Messaggioda LibeDeOro » 17 ott 2013 16:21
L'insostenibile leggerezza del Jakartone
E quindi, ora è ufficiale, “Jakarta diventa Jakartone”. A dire il vero la battuta in rete girava già da un po’ (proprio il nostro Maurizio Romeo viene addirittura citato dalla Gazzetta come suo autore: vedi che a cambiare il nome del blog da “BarzaInter” a “dodici” si è addirittura sdoganati sulla rosea?), ma scritta dal nostro presidente ci fa sorridere di più. Battuta, lo si ricorda ai più distratti, riferita a uno "scudetto"assegnato a tavolino per un campionato non oggetto di indagini.
La freddura si diffonde, resa nota da La Stampa.
Ora, conoscendo quanto certi media sportivi nostrani apprezzino l'ironia quando viene dalle nostre parti, non resta che metterci comodi e aspettare. Sappiamo che lo spettacolo sta per cominciare.
E infatti a Sky, dopo due risate su Fiorello (“il nostro tifo diventerà tifone”, questa sì è ironia da apprezzare!), il clima si fa improvvisamente più serio: il bravo Sandro Sabatini (già addetto stampa dell’Inter) racconta il tweet di Agnelli e chiede al collega Stefano De Grandis cosa ne pensi. Quest’ultimo risponde che si potrebbe anche ridere ma forse adesso è un po’ troppo, il presidente ha assunto il ruolo del capo tifoso, da cui dovrebbe smarcarsi. Si dice sempre che si vogliono abbassare i toni, continua De Grandis, e forse Agnelli dovrebbe farlo già in prima persona. Insomma, la situazione è seria. Si prosegue con un bel servizio sulle gaffes da social network, e così via. Improvvisamente, qualche minuto dopo, Andrea Paventi tranquillizza tutti: Moratti lo sapeva, era stato avvertito da Agnelli e ci si è fatto sopra una bella risata. Sabatini, a quel punto, appare sollevato e loda questo tipo di battute, perché in fondo è questo “il bello del calcio”. Meno male, proprio quando tutto sembrava volgere al peggio, a Sky arriva dunque il lieto fine
Per il Corriere dello Sport, “Agnelli provoca Thohir!”. Perché ovviamente la battuta di Andrea è tesa a punzecchiare gli indonesiani, mica chi ha richiesto e festeggiato lo scudetto di cartone. Poi, attesissimo, spazio all’intervento di Bonolis: “pessima battuta”, e comunque “il cartone non si può falsificare”. Mica come i passaporti. Infine, un bell’articolo sulle reazioni del web bianconero e nerazzurro, con un titolo tutto sommato equidistante: “gli interisti insorgono: si deve vergognare!”.
Timothy Ormezzano, su Repubblica, pone il dubbio che la sia stato incauto affidare una battuta di tale portata a Facebook, e conclude affermando che “Thohir ha già sperimentato il comitato di accoglienza bianconero”. Se saprà resistere a questa durissima accoglienza, vorrà dire che non avrà davvero niente da temere. Su Libero si fa notare che “voleva essere una semplice battuta, a quanto pare non è riuscita molto, vista la reazione dei tifosi sui social network”. Beh, certo, se i tifosi interisti si arrabbiano per una battuta sulla loro squadra, è evidente che questa non ha colto nel segno. La Gazzetta dedica al tweet le prime tre pagine, con Sebastiano Vernazza che ci dà il “benvenuti al bar sport”, ma non si indigna eccessivamente, così come il Corriere della Sera. In fondo, ormai lo si sapeva, Moratti aveva gradito, non c’era motivo di mostrarsi indignati.
Nell’etere, girano diversi commenti sulla nostalgia per lo stile Juve che non c’è più. Un vero classico, cui ho dovuto dedicare un capitolo di #sulcampo, dove si ride dei non juventini che ostentano il rimpianto per qualcosa che non hanno mai riconosciuto né tantomeno apprezzato. Ah, che nostalgia del grande Alex (un tempo dopato o finito da dieci anni). Ah, che nostalgia dello stile Juve di trenta o quarant’anni fa (eppure Turone, Brady, le battute sulle Fiat regalate agli arbitri, Zeffirelli e compagnia sono proprio cose di trenta o quarant’anni fa, mica nate con Moggi e tantomeno con Andrea Agnelli).
Su Twitter, poi, ci si può divertire: tra i tanti, il più indignato pare un bravo collaboratore di CNN e Gazzetta, Tancredi Palmeri, che dedica alla famigerata battuta una serie di tweet da incorniciare: “più che caduta, precipitazione di stile di Agnelli (…). Esce il suo malcelato livore”. Ah, il suo, eh? Poi: “Comunque all’avvocato Agnelli venivano meglio”. Appunto, che nostalgia per lo stile Juve di una volta. “Facile 'Giacartone' diventi altro tormentone. E la virulenza si perpetra, s'alimenta, continua. E poi si dice 'ah la Serie A deve crescere”. E’ un crescendo emotivo, una sorta di climax ascendente, che trova il suo culmine nel gran finale sui blog bianconeri “La cosa peggiore è che i virulenti blog sulla retorica “gli hanno rubato alla Juve” sono fortificati dall’atteggiamento di Andrea Agnelli”. Infatti, sarà un caso, ma da un paio di giorni mi sento già più virulento, pronto a menare le mani perché “gli hanno rubato alla Juve” (com’è noto, infatti, gli juventini sono celebri per non esprimersi in italiano corretto e per la continua lamentela nei confronti degli arbitri e dei furti).
Potremmo andare avanti con una tragicomica risposta di un finto Thohir sul sito di Panorama e mille altre tweet e commenti di ogni tipo, tutti indignati per questa terribile caduta di stile, ma andremmo per le lunghe e non ne avremmo bisogno.
Perché, una volta ancora, dobbiamo ringraziarli per avere ulteriormente confermato quando affermiamo da sempre: “l’errore arbitrale”, la “svista”, se favoriscono la Juventus diventano “l’aiutino”. La “battuta”, se viene dalle nostre parti, diventa “caduta di stile”, e profonda “nostalgia per lo stile Juve che non c’è più”. Non dobbiamo scherzare, se possibile.
Un conto è dire che quelli della Juve “non sono furti, ma è ricettazione”, oppure che “se do la mano a uno juventino poi mi conto le dita”, come faceva l'avv. Prisco, con la sua proverbiale ironia. Tutt’altra cosa provare a ridere di Jakartone. Il primo è umorismo che distende, che migliora il clima tra tifoserie, ma il secondo no, quella sì che scatena la virulenza. Si dovrebbe prendere esempio da Squinzi, presidente del Sassuolo, il quale dopo un’amichevole contro la Juve ha ironicamente denunciato che “hanno tentato il solito furto sui rigori”, oppure proprio da Moratti che una volta ci fece sbellicare con l’ironico ed elegante slogan “meglio multietnici che comprare le partite”. Questi sono i toni giusti, questi sono maestri dell’ironia, altro che Jakarta e Jakartone.
Come quando l’incauto Marchisio ci fa sapere che la squadra più antipatica per lui è il Napoli: critiche, indignazione, addirittura un simpatico videogioco creato per l’occasione da alcuni tifosi del Napoli, chiamato “picchiamo Marchisio”. Ma come si è permesso, il virulento Claudio? Prenda esempio da Hamsik, per il quale “la Juve è antipatica, i tifosi mi hanno contagiato”. Oh, finalmente, detta così è già più divertente: sarà l’ironia partenopea, ma suona in tutt’altro modo rispetto alla durezza sabauda.
Potremmo andare avanti per una vita, ma non serve più.
Solamente nell’ultima settimana, abbiamo letto commenti pressoché univoci di esaltazione e commozione per Moratti e la sua gestione, come se si trattasse di un’era senza ombre (in campo e fuori); poca attenzione all’Agnelli che va a Londra e alla CNN a raccontare i difetti strutturali del calcio italiani; titoloni, pagine, tweet e trasmissioni sulla battuta di Agnelli, che dovrebbe cercare di abbassare i toni e non alimentare la virulenza.
Ci aspettavamo una settimana noiosa, con la pausa campionato, ma grazie ai nostri media sportivi è stata la più divertente di tutte.
Da Juventibus.com
"I vincenti trovano sempre una strada, i perdenti trovano sempre una scusa" JFK.