Messaggioda zampaflex » 10 set 2024 18:20
Perché gli israeliani non sono tutti uguali, un pezzo dell'intervista allo scrittore Assaf Gavron.
Ho chiesto ad Adam Tsachi, dell’insediamento di Tekoa, con cui ho stretto amicizia mentre mi documentavo per scrivere "La collina", qual è la sua opinione sulla situazione.
Mi ha risposto: "Sono fermamente contrario a questi comportamenti e ti assicuro che la maggioranza assoluta dei coloni che conosco - e ne conosco moltissimi - è contraria e indignata. I facinorosi sono un manipolo di violenti che non rappresenta in nessun modo la maggioranza. È una situazione terribile. Innanzitutto colpiscono persone innocenti. Poi danneggiano noi
del movimento degli insediamenti, che risultiamo screditati e demonizzati. Infine danneggiano Israele, ne minano
l’unità e la delegittimano. Mi spiace che l’applicazione delle leggi da parte dello Stato non sia abbastanza ferma. Interrompere queste azioni è un compito cruciale a livello nazionale, al pari degli altri a cui siamo stati chiamati dopo il disastro».
Adam mi ha anche mandato link ed editoriali su giornali di destra che dimostrano che molti leader dei coloni condividono le sue opinioni. Io credo che Adam sia sincero. E credo che altri coloni la pensino come lui. Eppure quando leggo le dichiarazioni
dei capi dei coloni e gli editoriali in cui condannano le violenze, li trovo molto vaghi.
Definiscono i facinorosi «giovani emarginati che arrivano da tutta Israele», come se non fossero erbacce cresciute nel loro giardino, ed evidenziano che gli scontri vengono provocati dai palestinesi. Come già è accaduto quando uno di loro ha travalicato ogni confine assassinando il primo ministro Yitzhak Rabin nel 1995, manca da parte loro una vera riflessione o autocritica. Si direbbe piuttosto un tentativo frettoloso e spaventato di cercare di minimizzare il danno una volta che ogni limite è stato superato.
Per me l’idea di una superiorità ebraica è rivoltante e ignobile. Si basa su un presupposto ideologico razzista, inaccettabile quanto tutti i razzismi. Le sue manifestazioni rappresentano non solo una violazione della legge e dell’ordine, ma anche la premessa per un’anarchia teologica, e come tali vanno stroncate in modo deciso e rapido.
L’escalation di violenza partita a ottobre, che ha raggiunto un nuovo apice durante il mese di agosto, non può essere liquidata
come l’azione di «qualche mela marcia». È un fenomeno ampio, pericolosamente incoraggiato dall’attuale governo in maniera attiva o passiva, e rappresenta il suo ennesimo disastroso fallimento.
Credo che la politica della forza che permette a questo fenomeno di prosperare non durerà a lungo. È un’anomalia politica che verrà risanata. Nel frattempo, però, i danni causati dagli attacchi violenti dei coloni sono enormi: alla vita e alle proprietà di persone innocenti, alla possibilità di una futura coesistenza sabotata dalla prosecuzione della spirale di vendette, alla legittimazione di Israele nel mondo, all’esercito e alle forze dell’ordine, già coinvolte in uno sforzo supremo a Gaza e nel Nord e costrette a occuparsi di un altro fronte, e agli sforzi silenziosi per raggiungere un accordo.
Contro tutto questo abbiamo bisogno di un aiuto costante da parte dei governi stranieri mentre rafforziamo la nostra resistenza interna.
Non progredi est regredi