montrachet61 ha scritto:Prenesso che ha “fatto” piu” Parker per il rodano (per non parlare di bordeaux...) che 50 anni di vinificazione, rimane comunque difficile incastrare nel tempo determinati punteggi assegnati ai vini bianchi di quella zono.
Buoni ed in alcuni casi molto buoni appena messi in bottiglia, imbevibili dopo due/tre anni, fruibili dopo 15/20....difficile capire che cosa possone essere o sono quei vini.
Le selezioni parcellari di Chapoutier sono sempre state valutate assai positivamente e devo dire che comunque e sopratutto l’Ermite mi hanno lasciato dei buoni ricordi...ma da quello ad assegnare un bel 100 che neanche un grande montrachet di Borgogna in grande annata riesce ad ottenere....ce ne passa assai.
Metri e parametri di giudizio troppo differenti, critici troppo imbevuti di se stessi, assaggi troppo limitati nel tempo e purtroppo NON assaggi effettuati nel tempo,sono solo forieri di una visione assai limitata e spesso univoca nel giudicare quei vini.
Piu’ che cercare di capire perche’ un qualunque critico assegna determinati punteggi a determinati vini, piu’ che pensare alla differenza dei centesimi nella loro valutazione,e’ meglio berseli quei vini e farsene una propria idea...
Berrai anche ciofeche di vino, e purtroppo qualcuno con alti punteggi, ma almemo potrai dire di averli bevuti ...e non per sentito dire e per giudizio altrui.
Renzo, sul Rodano non saprei dire per mancanza di conoscenza profonda ma anche di empatia, magari considero troppo larga la definizione "Rodano" per tipologie e aoc così realmente differenti, in termini qualitativi, di produzione, di vitigni ecc.
Su Bordeaux (anche qui tra destra e sinistra e nord e sud ci passa un mondicino ma vabbè, generalizzando) vorrei capire il tuo punto di vista su quanto fatto Parker, non solo commercialmente, oltre al suo lavoro che peraltro si é costruito con grande credibilità e talento dalla metá degli anni '80, poi sappiamo l'industria che è diventato.
Ho avuto la fortuna di bere molti
claret negli anni '80, parlo di annate '60 e '70 pochi '50 ed erano vini diversi da quelli di oggi, sia i premiere crus che a scendere, diversi proprio come identitá, non parlo dei cambiamenti climatici o dei legni, ma ricordo manici più leggeri, più forzasenzapeso senza perdere longevitá ed intensitá olfattiva e gustativa.
Quello che secondo la mia casistica personale ho invece riscontrato, è la crescita nell'ultimo ventennio della costanza di un maggior livello qualitativo dei vini medio e medioalti, quelli classificati in posizioni minori, dai 3eme ai 5eme e anche meno, di questo non so se il merito sia di Parker che ha però indubbiamente portato sotto il massimo dei riflettori il modello bordolese, facendolo diventare uno stile che è stato adottato ovunque, Italia compresa.
ps : L'Ermite di Chapoutier, il 2000 per la precisione 99/100 Parker, lo comprai proprio da te e una venne bevuta ai tempi co n Deruj, pippuz, Picard & co. l'altra è vicina ad essere stappata.