Messaggioda tenente Drogo » 15 ott 2022 12:57
Sergio Staino: "La sinistra che ha amato Stalin ora ama Putin"
di
Nicola Mirenzi
Sergio Staino: La sinistra che ha amato Stalin ora ama Putin
Intervista al disegnatore, creatore di Bobo: "Mi fa male vedere il Pd diviso nelle piazze della pace. Conte? Oggi è pacifista, domani chissà. Dal mio punto di vista, è disumano rifiutarsi di correre in soccorso di chi chiede armi per difendersi dall’invasione"
13 Ottobre 2022 alle 08:41
Sergio Staino è triste. “Mi fa male vedere il Partito democratico diviso nelle piazze della pace”. Si riferisce al fatto che Enrico Letta manifesterà sotto l’ambasciata russa, mentre, a metà novembre, un’altra parte dei dirigenti del Pd, insieme alla sinistra più sinistra, saranno alla manifestazione nazionale sponsorizzata fortemente da Giuseppe Conte. La parola d’ordine delle due piazze è la stessa – “pace” –, eppure sono piazze che non chiedono la stessa cosa. "Non credo ci sia nessuno, in Italia e in Europa, che non voglia la pace", dice Staino, disegnatore, fumettista, creatore di Bobo, personaggio immaginario che dal 1979 incarna la coscienza dell'elettore di sinistra. "Ma cosa significa precisamente invocare la pace? Quando da giovani manifestavamo contro la guerra in Vietnam, andavamo sotto la sede dell’ambasciata statunitense. Erano gli americani che avevano fatto la guerra, a loro chiedevamo di finirla. Oggi non è diverso. Per questo andrei a una manifestazione per la pace solo se si tenesse sotto l’ambasciata sovietica".
Sovietica?
Russa. Mi perdoni il lapsus.
Glielo perdono, ma i lapsus non sono mai casuali.
Lo so bene.
Pensa che una parte della sinistra guardi ancora alla Russia come una volta guardava all’Urss?
Be’, Putin è nostro figlio. È la sinistra che ha amato Stalin, anche dopo averne scoperto i crimini. È la sinistra che ha nutrito il culto dell'Unione Sovietica in nome dell’ideale socialista, lo stesso Impero che a Putin piacerebbe ripristinare. Credo che in una parte del nostro mondo quella storia eserciti ancora una fascino, e anche per questo alcuni non riescono a manifestare per la pace sotto l'ambasciata russa.
Che pensa di chi manifesta altrove?
Mi fa incazzare.
Perché?
Perché di fatto sta chiedendo che la si finisca di sostenere la resistenza del popolo ucraino, smettendo di mandare le armi. È la stessa richiesta che da mesi fa Putin, d’altronde.
Vuol dire che anche nel Pd ci sono i filo-putiniani?
Conosco compagni che chiedono la pace animati dalle intenzioni più pure. Li rispetto. Ma credo siano caduti nella trappola logica secondo cui inviare armi per sostenere la resistenza ucraina significa alimentare l’escalation.
Non è così?
Alimentavano per caso l’escalation i partigiani che a via Rasella uccisero trentadue nazisti nella Roma occupata dai tedeschi? Dal mio punto di vista no. Dal mio punto di vista, facevano la resistenza.
Sa bene che ancora oggi il giudizio su quei fatti non è unanime.
Eppure è chiaro che la strage delle Fosse ardeatine, ordinata per rappresaglia dai nazisti, non è responsabilità dei partigiani del Gap, così come la responsabilità della rappresaglia di Putin per l’attentato al ponte di Kerch non può essere addebitata a Zelensky.
Cosa sbagliano i pacifisti secondo lei?
Che molti di loro, anziché un popolo che lotta per la propria indipendenza e libertà, vedono in Ucraina soltanto una grande macchinazione globale per arrivare allo scontro definitivo tra Stati Uniti e Russia, considerando chiunque si senta vicino alla resistenza un povero ingenuo che pensa di avere a cuore dei valori universali, invece è un utile idiota nelle mani degli Stati Uniti.
Chi ha in mente?
Michele Santoro per esempio: più lo ascoltavo ieri sera in televisione più trovavo spaventosa la freddezza con cui disegnava uno scenario in cui la resistenza ucraina – cioè persone reali che mettono in gioco la propria vita in nome di qualcosa che ritengono valga più di se stessi – era completamente rimossa, un minuscolo tassello nel puzzle della guerra per l’egemonia globale.
E Giuseppe Conte?
Giuseppe Conte oggi è per la pace, ma domani potrebbe benissimo essere per la guerra, se intuisse che così aumenterebbe i consensi del suo partito.
Eppure ha anche votato per l’invio di armi.
Perché non poteva fare altrimenti, in quel momento. Anche se fin da subito i 5 stelle hanno iniziato a ridire sugli aiuti militari. Che ci sia di mezzo una nazione che resiste, per loro, è marginale.
Come se lo spiega?
Con il fatto che sono nati privi di un sentimento che invece informa tutto il movimento socialista e anarchico: la parola solidarietà. Si è solidali con chi è aggredito. Non si calcola se è conveniente elettoralmente aiutarlo o meno. Per questo, dal mio punto di vista, è disumano rifiutarsi di correre in soccorso di chi chiede armi per difendersi dall’invasione.
Dicono di temere l’escalation nucleare.
Ma chi non la teme? Il punto non è questo. Quando manifestavamo contro la guerra in Vietnam nessuno si sognava di contestare l’Unione Sovietica e la Cina perché aiutavano militarmente i vietcong, accusandoli di accelerare la corsa alla guerra nucleare. Semmai, li contestavamo perché non lo facevano a sufficienza.
Oggi vi darebbero dei ‘guerrafondai’.
Sicuramente non eravamo schizzinosi con chi usava le armi per difendersi. D’altronde Mao diceva, e noi lo ripetevamo, che il potere politico nasce dalla canna del fucile. Quante guerre di resistenza in giro per il mondo abbiamo sostenuto, a partire da quella cubana, semplicemente perché ritenevamo giusto resistere alle aggressioni.
Invece i pacifisti di oggi?
Si rifiutano di guardare la realtà. Pur di non vedere che c’è un popolo che resiste all'esercito russo, preferiscono bendarsi gli occhi con la bandiera arcobaleno.