Che esperienza...!!!
Devo ammettere che io non sono certo "uso" a simili bottiglie, e per questo, oltre che per il cuore, la generosità e la calda ospitalità, ringrazierò sempre il grande Ivo.
Non entro tanto in particolari sui vini, già ben descritti nelle note che precedono e in attesa delle considerazioni auspicate di Marco vinogodi.
Solo alcune considerazioni a mente quasi fredda dopo una giornata del genere.
Prima però, due parole sugli champagne ci stanno:
Maurice Vesselle 1996: lo ammetto, ho un debole per questa bottiglia, e il buon Mauro lo sa e mi vizia. Per me ha tutto, non è certo un vino-mannequin, ma di soddisfazione totale.
La Grande Dame 2004: al confronto del precedente, sparisce un po', ma l'eleganza non è una casualità...
Bollinger Grande Année 2002: Son da sempre appassionato dei vini di questa maison. Devo però dire che questa bottiglia, forse bevuta troppo in fretta (ma si sa, le crescentine invogliano...) non mi ha impressionato tantissimo. La sostanza c'è tutta, ma avrebbe bisogno di più dinamicità per bilanciarla, la nota di pasticceria ora prevale. Da riprovare con più attenzione.
Sei grandi rossi, tutti serviti contemporaneamente e attesi, ascoltati, seguiti nella loro evoluzione, con possibilità di rabbocchi dalle bottiglie. Secondo me il modo migliore di apprezzarli e distinguere.
E il gioco è stato molto interessante, con ad esempio il Pergole che è partito subito alla grande, una delle migliori bottiglie di '90 che io abbia bevuto, ma col passare delle ore perdeva un po' in definizione, salvo risuscitare alla grande al rabbocco dalla bottiglia; il Percarlo che è rimasto simile a se stesso nel tempo, e mi ha favorevolemte impressionato, forse perché mi aspettavo di meno, sicuramente il naso più "toscano" e dei tannini fitti e giovani su cui non avrei scommesso. Al contrario, il Biondi Santi ha continuato la sua lenta marcia verso l'esplosione, per tutta la durata del pasto, concludendo da mostro qual'è e che non avrei pensato, data l'annata.
In Francia, invece, il Trotanoy è stata la prima folgorazione. Spaventoso, maginifico, affascinante. E...giovane! Chiaro che poi ha ceduto qualcosa agli altri due, intermini di frutto e croccantezza. Ma è stato spettacolare fino alla fine. Ecco, penso che i vini serviti da Babette al suo pranzo avessero quel fascino lì...
Latour: prima volta per me dell'88. Mammamia

!!! Il naso va seguito con attenzione, altrimenti può sembrare poco variegato e persino un po' muto, se paragonato al colosso che viene dopo. La bocca, semplicemente tra le migliori che abbia mai sentito in vita mia.
Mouton: giovane è giovane, ma stragodibile. Per buona parte del pranzo mi sembrava fin troppo "perfetto", rispetto al più emozionante Latour. Devo però dire che alla fine di tutto, quando quasi tutti se n'erano andati, dopo Porto e Albana vari, il goccio che avevo salvato era qualcosa dell'altro mondo. E QUEL goccio è il mio vino della giornata.
Sui vini bevuti a fine pasto non entro in dettaglio. Ringrazio Ivo e Andrea, io sono ancora sotto choc e lo sarò a lungo, ripensandoci.
Due parole sul cibo, solo per dire che se tutto era ai soliti livelli siderali, la carne del filetto del baby capriolo era al di là di tutto!
La tavolata, spettacolare!