pudepu ha scritto:
A parte gli scherzi, elabora un po' dai. Detta cosi' non si capisce cosa vuoi dire fino in fondo
Scherzi a parte, non è facile affrontare il discorso sinteticamente, soprattutto senza ragionare su tutta una serie di questioni collegate, come l’allargamento dell’areale, il senso di questo tipo di disciplinare, la mancanza di un collegamento tra i prezzi e la qualità dell’annata (questione che non riguarda solo Montalcino, chiaramente, ma è un problema tutto italiano).
Per farla breve, è molto difficile trovare un Brunello sotto i 30-35 euro in enoteca (e sotto i 40-50 al ristorante): prezzi che vanno bene e sono “giustificati” per quei 20-30 di cui parliamo sempre qui. Ma quando vai sugli altri 150, beh, non posso fare a meno di pensare ogni volta che ci sono molti altri modi di soddisfare la propria voglia di un certo tipo di sangiovese, spendendo 3-4 volte meno.
Un discorso che chiaramente si amplifica in presenza di annate difficili come la 2008. Per forma mentis sono uno che va quasi sempre alla ricerca dei pregi nelle cose e nelle persone, e credo che nella veste scarna e immatura di tanti 2008 si nascondano anche buone notizie, come appunto il rispetto del millesimo e del sangiovese, l’abbandono di tentazioni di forzature, aggiustamenti e ringiovanimenti, ecc. Però, parlo proprio da consumatore, non mi viene proprio facile spendere 50 euro al ristorante per un “vinello”. O anche molto di più per una lunga serie di Riserve che poco o pochissimo aggiungono alle rispettive versioni “annata” e spesso si presentano già piuttosto stanche all’uscita.
Potrei continuare ancora, ma preferisco non affaticare la lettura e soprattutto vorrei sentire che ne pensi tu su questi primi spunti.