Nell'atmosfera languida e oziosa di questi giorni, provo ad azzardare una riflessione semi-seria sulle ultime annate in Langa, a partire dai (pochi) assaggi fatti, con l’obiettivo di mettere le esperienze in comune.
Vorrei mettere in prospettiva le annate 2015-2019, con attenzione comparativa.
altrove si è scritto del confronto 15-16. Dove la memoria gustativa mi assiste io ho trovato una decisa superiore freschezza della 16 sulla 15. Due casi per tutti: il Barolo di B. Mascarello e il Barbaresco di S. Rivella. Assaggi in cantina un anno sull'altro per me senza ambiguità. Altri produttori come L. Pira hanno secondo me gestito meglio la 15 (ma Giampaolo per me è particolamrente bravo in questo). Per me è indiscutibile: se cercate eleganze e freschezza, la 16 è meglio della 15 (ma vale la premessa, e qui ci si divide sui gusti).
16-17: su alcuni nebbioli come Cascina Fontana e Cascina Disa ho trovato una decisa sovramaturazione della 17 sulla 16, ma non sono sicuro che il fatto negativo oggi non si rovesci nel futuro. Riassaggiato il nebbiolo di Sandri da poco l’ho trovato cupo e introverso ma in un modo che a me piace, nel senso che non mi stupirebbe scoprire tra 3 anni che la 17 ha un potenziale di energia sottovalutato (per chi ancora pensa che 'cupo' sia un aggettivo positivo quando si parla di nebbiolo). In un confronto tra due annate del roero (Le More Bianche) il 17 mi è parso più concentrato e intenso ma non radicalmente diverso. un 16 potenziato.
La 18 è un’annata che mi sfugge. Prendete la freisa o il pelaverga di Burlotto: la 18 ha 1.5 gradi alcolici in più della 19. Frutto più intenso ma sfocato, debordante (confrontate in tempo reale). E un alcol senza senso. sul nebbiolo la differenza è ’solo’ di 0.5°, ovviamente in più.
Ancora Le more bianche: Alessandro Bovio mi ha detto che durante la vendemmia del nebbiolo in vigna c’erano 30°. La sua barbera e il suo roero sono del tutto sopra le righe (ma lui cerca, o accetta, la fedeltà all'annata), ma quanto freisa e pelaverga di Burlotto.
Invece Gianluca Colombo se ne esce con un pinot nero a 12.5° di una grazia e finezza sorprendenti. Stessa cosa per il nebbiolo di Francesco Versio. Ma questi sono ‘giovani’, e ci sarebbe da aprire un capitolo su un nuovo possibile stile di vinificazione in Langa, né tradizionale né moderno. Piace, non piace?
2019: assaggiati i nebbioli di More Bianche e Rivella, torniamo in zona 13°, freschezza, eleganza, finezza.
Volendo fare una sintesi: la 16 non sarà l’annata del secolo ma comunque c’è grande equilibrio, forse ‘disturbato’ da un frutto particolarmente in primo piano. La 17 sarà meno deludente di quanto predetto, soprattutto per chi ama i vini muscolari. C’è intensità e concentrazione. La 18 rimane per me un grande punto interrogativo, la 19 è una promessa da verificare sul campo.
Troppi pochi assaggi per generalizzare, ma mettiamo assieme le tessere del puzzle.
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