Messaggioda piergi » 14 apr 2016 11:44
IRPINIA
Annata in chiaroscuro, alcuni vini spiccano per vigore e precisione, ma la qualità media mi pare lontana da quella delle annate migliori. Paradossalmente, forse per l’esiguità degli assaggi, i greco mi paiono più pronti e leggibili rispetto ai fiano. Troppo pochi gli assaggi in rosso per poter esprimere un giudizio.
Rocca del principe
Fiano di Avellino 2014
Il campione più borgognone della giornata. A un naso piuttosto introverso fa da contraltare una bocca completa, dove c’è tanta grassezza ma al contempo acidità tagliente. Frutta e sale. Lunga persistenza finale.
Torricino
Fiano di Avellino serrapiano 2014
Naso di glicine, in bocca il vino è verticale e piuttosto austero, chiude lungo.
Greco di tufo 2015
Esageratamente giovane, il naso è segnato da un sentore di lievito quasi disturbante, in bocca è molto fresco ,semplice, ricorda le percoche al vino….
Greco di tufo raone 2014
Chiaramente qui siamo su un altro registro espressivo, il naso necessita di molta aria ma la bocca è già pronta, grasso senza essere glicerico e supportato da una adeguata acidità. Vino in prospettiva molto promettente.
Tenuta sarno 1860
Fiano di Avellino Sarno 1860 2014
Rispetto altre annate in questo momento il vino mi è sembrato troppo rigido e austero, ancora confuso sulla strada da prendere
Cantina del barone
Campania fiano particella 928 2014
Difficile davvero da giudicare. Non sono un patito della correttezza grammaticale enoica a tutti i costi, ma un vino così è abbastanza spiazzante. Il naso spazia dalla colla vinilica alla torba, in bocca saranno le sensazioni torbate, sarà una certa scodata alcolica calda, insomma sembra di bere un whiskey
Ciro picariello
Fiano di Avellino 2014
Naso caldo e speziato, note di origano. Bocca dotata di discreta acidità, frutta e note verdi, meno mineralità del solito, maggiore grassezza. Un buon vino ma non un edizione memorabile
Traerte
Fiano di Avellino 2014
Naso che colpisce per una inconsueta nota di crema pasticcera, in bocca ,al contrario, è affilato come una lama, salato e minerale. Penalizzato da una chiusura amara
Irpinia coda di volpe 2014
Chiuso, scontroso, una cazzimma esagerata
Colli di lapio
Fiano di Avellino 2014
Veramente deludente, non che le ultime edizioni mi avessero esaltato, ma in questo frangente mi pare anonimo e poco reattivo. Scorre via senza lasciare alcun segno, probabilmente è una mia carenza da degustatore inesperto ma realmente non sono riuscito a trovare nulla su cui appigliarmi.
Villa raiano
Fiano di Avellino ventidue 2013
Naso mobilissimo, curcuma e macchia mediterranea. Bocca molto compressa, note torbate e castagna fanno da contraltare a note più fresche e mediterranee
Fiano di Avellino alimata 2013
Anche in questo caso il naso è caleidoscopico, alla macchia si aggiungono china e note balsamiche. Balsamicità che in bocca è preponderante, la mentuccia fresca sovrasta ogni altro sentore rendendo in sorso sì fresco ma anche un po’ monocorde
Greco di tufo c/da marotta 2013
Il naso gioca sulle direi consuete note balsamiche, in questo caso erbe e rosmarino, in bocca però questa balsamicità è supportata da una decisa nota fruttata che ne rende la beva molto interessante.
Colli di castelfranci
Irpinia fiano paladino 2013
Naso dominato da una sensazione terrosa insistita, in bocca è opulento e grasso, penalizzato da una chiusura veloce.
Contrade di taurasi
Taurasi alta valle 2011
Naso di frutti rossi, caffè, goudron. In bocca il tannino è ben presente ma non copre nette sensazioni agrumate che precedono insistite note minerali. Chiude molto lungo con una noterella dolce finale.
Taurasi coste 2011
Anche qui il naso è molto complesso, arancia rossa, caffè, sale. In bocca rispetto all’altro cru aziendale la freschezza della nota acida è preponderante rendendo la beva molto golosa.
Vigne guadagno
Fiano di Avellino c/da sant’Aniello 2013
Compresso al naso, con l’aria emergono curiose note di pampepato. In bocca il vino scorre gradevolmente ma senza particolare complessità. Piacevole
Villa diamante
Fiano di Avellino clos d’haut 2013
Prova interlocutoria per un vino già assaggiato in precedenza. In questo frangente le note torbato-affumicate hanno quasi compromesso il profilo di un vino che ricordavo non certo solare e piacione ma ben più sfaccettato che in questa bottiglia. Da risentire!
Contrada
Fiano di Avellino contrada 2012
Si giova di una maggior maturità e di una annata più valida, quindi il vino si manifesta come molto interessante, decise note di frutta bianca su un tessuto nervoso che facilita la beva.
Greco di tufo contrada 2012
In questo caso, nonostante gli anni di bottiglia, il vino è introverso , ritroso a concedersi, sembra quasi compiacersi di note sulfuree così accentuate
D’Aione
Greco di tufo 2015
Quasi compiuto, il naso è ancora un po’ velato ma in bocca ha già una sua piacevole austerità da rosso travestito da bianco
Fonzone
Greco di tufo 2014
Piacione, gourmand, sibarita. Macchia mediterranea e resina, grasso in bocca. Da serata a due…
Cantine dell’angelo
Greco di tufo 2014
Struttura, acidità, mineralità. L’immagine perfetta del bianco 2.0
Greco di tufo torrefavale 2014
Sul mio taccuino accanto a questo vino ho scritto solo una parola “savonarolico”. Ora, magari prima di ricevere un tweet del presidente del consiglio che si congratula con me per l’ennesima offesa alla lingua di Dante, vengo a spiegarmi meglio. Con questo aggettivo estemporaneo (e che non userò mai più) intendevo che mi ha colpito moltissimo la scarna austerità che contraddistingue questo vino. Non che sia scheletrico, tutt’altro, anzi ha a corredo una discreta dose di corpo e alcol, ma tutto ciò è coperto da un mantello di zolfo, terra e cupezza che lo rendono quasi esoterico, inadatto comunque a questo genere di degustazioni.
[b]Benito Ferrara
Greco di tufo vigna cicogna 2014
Provando a fare una verticale di questo vino, ci si stupirebbe non poco per come sia cambiato lo stile di questa maison, almeno per il suo vino di punta. In questa versione è notevole il tocco agrumato che dona freschezza e agilità. Forse se dobbiamo trovare il pelo nell’uovo manco un po’ di complessità, gioca molto sulla immediatezza.
Tecce
Taurasi poliphemo 2012
Chi già conosce questo vino non può che rimanere sorpreso da questa versione. Il vino appare ripulito, sbarbato, pettinato con la riga di lato, il vestito è quello della domenica e a guardare bene tiene pure un giglio in mano, che stia facendo la prima comunione?
Va assolutamente seguito per vedere cosa sarà capace di combinare, io delle apparenze non mi fido….
Il cancelliere
Taurasi nero né 2011
Senza mezze misure, tannino che morde e gengive che si rivoltano a rivoluzione per un vino scapigliato, che ha china in infusione, caffè, frutta sotto spirito e un finale caldo di alcol
Antico castello
Taurasi riserva 2010
Una nota erbacea verdastra, come di caffè tostato male, pervade sia il naso che la bocca. Non mi è piaciuto