Wineduck ha scritto:Ieri sera splendida serata di divertimento, eccellente cibo (La Leggenda dei Frati di Filippo Saportito a Montegiggioni (SI)) e stupendi vini con altri due forumisti e 4 amici extraforum.
I piatti meriterebbero altrettanto spazio rispetto ai vini: più tardi vedrò di trovare 5 minuti per inserire anche quelli.
Per adesso posto l'elenco dei vini:
- Champagne Brut BdN Collard-Picard
- Barolo Monprivato 2004 G. Mascarello
- Chateauneuf du Pape Cuvee de la Reine des Bois 2001 D. de la Mordoree
- Chianti Cassico Riserva 1985 Castell'in Villa
- Brunello di Montalcino 1988 Cerbaiona
- Barbaresco Gaiun Martinenga 1990 Marchesi di Gresy (TCA!
)
- Pinot nero Case Via 1992 Fontodi (sorpresona)
- Brunello di Montalcino Riserva 1988 Talenti
- Chianti Cassico Riserva Vigna del Sorbo 1999 Fontodi
Ringraziassimo il qui presente Wineduck per la scelta della location che ha sorpreso in maniera "austera", tanto è stata salda e decisa la mano dello Chef nel preparare i suoi piatti. E' quel particolare tipo di cucina che adoro per la capacità di fondere sapori in maniera delicata, dove nulla sovrasta ma tutto concorre alla creazione di un gusto e al coronamento di un'idea.
Le cieche stagnolate a tema libero sono talvolta fuorvianti ma tirano fuori sempre delle belle sorprese.
Monprivato 2004 - Campione di eleganza, col suo rubino trasparente e leggera unghia granata, naso sussurrato dove la rosa si alterna ai frutti rossi di bosco, il tutto condito da un bel balsamico. E' monprivato soprattutto in bocca, solo lui riesce ad essere così fine e delicato al sorso ma al contempo dotato di carattere e precisione stilistica. Entra in punta di piedi ma avvolge e fa riflettere, con quella dolcezza del tannino, quel grandissimo apporto di sapidità che invoglia la beva, quel frutto fresco nel finale. Il secondo bicchiere, com'è prevedibile, dimostra più carattere, paga sicuramente lo scotto del secondo bicchiere che gli è agli antipodi ...
Chateauneuf du Pape Cuvee de la Reine des Bois 2001 D. de la Mordoree - E' lui che fa pagare pegno al Monprivato, perché su registri completamente diversi. Inizialmente fuorviati su di un Montepulciano del Maestro, forse in annata carica, rientriamo nei ranghi che spettano a questo vino. Naso troppo sexy per essere Montepulciano, che gioca molto più sull'eleganza ... qui è caleidoscopico, di un'intensità unica, carnale e suadente. Si susseguono tantissimi sentori, è sicuramente il più bel naso della serata ... origano (bellissimo !!!), oliva, salmastro/minerale, fragola, menta, frutta bianca (penso ad un melone bianco ma forse Ale individua un litchi perfetto), ma pure un filo di terrosità e un contorno sanguigno completano il quadro. In bocca è possente, muscoloso, battagliero. Ti attacca dal primo sorso, tanta materia dall'inizio alla fine, di grande progressione con un peso specifico fuori del comune e dal finale veramente interminabile. Riesce nel contempo ad essere molto elegante. Inizialmente l'avevo un po' penalizzato per un certo calore di fondo, che al secondo riassaggio era completamente svanito, anche qui una dolcezza del frutto ancora bel presente e goduriosa.
Chianti Cassico Riserva 1985 Castell'in Villa - Qui col cavolo che sbaglio
... urlava Chianti ... e ho fuorviato un paio di commensali con un'idea Fontalloro/Flaccianello in annata vintage giusta, tipo 90/88 ... Mi sembrava più 90 vista la calorosità del sorso. Bel granato carico limpidissimo, al naso ha tutta la gamma del Sangiovese di Razza con qualche anno sulle spalle, terroso, humus, cuoio (rigorosamente fiorentino disse il Papero ...
), pelliccia, nespole in confettura, eucalipto. Entra sussurrato per poi esplodere, mantenendo rigore, eleganza e fermezza. Deciso, senza fronzoli, senza sbavature, finale lungo, dolce, mai alcolico o caldo, tannino serrato ancora non del tutto domato, a trovarci un cavillo non ha i quarti di nobiltà, inizialmente lo bolliamo un po' ruspante a causa di un eccesso di "galestro" dal quale proviene. Stagnolato esce lui ... Non è il supertuscan che ci si aspettava ma forse uno dei pochi Chianti per i quali questa denominazione mi affascinerà sempre.
Brunello di Montalcino 1988 Cerbaiona - Ecco un altro bicchiere granato brillantissimo, segno di qualcosa di molto vivo che ci aspetta. Parte un po' muto ma si riprende subito e rispetto al Chianti una minore intensità ma una maggiore eleganza al naso, su note molto dolci e speziate. Dalla confettura di frutti rossi alla cannella, dal cuoio al mentolato/balsamico. Ecco quando un grande Brunello mi piace, quando riesce a coniugare la leggerezza del sorso alla rigorosità tipica del Sangiovese, infondendo una sensazione di avvolgente eleganza, una progressione decisa, un tannino fitto ma dolce e un finale senza sbavature amare. Mi è sempre piaciuto moltissimo il Brunello del Comandante, per la sua definizione stilistica anche a distanza di molti anni, per quella finezza che sviluppa dopo molti anni di bottiglia, quella setosità nella beva condita da un grande apporto sapido che fa evaporare il bicchiere. Bello il confronto col Chianti, due prodotti di rigore ma due territori diversi, e l'eleganza di Montalcino ai vertici si fa sentire.
Brunello di Montalcino 1988 Talenti Riserva Pian di Corte - E' giusto portare un vino test agli amici, quando comunque amici fidati te ne hanno parlato bene. Dopo svariate indagini extra Italia, riesco a procurare e a stappare questa bottiglia. Il colore è impressionante per luminosità ma soprattutto per integrità ... se Cerbaiona denota già un granato qui siamo molto più verso il rubino !!! Il naso parte a raffica con un frutto rosso dolce che ci fa presagire un vino molto più giovane. Col passare del tempo esce una bel lampone, seguito da note più dolci e speziate, forse sul finale è uscito anche un po' di terrosità e pellame ma il bicchiere era in via di evaporazione ... Grandissima gioventù in bocca, dimostra 10 anni di meno. Campione di eleganza e sapidità, sorso deciso dall'entrata alla fine, tannino fitto e dolce ancora ben presente, voluttuoso e goloso da quanto il frutto è ancora ben marcato, freschissimo per un'acidità del frutto lungi dall'essere estinta. Goduria nel finale, senza la minima sbavatura o amarezza ... si l'unica amarezza era quella di aver finito subito la bottiglia. Vino del tempo che fu, ora la minestra è cambiata ...
Due commenti veloci sugli altri vini che non ho seguito con la medesima attenzione, causa allisciamento al piumaggio del Papero per un bistecca day
Champagne Collard Picard ... decisamente interessante, non credevamo al pinot noir in purezza tanto è stato delicato ed elegante, bolla fine, ottima sapidità e freschezza
Fontodi Case Vie 1992 ... e chi l'avrebbe mai detto ... non sono un amante del Pinot Nero vintage ma questo i suoi anni li porta molto bene, credo sia all'apice della sua parabola per via di quella bella morbidezza globale ma ha fatto riflettere ... del Pinot Nero aveva ben poco, il cuore batteva Panzano
Fontodi Chianti Cl. Ris. Vigna del Sorbo 1999 ... per questo la strada è ancora molto lunga, vino di potenza con un filino di legno ancora da riassorbire, dal tannino ancora ben presente, molto maschio e virile
Felice di essere stato con tutti Voi !!!