Sauvignon connection e mr. Bustina

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giandriolo
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Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda giandriolo » 31 ago 2016 19:00

Riporto l'articolo di un quotidiano locale, a proposito della presunta frode nella produzione di Sauvignon. Credo sia un argomento che può' interessare tutti gli appassionati, al di là dei toni giornalistici (a mio modesto parere, eccezionalmente condannatori).

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cro ... 1.14037990

Ad ogni modo, vengono riportati i nomi di alcuni dei produttori ed enologi "sospettati" di aver fruito di sostanze non ammesse nella produzione del vino.
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zampaflex
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Re: Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda zampaflex » 01 set 2016 12:32

Un bel po' di nomi. Troppi, a questo punto, e qualcuno anche piuttosto conosciuto.
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giandriolo
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Re: Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda giandriolo » 01 set 2016 12:48

zampaflex ha scritto:Un bel po' di nomi. Troppi, a questo punto, e qualcuno anche piuttosto conosciuto.


Per abitudine personale prendo sempre questo genere di notizie con le pinze.
Tra l'altro bisognerà vedere come i magistrati imposteranno un'eventuale imputazione penale, semmai ci sarà.
Certo che l'idea di vendere un prodotto non propriamente genuino, per quanto non dannoso per la salute, fa comunque ricredere sulla bontà delle aziende nella zona. Il che potrebbe rivelarsi dannoso, non solo in termini d'immagine, ma anche e soprattutto economici.

L'aspetto più sorprendente è come si sia passati da una manciata di aziende (più o meno l'anno scorso in questo periodo) ad una sfilza che comincia a rivelarsi preoccupante.

Come ha detto qualcuno: prossimamente le etichette riporteranno "Sauvignon col buston" :lol:
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Re: Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda vinogodi » 01 set 2016 13:20

...il problema di base nasce a causa di un quadro legislativo impropriamente compartimentato rispetto ad un " reparto privilegiato" . Le storture legislative portano a delinquere , quando la chiarezza non è palese. Oggi , quanto scritto su questo fatto, è solamente una "furbata" , un'innocente dito nella marmellata con conseguente sgridata della madre un po' severa. E , vedrete, rimarrà così , anche se un subitaneo contraccolpo economico per queste aziende ci sarà, pronte comunque a ricrearsi verginità alla prossima dichiarazione d'intenti ben supportata da comunicazione amica. Se il quadro legislativo , così rigoroso per l'etichettatura di alimenti e bevande, fosse allargato in maniera sacrosanta al mondo del vino, tutto ciò sarebbe una ben più grave "frode in commercio" .
Antidoto? Talmente palese e ovvio da sembrare scontato: obbligo di dichiarazione in etichetta (o retroetichtta) di tutto ciò che non sia prodotto dell'uva e della sua fermentazione . E non basta certo un puerile "contiene solfiti" per mettersi a posto con la coscienza (anche se con la legge attuale , sì) , perché segnalare i solfiti è per la legge che obbliga a dichiarare gli allergeni (da lista pubblicata dal Ministero con obbligo di segnalazione) ; se non lo si fa si passano guai grossi e non è certo una decisione volontaria da parte dei vinattieri, che come lobbyes so per certo che avevano mosso tutte le carte immaginabili per evitare questa jattura... 8) .... ma perché non gli altri coadiuvanti? Anche per creare cultura tecnica che oggi è sotto zero, mentre un bell'elenco di prodotti enologici permetterebbe di andare ad informarsi sulla natura e del perché si utilizzano , aumentando a dismisura l'autodeterminazione del consumatore ...
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Re: Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda giandriolo » 01 set 2016 18:03

vinogodi ha scritto:...il problema di base nasce a causa di un quadro legislativo impropriamente compartimentato rispetto ad un " reparto privilegiato" .
[...]
Antidoto? Talmente palese e ovvio da sembrare scontato: obbligo di dichiarazione in etichetta (o retroetichtta) di tutto ciò che non sia prodotto dell'uva e della sua fermentazione .
[...]
8) .... ma perché non gli altri coadiuvanti? Anche per creare cultura tecnica che oggi è sotto zero, mentre un bell'elenco di prodotti enologici permetterebbe di andare ad informarsi sulla natura e del perché si utilizzano , aumentando a dismisura l'autodeterminazione del consumatore ...


Strano che dall'Unione Europea non abbiano ancora rotto le p***e (si può dire? boh) in proposito :lol:
Sono d'accordo ovviamente, salvo il dispiacere di ridurre le etichette ad una sorta di bugiardini, neanche fossero le cotolette Aia.
Ma del resto, se si rende necessario, tanto vale indicare tutto - ivi compresa la provenienza delle uve, se il produttore, più che produrre, imbottiglia.
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Re: Sauvignon connection e mr. Bustina

Messaggioda ausone » 02 set 2016 16:26

Secondo me è un problema di secondaria importanza, mi spiego, frequento il collio da più di vent'anni, nelle mie scorribande enologiche ho conosciuto e conosco la stragrande maggioranza dei produttori, è ovvio che data la concorrenza, chi localmente fa un prodotto talvolta neanche accettabile, vede di storto tutti quelli che invece producono e vendono prodotti eccellenti; va da sé che farebbero carte false pur di assurgere, udite udite, nientemeno che a "miglior sauvignon del mondo"!!! (TIARE di Snidarcig).
Chi conosce il prodotto, a questa affermazione si è fatto una grassa risata, gli altri l'hanno comprato al triplo del suo prezzo precedente fino a quando è stato smascherato l'inghippo dalla Guardia di finanza.
Concludo dicendo che questi produttori sono la minoranza ininfluente che non vendeva prima e non venderà comunque in futuro;
fermo restando che i vignaioli e le aziende serie del Friuli Venezia Giulia, continueranno a produrre e vendere come sempre i MIGLIORI BIANCHI D'ITALIA! Questione di stile.............. Parafrasando una nota rubrica enologica sul quotidiano locale.

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