Tex Willer ha scritto:LibeDeOro ha scritto:Tex Willer ha scritto:LibeDeOro ha scritto:Tex Willer ha scritto:I violenti si trovano all'interno di tutte le tifoserie(e spesso anche dentro le squadre vedi quanto accaduto a Bergamo).
Il fatto è che le società fanno poco per isolarli.
Si dice sempre che quando succedono fatti gravi come quello di Torino la colpa è dei singoli ma non è vero:i tifosi che portano una bomba carta allo stadio lo fanno anche grazie alla copertura di chi gli è accanto che vede e non denuncia,non interviene facendo nomi e cognomi dei violenti alle autorità competenti.
Per come la vedo io si deve riportare il tifo ad un movimento pacifico e gioioso, eliminando la feccia restituendo i settori popolari come le curve alle famiglie.
Si aspetta il morto per fare qualcosa?
Hai ragione.
Però..
Nessun però.Non esistono giustificazioni alla violenza per una partita di calcio,nessuna provocazione o attenuante può giustificare un clima inaccettabile,da sempre.
Le società devono fare il primo passo,eliminando le curve intese come le intendiamo oggi,luoghi dove è permesso dire e fare di tutto,dove è possibile mettere striscioni,fare cori durante tutta la partita, dove razzismo ed odio sono i padroni del campo.
Via questa gente,ridiamo alle famiglie i luoghi del tifo,facciamo del calcio una festa e non l'occasione di sfogare i propri istinti peggiori.
Poi fare come in Inghilterra, tribunali allo stadio,steward professionisti,chi è responsabile anche solo di un coro o di un buuu,fuori per sempre dagli stadi.
Ma temo che già domani si ritornerà ai distinguo,ai però,fino al prossimo incidente nella speranza che non ci scappi il morto
Il però, aveva un significato.
Che non è quello che mi vuoi attribuire.
Il però, grosso come una casa, è un altro. Se un ragazzino di 12 anni imita il padre di famiglia che tira una bottiglia contro il pullman dell'avversario, il primo passo della società di calcio non risolve il problema.
Come non risolve quello degli aizzatori di professione che imbrattano la carta o impregnano l'etere.
La curva è la punta dell'iceberg. Ma sotto il pelo dell'acqua, c'è tanto di quel marciume in aggiunta che se non viene combattuto, staremo sempre da capo a dodici.
E' l'educazione e la cultura che fanno la differenza. E' dalla base che si parte.
In Inghilterra stavano messi molto peggio di noi,negli anni 80.
Hanno fatto in modo che andare allo stadio diventasse come andare a teatro,ci si va per vedere un grande spettacolo,ci si va felici di andarci e sicuri che non accada nulla di brutto.
Io abito nella zona nord di Roma,vicino allo stadio Olimpico; ad ogni partita ci sono elicotteri in volo, polizia in assetto anti sommossa,misure da stato di assedio.
Mi domando come si possa pensare di andare avanti in questa maniera e come si possa pensare che questo movimento si possa sviluppare.
sono d'accordo con te che eliminare il tifo organizzato(quello violento e quello dei cori e degli striscioni)non elimina il problema; ma da qualche parte si deve cominciare e bisogna farlo in fretta per evitare che incidenti" irrilevanti"(10 feriti,un buco grosso così sul pullman di una squadra)possano ripetersi e diventare qualcosa di ancora più grave
Se hai tempo e trovi l'articolo in rete, leggi l'intervista di oggi su La Stampa al quarantenne (imprenditore che va a vedersi la partita in tribuna) che con il figlio neanche adolescente ha calorosamente accolto il bus della Juventus.
Leggi quello che dice, e poi ne riparliamo.
Leggi quello che dice; leggi quello che dice una persona "normalissima" (!) che niente ha a che fare con gli ultras, le curve o i gruppi organizzati.
Oppure vatti a fare un giretto la domenica mattina nei campetti dove ci sono partite di squadre giovanili, e riportami le tue impressioni.
Ascolta bene genitori e allenatori, e poi ci riflettiamo.
Poi vediamo se, è necessario introdurre prima il modello Thatcher o, viceversa, provare ad agire sui cervelli.
Ammesso che in giro ce ne siano.