Cari colleghi, non per insistere, ma l'onere della prova in questo caso è semplicissimo da assolvere: accertato che il vino è ossidato, e che dato l'intervallo tra la data d'acquisto ed il consumo è troppo breve perché l'ossidazione si sia verificata a causa della conservazione da parte dell'acquirente, ne segue automaticamente la responsabilità del venditore. Il quale non può sottrarsi neppure con clausole contrattuali apposite, perché sarebbero automaticamente clausole abusive in base al codice del consumo (sempre che l'acquirente non sia un professionista). Il venditore può rivalersi a propria volta sul produttore o sul distributore (se la responsabilità è di questi ultimi) ma rimane responsabile verso l'acquirente.
Se in Italia ci fosse un equivalente della small claims court (il GdP è molto più costoso e lento) varrebbe la pena di far causa anche per poche decine o centinaia di euro.
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