Nessuna regola d'ingaggio, ognuno portò quello che volle, e finimmo come sempre a bere giusto quelle 2 o 3 bottiglie da nonnulla... urge cambio di rotta, per tornare con i piedi per terra, perchè la fuori non è tutto un Le Bourg o Sine Qua Non... o forse no, non svegliatemi da questo sogno, che di incubi fatti di Valcaleppi e Franciacortini è pieno il mondo.
Champagne Sonate N.9 Opus 10 Extra Brut - Fleury. Si parte bene con questa bolla centratissima per avvinare la bocca grazie a delicatezza ed eleganza, bollicina carezzevole, parte floreale, un po' di confetto, per farsi poi agrumato. Sempre bevute interessanti da questo produttore, nonostante non stia ad Ambonnay o Avize.
Napa Valley Chardonnay 2020 - Kongsgaard. Appena versato c'è il fondo della moka a testimoniare il passaggio in legno, che però si fa subito in disparte per lasciare note più fresche, sulla pera, nocciola verde, leggero linfatico e bocca di buon equilibrio tra grassezza e tensione. Non male.
Barolo Rocche 2004 - Vietti. Inizialmente chiuso, parte sulla liquirizia, poi si apre sul floreale appassito e la spezia orientale, per finire con le erbe medicinali, il sorso è completo e convincente, col tannino ancora fitto ma elegante, gran Barolo.
Barolo Rocche dell'Annunziata 2013 - Accomasso. Sempre Rocche, ma qui siamo a La Morra, il cambio di stile si sente, qui più terrosoed austero, poi cola e pepe bianco, si distende e pare piuttosto elegante, da leggere forse più in prospettiva rispetto a Vietti, qui il sorso è più verticale e fresco, ma forse meno compiuto al momento.
Barolo Vigna Rionda 2015 - Pira Luigi. Messo alla fine del trittico in quanto ce lo si aspetta gnucco, visto il cru e mano del produttore, ma forse qui ci ha messo lo zampino l'annata calda (15 sono i gradi in etichetta), donando un Barolo ricco ma già rotondo, parte con la liquirizia purissima, poi la sua radice, ed infine si fa più floreale. Meno incisivo del solito, mantiene comunque buona freschezza di fondo a sorreggere il tutto.
Saumur Champigny Le Bourg 2009 - Clos Rougeard. Qui le aspettative erano ovviamente parecchio alte, ma i contendenti agguerriti e prestanti... Gioca le sue carte come sempre sull'eleganza ed equilibrio, ancora giovane sul frutto rosso, poi cola e chinotto, col tempo si fa mentolato. Cosa gli manca? A' Cazzimma... Che invece, a memoria, aveva nella 2011, ma anche un Poyeux 2010.
Saint-Joseph 2014 - Pierre Gonon. Questo devo dire è sempre una buona bevuta, se lo si paga a prezzi degni, oggi non so... comunque, pepe nero, durone, floreale e carnoso, tutto quello che ci si aspetta al naso, e tutto nitido, meno incisivo e completo al sorso, dove è comunque fresco e succoso.
Cornas Chaillot 2014 - Allemand. Parte sulle note verdi, qualcuno dice raspo, poi pepe verde, resterà confuso ed appanato per un po' di tempo, al riassaggio invece si fa intenso sul fruttato-floreale, con l'oliva nera sullo sfondo. Non male al sorso, ma il carrarmato che viene dopo lo asfalterà...
Cote-Rotie La Landonne 2016 - Rostaing. Nel pieno della gioventù, al naso resterà un poco sulle sue, ma è al sorso che darà il meglio, energico e saturante, tannino abbondante ma piacevole, lungo, per una gran bocca.
Venezia Giulia Rosso 2001 - Gravner. Cacao e peperone maturo, fruttini rossi, sorso snello e succoso, paga il posizionamento in scaletta, e da solo non sarebbe stato affatto male.
California Grenache Stein 2012 - Sine Qua Non. Quando è apparsa questa bottiglia un po' mi sono commosso... era da tempo che bramavo assaggiare qualcosa di questo produttore. E grenache fu: frutto rosso, anche in macerazione e sotto spirito, ma elegante , poi cacao in polvere, qualche nota fumé, col tempo una bella fragola. Sorso intenso, 15,5 gradi in etichetta non percepiti, pieno e lungo ma mantiene buona eleganza. Vincitore di giornata. E di fianco al Rayas bevuto qualche tempo fa sarebbero stati azzi...
Champagne Extra Old n.3 Extra Brut - Veuve Clicquot. Esperimento fallito miseramente... Qualche tempo fa lo stappai nella versione n.1, che con quelle ossidazioni misurate e la tensione al sorso mi ha fatto esclamare "un piccolo Krug"! da qui l'idea di piazzarlo alla cieca per vedere l'effetto che faceva: sono state citate praticamente tutte le zone esistenti produttrici di bollicine, tranne la Chamapgne... è rimasta solo la tensione e sapidità, al naso sembra una giovane ed agrumata sboccatura. 1988, 1996 e 2008 mi sa le avranno esaurite con le precedenti versioni...
Pays de l’Hérault Grange des Pères Blanc 2018 - Domaine de La Grange des Pères. Anche questo arriva a sorpresa ed alla cieca. Inizialmente dico Loira, ha buona tensione ed eleganza al sorso e non lo piazzerei più a sud, ha qualche tono erbaceo-linfatico, un finale di amari fini (si dice così?) solo accennato, a tratti m'è sembrato un Villa Bucci dall'eleganza d'oltralpe. Lasciandolo nel bicchiere si fa più intenso al sorso e forse svela le proprie origini, ma ormai la stagnola era caduta... Bel vino? si. Vale qualche (diversi) cent'euri? direi di no...
Barolo Chinato - Cappellano. Solita sventagliata balsamico-fruttata-mentolata, mi è sembrato più scorrevole e bevibile del solito, ma forse ero solo provato...
Alla fine il mio podio sarà Sine Qua Non-Vietti-Rostaing. Ma appena sotto il podio si sgomitava alquanto.