Messaggioda Bart » 14 lug 2021 22:01
Venerdì scorso si doveva festeggiare un compleanno importante con 222 giorni di ritardo, per cui abbiamo provato a darci dentro.
Champagne Sir Winston Churchill 2004 Pol Roger, prima volta che lo bevo, non ha deluso le aspettative; servito freddo un po’ muto al naso, mentre in bocca mostrava già i muscoli, via via scaldandosi è uscito il pane in tutte le sue cotture, la dolcezza del burro e un primo accenno di porcini secchi. Sempre in movimento, elettrico. I wanna be your dog – The Stooges
Champagne N.P.U. 2004 Bruno Paillard, questo me lo aspettavo diverso, più di struttura; è stato matrimonio d’amore con i gamberi di Mazzara con gelatina di albicocche, ma come Champagne l’ho trovato piuttosto semplice rispetto al suo nome, leggerino. Just can’t get enough – Depeche mode
Trebbiano d’Abruzzo 2007 Valentini, mio bianco di riferimento da vent’anni ormai, con la sua rusticità da signorotto di campagna e il suo sapore così unico; entrano una dopo l’altra la camomilla, il caffè, la liquirizia, e so che è lui, in splendida forma, con i suoi pregi e i suoi difetti, ma con quella sensazione costante nel berlo di fare una trasgressione ragionata. Un blasfemo – Fabrizio De Andrè
Corton Charlemagne 2007 Pierre Yves Colin-Morey, la Borgogna come ci piace, in perfetto equilibrio tra potenza e freschezza, con quel burro non stancante, e quei fiori, e quel sorso così appagante. Ne bevo davvero pochi ormai, prezzi alle stelle e diverse delusioni alle spalle, ma quando sono così sono ancora i bianchi migliori che si possano bere, didascalico. 505 – Artic monkeys
Chianti classico riserva 1970 Castello di Monsanto, sarà il vicino di bicchiere, sarà l’età, ma è passato abbastanza inosservato; non ho sentito ossidazione, per aver 50 anni si è comportato egregiamente (comprato tra l’altro questa primavera), ma, insomma, non aveva molto da dire. Povero, ma onesto. Morire – CCCP
Cote rotie La Mouline 1999 Guigal, questa era la star di giornata, carica di aspettative, e le ha ripagate, anche se non del tutto per me. Color del sangue, odor del sangue, sapor del sangue, animale, salamoia, e ancora altro a venire; bocca fresca ma saturante, sicuramente con tanta strada ancora da fare, non sono in grado di valutarlo in prospettiva, ma al momento lontano dai 100/100 che qualcuno gli ha dato. Comunque bomba, Alice – The sisters of mercy
Wehlener Sonnenhur auslese GK 1998 JJ Prum, ammetto che quando arrivano vini di questo tipo se appena appena son ben fatti non riesco a non entusiasmarmi, per quella capacità che hanno di farsi bere con gusto in qualsiasi momento, anche quando la bocca comincia a essere stanca, pur essendo dotati di una bella complessità gustoolfattiva. 23 anni sono passati senza colpo ferire, forse siamo solo all’inizio della sua fase migliore, immortale. Round midnight – Thelonious Monk
Ah, dimenticavo un intermezzo penitenza che mi è stato inflitto prima del tedesco (per quanto perfidi, mi hanno permesso di farmi la bocca buona): tre, e dico tre, cicchetti di Tavernello summer edition (quello con la bottiglia in vetro, esiste anche una versione rosè per i cultori), il cui pregio massimo è stato di essere riuscito a non far danni. Mille – Fedez/Lauro/Berti