Fortunatamente, qualche cosa che è andata bene c'è stata (si parla sempre di vino, il resto della vacanza non ha deluso le aspettative): casualmente, il proprietario di uno dei b&b in cui ho alloggiato negli ultimi giorni aveva una piccola enoteca da cui ho preso un paio di bottiglie che mi sono bevuto là di sera, ma soprattutto mi ha segnalato un bell'evento con un centinaio di produttori che si sarebbe tenuto a Porto proprio nei giorni in cui sarei stato in città.
Molto ben organizzato, è stata un'ottima opportunità per provare parecchi vini e parlare con i produttori, che ha compensato le sfortune precedenti. (in parte, perché la visita in cantina per quel che mi riguarda rimane sempre l'esperienza migliore).
Di seguito qualche commento sui vini provati.
Parto dai rossi.
Dão Vinha Da Serra 2019 - Antonio MadeiraLa nouvelle vague dei viticoltori di Daõ ha probabilmente il suo vertice nello schivo Antonio Madeira (francese di origini portoghesi). Ciò che accomuna questa nuova generazione di vignaioli, come del resto accade in tante altre regioni vinicole, è la ricerca dell'eleganza, della finezza, dell'espressività anche senza aspettare decenni (insieme anche al fatto che fanno tutti poche bottiglie e le vendono a caro prezzo
)
Questa filosofia si percepisce molto bene su tutta la linea di vini di Antonio, questo fra quelli provati è quello che più mi ha colpito perché ai frutti rossi, alla molta acidità ed eleganza, univa anche tanta complessità.
Quinta do Perdigao - Dão Touriga National 2013:Molto interessante provare anche qualcosa di ben fatto della vecchia guardia dei viticoltori di Daõ. Il signor Perdigao, architetto innamorato del vino, esce ora con la 2013, ma nonostante ciò è ancora molto giovane, frutto più scuro e tabacco, il tannino scalpita e l'acidità del touriga national gli prospetta una lunga gittata. In ogni caso ha una sua rustica eleganza che me lo fa piacere assai, anche se al momento chiama cibo succulento a gran voce.
Un po' più floreale e femminile l'alfrocheiro pari annata.
Dão Soito 2016Profumi di frutta scura, amarena e mora su tutto, qualche nota di cioccolato e vaniglia data dal legno comunque sapientemente dosato. In bocca è piuttosto denso ma anche abbastanza elegante, tannini fitti ma non pungenti. Manca un po' di complessità ma davvero non male per poco più di 10 euro.
Dão Teixuga 2015 Caminhos CruzadosQuesto invece è un vino che ambisce ai vertici della denominazione. 100% touriga national. Anche qui il frutto è scuro e piuttosto concentrato, ma in più c'è una maggiore complessità che si declina su note balsamiche di pino. In bocca gran corpo sorretto dalla acidità spiccata tipica del vitigno, finale molto lungo. Sicuramente un vino con tanta strada davanti.
Quinta da Vacariça - Bairrada Garrafeira 2014È stato molto interessante scoprire il vitigno Baga dai vini di Quinta da Vacarica (anche qui il produttore ha origini francesi). Il vitigno, così mi han detto, è della famiglia del nebbiolo ed in effetti, florealità, tannino, e propensione all'invecchiamento sono di casa anche qui. Il 2010 è ancora perfettamente integro, il 2014 (annus horribilis anche in Portogallo) è il più pronto ed espressivo. Anche qui secondo me si tratta di trovare il sistema di rendere un po' meno rude il tannino, ma per il resto la materia prima per fare bene c'è tutta (da considerare che qui si parla di prezzi ancora davvero bassi).
Quinta do Infantado - Douro Reserva 2016Qui siamo in valle del Douro, che significa invece caldo e grande concentrazione (i 15 minuti passati nella decadente Pinhao a mezzogiorno mi sono bastati per rendermi conto del clima). I vini di Quinta do Infantando sono però la testimonianza che anche in queste situazioni, la mano sapiente del vignaiolo può comunque conservare finezza, ed il terreno granitico donare una mineralità interessante a fare da contorno alla frutta in confettura che in ogni caso non può mancare, soprattutto nella riserva.
Anche se mi sono concentrato principalmente sui rossi, ho trovato anche qualche bianco interessante.
Vale da capucha (zona Lisbona) la conoscevo già, si conferma una bella realtà, vini ben fatti, dalla grande acidità, più minerali e riduttivi quelli a base di arinto, ma quello che fra tutti ho preferito è l'alvarinho Cedro "Alvarão", che alla mineralità univa anche una golosa parte fruttata.
Luis Pato Vinhas Velhas 2020:Dalla DOC Bairrada, blend di Bical, Cercial, Sercialinho da vigne vecchie. Acidità e mineralità da vendere, agrumi e lemongrass, addirittura un leggero idrocarburo. Le promesse di grande freschezza date dal naso non vengono disattese dalla bocca, salina e tagliente. A 17€ al ristorante, è un rapporto q/p difficile da battere.
Vini dolci:
I miei preferiti fra quelli provati sono stati:
Barbeito Madeira Reserva 10 AnosNon sono un amante dei vini dolci, ma ormai ho capito che quando dolcezza incontra ossidazione, non c'è niente da fare, li digerisco assai bene
profumi complessi, le note di frutta secca e l'acidità molto spiccata per la tipologia mi fanno venir voglia di riempire di nuovo il bicchiere. Interessante provare i diversi vitigni uno di fianco all'altro, il mio preferito è stato il più secco sercial rispetto alla più aromatica malvasia
Moscatel de Setubal Single Cask Horacio Simoes:Vale lo stesso discorso fatto per i madeira, il moscatel di Setubal è però stato una totale scoperta, non avendone mai sentito parlare. Molto buono e grande acidità anche per questo, per nulla stucchevole.