Messaggioda Vinos » 15 set 2018 11:31
Posto qui le mie bevute quotidiane di luglio, agosto e settembre... dimentico sempre di dare il mio contributo in maniera continua, ma rimedieró...
gevrey chambertin clos du fonteny 2006:Floreale e lievemente terroso, accarezza il palato in maniera ingannevole, l’acidità è lì a strizzare la lingua, non ha l’autorevolezza dei vini di gevrey, è sottile e con una progressione minerale che invoglia di continuo.
Cristal 2002:
Scorze di agrumi, burro fuso, sottile tostatura. Più tardi, il frutto deciso del pinot nero tende a sovrastare il resto.
All’assaggio l’acidità elettizzante, riposta in pista le note agrumate percepite giá a livello olfattivo, la bollicina è fine ed il finale è di rimarchevole persistenza. La prossima tra un paio di anni.
egon müller riesling scharzhof 2016:
ll coche dury della mosella.
Parte trattenuto, profumi affumicati, minerali, di sassi bagnati, il frutto si nasconde, in bocca sembra smilzo, ma taglia il palato ed i 19 g/l di zucchero residuo sono solo un numero da leggere su un registro. Un qba con le palle dotato di una persistenza da GG, buonissimo ed ancora in fasce.
Initial selosse sboccatura 2014
Intrigante, esordisce con profumi intensi di crostata di agrume,miele di acacia e nuance ossidative.
La potenza che spesso nei suoi champagne prevale sul resto é gestita in maniera più efficace del solito.....sta attraversando una fase di equilibrio sopraffino.
Certo, l’acidità crea il classico solco selossiano a centro bocca ma questa sensazione è subito attenuata dal richiamo ossidativo che riequilibra il tutto.
Bottiglia fortunata.
Ormai è chiaro a tutti che i vini di Selosse hanno bisogno di almeno 4/5 anni dalla sboccatura, meglio ancora se 10.
Barolo Rinaldi 2011 tre tine: BUONISSIMO
Lopez de heredia viña tondonia reserva 2004:
Lievi profumi di cocco fanno da contorno ad uno scambio di effusioni tra lavanda,cuoio e gelatina di more. Ingresso piccante, dal tannino definito e ancora sul lato giovanile. Lo ricordavo un vino più esile in altre annate e devo dire che anche questa 2004 è cresciuta rispetto allo scorso anno.
Non sono molto informato sulle annate in rioja, ma mi ha dato l’impressione di essere una bella riuscita, un vino più complesso rispetto a 2002 o 2003.
Percarlo 1999:
Un continuo dialogo tra frutto scuro e note balsamiche, perfettamente integro, nessun cenno che rimanda ai suoi 20 anni. Quasi adolescenziale nello sprigionare la sua potenza, trama fitta e freschezza imbarazzante. Ti scuote il palato e si lascia ricordare con una persistenza chilometrica. Un vino potente fresco e dinamico. I bevitori seriali di borgogna non so se apprezzano, io che amo varie “tipologie “ di vino l’ho apprezzato eccome.
Rosso poggio di sotto 2006: frutta rossa sotto spirito, cuoio, pepe rosa, accenni di tabacco, è giunto ormai al massimo delle sue potenzialità. Il tannino quasi nebbioleggiante promette ancora una certa evoluzione, ma poi il frutto che fine farà?Per me un vino all’apice della sua parabola,buono da bere adesso, grazie a una vigente freschezza accompagnata da una guizzante traccia minerale che invoglia la beva di continuo.
Poggio di sotto brunello 2004: non ho scritto note, ma buonissimo da bere in questa fase, la prossima tra un paio di anni.
clos des vignes du maynes cuvee 2016: uno scambio di effusioni tra fragole e incenso, l’amarena chiude il triangolo, un profilo sexy se non lo avete ancora capito!
Fodera il palato con sapori di china e radice.
Adesso capisco da chi yann durieux ha imparato il mestiere.
Levatemi il cavatappi dalle mani, seconda bottiglia nell’arco di 2 mesi...
Alexandre Filaine special cuvèe:
un anno di bottiglia in più rispetto alla sua gemella gli ha fatto più che bene, la bollicina leggermente sgraziata è diventata cremosa, il frutto croccante del pinot è rimasto ma arricchito da richiami tostati e sospiri di gesso, peccato che il prezzo nell’arco di 12 mesi sia aumentato del 50%.
Leflaive Puligny montrachet 2010:
Ha il passo del premier cru, è intenso, sfarzoso, un pezzo di sale.
Capita difficilmente di trovare tanta energia in un village, madame ha preso tutto il buono dell’annata ed ha fatto un grande vino. Rispetto ad altri suoi millesimi che ho assaggiato qui si gioca un’altra partita. Chapeau
Barolo Serralunga principiano 2010: non capisco perchè nessuno beve questo vino nonostante venga proposto ad un prezzo onestissimo.
Buonissimo anche il 2013
Pelaverga burlotto 2017: sempre goloso, in ogni annata.
Amarone Quintarelli 2000: l’amarone, persistenza infinita. Vino assolutamente da meditazione
jean françois ganevat chamois du paradis 2014: questa cuvee prodotta con vecchie viti di chardonnay piantate nel 1949, fa della freschezza la sua caratteristica predominate. Ti incolla al bicchiere con profumi di pesca bianca e pompelmo, il legno ben dosato addolcisce e accompagna un ricamo floreale che va e viene, si muove nel bicchiere con destrezza.
Un’acidità debordante puó infastidire al primo assaggio, manca il sale ad arricchire la materia e la maturità del frutto a controbilanciare tale possente freschezza; i suoi vini sono spesso sbilanciati verso le parti dure, estrosi ,non per tutti. Qualche anno gli gioverà ma rimarrà sempre un vino sulle sue, etichettato dai meno attenti come una spremuta di limone.
Rosso di montalcino salvioni 2011: bottiglia golosissima che fresca puó finire in meno di 30 minuti, se abbinata a salumi e formaggi.
Mio post dopo aver bevuto fallet prevostat brut nature e la bardette 2014 di labet:
Due bottiglie da panico per il prezzo a cui vengono vendute.
Questo dovrebbe far riflettere, sono il primo che muoio dalla curiosità di assaggiare le grandi etichette, ma quando ti trovi di fronte a due gioielli del genere....
Ps fallet lotto L31 ,due anni dalla sboccatura ed è giá mostruoso( in foto si puó vedere dalla gabbietta, Rio 2016), lo scorso anno ho bevuto un L 29 eccezionale.
Per chi frequenta da poco il produttore, consiglio di lasciarlo affinare almeno due anni dalla sboccatura.....
Agrapart avizoise 2011: buonissimo, anche qui un paio di anni gli gioveranno sicuramente.
diebolt vallois prestige:
Pertinato ma cremoso e goloso.
donnhoff hermannshohle 2014: un frullato di agrumi su toni idrocarburici.....persitenza chilometrica... buonissimo
Albino Piona Bardolino sp 2013: Il bardolino con la B maiuscola, frutto nitido e croccante accompagnato da una venatura speziata che ne arricchisce il corredo... grande bevibilità... buono, buono
Oakridge Local Vineyard Series Willow Lake Pinot Noir 2015:
Impudente si denuda sprigionando profumi di fragole,rose e viole.È primaverile, dal frutto dolce, scorrevole, detta la sua trama in maniera decisa.
Un succo del quale non puoi stancarti......stiamo parlando di un vino base da 35 dollari australiani circa.
Ps per chi non lo sapesse, la yarra valley è una regione vinicola vicino Melbourne,che insieme a Mornington peninsula, è tra le regioni più vocate per la produzione di pinot nero.
Barolo accomasso 2010 dedicato ad elena( ex rocchette) :
In questo momemto è in piena fase di chiusura. Aperto a pranzo per cena e scaraffato per 2 ore ma ancora scontroso. Mai in un vino del cavaliere ho percepito tanta sapidità e una la trama tannica così fitta e ricca... il suo 2010 ex le mie vigne è decisamente più accessibile e godibile....qui siamo su un’altro livello, ma bisogna attendere che sbocci.
Granit 30 Vincent Paris:
Il piccolo di casa Paris, un cesto di more e mirtilli della nonna,nuance floreali e chiodi di garofano. Nell’attesa che il tannino mordente della geynale 2015 si risolva, perchè non coccolarsi con il granit 30? Glu glu glu..
Ps si raccomanda di berlo in due con compagno astemio possibilmente.
novak la tuilerie: buonissimo
novak la fontinette: molto buono
marie courtin efflorescence 100% pinot noir: buonissimo
Denis bachelet gevrey chambertin vieilles vignes 2012: diciamo subito che ha una caratteristica che tutti i vini di Borgogna dovrebbero avere, è territoriale, dettaglio non proprio scontato perchè a volte il manico prende il sopravvento.
Parte con profumi di camino spento che non gli appartengono, se ne libera infatti presto lasciando spazio ad un frutto croccante ,liquirizia e note terrose a seguire, fresco a dismisura e cattivo in bocca, incazzato, buono ora e superlativo in futuro.
larmandier bernier terre de vertus 2009:
Solita garanzia
Miani sauvignon saurint 2015:
Esplosivo nei profumi.
Pesca, banana,sambuco,l’utilizzo del legno in maniera magistrale ne arricchisce il bouquet senza schiacciare il frutto,anzi in realtà non lo sfiora neanche.L’ingresso è morbido ma non grasso, la sapiditá raschia la lingua ai lati,un finale alcolico copre la freschezza penalizzando il vino che fino a questo punto era ineccepibile . Purtroppo il calore dell’annata è presente in tutti i 2015 di Miani , il Saurint e friulano Filip sono i suoi vini migliori di questa annata, anche secondo Pontoni.
dom perignon 2009:
La parte olfattiva è ancora in divenire,
sembra rilassato appena aperto ma poi si trattiene e non esplode come al solito.
In questo momento la 2006 anche se più affusolata, ha un altro passo. Ci chiede del tempo ed è giusto concederlo.
Non voglio bocciare il risultato di anni di lavoro con un unico assaggio, anche perchè in bocca è cremoso e polposo allo stesso modo...
larmandier bernier vieille vigne du levant 2007
Vigneti da 52 a 80 anni danno vita al vieille vigne du levant, uno champagne che in questa annata elargisce profumi di Frutta candita, pera cotta, nocciola, pane appena sfornato.... lavora in bocca con finezza e tatto.
Chiude con una lieve nota ossidativa che trascina il sorso in una dimensione remota, vintage.
Krug 2000: sempre un grande champagne, non un’annata delle migliori ma il timbro di krug è unico.
Nebbiolo Rinaldi 2016:
Il nebbiolo o il piccolo barolo:
Prodotto con le stesse uve da cui nasce il Barolo, affronta macerazioni più brevi e riposa minor tempo in botte grande rispetto al fratello maggiore. Il risultato è un piccolo barolo più immediato e leggiadro. I Rinaldi potrebbero produrre solo barolo ed invece continuano a deliziarci con questo nebbiolo rispettando la tradizione e accontentando la ristorazione locale.
Ps non oso immaginare come saranno i barolo 2016!!
chablis bougros william fevre 2012
Gesso, sale,lime, pietra focaia è una centrale elettrica, preme sull’acceleratore, è cristallino, l’acidità smodata collide col palato narcotizzato da tanta forza. Da bere e ribere. Mi emoziono con i Grandi ma anche con i meno Grandi.
Fallet prevostat extra brut: una garanzia.
Cuvee madelln nature 2015: ci sono volute 8 ore per ripulirsi, ed è comunque rimasto qualcosa di impuro, peccato perchè senza puzzette non sarebbe stato male, ma ormai è noto che i negoce di ganevat non sono niente di particolare.
De villane la fortune 2015: glu, glu, glu.
philipponnat 1522 2007
Assolutamente gastronomico, tutto al posto giusto ma niente per cui strapparsi i capelli, vedremo con la 2008 cosa succederà.
jacques carillon puligny montrachet 2014:
Lineare, pirico, lime e mela verde acerba, teso e dal ritorno sapido ghiotto.
Un Village che lavora da Village,senza strafare, in grado di soddisfare a pieno le aspettative. Buono
Resonance marie courtin:
Ci si abitua subito a dei profumi leggermente formaggiosi,perchè in compenso spara delle note di cedro da stordimento. Impattante e di aciditá rindondante. Buono!
Allegracore etana rosso 2016:
Profumi di viole,ciliegie,cannella, e pepe bianco nel sottofondo.
L’ acidità è quasi limososa,il tannino mordente, nessuna rotonditá ad addolcire un vino dritto e teso. Vigne giovani e acciaio per un rosso gastronomico che non lascia spazio a compromessi.
L’anglore Nizon
Esplosivo come del resto lo sono tutti i vini di Eric Pfifferling...mandarino, melograno, fragole... è il classico prototipo di vino bibita,come lo chiama Alessandro,non per magrezza e acidità in esubero, ma per la velocità con cui può evaporare la bottiglia se si ha voglia di farsi coccolare da questi succhi d’uva. Una via di mezzo tra un rosato e un rosso da bere rigorosamente fresco.