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda L_Andrea » 25 dic 2024 21:52

Ludi ha scritto:Fattoria di Zerbina, A.R. 2010: il Trockenbeerenauslese de noantri non è Egon Muller, d'accordo, ma se la può giocare con Kracher, tanto per non far nomi. Sciropposo e talmente persistente da attaccarsi letteralmente al palato, non lascia certo indifferenti.

Bevuto domenica al Dolce Natale in Bue House e mi ha lasciato molto sorpreso in senso positivo. Inferiore ai teutonici ma alla pari con i Sauterne. Grandissimo tra gli italici
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Alberto » 25 dic 2024 22:00

Tra ieri ed oggi:

Terre Siciliane Bianco Vinujancu, I Custodi delle Vigne dell'Etna, 2013 (12,5%)
Paglierino chiaro chiaro ancora. Da vigna giovane (2005), la bottiglia è marchiata I Vigneri 1435, ma col Vinujancu storico dell'azienda guidata da Salvo Foti (che comunque in questo vino ci metteva ancora mano) non so quanto abbia a che spartire...mi pare di aver letto che la vigna vecchia è andata perduta. Ad ogni modo: al primissimo naso, idrocarburi e toni "sponti"...ma quanto riesling c'è dentro? :roll: E chi lo sa...anche perché l'ultima annata imbottigliata con questo nome credo sia stata la 2015. Male però che io ci trovi pure un sottofondo cartonato, che nel tempo si accresce e che mi fa propendere per una subdola contaminazione da tricloroanisolo. N.G.

Salento Primitivo Mondo Nuovo, Morella, 2015 (14,5%)
Rubino brillante e non saturato, molto attraente. Elegante e goloso assieme, tanto frutto rosso fresco, chicco di caffè, sorso pieno (ma non grasso), acidità che fa salivare e che dà allungo...splendido vino...e sfido chi alla cieca è in grado di posizionarlo a Manduria...

Coteaux du Layon Chaume 1er Cru, Chateau de Plaisance, 2003 (12,5%)
Oro carico, non brillantissimo. Annata chiaramente bislacca, nel senso che la botrite latita, i profumi di certo non sono esplosivi, ed il profilo nel complesso è più da vino da passerillage che altro; ad ogni modo il tenore zuccherino iniziale si è decisamente integrato, cosa che lo rende un vino tanto inadatto ai dolci quanto perfetto sui formaggi giusti (esempio uno stravecchio "dolce", grossomodo in stile Piave, del caseificio Zanchetta di Casale sul Sile). Vino che durerà comunque un'altra eternità, probabilmente.

Ancora auguri a tutti!!! :D
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:43

Una bevuta che si pensava (e sperava) di fare da qualche tempo: ci siamo riusciti, domenica 8, in ristorante "amico" alle porte di Piacenza, con otto presenti.
Finalmente, in questa mattina post-natalizia, ho trovato tempo per documentare.
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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:47

Si comincia col botto: splendida versione e, per me, terzo gradino del podio.

Però, il conferitore della bottiglia aveva aperto, a casa, Acclivi '18 ed era tappato, portandoci il cadavere a riprova del misfatto.

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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:49

Qui meno bene: il vino era meno brillante del dovuto, un po' seduto, con un filo di ossidazione percepita (probabile sughero non performante).

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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:51

Inzia la batteria dei Cannubi, tutti di alto livello, con questo che, per me, era il meno buono dei tre

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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:53

Questo su un gradino superiore

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Re: Cosa bevemmo a dicembre 2024

Messaggioda Kalosartipos » 26 dic 2024 10:54

E questo è stato il Cannubi top

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